SALVATORE PILATO – Audizione al CSM del 30 luglio 1992

 

 


30 luglio 1992 

  • Giuseppe Pignatone (vds. pagg. 4-92) Sostituto Procuratore
  • Teresa Principato (vds. pagg. 94-152) Sostituto Procuratore
  • Gioacchino Natoli (vds. pagg. 154.220) Sostituto Procuratore
  • Guido Lo Forte (vds pagg. 263-305), Sostituto Procuratore
  • Antonella Consiglio (vds. pagg. 307-321)  Sostituto Procuratore
  • Annamaria Palma (vds. pagg. 323-332), Sostituto Procuratore
  • Antonio Napoli (vds. pagg. 334-376) Sostituto Procuratore
  • Vincenza Sabatino (vds. pagg. 378-437) Sostituto Procuratore
  • Salvatore Pilato (vds. pagg. 439-464) Sostituto Procuratore
  • Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone (vds.pagg. 225-261)  

CSM verbale 30 luglio 1992 – Trascrizione audizioni

 


La testimonianza shock del magistrato

Salvatore Pilato

è emersa per la prima volta, dopo 31 anni, nel nuovo libro di Vincenzo Ceruso dal titolo “La strage. L’agenda rossa di Paolo Borsellino e i depistaggi di via D’Amelio”

«L’agenda rossa di Borsellino era in procura a Palermo». Poi sparì…

 

Ma ora abbiamo la certezza assoluta che l’agenda aveva i suoi “allegati”, ovvero i documenti.
Ceruso parla di “tesoro documentale” scomparso «dall’orizzonte di interesse dell’opinione pubblica (altra questione è in quale misura sia scomparso da quello investigativo) insieme alla sua borsa, nelle primissime ore dopo l’esplosione». Ma tali carte, stando alle audizioni di Natoli e Aliquo, sono state viste e sequestrate.
Grazie alla testimonianza autorevolissima raccolta nel libro, disponiamo di un dato certo riguardo al momento in cui la borsa di Borsellino sarebbe stata portata via dal luogo dell’attentato: intorno alle sei meno un quarto, un ufficiale dei carabinieri riferisce al magistrato Pilato che la borsa era già stata posta sotto sequestro dagli uomini dell’Arma. Successivamente, e qui risulta particolarmente complesso fare chiarezza, il materiale è giunto in procura.


Un nuovo mistero sull’agenda rossa: “Era nella stanza di Borsellino, in procura”. Trentuno anni dopo, la rivelazione del pm di turno in via D’Amelio

 

 

 

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