L’agenda di Borsellino e la perquisizione in casa di La Barbera: «Trovati dati allarmanti sui conti del superpoliziotto»
Che cosa esattamente avessero prelevato i militari del Reparto Operativo Speciale dalla dimora scaligera della signora Angiolamaria Vantini, 77enne originaria di Pozzonovo (Padova), lo svela il verbale di perquisizione portato in aula dal procuratore generale Maurizio Bonaccorso al processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio in corso in Appello a Caltanissetta: un presunto depistaggio il cui «regista», per i magistrati nisseni, sarebbe stato proprio La Barbera, superpoliziotto di Palermo, il capo della squadra mobile che fra il 1988 e il 1994 arrestò decine di latitanti e mafiosi. Un cursus honorum di prim’ordine: guidò le questure di Palermo e di Napoli, quella di Roma durante il Giubileo.
Diresse la squadra mobile di Mestre, poi quella di Palermo. Guidò il pool investigativo creato ad hoc per indagare sugli omicidi di Falcone e Borsellino. Quando La Barbera venne stroncato nel 2002 a Verona da un male incurabile, la sua foto fu posizionata accanto alle immagini degli investigatori uccisi dalla mafia: eppure, su di lui, aleggiano a distanza di oltre vent’anni dalla scomparsa pesanti sospetti. Ombre inquietanti, su cui gli inquirenti puntano a far luce esaminando ai raggi X tutto ciò che hanno sequestrato nella casa veronese della vedova di La Barbera, indagata insieme alla figlia Serena (funzionaria alla Presidenza del Consiglio) dalla Procura di Caltanissetta per ricettazione aggravata dal favoreggiamento alla mafia: per anni, ipotizza l’accusa, avrebbero avuto la disponibilità dell’agenda rossa di Borsellinoacquisita, per i Pm, in modo illecito da La Barbera.
Ma il pezzo forte dei «ritrovamenti veronesi» su La Barbera si sono rivelati alcuni estratti conto: «Si tratta in particolare – ha detto testualmente il Pg Bonaccorso – di documentazione bancaria rinvenuta il 18 settembre 2023, il giorno in cui è stata eseguita a Verona la perquisizione nell’abitazione della signora Vantini, ex moglie di La Barbera. Documentazione sugli anni ’90, ’91 e ’92, estratti conto e matrici di assegni. Sembrerà strano — ha aggiunto il procuratore generale — ma non è stato possibile attraverso la Polizia di Stato accertare quale fosse il reddito percepito da La Barbera dal ’90 al ’92.
Abbiamo i dati sul reddito solo a partire del ’93. Da quello che è emerso il tenore di vita del dottore La Barbera era molto superiore a quello che è il tenore di vita di un famiglia media italiana, ma a quell’epoca La Barbera era l’unico a percepire un reddito nella sua famiglia. Ebbene, sono stati accertati dei versamenti di contante. Nel ’90 un versamento di 8 milioni delle vecchie lire, nel ’91 uno di 8 milioni e uno di oltre 10 milioni. L’anomalia si comincia a registrare nel ’92. A marzo 5 milioni, ad aprile 12 milioni, a maggio 3 milioni, a luglio 11 milioni, ad agosto 15 milioni, a settembre 5,4 milioni, a novembre 5 milioni, a dicembre 11 milioni. Dati allarmanti perché, a fronte di un reddito sui 4 milioni, ci sono dei versamenti nel ’92 che non appaiono giustificati soprattutto nelle modalità, che sono alquanto sospette. L’analisi fatta dalla Gdf evidenzia per questo periodo una sperequazione, rispetto al reddito, di 97 milioni delle vecchie lire. Che all’epoca era sicuramente una cifra non indifferente». Da dove proveniva quel «flusso sospetto»?
CORRIERE DEL VENETO
VIA D’AMELIO – DEPISTAGGIO DELLE INDAGINI – processo d’appello in corso