Insieme alla palermitana sono finite nei guai anche altre 4 persone. Le accuse: omicidio e circonvenzione di incapace. Nella struttura in provincia di Roma, dove morirono due anziani in circostanze ancora da chiarire, gli anziani sarebbero stati raggirati e derubati
Arrestata Maricetta Tirrito, la paladina antimafia palermitana che prima a Ostia e poi a Tor Bella Monaca, a Roma, si è mostrata in prima linea nella lotta contro la criminalità organizzata e nella lotta alla violenza sulle donne con l’associazione “Laboratorio Una Donna”. Con lei nei guai sono finite altre quattro persone. Le accuse sono pesanti.
A ricostruire il caso legato a un cohousing per anziana ad Ardea, sono stati gli investigatori della polizia e gli inquirenti della procura di Velletri. Nella struttura, dove morirono due anziani in circostanze ancora da chiarire, gli anziani sarebbero stati raggirati e derubati.
Le indagini sono state avviate dal commissariato di Anzio dopo la denuncia da alcuni conoscenti di una delle vittime. Secondo quanto raccontato, l’uomo – 72 anni – sarebbe stato vittima di raggiri consumati nella struttura apparentemente destinata ad accudire gli anziani. In realtà, come è stato accertato dalle indagini, quella di Ardea era una residenza abusiva.
Le accuse
Secondo la polizia e la procura sarebbero 5 le persone responsabili di aver messo in piedi il sistema. Quattro donne in totali, di cui due destinatarie della misura della detenzione in carcere (una della quali è appunto Maricetta Tirrito), una degli arresti domiciliari, un’altra dell’obbligo di firma e dell’interdizione per un anno dalla professione medica.
Con loro nei guai è finito anche un uomo, sottoposto agli arresti domiciliari, per i reati di omicidio con dolo eventuale, circonvenzione d’incapace, esercizio abusivo della professione medica, falso ideologico e materiale, aggravati dall’aver commesso il fatto per conseguire il profitto delle condotte delittuose consumate.
L’indagine ha infatti anche permesso di raccogliere anche “gravi indizi di colpevolezza” nei confronti dei complici della Tirrito. Secondo chi ha indagato avrebbero collaborato “affinché le vittime effettuassero atti di disposizione patrimoniale a vantaggio della principale indagata mediante la sottoscrizione di carte prepagate, di fatto gestite da quest’ultima, in cui far confluire le somme delle pensioni delle vittime”.
In sostanza, secondo l’accusa, tutti si muovevano per convincere gli anziani a versare soldi a Tirrito. In un caso, inoltre, è stato anche accertato che “sia stata falsamente certificata una capacità d’intendere di un ultraottancinquenne”, per far sì che l’anziano sottoscrivesse “una procura speciale a vantaggio” di Tirrito per la gestione di un immobile di lusso ad Anzio. Il quadro accusatorio è pesante.
Oltre 380 mila euro sequestrati
Oltre le misure personali, su richiesta della procura, il gip ha disposto pure il sequestro preventivo di circa 385.000 euro a carico di Tirrito. Secondo quanto ricostruito, Tirrito si sarebbe fatta “promotrice e organizzatrice di un collaudato sistema di spoliazione e appropriazione del patrimonio, economico e immobiliare, di soggetti anziani affetti da gravi patologie psico fisiche”, spiega la questura.
Di fatto, avrebbe ingannato gli anziani ospiti della struttura abusiva per prendere possesso del loro patrimonio. Secondo quanto emerso, inoltre, nella struttura – trovata in scarse condizioni igienico sanitarie – erano ospiti una quindicina di anziani. Gli agenti intervenuti in un sopralluogo avevano trovato sacchi con abiti sporchi e pannoloni. Non solo, gli anziani per stare lì pagavano una retta che dipendeva dal loro reddito. Il caso finì anche a Le Iene.
L’impegno contro la mafia
Ma chi è Maricetta Tirrito? Palermitana di 49 anni, era balzata alle cronache per una storia di una simulazione di reato perché finse di essere stata vittima di una lunga serie di aggressioni.
