Dal PROCESSO DEPISTAGGIO deposizione poliziotto Maggi

 

 

Dalla deposizione del poliziotto Francesco Paolo Maggi, vediamo cosa hanno scritto nella sentenza Mario Bo+2, processo detto depistaggio.
 
“Venendo alla valutazione dell’apporto dichiarativo di Francesco Paolo Maggi, oltre alle generali riserve sull’attendibilità del teste già evidenziate nel paragrafo precedente, vanno evidenziate diverse circostanze che fanno sorgere ragionevoli dubbi sulla bontà del suo apporto dichiarativo.
In primo luogo, il suo narrato – nella parte relativa al fatto che sia stato proprio lui a portare la borsa nell’ufficio di La Barbera il 19.07.1992 su disposizione impartita dal Dott. Fassari – non è riscontrato da nessuno di coloro i quali avrebbero potuto confermare la sua versione dei fatti (cfr. pag. 10 sentenza Gup del 01.04.2008, dep. il 28.04.2008, in atti)663.
Ancora, deve evidenziarsi come Maggi nell’indicare l’auto da cui ha prelevato la borsa faccia riferimento ad una Croma azzurra, ma trattasi di riferimento errato poiché la Croma guidata dal Dott. Borsellino era quella blu posizionata qualche metro più avanti rispetto a quella azzurra come si evince dal fotogramma estratto dal video depositato all’udienza del 26.11.2018 (min 10:10).
Infine, non può dimenticarsi come Francesco Paolo Maggi, appartenente all’organo di polizia giudiziaria incaricato di svolgere le indagini non abbia redatto alcuna relazione di servizio fino al 21.12.1992 (peraltro su richiesta di Arnaldo La Barbera in vista dell’audizione di Maggi da parte del Dott. Fausto Cardella) senza fornire, di fatto, alcuna spiegazione del ritardo di oltre cinque mesi nella redazione di tale atto (“non so perché non la feci al momento, l’ho fatta successivamente”).
Rimane il dubbio se si tratti di una “negligenza” nella tecnica investigativa – l’ennesima accertata in questo processo – o se vi sia di più. Purtroppo, non è possibile aggiungere altro senza scivolare nel rischio di fallacia causato dalla pletora delle possibili ricostruzioni alternative anche in considerazione del fatto che non sono state acquisite nell’odierno procedimento tutte le precedenti dichiarazioni rese da Maggi prima della deposizione nell’odierno dibattimento.
Quel che è certo è che la “la gestione” della borsa di Paolo Borsellino dal 19 luglio al 5 novembre è ai limiti dell’incredibile.
Nessuno ha redatto un’annotazione o una relazione sul suo rinvenimento, nessuno ha proceduto al suo sequestro e, nonostante da subito vi fosse stato un evidente interesse mediatico scaturito dall’intervento del Dott. Antonino Caponnetto sul punto 664, nemmeno i magistrati in servizio alla Procura di Caltanissetta (già alla data del 19.07.1992) hanno saputo riferire alcunché: “
663
“È interessante evidenziare come nella sentenza in argomento si legge “Si rileva tuttavia che i poliziotti sentiti escludevano che la borsa potesse essere stata conservata sul divano dell’ufficio del dirigente della squadra mobile con le modalità descritte, disponendo l’ufficio di un armadio blindato dove custodire le cose pertinenti al reato (verbale di sit di Di Franco Sergio, Arrigo Antonino, Savarino Cinzia, Visconti Pietro…).
D’altra parte anche funzionari della polizia di Stato negavano di aver mai visto la borsa in questione (verbale di sit di Salvatore La Barbera)” Epperò nell’odierno procedimento, a distanza di molti anni, il Dott. Salvatore La Barbera cambiando evidentemente versione ha riferito di aver notato la borsa nell’ufficio del Dott. La Barbera “
Da pag 1252 della sentenza.
 
 
 
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