TESTO del MANOSCRITTO
Il 16 luglio 1988 Paolo Borsellino partecipa ad una tavola rotonda organizzata ad Agrigento per la presentazione di un volume dal titolo “La mafia di Agrigento”.
Nel libro venivano pubblicati gli atti istruttori e l’ordinanza di rinvio a giudizio emessa nei confronti dei componenti delle cosche agrigentine.
Alla tavola rotonda intervenivano, tra gli altri, l’on. Luciano Violante, l’ex componente del Csm, avv. Alfredo Galasso ed il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
Nel suo intervento, Paolo Borsellino, sottolinea come il successo delle indagini agrigentine era stato possibile grazie allo stretto collegamento con il pool di Palermo, quasi che lo stesso fosse stato “una propaggine degli uffici agrigentini” e sottolineava, non senza una certa dose di amarezza, che quel “pool sembrava perdere quella indispensabile funzione di centralità nelle attività investigative su Cosa Nostra” a causa della difficoltà in cui si era venuto a creare dopo il cambio di direzione.
L’intervento fu svolto a braccio, sulla scorta di alcuni appunti autografi del magistrato, poi “utilizzati” nelle conversazioni con i giornalisti de “La Repubblica e de “L’unità” ai quali Paolo Borsellino “consegnò” le sue ansie, le sue preoccupazioni.
Come noto, quelle pubbliche prese di posizione, diedero origine all’attività dell’Ispettorato generale del Ministero e del Consiglio superiore, e quei documenti furono poi annessi agli atti dell’audizione del 31 luglio 1988 svolta avanti alla Commissione Antimafia del Csm.