Quando il dottor ANTONINO DI MATTEO non credette alla ritrattazione del “pupo vestito da mafioso”


Il PM ANTONINO DI MATTEO, ritenne attendibili le rivelazioni di Vincenzo Scarantino, persino quando quest’ultimo nel 1998 decise di ritrattare denunciando le pressioni dei poliziotti (pubblicamente ringraziati da Di Matteo in una conferenza stampa).
In una requisitoria, (15 dicembre 1998) il pm antimafia affermò infatti che “la ritrattazione dello Scarantino ha finito per avvalorare ancor di più le sue precedenti dichiarazioni”, sostenendo che il passo indietro del falso pentito fosse pilotato dalla mafia.
Il “depistaggio Borsellino” probabilmente non avrà mai colpevoli, ma gli errori compiuti da pm come il dottor Di Matteo, anche se mai ammessi dal medesimo, sono evidenti e documentati.



IL PM ANTONINO DI MATTEO E IL DEPISTAGGIO 

12.11.1996  Mandanti e organizzatori  – VIA D’AMELIO CONFERENZA STAMPA Tinebra, Petralia, Di Matteo, Palma e Giordano

 

I ringraziamenti ai poliziotti del Gruppo Falcone Borsellino del dottor Di Matteo AUDIO

 

 

 

 

 

 

 

▶️ Ma é nel BORSELLINO BIS che il dottor DI MATTEO svolge il rilevante ruolo di PM sostenendo (sbagliando clamorosamente)  la NON ATTENDIBILITÀ della ritrattazione dello Scarantino.

 

ANTONINO DI MATTEO

 

15 dicembre 1998: ANTONINO DI MATTEO conduce la requisitoria al processo Borsellino-Bis. Secondo il dottor DI MATTEO  la ritrattazione dello Scarantino era “sicuramente falsa”, “indotta l’ e ha “finito per avvalorare ancor di più le sue precedenti dichiarazioni” .
La collaborazione di SPATUZZA, poi, non eradi particolare rilevanza”.
Le sue dichiarazioni, inoltre, potevano rimettere in discussione le ricostruzioni e le responsabilità delle stragi, oramai consacrate in sentenze irrevocabili.” 

15 dicembre 1998 Dalla requisitoria del PM ANTONINO DIMATTEO. Al Borsellino Bis sulla credibilità del “pentito” SCARANTINO.   


Secondo il dottor DI MATTEO il pentito GASPARE SPATUZZA (grazie al quale venne smascherato il falso pentito Scarantino)non doveva “essere protetto.”

 

➡️ 15 dicembre 1998 – AUDIO

 

➡️ Trascrizione automatica della requisitoria PM Antonino Di Matteo

 

➡️ Stralci della requisitoria Di Matteo

 

Questo ufficio ritiene che l’attività processuale scaturita e originata dalla ritrattazione dello Scarantino abbia finito per avvalorare ancor di più le sue precedenti dichiarazioni o meglio gran parte delle sue precedenti dichiarazioni nei confronti di molti degli odierni imputati

La ritrattazione di Scarantino che poi spiegheremo perché deve considerarsi falsa è innanzitutto una ritrattazione indotta. Non siamo in presenza di un atteggiamento processuale scaturito dalla volontà del protagonista della scena dibattimentale Siamo in presenza di un risultato di una complessa attività posta in essere per costringere il pentito a cambiare versione

Cioè la ritrattazione è stata indotta innanzitutto indotta poi vedremo perché falsa. Dovete pure prendere in considerazione quel compendio probatorio scaturito essenzialmente dalle intercettazioni ambientali effettuate in casa Scotto del latitante Gaetano Scotto nostro imputato

La ritrattazione di Vincenzo Scarantino non è stata frutto di una scelta di coscienza di una volontà talmente spontanea da manifestarsi attraverso comportamenti che non tenessero conto di garanzie precauzioni assistenza economica assistenza legale

… oltre ad un giudizio di complessivi inattendibilità e la ritrattazione di Scarantino vi stiamo smontando punto per punto queste dichiarazioni …

Io credo che il buonsenso comune ed una normale capacità di valutare la personalità altrui ci consente ci consenta di escludere questa possibilità che Scarantino abbia per tanto tempo finto e solo ultimamente detto la verità

Scarantino ha voluto accreditare l’ipotesi di pubblici ministeri e poliziotti che lo hanno indottrinato continuamente indottrinato dolosamente istruito giungendo al punto di falsificare le carte di giocare sporco pur di trovare dei finti colpevoli della strage giungendo al punto di manomettere nastri e registrazioni