Poi, arrivata a Roma, iniziò la sua lotta alla criminalità organizzata prima come portavoce del comitato collaboratori di giustizia, poi a Tor Bella Monaca. PALERMO TODAY 13.12.2023
Maricetta Tirrito e il caso dell’anziano morto
Maricetta Tirrito, la pasionaria antimafia arrestata sognava una candidatura con Bandecchi per le Europee
Una nuova storia d’amore e politica, interrotta dall’arresto. La liaison tra il partito di Stefano Bandecchi, il sindaco con la pistola, e Maricetta Tirritoper ora può aspettare. Dopo aver frequentato per anni la Lega di Matteo Salvini e i vertici di Fratelli d’Italia, l’ex paladina dell’antimafia negli ultimi mesi si era avvicinata alla formazione Alternativa Popolare. La donna, in carcere con l’accusa di aver aver organizzato un sistema di spoliazione ed appropriazione del patrimonio di alcuni anziani con gravi patologie, che vivevano nella casa di riposo di Ardea da lei gestita, aveva iniziato infatti un vero e proprio tour del Lazio insieme al partito di Bandecchi, l’imprenditore a capo dell’università Niccolò Cusano e sindaco di Terni.
L’iniziativa, ribattezzata “i salotti itineranti”, era stata promossa direttamente sui canali social del partito, che ora punta alle prossime elezioni europee. La Tirrito, ospite d’eccezione, era stata invitata «per le sue battaglie nel contesto sociale contro le mafie e contro ogni forma di violenza». Il primo incontro il 25 ottobre a Frosinone. Un mese dopo, il 27 novembre, seconda tappa nel comune Pratica. Il logo di “Laboratorio Una donna”, una delle tante associazioni riconducibili a Tirrito, che secondo la procura di Velletri avrebbe usato i soldi degli anziani per spese personali come la chirurgia estetica al seno per la figlia, compare anche nella locandina dell’evento che promuove un flash mob e un dibattito sulla violenza di genere. Tre giorni dopo è ospite a Cassino.
A presentarla in pompa magna è il responsabile del Lazio di Alternativa Popolare e braccio destro di Stefano Bandecchi, Fabio Forte. «Con Maricetta Tirrito, vi aspettiamo presso il teatro Manzoni», scrive Forte su Facebook, dove posa sorridente accanto all’attivista: «Alternativa popolare per dire basta alla violenza di genere». Candidato alle scorse regionali nella lista civica per Francesco Rocca Presidente, Forte è stato nominato coordinatore regionale del partito. Nel Lazio, insomma, non si decide nulla senza il suo consenso. Per questo lo scatto simboleggia forse un matrimonio imminente, spezzato dagli investigatori della polizia di Anzio.
Erano stati loro lo scorso gennaio a scoperchiare la casa di riposo degli orrori di Ardea, dove gli anziani venivano tenuti in precarie condizioni igieniche e poi raggirati. Nonostante le indagini in corso, tanti politici ed esponenti delle forze dell’ordine hanno continuato a partecipare a iniziative con l’attivista. Lo scorso settembre la commissione parlamentare d’inchiesta sulle Periferie, in visita a Tor Bella Monaca si era fatta accompagnare proprio da Tirrito, insieme al parroco “antimafia” Don Coluccia. Il presidente del sesto municipio Nicola Franco, invece, ha patrocinato con il logo istituzionale un corso antiviolenza organizzato da due delle associazioni che fanno riferimento all’attivista: il Laboratorio Una Donna e il Co.Gi., il misterioso comitato dei collaboratori di giustizia.
Paladina delle donne e dell’antimafia, carpiva beni ad anziani malati
Maricetta Tirrito, presidente dell’associazione ‘Laboratorio Una Donna’ è tra le 5 destinatarie di misure cautelari per aver truffato anziani. Nell’inchiesta dela procura di Velletri anche un medico
AGI – Cinque provvedimenti cautelari e un sequestro di 385 mila euro. Al vertice della struttura c’era Maricetta Tirrito, presidente dell’associazione ‘Laboratorio Una Donna’ e attiva nella lotta alla violenza sulle donne e alla mafia. La donna è finita in carcere.
A eseguire l’ordinanza di custodia cautelare a carico dei cinque, è stata la polizia, coordinata dalla procura di Velletri. Si tratta di quattro donne – di cui due destinatarie della misura della detenzione in carcere, una degli arresti domiciliari, un’altra dell’obbligo di firma e dell’interdizione per un anno dalla professione medica – e un uomo, sottoposto agli arresti domiciliari.
Le accuse agli indagati sono, a vario titolo, quelle di omicidio con dolo eventuale, circonvenzione d’incapace, esercizio abusivo della professione medica, falso ideologico e materiale, aggravati dall’aver commesso il fatto per conseguire il profitto delle condotte delittuose consumate. Inoltre, è stato disposto dal gip di Velletri, su richiesta dei pm, il sequestro preventivo di circa 385 mila euro a carico della Tirrito.
