FIAMMETTA BORSELLINO- Rassegna stampa maggio 2023

Giornale di Cefalù, Legalità: incontro dei ragazzi con Fiammetta Borsellino

Le scuole di Cefalù dedicano tre giorni alla legalità: le parole ai ragazzi di Fiammetta Borsellino (nella foto). L’impegno della minoranza in Consiglio Comunale: Punto-Inps e Lungomare: intervista a Carmelo Greco del gruppo “Innoviamo Cefalù”. La mia corsa per esserci, inseguire e trovare la vita: “Durante”, raccolta di poesie, a colloquio con Peppino Re. Emergenza cinghiali: Riunione operativa di Comune e Parco Madonie.
Le notizie, le interviste, i servizi del Giornale di Cefalù (n. 1747 anno 40), video-web diretto e condotto da Carlo Antonio Biondo; da giovedì 25 maggio 2023 può essere seguito e rivisto su facebook adrianocammarata, link cammarataweb e madonielive. Clip con la copertina ed i temi del Giornale di Cefalù sul canale you tube (https://youtu.be/CgVQk5aiciM) Carlo Antonio Biondo, al quale ci si può iscrivere per essere sempre aggiornati. 25.5.2023


FIAMMETTA BORSELLINO incontra gli studenti dell’Istituto Ferrara di Palermo

 


 

Fiammetta Borsellino all’Istituto Ferrara: “Combattete la mafia con la scuola”

PALERMO. Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo, è venuta in visita all’istituto Francesco Ferrara di Palermo, dove è stata accolta con molto calore dai ragazzi presenti. Accolta con un omaggio musicale da parte di alcuni studenti che hanno cantato la canzone “Pensa” di Fabrizio Moro, ci ha raccontato la sua storia, parlando soprattutto del rapporto con il padre, dei diversi aspetti della vita quotidiana del giudice, anche con l’aggiunta di alcuni retroscena riguardanti i suoi rapporti lavorativi.

Fiammetta ha inoltre risposto alle domande inerenti alla sua adolescenza e a quella dei fratelli, al rapporto con la scorta affidata al padre, sottolineando di aver avuto un’adolescenza meravigliosa con un padre sempre presente, nonostante gli impegni lavorativi. La dottoressa Borsellino si è espressa anche in merito all’arresto del boss latitante Matteo Messina Denaro, affermando che “è un passo avanti nella lotta contro la mafia, ma non bisogna festeggiare bensì indagare di più e cercare la verità”. Ha incitato tutti noi studenti a non perdere la fiducia nello Stato, nonostante nella ricostruzione della strage di suo padre ci siano delle incongruenze e delle anomalie che la stessa famiglia non riesce a comprendere come siano state possibili.

Il messaggio finale lanciato da Fiammetta è quello di non perdere mai il coraggio di fronte a degli atteggiamenti mafiosi e di non sottovalutare il sistema scolastico che è un elemento fondamentale nella lotta contro la mafia, proprio come sostenevano Rocco Chinnici, Giovanni Falcone, suo padre
L’incontro è terminato con la consegna di numerose lettere indirizzate al padre e scritte da alcuni studenti e con un ringraziamento, pieno di riconoscenza, da parte di noi ragazzi e dei nostri docenti. Gli studenti dell’istituto Francesco Ferrara di Palermo ringraziano Fiammetta Borsellino per la sua disponibilità! MEDITERRANEO 13.5.22023


Venerdì 12 maggio, dalle ore 10, Fiammetta Borsellino incontrerà alcuni studenti dell’Istituto Ferrara di Palermo. La figlia del giudice Paolo Borsellino, a 30 anni dalla strage di via D’Amelio, in cui persero la vita il padre e gli uomini della scorta, porterà la sua testimonianza di figlia e cittadina.

Nelle scorse settimane, gli alunni sono stati impegnati nella ricostruzione della memoria storica del pool antimafia, del “maxiprocesso” e delle stragi del ’92, che segnarono un’epoca a Palermo. Hanno approfondito, con letture e visioni di interviste e filmati, cosa sia accaduto nella città e in Sicilia in quegli anni. Così hanno manifestato commozione, gratitudine e bisogno di chiarezzasui fatti avvenuti. A Fiammetta Borsellino, gli alunni consegneranno delle lettere immaginarie scritte al Giudice Borsellino che contengono le emozioni provate nel “rivivere” i tragici anni in cui non erano ancora nati.

