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Depistaggio Borsellino, quei due assegni tra poliziotti: Arnaldo La Barbera versò 22 milioni di lire a Luigi De Sena
RAI NEWS 27.2.2024
Nell’udienza a Caltanissetta sul depistaggio depositata documentazione bancaria trovata nel settembre 2023 nell’abitazione dell’ex moglie
Arnaldo La Barbera, poliziotto a capo del gruppo di indagine Falcone Borsellino, avrebbe versato moltissimi soldi sul suo conto corrente negli anni che vanno dal ‘90 al ‘92.
Soldi che non sarebbe stato possibile guadagnare con il suo stipendio di funzionario di polizia.
È quanto ha riferito il procuratore generale Maurizio Bonaccorso nel corso dell’udienza sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio che si celebra in Appello a Caltanissetta.
Il procuratore generale ha annunciato il deposito di nuovi atti e documentazione.
«Si tratta in particolare – ha detto Bonaccorso – di documentazione bancaria rinvenuta il 18 settembre 2023, il giorno in cui è stata eseguita la perquisizione nell’abitazione della signora Valentini, ex moglie di Arnaldo La Barbera.
Documentazione che riguarda gli anni ‘90, ‘91 e ‘92. Si tratta di estratti conto e matrici di assegni. Sembrerà strano – ha aggiunto il procuratore generale – ma non è stato possibile attraverso la polizia di stato accertare quale fosse il reddito percepito da La Barbera dal ‘90 al ‘92. Abbiamo i dati sul reddito solo a partire del ‘93.
Da quello che è emerso il tenore di vita del dottore La Barbera era molto superiore a quello che è il tenore di vita di un famiglia media italiana ma a quell’epoca La Barbera era l’unico a percepire un reddito nella sua famiglia.
Ebbene sono stati accertati dei versamenti di contante.
Nel ‘90 un versamento di 8 milioni delle vecchie lire, nel ‘91 uno di 8 milioni e uno di oltre 10 milioni.
L’anomalia si comincia a registrare nel ‘92. A marzo 5 milioni, ad aprile 12 milioni, a maggio 3 milioni, a luglio 11 milioni, ad agosto 15 milioni, a settembre 5,4 milioni, a novembre 5 milioni, a dicembre 11 milioni.
Dati allarmanti perché, a fronte di un reddito sui 4 milioni, ci sono dei versamenti nel ‘92 che non appaiono giustificati soprattutto nelle modalità, che sono alquanto sospette.
L’analisi fatta dalla Gdf evidenzia per questo periodo una sperequazione, rispetto al reddito, di 97 milioni delle vecchie lire. Che all’epoca era sicuramente una cifra non indifferente».
Borsellino, il Pg: “Tantissimi soldi sul conto di Arnaldo La Barbera”
CALTANISSETTA – Arnaldo La Barbera, poliziotto a capo del gruppo di indagine Falcone Borsellino, avrebbe versato moltissimi soldi sul suo conto corrente negli anni che vanno dal ’90 al ’92. Soldi che non sarebbe stato possibile guadagnare con il suo stipendio di funzionario di polizia. E’ quanto ha riferito il procuratore generale Maurizio Bonaccorso nel corso dell’udienza sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio che si celebra in Appello a Caltanissetta. Il procuratore generale ha annunciato il deposito di nuovi atti e documentazione.
“Si tratta in particolare – ha detto Bonaccorso – di documentazione bancaria rinvenuta il 18 settembre 2023, il giorno in cui è stata eseguita la perquisizione nell’abitazione della signora Valentini, ex moglie di Arnaldo La Barbera. Documentazione che riguarda gli anni ’90, ’91 e ’92. Si tratta di estratti conto e matrici di assegni. Sembrerà strano – ha aggiunto il procuratore generale – ma non è stato possibile attraverso la polizia di stato accertare quale fosse il reddito percepito da La Barbera dal ’90 al ’92. Abbiamo i dati sul reddito solo a partire del ’93.
