Gli Angeli custodi di Giovanni Falcone vittime a Capaci insieme al magistrato e a Francesca Morvillo

Rocco Dicillo  Antonio Montinaro  Vito Schifani

 

 

 

VIDEO dei VIGILI DEL FUOCO – CAPACI 23 maggio 1992


CAPACI, 23 maggio 1992 –  I Vigili del Fuoco durante le operazioni di recupero dei poveri resti dei corpi straziati dall’esplosione dei componenti della scorta ROCCO DICILLO, ANTONIO MONTINARO e VITO SCHIFANI


Quel 23 maggio a Capaci


La STRAGE di CAPACI




VI PERDONO MA INGINOCCHIATEVI

VIDEO 2

Le storie dimenticate degli agenti della scorta di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nei volti e i gesti delle loro madri, delle loro mogli, dei loro figli a ventuno anni dalla strage di Capaci. Vi perdono ma inginocchiatevi – il primo film per la tv mai prodotto da La7, in quest’occasione con Boniventofilm S.r.l. e la Regione Siciliana – racconta le vicende legate a una tragedia che non ha colpito solo le vittime ma anche i loro familiari. E’ intorno a loro che si snoda il racconto del regista, Claudio Bonivento, tratto dal libro di Rosaria Schifani e Felice Cavallaro. Tra i membri del cast Tony Sperandeo, che veste i panni di Cupane (il capo delle scorte di Falcone), un cammeo di Massimo Ghini in quelli del capo della Polizia Vincenzo Parisi, Lollo Franco è Paolo Borsellino. Accanto a loro Rosaria Schifani, interpretata da Silvia D’Amico (all’esordio come protagonista), e Raffaella Rea nel ruolo di Tina Montinaro; a impersonare i tre agenti della scorta Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo rispettivamente Antonio Vito Di Bella, Francesco Venditti e Lorenzo Roma. E ancora Vincenzo Crivello e Luigi Burruano.  


ROCCO DICILLO
«Rocco era l’uomo di scorta di padre Ennio Pintacuda, il sacerdote che avrebbe dovuto sposarci due mesi dopo, il 20 luglio, la nostra data, quella del primo incontro. Ma Pintacuda il giorno prima della strage era partito, e così Rocco quel sabato era a disposizione del servizio Scorte e tutela, nel turno di mattina. Dopo aver fatto colazione, uscì dalla nostra casetta in affitto nel paese di Pioppo, alle porte di Palermo, un nido minuscolo. Lui andò in caserma, io mi mossi per raggiungere il negozio dove facevo la cassiera, dopo il diploma in ragioneria. ‘Ti chiamo più tardi, amore’, mi disse mentre usciva tutto ben vestito. La cravatta se la tolse subito, la ritrovammo poi in macchina, adesso la tiene mia madre come ricordo. In mattinata mi chiamò al lavoro, mi raccontò che gli avevano cambiato il turno, dalla mattina al pomeriggio, perché due colleghi avevano marcato visita, ma non mi rivelò per chi era il servizio di scorta. Non me lo diceva mai, sia per tutelare la personalità che proteggeva, sia per non farmi preoccupare.»
«Si rifece sentire di nuovo alle 17.50, otto minuti prima del’esplosione: Mi chiese se avevo mangiato, mi raccontò ancora del cambio turno che aveva subito, poi, mentre mi raccomandava di non fare tardi la sera, mi disse che i colleghi lo stavano chiamando. Ma sembrava che non volesse chiudere: “Ti mando un bacio. Ci vediamo stasera, amore’. ‘Amore’ fu l’ultima parola che ho sentito dalle sue labbra».
Telefonata strana. «Rocco era sempre affettuosissimo, ma quel tono accorato era del tutto inconsueto. Già la sera prima si era accoccolato mentre mi dava la buonanotte; mi sembrava piangesse, ma mi cingeva da dietro e non mi fece accorgere di nulla.»
Alba Terrasini, fidanzata di Rocco Dicillo , qui con lui nella foto, tratta da Vivi Libera.
Rocco e Alba rimasero insieme per quattro anni, fino al 23 maggio 1992, dove Dicillo perse la vita nella strage di Capaci.
da “L’altra storia” di Laura Anello, Sperling & Kupfer

VIDEO

 

 

IMMAGINI

 

Il REPARTO SCORTE di Palermo e gli angeli custodi di Falcone e Borsellino

 

A “CARO MARZIANO” Giuseppe Costanza,sopravvissuto a Capaci e dato per morto da Andreotti

 

E loro ?

 

PISTOIA – Gli altri agenti della scorta… del dottor Falcone

 

SAMMARCO e TINDARELLI raccontano il loro giudice Giovanni Falcone

 

 

 

VIDEO