La figlia di Paolo Borsellino sarà all’Istituto Ferrara di Palermo venerdì 12 maggio, dalle ore 10. “Siamo onorati di accogliere Fiammetta Borsellino nella nostra scuola, per i nostri ragazzi sarà un’occasione preziosa di confronto e crescita umana. Quotidianamente – dichiara la prof.ssa Margherita Maniscalco, Dirigente scolastica dell’Istituto Ferrara – sensibilizziamo gli studenti ad una cultura della legalità, nella convinzione che la lotta alla mafia non si debba limitare solo alle aule giudiziarie, ma coinvolga anche quelle scolastiche perché i docenti costruiscano un modello positivo di società e comportamento”.  May 10, 2023  Bernard Matto


Fiammetta Borsellino incontra gli studenti dell’istituto Ferrara

Appuntamento fissato per venerdì alle 10. Gli alunni le consegneranno delle lettere immaginarie scritte al giudice Borsellino che contengono le emozioni provate nel “rivivere” i tragici anni in cui non erano ancora nati

Dopo trent’anni dalla strage di via d’Amelio in cui persero la vita il giudice Borsellino e gli uomini della scorta, venerdì 12 maggio dalle 10 Fiammetta Borsellino incontrerà alcuni studenti dell’Istituto Ferrara di Palermo per portare la sua testimonianza di figlia e cittadina.

Nelle ultime settimane gli alunni sono stati impegnati nella ricostruzione della memoria storica del pool antimafia, del maxi processo e delle stragi del ‘92, approfondendo con letture e visioni di interviste e filmati cosa sia successo a Palermo e in Sicilia in quegli anni, manifestando commozione, gratitudine ma anche il bisogno di chiarezza sui fatti accaduti. A Fiammetta gli alunni consegneranno delle lettere immaginarie scritte al giudice Borsellino che contengono le emozioni provate nel “rivivere” i tragici anni in cui non erano ancora nati. PALERMO TODAY


Palermo, Fiammetta Borsellino incontra gli studenti dell’Istituto Ferrara

Venerdì 12 maggio, dalle ore 10, Fiammetta Borsellino incontrerà alcuni studenti dell’Istituto Ferrara di Palermo. La figlia del giudice Paolo Borsellino, a 30 anni dalla strage di via D’Amelio, in cui persero la vita il padre e gli uomini della scorta, porterà la sua testimonianza di figlia e cittadina. Nelle scorse settimane, gli alunni sono stati impegnati nella ricostruzione della memoria storica del pool antimafia, del “maxiprocesso” e delle stragi del ’92, che segnarono un’epoca a Palermo. Hanno approfondito, con letture e visioni di interviste e filmati, cosa sia accaduto nella città e in Sicilia in quegli anni. Così hanno manifestato commozione, gratitudine e bisogno di chiarezza sui fatti avvenuti. A Fiammetta Borsellino, gli alunni consegneranno delle lettere immaginarie scritte al Giudice Borsellino che contengono le emozioni provate nel “rivivere” i tragici anni in cui non erano ancora nati. La figlia di Paolo Borsellino sarà all’Istituto Ferrara di Palermo venerdì 12 maggio, dalle ore 10. “Siamo onorati di accogliere Fiammetta Borsellino nella nostra scuola, per i nostri ragazzi sarà un’occasione preziosa di confronto e crescita umana. Quotidianamente – dichiara la prof.ssa Margherita Maniscalco, Dirigente scolastica dell’Istituto Ferrara – sensibilizziamo gli studenti ad una cultura della legalità, nella convinzione che la lotta alla mafia non si debba limitare solo alle aule giudiziarie, ma coinvolga anche quelle scolastiche perché i docenti costruiscano un modello positivo di società e comportamento”. SICILIA FAN


Fiammetta Borsellino incontra studenti a Palermo

Porterà la sua testimonianza di figlia e cittadina. Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo, il giudice ucciso nella strage di via d’Amelio insieme agli agenti della scorta incontrerà domani, alle 10, gli studenti dell’istituto Ferrara di Palermo. Nelle ultime settimane gli alunni sono stati impegnati nella ricostruzione della memoria storica del pool antimafia, del maxi processo e delle stragi del ‘92, approfondendo con letture e visioni di interviste e filmati cosa sia successo a Palermo e in Sicilia in quegli anni. A Fiammetta gli studenti consegneranno delle lettere immaginarie scritte al giudice Borsellino che contengono le emozioni provate nel ‘rivivere’ i tragici anni in cui non erano ancora nati.

