“IL MIO ESTORSORE ERA NELLA SCORTA DI FALCONE. “

 Michelangelo Balisteri in foto con Fiametta Borsellino

 

 

Dalla sua denuncia è partita un’operazione che ha portato all’arresto di 36 malavitosi.

Testimonianza di un imprenditore siciliano che si è ribellato alla mafia : Michelangelo Balistrieri, un imprenditore nel settore  ittico, che vive a Aspra, una frazione di Bagheria, dove gestisce anche il Museo dell’Acciuga. Balistrieri ha raccontato che fin dalla tenera età, nel suo contesto sociale era altamente sconsigliato parlare di mafia e anche nell’ambiente scolastico si veniva incoraggiati all’omertà anche nelle piccole cose.  
Pochi anni fa, Michelangelo Balistrieri ha vissuto in prima persona la visita della criminalità organizzata che gli ha richiesto un “prestito” di centomila euro da destinare alle famiglie di altri delinquenti detenuti.
Ancora più sorprendente il fatto che tra i due criminali che hanno minacciato Balistrieri, c’era anche un suo compagno di banco delle elementari, che aveva lavorato anche nella scorta del giudice anti-mafia Giovanni Falcone e da pochi giorni pentito (vedi news ANSA in calce)  
Secondo Balistrieri, a Bagheria, la richiesta di pizzo non avviene in maniera violenta ma tutta questa rete di criminalità si basa su un sistema consolidato di favoritismi negli ambiti più disparati, soprattutto per quanto riguarda le pratiche burocratiche. Balistrieri non solo non ha acconsentito alla cessione del denaro che gli veniva richiesto, che sicuramente sarebbe stato immesso nei traffici di armi e di droga rendendolo corresponsabile di quei crimini, ma ha anche denunciato ciò che gli è accaduto, sostenuto dalla sua famiglia, dalla moglie e dal figlio ventunenne.
Dalla sua denuncia è partita un’operazione che ha portato all’arresto di 36 malavitosi.
Una delle persone che ha minacciato Michelangelo Balestrieri si è pentito ed è stato totalmente abbandonato dalla sua famiglia. L’imprenditore ha scritto ai familiari del criminale un messaggio in cui esprime la sua indignazione sul loro operato:

“Carissimi familiari del sig. Di Salvo Pasquale sono Michelangelo Balistreri di Aspra vi scrivo perché non ritengo giusto che non ci sia nemmeno un commento in questo articolo, un articolo che molti stanno in silenzio sottovalutando e che invece è molto importante per il messaggio negativo che state lanciando alla nostra comunità bagherese. Apprendo con tristezza che state prendendo le distanze dal vostro parente solo perche’ sta collaborando con le Forze dell’Ordine e quindi lo state isolando quasi a vergognarvi di avere un parente come lui. Non è cosi’ che si dimostra al mondo di essere Uomini, non è adesso che vi dovete vergognare, non è adesso lo dovete rinnegare, adesso che ha scelto la giusta strada , lo dovevate rinnegare quando il 28 luglio del 2015 è venuto da me pretendendo 100.000 euro come pizzo e gridando al suo mondo che se mi recavo dai carabinieri mi doveva spezzare le gambe insieme al suo complice che invece gli suggeriva di andarci più pesante, cose che sono successe a me e chissà a quanti bagheresi innocenti, che magari per paura non hanno ne il coraggio di parlare o denunciare. Dovete vergognarvi di solo di questo, di aver avuto un parente che con i suoi complici e con la loro prepotenza e cattiveria hanno rovinato la serenità di tante famiglie bagheresi, serenità di famiglie che ogni giorno affrontano i duri sacrifici che la vita comporta con onestà e rispetto verso gli altri e che trasmettono ai loro figli semplicemente i veri valori della nostra vita e di una comunità bagherese . Famiglie che grazie ai vostri parenti hanno conosciuto la paura, quella paura che non ti fa vivere più una vita normale, quella paura che io ho vinto grazie alla mia coscienza ma soprattutto grazie alle Forze dell’Ordine , Carabinieri, Polizia ,etc.. che ringrazierò per sempre per il sostegno e per la loro vicinanza che mi hanno dato e che continuano a darmi e per il prezioso lavoro che svolgono nel nostro territorio . Credo sia giusto invece da parte vostra non di vergognarvi o addirittura di avere paura di avere un parente pentito ma di essere anche voi vicini alle forze dell’ordine e di chiedere scusa a tutte quelle persone innocenti che hanno sofferto e che ancora soffrono per colpa dei vostri parenti . Diceva Paolo Borsellino ‘ Un giorno questa terra sarà bellissima’ e questo dipende semplicemente da noi”. Michelangelo Balistreri