Certamente non è in grado Scarantino di inventare reggere il gioco su tutto questo di estremamente articolato e complesso …

… questa non è a nostro parere non può essere solo farina del sacco di Scarantino costituisce una riprova logica di una induzione ad una ritrattazione sicuramente falsa e prospettata al solo scopo di provocare in un modo o nell’altro il crollo dell’impostazione accusatoria di questo processo

(Scarantino) … ha dipinto un  quadro assolutamente inverosimile. Ha dipinto un quadro fosco e ridicolo

(Scarantino nella ritrattazione) poco abile, forse mal consigliato 

(La ritrattazione) risulta intrensicamente non credibile

Siamo in presenza di un clamoroso autogol (ritrattazione)

“Ebbene proprio quando questo processo si avviava alla conclusione nel timore o meglio nella consapevolezza che il materiale probatorio via via acquisito potesse portare come logica conseguenza all’affermazione di responsabilità degli imputati, Cosa nostra ha posto in essere l’estremo tentativo di salvare il salvabile individuando in Vincenzo Scarantino l’anello della catena probatorie da colpire. Individuandone i familiari di Scarantino ed in particolare nel fratello Rosario il soggetto che doveva farsi garante della ritrattazione eventualmente pagando anche con la propria vita il mancato raggiungimento del fine, attivandosi in qualunque modo per garantire ai familiari di Scarantino ,tra virgolette ,un’uscita a testa alta e con solide garanzie per il futuro dalla vicenda del pentimento del loro congiunto e fingendo di garantire – perché io sono convinto che questa è una finta garanzia – a Vincenzo Scarantino a condizione dell’avvenuta ritrattazione l’impunità e l’incolumità fisica. Io dico fingendo di garantire perché non sono del tutto convinto che con il suo atteggiamento processuale successivo al quindici settembre Vincenzo Scarantino si sia conquistato un reale e definitivo perdono degli imputati della famiglia di Santa Maria di Gesù di Cosa Nostra. Certamente da un punto di vista umano ce lo auguriamo tutti che sia così .
Vincenzo Scarantino avverte il pericolo tant’è vero che non dimenticheremo mai credo tutti ,avverte il pericolo di essere ucciso.
È facile dire “voi dottore Di Matteo dottoressa Palma mi farete uccidere in carcere, perché tanto nelle carceri comandate voi comanda la polizia” .
Io credo che Vincenzo Scarantino, pur nella sua rozzezza, avverta il pericolo che ogni garanzia prestata nei suoi confronti per l’incolumità fisica possa col tempo non essere mantenuta.
Certamente credo che sia abbastanza facile scaricare questo pericolo sui pubblici ministeri, sulla polizia. Comunque lasciamo perdere questo inciso altrimenti rischiamo di perdere il filo del discorso


  • 16 novembre 2015 al “BORSELLINO QUATER” DI MATTEO RACCONTA SCARANTINO sentito come teste a Caltanissetta SEGUE

 

 


 

  • 19 luglio 2017 ANTONINO DI MATTEO il pm simbolo dell’antimafia e quel processo farsa sulla strage di Borsellino? La domanda è: perché quei pm, Di Matteo, Petralia e Palma, per quanto giovani e forse inesperti di cose di mafia, seppure alle dipendenze di un procuratore – Tinebra – di cui in seguito sono state ipotizzate consuetudine con associazioni massoniche, non hanno ritenuto necessario approfondire quello che già si diceva del pentito chiave Scarantino?

 

13  e 19 settembre 2017 ANTONINO DI MATTEO audito in Commissione Parlamentare Antimafia SEGUE