“Siamo onorati di accogliere Fiammetta Borsellino nella nostra scuola, per i nostri ragazzi sarà un’occasione preziosa di confronto e crescita umana – dice Margherita Maniscalco, dirigente scolastica dell’istituto Ferrara -. Quotidianamente sensibilizziamo gli studenti a una cultura della legalità, nella convinzione che la lotta alla mafia non si debba limitare solo alle aule giudiziarie, ma coinvolga anche quelle scolastiche perché i docenti costruiscano un modello positivo di società e comportamento”.


Mafia: Fiammetta Borsellino incontra studenti a Palermo

“Siamo onorati di accoglierla, per i nostri ragazzi occasione preziosa di confronto e crescita umana”, dice Margherita Maniscalco, dirigente scolastica

Porterà la sua testimonianza di figlia e cittadina. Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo, il giudice ucciso nella strage di via d’Amelio insieme agli agenti della scorta incontrerà domani, alle 10, gli studenti dell’istituto Ferrara di Palermo. Nelle ultime settimane gli alunni sono stati impegnati nella ricostruzione della memoria storica del pool antimafia, del maxi processo e delle stragi del ‘92, approfondendo con letture e visioni di interviste e filmati cosa sia successo a Palermo e in Sicilia in quegli anni. A Fiammetta gli studenti consegneranno delle lettere immaginarie scritte al giudice Borsellino che contengono le emozioni provate nel ‘rivivere’ i tragici anni in cui non erano ancora nati.

“Siamo onorati di accogliere Fiammetta Borsellino nella nostra scuola, per i nostri ragazzi sarà un’occasione preziosa di confronto e crescita umana – dice Margherita Maniscalco, dirigente scolastica dell’istituto Ferrara -. Quotidianamente sensibilizziamo gli studenti a una cultura della legalità, nella convinzione che la lotta alla mafia non si debba limitare solo alle aule giudiziarie, ma coinvolga anche quelle scolastiche perché i docenti costruiscano un modello positivo di società e comportamento”. QUOTIDIANO DI SICILIA 11.5.2023


Fiammetta Borsellino incontra gli studenti del ‘Ferrara’ a Palermo

Porterà la sua testimonianza di figlia e cittadina. Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo, il giudice ucciso nella strage di via d’Amelio insieme agli agenti della scorta incontrerà domani, alle 10, gli studenti dell’istituto Ferrara di Palermo. Nelle ultime settimane gli alunni sono stati impegnati nella ricostruzione della memoria storica del pool antimafia, del maxi processo e delle stragi del ’92, approfondendo con letture e visioni di interviste e filmati cosa sia successo a Palermo e in Sicilia in quegli anni. A Fiammetta gli studenti consegneranno delle lettere immaginarie scritte al giudice Borsellino che contengono le emozioni provate nel ‘rivivere’ i tragici anni in cui non erano ancora nati.”Siamo onorati di accogliere Fiammetta Borsellino nella nostra scuola, per i nostri ragazzi sarà un’occasione preziosa di confronto e crescita umana – dice Margherita Maniscalco, dirigente scolastica dell’istituto Ferrara -. Quotidianamente sensibilizziamo gli studenti a una cultura della legalità, nella convinzione che la lotta alla mafia non si debba limitare solo alle aule giudiziarie, ma coinvolga anche quelle scolastiche perché i docenti costruiscano un modello positivo di società e comportamento”.

