“La ricerca di una verità giudiziaria su via d’Amelio è paragonabile alla scalata del monte Everest. Più si va avanti più l’aria diventa rarefatta e gli ostacoli più potenti, quasi invincibili”. Ecco, il commento a caldo della famiglia Borsellino, sulle motivazioni della sentenza d’appello sulla trattativa tra Stato e mafia. A parlare, a nome della famiglia, è Fabio Trizzino, legale di parte civile e genero di Paolo Borsellino, perché sposato con Lucia, la figlia maggiore del giudice. “Eppure oggi siamo a 6mila metri di altezza e, fra mille ostacoli, abbiamo guadagnato il campo base. Bisogna riordinare le idee e riacquistare forza ed energie – dice -La vetta è lì più vicina. La si può quasi toccare. Ma al tempo stesso lontanissima. Raggiungerla significherebbe guardare dentro a certi santuari, intoccabili che a solo tentare di guardarci dentro, si corre il rischio di essere trasformato in una statua di sale”.
“Il clima all’interno della della Procura di Palermo delineato nelle motivazioni contrasta decisamente rispetto alle parole ripostate da Alessandra Camassa e Massimo Russo, testi qualificati, circa la definizione che Paolo Borsellino diede al suo ufficio di Palermo definito un ‘nido di vipere’ – dice – La memoria di un valente magistrato come Paolo Borsellino ci impone dunque un ultimo sforzo.E non ci sottrarremo, tanto più che il nostro cammino per la Verità, per alcuni, non avrebbe dovuto nemmeno essere iniziato”, conclude Fabio Trizzino. SICILIA REPORT
“Il clima all’interno della della Procura di Palermo delineato nelle motivazioni contrasta decisamente rispetto alle parole ripostate da Alessandra Camassa e Massimo Russo, testi qualificati, circa la definizione che Paolo Borsellino diede al suo ufficio di Palermo definito un ‘nido di vipere’ – dice – La memoria di un valente magistrato come Paolo Borsellino ci impone dunque un ultimo sforzo.E non ci sottrarremo, tanto più che il nostro cammino per la Verità, per alcuni, non avrebbe dovuto nemmeno essere iniziato”, conclude Fabio Trizzino. SICILIA REPORT