…”Non si tratta di difendere le dichiarazioni di Scarantino, smentite inequivocabilmente da Spatuzza e dalle successive indagini. Ma di capire qualcosa di più difficile: come mai queste dichiarazioni, false perchè fatte da un soggetto non coinvolto nella strage, in parte coincidono con quelle, ritenute attendibili, di Spatuzza?
Per esempio, nel coinvolgimento della fase esecutiva della strage del mandamento di Brancaccio, dei fratelli Graviano, di Francesco Tagliavia, di Lorenzo Tinnirello, nel ruolo attribuito a questi soggetti da Scarantino e Spatuzza c’è una sostanziale ed incredibile coincidenza. Il che lascia ipotizzare che alcune informazioni vere erano arrivate a chi, per sfruttarle, ha fatto un errore gravissimo mettendo in bocca a un soggetto che non sapeva nulla informazioni che chi le aveva ricevute riteneva attendibili.”
«Scarantino è un soggetto che viene arrestato il 26 settembre 1992 e le indagine vennero dunque condotte dal 19 luglio 1992 fino al 26 settembre. All’epoca ero un tirocinante e mi sono occupato di procedimenti ordinari fino al 9 dicembre 1993. Sono entrato nella Dda nissena il 9 dicembre con il compito esclusivo di occuparmi di processi della mafia e della stidda di gela e ho svolto al compito fino al novembre ’94. Nel pool che si occupava delle stragi sono entrato dunque nel novembre 1994, due anni e 4 mesi dopo la strage, 2 anni e 2 mesi dopo l’arresto di Scarantino. “


17 settembre 2018 DI MATTEO «Sulla strage di via d’Amelio siamo a un passo dalla verità, mai come ora. E questo grazie a me e ad altri magistrati». Davanti alla Prima Commissione del Csm, il magistrato rivendica in prima persona il lavoro svolto AUDIO questi anni per l’accertamento delle responsabilità di quella strage in cui persero la vita Paolo Borsellino e la sua scorta.

AUDIO


 

 

 

  • 3 febbraio 2020 ANTONINO DI MATTEO depone al “Processo depistaggio” – AUDIO

 

  • 3 febbraio 2020 FIAMMETTA BORSELLINO: “Dai pm verità taciuta” «Non ho notato alcuna volontà, al di là del tentativo di discolparsi, di dare un contributo per capire cosa è accaduto. E questo mi fa molto male». Fiammetta Borsellino sbotta  dopo aver ascoltato in silenzio la lunga deposizione dell’ex PM ANTONINO DI MATTEO SEGUE

 

 

  • 6 febbraio 2020 DEPISTAGGIO: ANTONINO DI MATTEO non convince FIAMMETTA BORSELLINO SEGUE 

 


 

  • “Non solo non fummo creduti, i magistrati ci guardavano come fumo negli occhi.”
  • “Solo tanti troppi anni, dopo ci credettero. Ma ormai era troppo tardi, otto innocenti  finirono ingiustamente in carcere con un’accusa gravissima: l’avere partecipato alla strage di via D’Amelio”.
  • “Il pentito Cancemi si rivolse ai magistrati: “Attenzione, state attenti è falso, non credete nemmeno a una virgola di quello che vi sta dicendo, Rosalba Di Gregorio, denunciò “per comportamento omissivo” i pm del processo di Caltanissetta, Annamaria Palma, Carmelo Petralia e Nino Di Matteo, ma il gip di Catania, il 25 febbraio 1998, archiviò l’inchiesta”
  • Furono nascoste le intercettazioni, furono nascoste nei fascicoli di atti relativi”
  • “Noi quei pm li abbiamo denunciati in aula ma non fummo mai creduti”.
  • Quando ci fu la ritrattazione in aula di Scarantino, a Comoloro dissero che la credibilità Scarantino usciva rafforzata perché c’erano due avvocati che erano i registi occulti, gli avvocati Scozzola e Petronio”. “E’ chiaro che non ci fossero registi occulti, eppure noi avvocati fummo trattati come carne di porco perché assistevamo dei mafiosi”.

13 settembre 2023 PIETRO GRASSO: “Ammettere l’attendibilitá di Spatuzza andava a toccare troppi nervi scoperti”


DI MATTEO e il DEPISTAGGIO –  news

  • 13 maggio 2021 INTERVISTA A DI MATTEO A LA7
  • 5 febbraio 2020 “Il depistaggio? Di Matteo non si è accorto di nulla e per lui è solo un contorno”.
  • 27 dicembre 2020 DEPISTAGGIO BORSELLINO / NINO DI MATTEO, L’INTOCCABILE
  • 22 ottobre 2020 Dal falso pentito alle pugnalate a Davigo, storia di Nino Di Matteo il Pm più scortato d’Italia  
  • 13 gennaio 2020 Di Matteo: «No alla protezione a Spatuzza, rimette in discussione le stragi»
  • 12 settembre 2018 “Depistaggi” Borsellino, CSM lunedì 17 settembre 2018 sentirà DI MATTEO lunedì in seduta pubblica. 
  • 4 luglio 2018 Via d’Amelio, Di Matteo: “Sentenza dice che il depistaggio inizia già nel 1992 con l’arresto di Scarantino”  VIDEO
  • 17 settembre 2018 – AUDIZIONE AL CSM  – DI MATTEO: su Via D’Amelio “Siamo ad un passo della verità anche grazie a me e ad altri magistrati“
  • 17 settembre 2018 DI MATTEO AL CSM: “IL DEPOSITO RITARDATO DEI CONFRONTI DI SCARANTINO? ABBIAMO PRIMA INDAGATO PER CAPIRE CHI MENTISSE” 
  • 17 settembre 2018 Borsellino, Di Matteo al Csm: mai così vicini alla verità
  • AUDIO INTERVENTI da Radio Radicale
  • 13 settembre 2017 -Di Matteo sulla strage di Via d’Amelio: «Mai entrato nelle indagini». ,
  • Chi è Nino Di Matteo, il Pm che sognava di fare il ministro nonostante i fallimenti processuali