Quest’ultima, nel corso delle indagini, si è palesata quale promotrice e organizzatrice di un “collaudato sistema di spoliazione e appropriazione del patrimonio, economico e immobiliare, di soggetti anziani affetti da gravi patologie psico fisiche”, si legge nelle carte.
Le attività investigative, condotte dalla polizia, hanno permesso di raccogliere anche gravi indizi di colpevolezza nei confronti di ulteriori quattro persone, tra cui un medico, che hanno collaborato con l’indagata affinché le vittime effettuassero atti di disposizione patrimoniale a vantaggio della donna mediante la sottoscrizione di carte prepagate, di fatto gestite da quest’ultima, in cui far confluire le somme delle pensioni delle vittime.
In un caso è stato anche accertato che, grazie alla complicità dell’esercente la professione medica, sia stata falsamente certificata una capacità d’intendere di un 85enne, al fine di consentire che quest’ultimo sottoscrivesse una procura speciale a vantaggio della principale indagata per un immobile di pregio ubicato ad Anzio.
Le indagini sono state avviate dal commissariato di Anzio/Nettuno, in seguito alla segnalazione ricevuta da alcuni conoscenti di una delle vittime, a dire delle quali l’uomo era vittima di condotte di circonvenzione messe in atto nell’ambito di una struttura apparentemente destinata al ‘cohousing’ (un modello di assistenza in grado di differenziare l’offerta in base alle esigenze degli ospiti sostenendone l’invecchiamento attivo e la conservazione dell’autonomia), in realtà, è stato accertato, si trattasse di una residenza sanitaria assistenziale per anziani priva di autorizzazione nella zona di Ardea. AGI
Omicidio e circonvenzione di incapace, arrestata la paladina dell’Antimafia ad Anzio
È finita in carcere Maricetta Tirrito, paladina dell’Antimafia e della lotta alla violenza sulle donne e presidente dell’associazione “Laboratorio Una Donna”. Ad arrestarla la polizia, su disposizione del gip di Velletri, che ha eseguito ben cinque provvedimenti cautelari e un sequestro di 385 mila euro. Nei guai quattro donne – di cui due destinatarie della misura della detenzione in carcere, una degli arresti domiciliari, un’altra dell’obbligo di firma e dell’interdizione per un anno dalla professione medica -, ed un uomo, sottoposto agli arresti domiciliari. Le accuse agli indagati sono, a vario titolo, quelle di omicidio con dolo eventuale, circonvenzione d’incapace, esercizio abusivo della professione medica, falso ideologico e materiale, aggravati dall’aver commesso il fatto per conseguire il profitto delle condotte delittuose consumate. Inoltre, è stato disposto dal gip di Velletri, su richiesta dei pm, il sequestro preventivo di circa 385 mila euro a carico della Tirrito. Quest’ultima è palesata quale promotrice ed organizzatrice di un «collaudato sistema di spoliazione ed appropriazione del patrimonio, economico ed immobiliare, di soggetti anziani affetti da gravi patologie psico fisiche», si legge nelle carte.
Le attività investigative, condotte dalla polizia, hanno permesso di raccogliere anche gravi indizi di colpevolezza nei confronti di ulteriori quattro persone, tra cui un medico, che hanno collaborato con l’indagata affinché le vittime effettuassero atti di disposizione patrimoniale a vantaggio della donna mediante la sottoscrizione di carte prepagate, di fatto gestite da quest’ultima, in cui far confluire le somme delle pensioni delle vittime. In un caso è stato anche accertato che, grazie alla complicità dell’esercente la professione medica, sia stata falsamente certificata una capacità d’intendere di un 85enne, al fine di consentire che quest’ultimo sottoscrivesse una procura speciale a vantaggio della principale indagata per un immobile di pregio ubicato ad Anzio.
Le indagini sono state avviate dal commissariato di Anzio/Nettuno, in seguito alla segnalazione ricevuta da alcuni conoscenti di una delle vittime, a dire delle quali l’uomo era vittima di condotte di circonvenzione messe in atto nell’ambito di una struttura apparentemente destinata al Cohousing (un modello di assistenza in grado di differenziare l’offerta in base alle esigenze degli ospiti sostenendone l’invecchiamento attivo e la conservazione dell’autonomia), in realtà, è stato accertato, si trattasse di una residenza sanitaria assistenziale per anziani priva di autorizzazione nella zona di Ardea.