FIAMMETTA BORSELLINO : “C’è chi ha costruito carriere sul processo trattativa”

 

 

“Non ho letto la sentenza, quindi preferisco non entrare nel merito del processo trattativa, però una cosa la voglio dire: c’è chi ha costruito le loro carriere su questo processo, immeritatamente”. Non nasconde la sua amarezza, Fiammetta Borsellino.
La figlia minore del giudice Paolo Borsellino è a Bologna dove ha incontrato oltre mille studenti per parlare del padre, del depistaggio, e dei tanti misteri che ancora avvolgono le indagini sulla strage di via D’Amelio. “Sa quale è il danno più grande? – dice Fiammetta Borsellino in una intervista all’Adnkronos – Questo processo, come altri prima, sono stati celebrati fuori dalle aule di giustizia, prima ancora che si esaurissero nei tre gradi di giudizio. A prescindere dalla innocenza degli imputati”.

Fiammetta Borsellino se la prende, senza mai citarli, con i magistrati dell’accusa che sono stati ospiti in numerose trasmissioni televisive.L’ho trovato un comportamento scorretto che fa male alla società tutta, è assurdo che tutti conoscano un processo di questo tipo solo perché mediaticamente è stato pubblicizzato, mentre nessuno conosce processi come il ‘Borsellino quater'”
Io mi soffermo sul fatto che prima ancora che finisse l’iter giudiziario – aggiunge Fiammetta Borsellino – sono stati pubblicizzati da chi li aveva in carico, ripeto: prima ancora della fine del processo. E’ un atteggiamento che ho sempre criticato”.Poi, è ovvio che la giustizia debba fare il suo corso, ma è deontologicamente scorretto fare una operazione del genere.
Ribadisco che su questo c’è chi ha costruite delle carriere, sul nulla.  Su processi che poi si sono dimostrati dei fallimenti.
Ne faccio una questione deontologica”.

‘Ci sono stati anche giornalisti complici di queste operazioni’

“E’ un messaggio brutto da dare alla società – aggiunge Fiammetta Borsellino – che alla fine si costruiscono carriere su processi che vengono pubblicizzati prima della fine del processo”.
E aggiunge: “Ci sono stati anche giornalisti che sono stati complici di operazioni del genere… c’è tutto un sistema che va dietro al potere”. “Queste persone hanno raggiunto questa fama, che non è fondata su nulla se non sull’autorefenzialità.
E il messaggio che si da ai giovani non è positivo. Passa il messaggio che basta scrivere libri o andare in tv per diventare famosi”.

E conclude: “Non commento la sentenza ma il comportamento portato avanti in questi anni, lo ripeto. Una operazione altamente scorretta”. ADNKRONOS (di Elvira Terranova)  27.4.2028

 




FIAMMETTA BORSELLINO
: “Trattativa? Sempre avuto dubbi, pm scorretti” 

A parlare in una intervista all’Adnkronos è Fiammetta Borsellino, la figlia minore del giudice Paolo Borsellino, che ha appena appreso della sentenza di assoluzione del processo trattativa Stato-mafia, che ha ribaltato la sentenza di primo grado.

  • “Tutte le energie dedicate a questa vicenda giudiziaria potevano essere indirizzate verso altre piste”.
  • “Io non li ho mai assolti gli ufficiali dei Carabinieri ma ho avuto sempre molti dubbi, dubbi che oggi sono stati confermati dalla giustizia con la sentenza di appello. E poi ho ritenuto scorretto pompare mediaticamente un processo da parte di chi è titolare, prima ancora che questo processo avesse concluso le fasi di giudizio, un comportamento scorretto che mio padre non avrebbe mai approvato”.
  • “Si è assistito a un lancio mediatico del processo trattativa – denuncia Fiammetta Borsellino – fin dal suo inizio, quando veniva pubblicizzato con i libri. Quando non era concluso neppure il primo grado. Altro punto di critica enorme, insieme con gli altri”.
  • “Io non ho mai assolto gli ufficiali dei carabinieri ma ho avuto sempre molti dubbi, dubbi oggi confermati dalla giustizia con la sentenza di appello. E poi ho ritenuto scorretto pompare mediaticamente un processo da parte di chi è titolare, prima ancora che questo processo avesse concluso le fasi di giudizio, un comportamento scorretto che mio padre non avrebbe mai approvato”.
  • “Si è assistito a un lancio mediatico del processo Trattativa fin dal suo inizio, quando veniva pubblicizzato con i libri, quando non era concluso neppure il primo grado. La grande amarezza è che queste energie investigative dedicate al processo Trattativa potevano essere indirizzate verso delle piste che, secondo me, volutamente non si sono percorse. Ancora una volta siamo di fronte al fatto che si sono seguite piste inesistenti quando da sempre abbiamo ribadito che bisognava approfondire quel clima che mio padre viveva dentro la Procura di Palermo”
  • “Si doveva approfondire il filone dei dubbi e del senso di tradimento che mio padre manifestò parlando a mia madre dei colleghi, il perché non si è voluto indagare sul procuratore Giammanco. Secondo noi queste erano le piste su cui si doveva indagare, non altre…Per noi l’accelerazione è stata data dal dossier mafia e appalti, ma non lo dice la mia famiglia, lo dice il processo Borsellino Ter, che l’elemento acceleratore è stato il dossier mafia-appalti, che è stato archiviato il 15 luglio, cioè pochi giorni prima della strage di via D’Amelio. Nonostante mio padre il 14 luglio avesse chiesto conto e ragione del perché a quel dossier non venisse dato ampio respiro”.