Nonostante l’esperienza che l’ha toccato da vicino, Balistrieri continua ad amare la sua terra e la sua gente. Secondo lui, i criminali sono come pescecani e le brave persone come acciughe: un acciuga da sola non può battere un pescecane ma tante, insieme, sono una forza difficile da sconfiggere.  Balistreri ha espresso parole di grande riconoscenza nei confronti delle Forze dell’Ordine, mentre ha pareri meno lusinghieri per alcune istituzioni che si abbarbicano attorno alle definizione di anti-mafia. 
L’imprenditore si è fatto promotore del comitato Libero (con un riferimento a Libero Grassi) Futuro, composto da produttori locali che desiderano lavorare in maniera trasparente e più lontana possibile dalle infiltrazioni illegali. Questo progetto era partito con 36 produttori che ora si sono ridotti a 12.


Nuovo pentito: è Pasquale Di Salvo. Da ex agente della scorta di Giovanni Falcone  a pentito di mafia. 

 

La parabola di Pasquale Di Salvo, 53 anni, segue una traiettoria imprevedibile. Lo scorso 24 Novembre  la notizia è diventata ufficiale: Di Salvo collabora con i magistrati della procura di Palermo.  Era finito in manette nel blitz del dicembre scorso che decapitò i clan di Porta Nuova e Bagheria.
Negli anni passati era stato allontanato dalla polizia.  A Bagheria, Di Salvo, che tutti conoscevano come l’ex autista di Falcone, avrebbe svolto il ruolo di soldato della famiglia diretta da Giampiero Pitarresi.
Le cimici registrarono i suoi interessi nel settore dello smaltimento dei rifiuti, ma anche la sua paura per l’imminente arresto. Aveva infatti ricevuto la “soffiata” che lo stavano braccando e nel dicembre 2015 progettava di fuggire in Albania. Tutto inutile, i carabinieri del Nucleo investigativo lo arrestarono prima che lasciasse la Sicilia.  
Dopo la “visita”, nella sua dimora, di tre soggetti, definiti da Balistreri, aspiranti mafiosi, lo stesso li invita a partecipare ad una nuova trasmissione:  “Tu si che non vales”. In un post pubblicato nella propria pagina FB l’imprenditore, già minacciato in passato per aver denunciato episodi di richeste di  di “PIZZO”, invita tali aspiranti mafiosi, a chiedere perdono a Dio. ANSA 23.11.2016


Da uomo di scorta di Falcone a killer: 8 anni a Pasquale Di Salvo. La guerra di mafia nella Quisquina


Chi è Pasquale Di Salvo: ex poliziotto e ambizioso soldato della “famiglia” di Bagheria


Da uomo di scorta di Falcone a collaboratore, ora condannato per omicidio


Comunicazione importante agli aspiranti MAFIOSI di Aspra e nuovi partecipanti al casting ” tu si que non vales“.

Il sottoscritto Michelangelo Balistreri informa personalmente gli aspiranti MAFIOSI di Aspra che nonostante la vostra richiesta di pizzo del 2015 poi quella del 2020 ed ora con la visita a casa mia del 28 10 2020 di tre vostri piccoli nuovi iscritti al casting” Tu si que non vales” non riesco a provare odio per voi anzi dovete sapere che prego per voi e per le vostre famiglie affinché Cristo vi riporti alle luce e vi faccia capire il vero senso della vita.
Quando passeggio per Aspra invece di guardarmi con quegli occhi minacciosi che trasmettono solo infinità pietà siate UOMINI e sforzatevi e alzando gli occhi in cielo chiedete perdono a DIO.
Invito tutta la comunità a pregare per queste persone che ne hanno veramente bisogno. PS. Colgo l’occasione per ringraziare le Forze dell’Ordine ” Carabinieri, Polizia e Finanza per il prezioso lavoro di controllo del territorio .
Grazie  Michelangelo. Balistreri 31 Ottobre 2020


13.7.2023 MICHELANGELO BALESTRIERI: “Attraverso le mie acciughe vi spiego come battere la mafia”

 

 

 

Continua a rompersi il muro del silenzio a Bagheria.  Un altro imprenditore esce allo scoperto e grida  a gran voce il suo No al pizzo.