11.5.2023 IL NUOVO SUD


Fiammetta Borsellino incontra gli studenti dell’Istituto Ferrara

Dopo trent’anni dalla strage di via d’Amelio in cui persero la vita il Giudice Borsellino e gli uomini della scorta, venerdì 12 maggio dalle ore 10:00 Fiammetta Borsellino incontrerà alcuni studenti dell’Istituto Ferrara di Palermo per portare la sua testimonianza di figlia e cittadina.Nelle ultime settimane gli alunni sono stati impegnati nella ricostruzione della memoria storica del pool antimafia, del maxi processo e delle stragi del ‘92, approfondendo con letture e visioni di interviste e filmati cosa sia successo a Palermo e in Sicilia in quegli anni, manifestando commozione, gratitudine ma anche il bisogno di chiarezza sui fatti accaduti.A Fiammetta gli alunni consegneranno delle lettere immaginarie scritte al Giudice Borsellino che contengono le emozioni provate nel “rivivere” i tragici anni in cui non erano ancora nati.«Siamo onorati di accogliere Fiammetta Borsellino nella nostra scuola, per i nostri ragazzi sarà un’occasione preziosa di confronto e crescita umana. Quotidianamente – dichiara la prof.ssa Margherita Maniscalco, Dirigente scolastica dell’Istituto Ferrara – sensibilizziamo gli studenti ad una cultura della legalità, nella convinzione che la lotta alla mafia non si debba limitare solo alle aule giudiziarie, ma coinvolga anche quelle scolastiche perché i docenti costruiscano un modello positivo di società e comportamento.»

Fiammetta Borsellino racconta il padre Paolo agli studenti dell’Istituto “Pirandello” di Bivona

La scuola non può e non deve abbassare la guardia nella lotta contro ogni forma di illegalità di malaffare e di connivenza mafiosa, deve proporre modelli e valori concreti di crescita umana e civile.
In tal senso le attività didattiche ed anche i progetti realizzati sono numerosi e differenti, ma il più delle volte rimangono elementi astratti oppure fanno presa momentaneamente sugli studenti e sulle studentesse, nulla a che vedere con il grande impatto e coinvolgimento emotivo di una testimonianza concreta e diretta.
L’Istituto “Luigi Pirandello” di Bivona, grazie alla vigile azione educativa della Dirigente Giusi Gugliotta e della docente referente di Educazione Civica, Anna Petruzzelli, è stato luogo privilegiato di un’esperienza formativa di grande spessore etico-civile: un dialogo sincero ed emozionante con Fiammetta Borsellino; la dottoressa il tre maggio 2023 ha incontrato alunni e docenti presso il teatro dell’Istituto.

Fiammetta, così vuole essere chiamata, è una donna carismatica, sorridente, appassionata, che ha trasformato il male ricevuto in bene, diventando testimone diretta dei principi di legalità, di giustizia, di onestà.
Lo ha fatto in maniera schietta e spontanea, sorridendo ai giovani, infondendo loro la speranza, la positività, il senso del dovere, la naturalezza. Ha ribadito  che ancora si può e si deve fare tanto nella lotta contro la mafia, che  ci vuole impegno, rispetto delle regole, cuore nell’amare la vita e nel costruire e difendere i valori civili e politici in cui hanno creduto e credono molti uomini onesti.
Perseguire questi valori nella nostra quotidianità è una testimonianza fondamentale per far crescere una società migliore, non vanificando il sacrificio del giudice Paolo Borsellino e di tutti quegli uomini giusti e onesti morti ammazzati per mano delle criminalità organizzate. Gratitudine ha espresso la dirigente, per il faticoso impegno che porta avanti Fiammetta Borsellino, soprattutto per la ricerca della verità sull’assassinio del padre e degli agenti della scorta.

