Strage Borsellino, processo di revisione: la corte d’Appello di Catania assolve tutti gli imputati condannati in precedenza

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14.7.2017  Borsellino, tutti assolti dall’accusa di strage. Processo revisione dopo le rivelazioni di Spatuzza

La corte d’appello di Catania, che celebrava il processo di revisione delle condanne, alcune delle quali all’ergastolo, emesse a Caltanissetta a carico di 9 persone coinvolte ingiustamente nell’attentato al giudice Paolo Borsellino, ha assolto tutti gli imputati dall’accusa di strage.
Il processo di revisione è stato chiesto, inizialmente, dalla procura generale di Caltanissetta ed è stato celebrato a Catania, come prevede la legge.
A consentire il nuovo giudizio sono state le rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza. Dopo le dichiarazioni di Spatuzza, che ha riscritto la storia della fase esecutiva della strage, smentendo le menzogne raccontate da pentiti come Vincenzo Scarantino, per nove persone, ingiustamente condannate a vario titolo per l’eccidio, tra cui lo stesso Scarantino, è stata chiesta la revisione del processo.
Per quelle che erano detenute è stata anche sospesa l’esecuzione della pena che era ormai definitiva.
Il giudizio di revisione riguarda Gaetano Murana, difeso dall’avvocato Rosalba Di Gregorio, Giuseppe Orofino, Cosimo Vernengo, Natale Gambino, Salvatore Profeta, Giuseppe La Mattina, Gaetano Scotto, assistito da Giuseppe Scozzola, Vincenzo Scarantino e Salvatore Candura.
Quest’ultimo era stato condannato solo per il furto della macchina che venne imbottita di tritolo e non per il reato di strage, mentre Orofino era stato ritenuto responsabile di appropriazione indebita, favoreggiamento e simulazione di reato.
Tomassello aveva avuto una condanna per associazione mafiosa e non per strage.
Le pg di Catania avevano chiesto per tutti la revisione tranne che per Tomasello, sostenendo che a suo carico non ci fossero elementi per una valutazione nuova.
La corte d’appello, invece, ha assolto anche lui.
Resta per chi ne rispondeva, tranne per Tomasello, la condanna per mafia già abbondantemente scontata da tutti tranne che da Scotto. Sarà ora la corte d’appello di Caltanissetta a dover rideterminare la pena, passaggio fondamentale per quantificare i risarcimenti dei danni che chi è stato condannato ingiustamente chiederà.
Da risarcire, infatti, saranno solo i danni derivanti dalla ingiusta condanna per strage, visto che quella di mafia è definitiva. I risarcimenti potranno essere richiesti quando la sentenza di oggi diventerà definitiva   ANSA


13.7.2017 Strage  Borsellino, processo di revisione: la corte d’Appello di Catania assolve tutti gli imputati condannati in precedenza

 

Con la strage di via d’Amelio loro non c’entravano nulla. E adesso c’è anche una sentenza a sostenerlo. A quasi venticinque anni esatti dal botto che fece strage del giudice Paolo Borsellino la corte d’appello di Catania ha assolto tutti i 9 imputati nel processo di revisione alle condanne emesse a Caltanissetta. Alcune delle sentenze decise dai giudici nisseni erano all’ergastolo.

 

Il processo di revisione è stato chiesto, inizialmente, dalla procura generale di Caltanissetta ed è stato celebrato a Catania, come prevede la legge. A consentire il nuovo giudizio sono state le rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza, che ha riscritto tutta la fase esecutiva della strage sbugiardando il falso pentito Vincenzo Scarantino. Assolti dunque, Gaetano Murana, difeso dall’avvocato Rosalba Di Gregorio, Giuseppe OrofinoCosimo VernengoNatale GambinoSalvatore ProfetaGiuseppe La MattinaGaetano Scotto, assistito da Giuseppe Scozzola, Vincenzo Scarantino e Salvatore Candura. Quest’ultimo era stato condannato solo per il furto della 126 che venne imbottita di tritolo e non per il reato di strage. Orofino, invece, era stato ritenuto responsabile di appropriazione indebita, favoreggiamento e simulazione di reato. Le pg di Catania avevano chiesto per tutti la revisione tranne che per Salvatore Tomasello, sostenendo che a suo carico non ci fossero elementi per una valutazione nuova. La corte d’appello, invece, ha assolto anche lui, che però nel frattempo è morto.
Resta per chi ne rispondeva, tranne per Tomasello, la condanna per mafiagià abbondantemente scontata da tutti tranne che da Scotto.
Sarà ora la corte d’appello di Caltanissetta a dover rideterminare la pena, passaggio fondamentale per quantificare i risarcimenti dei danni che chi è stato condannato ingiustamente chiederà. Da risarcire, infatti, saranno solo i danni derivanti dalla ingiusta condanna per strage, visto che quella di mafia è definitiva. I risarcimenti potranno essere richiesti quando la sentenza di oggi diventerà definitiva.
Alle battute finali del processo di revisione le due procuratrici generali avevano preso la parola per chiedere scusa alle persone condannate ingiustamente a nome delle Istituzioni. 
“Quali rappresentanti dello Stato, ci sentiamo in dovere di chiedere scusa, nonostante non siano nostre le responsabilità, per le condanne ingiuste inflitte nell’ambito del processo per la strage di Via D’Amelio“.Un’ammissione di responsabilità, seppure non personale, decisamente inattesa
. Il 20 aprile scorso, invece, si è concluso il quarto grado del processo Borsellino, nato sempre dalle dichiarazioni di Spatuzza. Condannati all’ergastolo sono stati i boss Salvo Madonia e Vittorio Tutino, dieci anni sono stati inflitti ai falsi pentiti Francesco Andriotta e Calogero Pulci. Prescritto, invece, Vincenzo Scarantino. I giudici, infatti, hanno riconosciuto al picciotto della Guadagna la circostanza attenuante di essere stato indotto a fare le false accuse. Resta da capire chi sia stato ad indurlo. FQ