Settembre 2021


Stato mafia, la figlia di Borsellino: “Sotto accusa chi aiutò mio padre”. Difende i carabinieri, attacca i pm

«In questi anni, a proposito del processo trattativa, non ho mai voluto esprimermi anche se ho sempre avuto molti dubbi e perplessità sulle accuse da parte della Procura. E devo dire che i miei sospetti sono stati confermati dalla sentenza della Corte d’appello di Palermo».
Lo ha affermato ieri, all’indomani della sentenza che ha assolto gli ufficiali del Ros dei carabinieri e Marcello Dell’Utri, Fiammetta Borsellino, la figlia del magistrato Paolo Borsellino, ucciso il 19 luglio 1992 da una Fiat 126 imbottita di tritolo in via D’Amelio a Palermo.

Signora Fiammetta, sono anni che si batte per la ricerca della verità sulla morte di suo padre. Cosa ha pensato alla notizia dell’assoluzione dei generali Mario Mori e Antonio Subranni? «Mi chiedevo sempre come fosse possibile che uomini che erano stati al suo fianco potessero essere realmente artefici di una trattativa con gli esponenti di Cosa nostra, che invece avevano sempre combattuto».
Le sembrava assurdo? «Ma sì. Del resto fu lo stesso Subranni aportare un’informativa all’allora procuratore di Palermo Pietro Giammanco, su un carico di tritolo destinato a mio padre. Ricordo ancora i pugni che mio padre diede sul tavolo quando raccontò a casa che il procuratore non lo aveva neppure avvisato».
Lei e la sua famiglia avete in molte occasioni fatto riferimento ad altre piste investigative che non sono state percorse. Ci può spiegare? «Sono anni che sto chiedendo di approfondire il clima che mio padre viveva dentro la Procura di Palermo, che seppi aveva definito un “nido di vipere”. Mio padre disse a mia madre che non sarebbe stata la mafia ad ucciderlo ma i suoi colleghi che lo avrebbero permesso».
Ha parlato in diverse occasioni del dossier “mafia appalti”. Cosa c’entra nel procedimento sulla trattativa? «Pur essendo passati ormai tanti anni, non mi capacito del fatto che nessuno abbia mai voluto fare luce sul perché venne archiviato questo dossier, a cui mio padre aveva manifestato di tenere moltissimo».
Di cosa trattava nello specifico questo dossier? «Era un’informativa redatta da Mori e dall’allora capitano Giuseppe De Donno con Giovanni Falcone sul rapporto tra mafia, politica e appalti a livello nazionale. È anche per questo che la tesi della trattativa non mi ha mai convinta. Del resto bisognava farsele delle domande. Io me le ero poste. Oggi una sentenza ci ha dato una risposta di giustizia».
A Caltanissetta, sulla morte di suo padre, è arrivata la sentenza Borsellino Quater. I giudici riconoscono che l’accelerazione alla sua uccisione sia stata data proprio dal dossier mafia-appalti. «Si, questo non lo dice la mia famiglia, lo dice una sentenza che l’elemento acceleratore è stato il dossier mafia e appalti archiviato con una richiesta della Procura vistata dal procuratore Giammanco il 22 luglio, cioè tre giorni dopo la morte di mio padre. E questo nonostante mio padre il 14 luglio avesse chiesto conto e ragione del perché a quel dossier non venisse dato ampio respiro, nell’occasione di una riunione nella Procura davanti a tutti i sostituti. Ci sono tutti i riscontri di questo che sto dicendo».
Aveva parlato anche dei Ros, suo padre, in quell’occasione? «Si, disse che erano molto contrariati del fatto che non avesse avuto seguito».
Nella sentenza di primo grado del processo trattativa si negava che suo padre avesse persino mai letto il dossier mafia appalti.«Ad avvalorare i miei dubbi intervenne anche questa menzogna: mio padre conosceva eccome il dossier mafia appalti e lo aveva letto già nel 1991 quando era in Procura a Marsala».
Mentre lei si poneva le domande più che legittime di cui ci ha detto, i media pubblicizzavano il processo. Cosa avrebbe pensato suo padre? «Mio padre non scriveva libri sui suoi processi, preferiva andare nelle scuole per parlare ai ragazzi di cosa è la mafia. Su questa vicenda non avrebbe gradito il clamore mediatico che è stato dato in corso di processo».
Il processo “trattativa”, fra primo e secondo grado, si è svolto in circa 300 udienze. «Non mi faccia dire nulla su quanto sarà costato questo processo. I pm andarono anche in Sud Africa per ascoltare dei testimoni». LIBERO 25.9.2021

 

 

 


Processo Trattativa, famiglia Borsellino: “Ora concentrarsi sul nido di vipere…”

 


DOSSIER Trattativa Stato-Mafia – La Cassazione demolisce le accuse