Da quello che è emerso il tenore di vita del dottore La Barbera era molto superiore a quello che è il tenore di vita di un famiglia media italiana ma a quell’epoca La Barbera era l’unico a percepire un reddito nella sua famiglia. Ebbene sono stati accertati dei versamenti di contante. Nel ’90 un versamento di 8 milioni delle vecchie lire, nel ’91 uno di 8 milioni e uno di oltre 10 milioni. L’anomalia si comincia a registrare nel ’92. A marzo 5 milioni, ad aprile 12 milioni, a maggio 3 milioni, a luglio 11 milioni, ad agosto 15 milioni, a settembre 5,4 milioni, a novembre 5 milioni, a dicembre 11 milioni. Dati allarmanti perché, a fronte di un reddito sui 4 milioni, ci sono dei versamenti nel ’92 che non appaiono giustificati soprattutto nelle modalità, che sono alquanto sospette. L’analisi fatta dalla Gdf evidenzia per questo periodo una sperequazione, rispetto al reddito, di 97 milioni delle vecchie lire. Che all’epoca era sicuramente una cifra non indifferente”. LIVE SICILIA 27.2.2024
Depistaggio Borsellino, le “anomalie” nel conto di La Barbera: “Dal ’90 al ’92 versamenti in contanti per 97 milioni di lire”
“L’analisi complessiva dei redditi fatta dalla guardia di finanza evidenzia una sperequazione di 97 milioni delle vecchie lire nei conti di Arnaldo La Barbera”. A riferirlo in aula è il sostituto procuratore Maurizio Bonaccorsonel corso del processo odierno celebrato a Caltanissetta sul “Depistaggio Borsellino”, in cui sono imputati i poliziotti Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo. Gli ex componenti del gruppo d’indagine Falcone-Borsellino guidati da Arnaldo La Barbera, sono accusati di calunnia aggravata per aver favorito Cosa nostra, perché avrebbero istruito Vincenzo Scarantino, a rendere dichiarazioni che sarebbero servite a sviare le indagini sulla strage di via d’Amelio. In primo grado, caduta l’aggravante mafiosa, Bo e Mattei sono stati prescritti, mentre Ribaudo è stato assolto “perché il fatto non costituisce reato”. Il magistrato, insieme al sostituto procuratore generale Gaetano Bono, ha depositato nuovi atti nel processo, proveniente dall’inchiesta nissena sulla scomparsa dell’agenda rossa di Borsellino, in cui al momento sono indagati l’ex moglie e la figliadell’ex capo della squadra mobile di Palermo, La Barbera.
Anomalie nei versamenti del 1992 – “La documentazione bancaria è stata rinvenuta durante la perquisizione del 18 settembre 2023, presso l’abitazione di Angiolamaria Vantini, ex moglie di La Barbera, e riguarda gli anni ‘90-’91-’92, estratti conto e matrice di assegni, è stata fatta un’analisi della gdf per verificare se vi fosse una sperequazione”, spiega in aula Bonaccorso. “Non è stato possibile accertare con precisione quale fosse il reddito percepito da La Barbera in quegli anni, abbiamo indicazioni solo a partire dal 1993, in quel periodo La Barbera era l’unico che percepiva un reddito nel nucleo familiare, è emerso che in quegli anni ’90 al ’92, maggior anomalia nel ’92, risultano versamenti di contante”, aggiunge il magistrato.
Le somme – “Nel di settembre del 1990 ci sono versamenti pari a 8 milioni delle vecchie lire, il che non suscita nessuna particolarità, nel ’91 risultano versamenti per circa 8 milioni nel mese di settembre e 10 milioni 475 mila lire ad ottobre. L’anomalia si comincia a registrare nel ’92, a marzo risultano versamenti totali pari a 5 milioni e novecento mila lire, ad aprile 12 milioni 568 mila lire, a maggio 3 milioni e 500 mila lire, a giugno non ne risultano, mentre a luglio 11 milioni, ad agosto 15 milioni e 851 mila lire, a settembre 5 milioni di lire, a ottobre 17 milioni e 528 mila lire, a novembre5 milioni di lire, e infine a dicembre 11 milioni 432 mila lira”, spiega Bonaccorso. “Sono dati allarmanti – aggiunge il magistrato – in relazione al fatto che fronte di un reddito che oscillava a grosso modo fra i 4,3 milioni e 4,9, e con una spesa mensile di circa 3,3 milioni, c’era un risparmio mensile, di quasi un milione di vecchie lire e ci sono questi versamenti nel ’92 che non appaio giustificati soprattutto per le modalità. L’analisi complessiva fatta dalla guardia di finanza evidenzia una sperequazione di 97 milionidelle vecchie lire”.
Zerilli non parla – L’udienza è poi proseguita con l’esame dei testimoni chiesti dalla corte presieduta da Giambattista Tona. Il teste più atteso era Maurizio Zerilli, sostituto commissario alla Squadra mobile di Palermo, che però si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Il poliziotto era accompagnato dal suo avvocato in quanto al momento risulta indagato per depistaggio dalla procura di Caltanissetta. In assenza delle dichiarazioni di Zerilli, il sostituto procuratore Bonaccorso ha reiterato la richiesta alla corte di poter ascoltare il “finto” pentito Scarantino, per poter far luce suisopralluoghi effettuati nel 1994 proprio insieme a Zerilli, nei posti in cui venne organizzatala la strage di via d’Amelio.
Secondo l’accusa infatti ci sarebbe una discrasia tra il primo verbale di Scarantino del 24 giugno 1994, e i sopralluoghi effettuati nei giorni 28-29-30 giugno 1994, riportati poi nell’annotazione di servizio redatta da Zerilli.
In aula hanno testimoniato anche il vicequestore aggiunto Giovanni Franco e l’assistente capo della squadra mobile di Palermo, Nicola Aiuto, in relazione al ritrovamento del faldone “Falcone-Borsellino” nell’archivio della polizia palermitano, in cui è stato trovata un’annotazione di servizio redatta da Zerilli che la procura nissena cercava da anni. di Saul Caia| 27 Febbraio 2024 FQ
VIA D’AMELIO – DEPISTAGGIO DELLE INDAGINI – processo d’appello in corso