23 gennaio 2004 Anche per GIOVANNI BRUSCA Scarantino era “un pazzo” ma la denuncia resta ignorata.

 

Incomprensibile  la scelta di non approfondire le dichiarazioni di Giovanni Brusca su Scarantino.
È il 23 gennaio 2004 e Brusca (collaborante a pieno titolo ormai da cinque anni) depone  in un dibattimento in corso nell’aula bunker del carcere di Firenze dinanzi la Corte di Assise d’Appello di Catania, dove é in corso , a seguito del rinvio della Cassazione, il processo stralcio delle due stragi:

«Con le dichiarazioni di Vincenzo Scarantino ci sono degli innocenti in carcere… questo qua, per me, fra virgolette è un pazzo».

La denuncia resta lettera morta

Mancano ancora quattro anni all’inizio della collaborazione di Spatuzza. Le risultanze processuali su via D’Amelio resteranno in piedi a causa delle bugie di Scarantino.

Come  é possibile che uno dei pentiti più accreditati sia stato creduto per tutto ciò che ha ricostruito  ma totalmente ignorato nel momento in cui demolisce la credibilità di Scarantino


(ANSA) – ‘Mi fu detto che Vincenzo Scarantino, quando era detenuto a Pianosa, venne fatto salire su un elicottero e che la polizia lo minaccio’ di buttarlo giu’ per farlo collaborare con la giustizia”. Lo ha rivelato il pentito Giovanni Brusca deponendo al quarto processo sulla strage costata la vita a Paolo Borsellino e alla sua scorta. Al dibattimento e’ imputato, oltre ai boss Salvo Madonia e Vittorio Tutino, a Calogero Pulci e Francesco Andriotta, lo stesso Scarantino accusato di calunnia.