26.5.2017 Strage di via D’Amelio, due pg di Catania chiedono scusa per le condanne ingiuste

 

“Quali rappresentanti dello Stato, ci sentiamo in dovere di chiedere scusa, nonostante non siano nostre le responsabilità, per le condanne ingiuste inflitte nell’ambito del processo per la strage di Via D’Amelio“. A sorpresa le due procuratrici generali che hanno chiesto la revisione delle condanne – alcune delle quali all’ergastolo – emesse a Caltanissetta a carico di nove persone coinvolte ingiustamente nell’attentato al giudice Borsellino, chiedono scusa a nome dello Stato che rappresentano. Un’ammissione di responsabilità, seppure non personale, decisamente inattesa.
È la prima volta, dopo anni di polemiche sui depistaggi delle indagini, sui pentiti imbeccati e sui verdetti emessi, che un magistrato riconosce che nelle inchieste sull’eccidio ci furono errori. E pure nei processi che ne seguirono.
Il procedimento di revisione è stato chiesto, inizialmente, dalla procura generale di Caltanissetta e si celebra davanti alla corte d’appello di Catania, come prevede la legge. Dopo le dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, che ha riscritto la storia della fase esecutiva della strage, smentendo le menzogne raccontate da pentiti come Vincenzo Scarantino, per nove persone, ingiustamente condannate per l’eccidio, tra cui lo stesso Scarantino, è stata chiesta la revisione del processo. 
Per quelle che erano detenute è stata anche sospesa l’esecuzione della penache era ormai definitiva.
Il giudizio di revisione riguarda Gaetano Murana, difeso dall’avvocato Rosalba Di Gregorio, Giuseppe Orofino, Cosimo Vernengo, Natale Gambino, Salvatore Profeta, Giuseppe La Mattina, Gaetano Scotto, assistito da Giuseppe Scozzola, Vincenzo Scarantino e Salvatore Candura. Quest’ultimo era stato condannato solo per il furto della 126 che venne imbottita di tritolo e non per il reato di strage.
Le pg di Catania, finora uniche rappresentanti delle istituzioni ad ammettere il clamoroso errore che ha portato a condanne di innocenti, hanno chiesto per tutti la revisione tranne che per Tomasello, per cui non ci sarebbero elementi per una valutazione nuova.
La sentenza della corte d’appello di Catania è prevista per il 13 luglio. Se i giudici accoglieranno l’istanza di revisione, il magistrato dell’esecuzione dovrà rideterminare le pene per gli imputati che hanno condanne ulteriori rispetto al reato di strage. Molti, infatti, devono comunque scontare la pena per l’associazione mafiosa che non è oggetto di nuova valutazione. Lo scorso aprile la corte d’assise di Caltanissetta ha concluso l’ultimo processo istruito sulla strage.
Una sentenza importante di cui non sono note ancora le motivazioni, che ricostruisce e rimette al suo posto parte dei pezzi mancanti faticosamente e pazientemente raccolti dalla Procura di Caltanissetta.
Con la condanna all’ergastolo dei boss Salvo Madonia e Vittorio Tutino e a 10 anni dei falsi pentiti Calogero Pulci e Francesco Andriotta si è messo un punto su mandanti ed esecutori materiali dell’attentato. Su boss finora impuniti, dunque e su chi si è spacciato per collaboratore di giustizia, accusando innocenti. Ma restano da scrivere ancora delle pagine, forse le più complesse. Quelle sui depistaggi. FQ

 

13.10.2011 – PROCESSO BORSELLINO – richiesta di revisione