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Studenti del Cep a scuola di antimafia. “Chiamatemi Fiammetta”: è così che la figlia del giudice Paolo si è presentata agli alunni dell’istituto Saladino nel corso di un incontro voluto nell’ambito della neonata Rete per la promozione della cultura antimafia. “Strage di via D’Amelio? Troppi depistaggi e anomalie su cui si continua a non far luce”
Palermo, Fiammetta Borsellino agli studenti: «Capire chi ha protetto Messina Denaro»
«L’arresto di Messina Denaro? Avvenuto dopo tantissimi anni di latitanza di questa persona che è stata mandante di tantissimi omicidi e stragi, dopo che il Paese ha pagato un prezzo altissimo, non è una vittoria. Ora la cosa importante è capire quale è la rete di complicità di cui lui ha potuto godere». A dirlo è Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia nella strage di via D’Amelio, a Palermo. La signora Fiammetta ha incontrato a Palermo gli studenti dell’istituto comprensivo Giuliana Saladino, nel quartiere San Giovanni Apostolo (ex Cep).
Moltissime le domande degli alunni, sui depistaggi che impediscono, dopo più di 30 anni, di risalire alla verità, ma anche interrogativi intimi e personali su «come vive una figlia dopo che il padre è stato ammazzato dai mafiosi».
«I ragazzi si distinguono sempre per sincerità – commenta Fiammetta Borsellino -. Ogni incontro per me è diverso e ha una sua unicità data proprio dalle domande dai ragazzi, dalla curiosità che hanno, dalla loro capacità di immedesimarsi in questa storia che è la storia della loro città e dell’intero Paese. Questo avviene grazie anche alla preparazione portata avanti dai docenti che precede sempre gli incontri. Per me è un aspetto fondamentale di questo percorso che deve avere un inizio, una continuità e mai una fine».
Un ragazzino le chiede se è vero che ci sono stati depistaggi sulla strage di via D’Amelio e Fiammetta Borsellino spiega : «Sì. I depistaggi sono legati a quel percorso giudiziario, di allontanamento, caratterizzato da tantissime anomalie che hanno influenzato sia le indagini che i processi e sui quali si continua a non fare luce».
Per il dirigente scolastico della scuola Giuliana Saladino, Giusto Catania, «la scuola si fa così perché deve proiettare le nuove generazioni verso la realtà e il futuro. Per questo l’impegno della nostra scuola nell’ambito di un’attività che sta coinvolgendo la rete della cultura antimafia con tante altre scuole della città e della provincia. Il nostro è un quartiere difficile – continua Giusto Catania – e la testimonianza di Fiammetta Borsellino credo possa essere importante. La scuola deve svolgere la funzione di trasformare la società e questa passa anche dagli incontri, a volte anche casuali. Siamo sicuri che la presenza di Fiammetta Borsellino posa dare segnali positivi in questa scuola e in tutto il quartiere, segnali di cambiamento».
LA DENUNCIA DI FIAMMETTA BORSELLINO