 


Fiammetta Borsellino racconta il padre Paolo agli studenti dell’Istituto “Pirandello” di Bivona

Nella giornata di mercoledì, 3 maggio, la Dirigente dell’ Istituto “Luigi Pirandello” di Bivona, Giusi Gugliotta insieme alla professoressa Anna Petruzzelli, referente di Educazione civica, agli studenti e a tutto il corpo docente, hanno accolto la dottoressa Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo Borsellino.
L’incontro, organizzato grazie alla vigile azione educativa della Dirigente, è stato luogo privilegiato di un’esperienza formativa di grande spessore etico-civile: un dialogo sincero ed emozionante con Fiammetta Borsellino, finalizzato alla promozione della legalità.
Spesso infatti si parla di legalità e di antimafia, valori di cui ogni cittadino, non solo dovrebbe appropriarsi, ma dovrebbe anche e soprattutto tutelarli e difenderli dai mostri, sempre in agguato, della corruzione e della mafia.
Le azioni di promozione, di tutela e di salvaguardia di tali valori vengono affidate in primis alle famiglie, alla società civile, alle istituzioni, alla scuola. Quest’ultima nello specifico ha il compito fondamentale di promuovere attività e percorsi finalizzati allo sviluppo del senso civico in ogni alunno e alunna,  che dovranno diventare cittadini di domani. La scuola non può e non deve abbassare la guardia nella lotta contro ogni forma di illegalità di malaffare e di connivenza mafiosa, deve proporre modelli e valori concreti di crescita umana e civile.
In tal senso le attività didattiche ed anche i progetti realizzati sono numerosi e differenti, ma il più delle volte rimangono elementi astratti oppure fanno presa momentaneamente sulle studentesse e sugli studenti, nulla a che vedere con il grande impatto e coinvolgimento emotivo di una testimonianza concreta e diretta.
Fiammetta, così come vuole essere chiamata, è una donna carismatica, sorridente, appassionata, che ha trasformato il male ricevuto in bene, diventando testimone diretta dei principi di legalità, di giustizia, di onestà.
Lo ha fatto  in maniera schietta e spontanea, sorridendo agli studenti del “Pirandello”, infondendo loro la speranza, la positività, il senso del dovere, la naturalezza. Rivolgendosi ai ragazzi, ha ribadito in modo acceso che ancora si può e si deve fare tanto nella lotta contro la mafia, che ci vuole impegno, rispetto delle regole, cuore nell’amare la vita e nel costruire e difendere i valori civili e politici in cui hanno creduto e credono ancora oggi molti uomini onesti.
Perseguire questi valori nella nostra quotidianità è una testimonianza fondamentale per far crescere una società migliore, non vanificando il sacrificio del giudice Paolo Borsellino e di tutti quegli uomini giusti e onesti morti ammazzati per mano delle criminalità organizzate.
Al termine dell’incontro, la Dirigente ha espresso gratitudine per il faticoso impegno che porta avanti Fiammetta Borsellino, soprattutto per la ricerca della verità sull’assassinio del padre e degli agenti della scorta.   Selene Bonsignore. 5


La scuola che piace è quella che CONCRETAMENTE diventa baluardo della lotta contro la mafia e sostenitrice della legalità. Oggi l’Istituto Pirandello Bivona lo è stato! Un momento commovente e intimo di dialogo tra Fiammetta Borsellino e i nostri alunni.
La legalità è un valore, si impara ad essere legali con le azioni, con gli esempi, con le parole.

Fiammetta Borsellino racconta suo padre Paolo agli studenti dell’Istituto “Pirandello” di Bivona – 

 

Il Direttore dell’Istituto “Luigi Pirandello” di Bivona, Giusi Gugliotta insieme alla professoressa Anna Petruzzelli, responsabile per l’Educazione Civica, gli studenti e tutto il corpo docente, hanno accolto la dott.ssa Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo Borsellino .

L’incontro, organizzato grazie alla vigile azione educativa dell’Esecutivo, è stato luogo privilegiato per un’esperienza formativa di grande rilievo etico-civile: un dialogo sincero ed emozionante con Fiammetta Borsellino, finalizzato alla promozione della legalità.

Si parla spesso, infatti, di legalità e antimafia, valori di cui ogni cittadino dovrebbe non solo appropriarsi, ma dovrebbe anche e soprattutto proteggerli e difenderli dai mostri, sempre in agguato, della corruzione e della mafia.

