5 maggio 2005 Dal verbale di interrogatorio di FERRANTE GIOVAN BATTISTA

A.D.R. Ricordo che avevamo a disposizione cinque coppie di telecomandi. Non so chi ebbe a fornire quello usato per la strage di Capaci, che comunque era diverso da quelli nella disponibilità per l’esecuzione della strage di via D’Amelio. Le modifiche necessarie a rendere operativi i telecomandi venivano apportate dal cugino di Salvatore BIONDO il “lungo”, che si chiamava BIONDO Giuseppe e che non era uomo d’onore.
Un telecomando venne provato nel terreno nella mia disponibilità di “Casa Ferreri”, una settimana prima della strage di via D’Amelio.
Detta prova avvenne ponendo la coppia trasmittente e ricevente a distanza di circa 200 metri e dette risultati positivi, stante che premendo tasto della trasmittente era avvenuta l’esplosione del detonatore elettrico collegato alla ricevente. L’apparato oggetto della prova fu portato via da Salvatore BIONDINO e probabilmente è quello adoperato nella strage.
Le altre apparecchiature, in numero di tre o quattro, furono consegnate ni tempi diversi a Salvatore BIONDO e conservate, assieme a talune armi, in un deposito nella mia disponibilità in contrada “Malatacca”. Dopo la strage di via D’Amelio con Salvatore BIONDO distruggemmo le apparecchiature per il timore che venissero trovate, implicandoci nella strage. Concordammo di dire che i telecomandi si erano arrugginiti e provvedemmo altresì a disciogliere l’esplosivo in nostro possesso.
A.D.R. Non so dire dove i “Telecomandi” fossero stati acquistati, so che BIONDO Giuseppe comprava ciò che gli serviva per le modifiche da Migliore e da un altro negozio di elettronica “C.s.c”. sito nei pressi di Piazza Croce e che si forniva anche presso la ditta Pavan con negozio sito ni via Regione Siciliana.
In sede di verbalizzazione riassuntiva li FERRANTE spiega che gli apparati consegnanti erano contenuti, separatamente ricevente e trasmittente, ni due buste distinte. Ambedue poi sin trovavano all’interno di una terza busta che le conteneva. Si trattava di generici sacchetti bianchi di plastica utilizzati dai vari negozi senza alcuna scritta. Il telecomando adoperato per via D’Amelio veniva, negli usi comuni, impiegato per l’apertura di cancelli o per far muovere le gru e aveva una frequenza diversa per non subire interferenze da altri apparati simili.