ANTONINO DI MATTEO il pm simbolo dell’antimafia e quel processo farsa sulla strage di Borsellino? La domanda è: perché quei pm, Di Matteo, Petralia e Palma, per quanto giovani e forse inesperti di cose di mafia, seppure alle dipendenze di un procuratore – Tinebra – di cui in seguito sono state ipotizzate consuetudine con associazioni massoniche, non hanno ritenuto necessario approfondire quello che già si diceva del pentito chiave Scarantino? SEGUE
E viene da chiedersi: come mai, colui che è considerato oggi l’icona dell’antimafia era così sprovveduto da non accorgersi del depistaggio Scarantino? Di Matteo ha anche sostenuto l’accusa nel processo che – testimone sempre Scarantino – ha condannato all’ergastolo un bel manipolo di innocenti. E quando gli avvocati della difesa lo ricusavano, assieme alla collega Palma, imperterrito ha continuato a battere la falsa pista Scarantino.

 

 
(…) secondo la procura di Messina, come si legge nella nota a pagina 84 della richiesta di archiviazione, la circostanza che la Procura di Palermo avesse inizialmente assunto «un atteggiamento cauto circa la rilevanza e l’attendibilità del contributo dichiarativo di SPATUZZA» ha trovato conferma nel contenuto di un verbale di riunione di coordinamento “delle indagini sulle stragi siciliane del 1992 e del continente degli anni 1993 – 1994”, svoltasi presso la Dna il 22 Aprile del 2009.
In quel verbale, tramesso a Messina il 25 marzo del 2019 a seguito di specifica richiesta della procura, sono riportati due interventi di Nino Di Matteo.
Sul primo intervento, i magistrati di Messina, riferiscono: ”Il dottor Di Matteo ha pure rilevato che


➡️ non sempre Spatuzza, a suo giudizio, ha affermato il vero;

➡️ ha aggiunto che, a suo parere, la collaborazione di Spatuzza non è di particolare rilevanza atteso che essa non consente di arrestare nessuno, né di sequestrare alcun bene, né di processare qualcuno. Ha affermato che, secondo lui, 

➡️ non sono particolarmente rilevanti neppure le dichiarazioni rese in ordine agli omicidi di padre Puglisi e del giovane Diego Alaimo».

Il secondo intervento del Pm, sempre riferito alla medesima riunione, è così descritto:

➡️ «Il dottor Di Matteo ha manifestato la sua contrarietà alla richiesta di piano provvisorio di protezione sia perché essa attribuirebbe alla dichiarazione di Spatuzza una connotazione di attendibilità che ancora non hanno, sia perché le dichiarazioni di Spatuzza, sebbene non ancora completamente riscontrate,

➡️ potrebbero rimettere in discussione le ricostruzioni e le responsabilità delle stragi, oramai consacrate in sentenze irrevocabili,

➡️ sia perché l’attribuzione, allo stato di una connotazione di attendibilità alle dichiarazioni di Spatuzza potrebbe indurre l’opinione pubblica a ritenere che la ricostruzione dei fatti e le responsabilità di essi, accertate con sentenze irrevocabili, siano state affidate alle dichiarazioni di falsi pentiti protetti dallo Stato,

➡️ e potrebbe, per tale ultima ragione, gettare discredito sulle Istituzioni dello Stato, sul sistema di protezione dei collaboratori di giustizia e sugli stessi collaboratori di giustizia».


 

 

Condannati all’ergastolo a causa di un falso pentito e del più grande depistaggio della storia giudiziaria italiana

 

 

VINCENZO SCARANTINO, il PUPO vestito da MAFIOSO