Le azioni di promozione, tutela e salvaguardia di questi valori sono affidate in primo luogo alle famiglie, alla società civile, alle istituzioni e alle scuole. Nello specifico, quest’ultimo ha il fondamentale compito di promuovere attività e corsi finalizzati allo sviluppo del senso civico in ogni studente, che dovrà diventare cittadino del domani. La scuola non può e non deve abbassare la guardia nella lotta ad ogni forma di illegalità, malaffare e connivenza mafiosa, deve proporre modelli e valori concreti di crescita umana e civile.
In questo senso le attività didattiche e anche i progetti realizzati sono numerosi e diversi, ma il più delle volte rimangono elementi astratti o si impadroniscono momentaneamente degli studenti, nulla a che vedere con il grande impatto e il coinvolgimento emotivo di un concreto e diretto.

Fiammetta, come vuole essere chiamata, è una donna carismatica, sorridente, appassionata che ha trasformato in bene il male ricevuto, diventando testimone diretta dei principi di legalità, giustizia e onestà.
Lo ha fatto in modo schietto e spontaneo, sorridendo agli allievi del “Pirandello”, infondendo in loro speranza, positività, senso del dovere, naturalezza. Rivolgendosi ai giovani ha ribadito con calore che molto si può e si deve fare ancora nella lotta alla mafia, che ci vuole impegno, rispetto delle regole, cuore nell’amare la vita e nel costruire e difendere i valori civili e politici in cui tanti gli uomini onesti credevano e credono ancora oggi.

Perseguire questi valori nella nostra vita quotidiana è una testimonianza fondamentale per far crescere una società migliore, non vanificando il sacrificio del giudice Paolo Borsellino e di tutti quegli uomini giusti e onesti uccisi per mano della criminalità organizzata.

Al termine dell’incontro, il dirigente ha espresso gratitudine per l’arduo impegno che Fiammetta Borsellino porta avanti, soprattutto per la ricerca della verità sull’omicidio del padre e degli agenti della scorta


2.4.2023 DOPO LA TRATTATIVA/ Si chiude una stagione dell’antimafia, resta aperto il “caso Borsellino

Cassata la presunta trattativa Stato-mafia. Con una decisione di cui ancora non conosciamo le motivazioni, la Corte di cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza della Corte d’assise d’appello di Palermo nei confronti degli ex carabinieri dei Ros Mario Mori, Giuseppe De Donno e Antonio Subranni, riformulando la precedente assoluzione perché “il fatto non costituisce reato”, che presuppone la sussistenza di un fatto storico a cui non si riconosce valenza penale, nella diversa formula assolutoria “per non aver commesso il fatto” che comporta l’insussistenza del fatto storico oggetto dell’imputazione.