 

E’ Michelangelo Balistreri (in foto) 52 anni, imprenditore, che gestisce l’azienda di famiglia, che opera nel settore ittico, con il fratello Girolamo e i figli.
Da anni ha anche fondato il museo del mare, visitato da migliaia di persone ogni anno, a testimonianza del suo impegno nel sociale.
Michelangelo, da qualche giorno, ha fatto sistemare all’esterno della sua azienda, una targa con la quale comunica la sua adesione alla neonata associazione antiracket.
Lo scorso anno ha anche ricevuto delle richieste estorsive.
Un giorno si presentarono 2 persone, poi arrestate per estorsione, chiedendo un “prestito” di 100 mila euro. Balistreri non si fece intimorire e dopo pochi minuti andò a denunciare tutto alla polizia.
“Volevano un prestito -racconta-  dicendo che mi avrebbero restituito i soldi dandomi 10 mila euro al mese. Ho capito subito che non era un prestito ma ben altro.
Ho detto che non avevo intenzione di pagare e mi dissero cosa avrebbero dovuto dire ai “grossi”. Ho risposto che di “grosso” conoscevo solo nostro Signore”.
Michelangelo Balistreri è orgoglioso della scelta fatta e anzi sottolinea che l’unica strada è quella di denunciare, proprio come va dicendo un altro imprenditore-coraggio, Gianluca Calì, con cui ha preso parte nel dicembre scorso alla marcia contro il pizzo svoltasi a Bagheria.
“La denuncia è un dovere -dice- Se avessi pagato, avrei contribuito a delinquere. Quei soldi sarebbero stati utilizzati per comprare armi o droga.
Sarei stato loro complice e potenziale assassino. Invito tutti a prendere coscienza e a denunciare. Dobbiamo avere il coraggio di difendere il nostro lavoro, i nostri figli, la nostra dignità e la Sicilia.
Lo dobbiamo anche in memoria di Libero Grassi che è morto per noi.
Io scrivo poesie e ce n’è una che dice che “una noce nel sacco non fa rumore”. Ma prima si usavano i sacchi di juta, adesso sono di plastica e anche mezza noce può fare rumore”.
Balistreri ci tiene parecchio a ringraziare le forze dell’ordine per il lavoro che compiono ogni giorno nel territorio.
“Devo ringraziare la polizia, i carabinieri la guardia di finanza e voglio ringraziare anche il sindaco Patrizio Cinque e l’amministrazione tutta, che ci sono vicini in questa battaglia. Ringrazio anche Enrico Colajanni dell’associazone LiberoFutura che ci è vicini. Vorrei ricordare che nel mare il pesce cane mangia le acciughe, ma se le acciughe si uniscono, creano un pallone e il pesce cane scappa. Ecco, dobbiamo seguire l’esempio delle acciughe. Dobbiamo unirci.”
A Bagheria sembra soffiare un vento nuovo. Il solco è segnato da imprenditori come Calì e Balistreri che non vogliono fare gli eroi ma che non accettano le prevaricazioni. Da nessuno. LA VOCE DI BAGHERIA 3.2.2016


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ASPRA 3.12.2019 
Progetto San Francesco con Padre Antonio Garau e Fiammetta Borsellino da Michelangelo Balistreri in visita al Museo dell’acciuga e dell’arte marinara ideato e realizzato da Michelangelo

LE IMMAGINI

 

 


Como 28.11.2016 – Michelangelo Balistreri  con i Progetto San Francesco e i ragazzi delle scuole comasche 

 

 

Le IMMAGINI

 NEL PIATTO SI SCONTRANO MAFIA E ANTIMAFIA  Como, presso il Centro Don Guanella, in via T. Grossi – Incontro con gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori, insegnanti e cittadinanza  e Benedetto Madonia, Direttore Centro Studi Sociali contro le mafie – Progetto San Francesco, Michelangelo Balistrieri, imprenditore Ittico siciliano che ha denunciato i suoi estorsori, Laura Radaelli, Responsabile progetti legalità Coop Lombardia. Gabriele Penner – Teatro D’Acquadolce  coordinati da Patrizia Di Giuseppe – Istituto di Storia Contemporanea P.A Perretta


 

 

 


A tu x tu con Michelangelo Balistreri

 

 

TESTIMONI di GIUSTIZIA – chi sono

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