La Cassazione ha invece confermato la decisione di secondo grado nella parte in cui ha riconosciuto che negli anni 1992-1994 i vertici di Cosa nostra cercarono di condizionare con minacce i governi della Repubblica italiana, prospettando la prosecuzione dell’attività stragista se non fossero intervenute modifiche nel trattamento penitenziario per i condannati per reati di mafia ed altre misure in favore dell’associazione criminosa. Nei confronti di tutti gli imputati era stato contestato il reato di minaccia ad un corpo politico dello Stato che è stato riqualificato nella forma del tentativo, dichiarando così la prescrizione nei confronti di Bagarella e Cinà. In sostanza, gli ufficiali dei carabinieri non avviarono nessun tentativo di accordo con l’ala più moderata dei mafiosi per far cessare le stragi volute da Riina. La minaccia al corpo politico dello Stato da parte della mafia ci fu, ma rimase un tentativo, poiché nessun appartenente allo Stato trattò.
In attesa di leggere le motivazioni, il vero dato, oltre alla conferma delle assoluzioni che i giudici di appello aveva pronunciato sovvertendo la sentenza di primo grado, è pertanto la completa bocciatura all’ipotesi accusatoria della trattativa. Trova quindi conferma ciò che da molte parti si è andato via via affermando, ovvero che la lotta alla mafia, soprattutto negli anni terribili delle stragi, necessitava non solo del coraggio, ma anche della competenza che purtroppo, senza generalizzazioni e qualunquismi, è venuta da parte di alcuni a mancare.
Dopo le infami stragi dell’estate 1992 ci fu un momento di gravissima crisi dello Stato: l’efficientissima macchina dell’antimafia forgiata da Caponnetto, Falcone e Borsellino non aveva più una vera guida.
La procura di Palermo di allora era gravemente lacerata dai problemi interni, veleni, alcune opacità mai del tutto chiarite ancora oggi. Tristemente profetiche furono evidentemente le parole di Caponnetto: “È finito tutto”, pronunciate uscendo dall’obitorio dopo l’ultimo saluto a Paolo Borsellino.
lkfffkldIn questo vuoto investigativo, solo in parte colmato dall’arrivo di Caselli nel giorno dell’arresto di Riina a gennaio 1993, il generale Mori assunse su di sé l’intera responsabilità dell’articolazione della risposta dello Stato, ma senza avviare alcuna trattativa oscena.
D’altronde, gli ex Ros non hanno mai negato che ci sia stato un contatto preliminare tra loro e Ciancimino, cosa della quale la procura di Palermo fu avvisata.
L’iniziativa di Mori perseguiva anche l’obiettivo di voler in qualche modo “reclutare” Ciancimino per entrare nel sistema degli appalti, che era stato messo sotto i riflettori proprio dai Ros attraverso la famosa informativa che doveva rappresentare il naturale prosieguo del maxiprocesso. Informativa poi inopinatamente inabissata.
Come riferisce la sua famiglia, adesso è arrivato il momento di concentrarsi sul “nido di vipere” di cui parlava Paolo Borsellino. Come abbiamo già scritto in occasione del deposito delle motivazioni della sentenza sul depistaggio della strage di via D’Amelio, è giunto il momento di capire perché non si volle guardare a quello che Borsellino voleva fare e alle terribili difficoltà che incontrò dentro la Procura di Palermo.
Se a causa del tempo trascorso non sarà più possibile arrivare ad un accertamento giudiziario dei fatti, resta il dovere di ricercare la verità storica, magari cercando di raggiungere l’accertamento di eventuali recenti depistaggi sul tema del difficile periodo di Borsellino in quella procura da cui, ricordiamolo, fu costretto a scappare Giovanni Falcone.
Il legale della famiglia Borsellino ha giustamente ricordato come in tutti questi anni si sia sempre cercato di spiegare l’anomala accelerazione dell’esecuzione della strage di via D’Amelio facendo voli pindarici, prospettando in qualche modo che Borsellino avesse saputo di questa trattativa e che si fosse messo di mezzo ostacolandola; ipotesi che hanno prodotto il risultato di non guardare a ciò a cui egli stava lavorando e a ciò che stava accadendo all’interno della Procura.
Se questo scenario attiene al passato remoto, guardando al passato prossimo, non si può non ricordare che c’è chi ha costruito la propria intera carriera sul processo Stato-mafia, evidentemente in modo immeritato.
Spiace fare paragoni, ma non si può inoltre non ricordare come il maxiprocesso resse fino alla sentenza definitiva, mentre questo sulla presunta trattativa ha iniziato a perdere pezzi sin dal secondo grado, venendo del tutto sconfessato in Cassazione.
Ma forse la differenza più significativa è un’altra: questo processo, a differenza del maxi, è stato celebrato fuori dalle aule di giustizia con l’ausilio della grancassa, con una straordinaria esposizione mediatica dei magistrati dell’accusa che sono stati continuativamente ospiti in numerose trasmissioni televisive. L’apoteosi dell’autoreferenzialità.
È forse il caso che su questo aspetto si operi un’autentica riflessione e si chiuda una certa stagione dell’antimafia. Come ha evidenziato Fiammetta Borsellino, colpisce che la maggior parte degli italiani conoscano questo processo mentre in pochissimi, quasi nessuno, conosce un processo come il “Borsellino quater”, che ha invece accertato il più grande depistaggio della storia giudiziaria italiana, evidentemente consumato con non poche responsabilità della magistratura inquirente oltre che giudicante.
Chissà se la Cassazione, confermando l’assoluzione ma per non avere commesso il fatto da parte degli ex ufficiali del Ros, silenzierà un certo modo di occuparsi di lotta alla mafia. Perché di certo la lotta a Cosa nostra deve continuare, ma nella speranza che essa sia affidata a professionalità di alto profilo che, come fatto dalla procura di Caltanissetta in questi ultimi anni, riescano a squarciare qualche velo, facendo emergere brandelli di verità sebbene inconfessabili.