📌 Nel 2009 la dottoressa Ilda Boccassini viene convocata dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta come persona informata sui fatti.

 Siamo agli inizi della collaborazione di GASPRE SPATUZZA. Dopo un primo rifiuto per legittima impossibilità a presenziare per impegni d’Ufficio e una rinnovata richiesta da parte dei Pm, Boccassini si presentò davanti ai magistrati nisseni il 9 giugno 2009. In quell’occasione consegnò ai procuratori di Caltanissetta la seguente lettera:
(…) Come vi è ben noto mi sono occupata, in virtù, già allora, di provvedimento di applicazione presso la Procura di Caltanissetta, delle indagini relative alle stragi di Capaci e Via D’Amelio. In particolare, nell’ambito dell’attività istruttoria ed investigativa volta a far luce sull’assassinio del Dott. Borsellino ho avuto, anche, occasione di valutare le dichiarazioni del collaboratore Scarantinocome emerge dalla relazione conclusiva redatta da me e dal collega Saieva – che oggi sembrano messe in discussione dalle nuove rivelazioni del sig. Spatuzza.
Inoltre, vi è noto come io sia, al momento, titolare del procedimento penale instauratosi presso questa Procura della Repubblica a seguito delle dichiarazioni rese da Spatuzza Gaspare nel corso del colloquio investigativo con il Procuratore Nazionale Antimafia in merito all’attentato di via Palestro in Milano indagini, quindi che risultato collegate a quelle, condotte dalle Procure di Firenze, di Palermo e, ovviamente, di Caltanissetta, sugli attentati mafiosi del ’92 e ’93 – avendo partecipato, proprio in virtù di questo collegamento investigativo, alla riunione di coordinamento tra le diverse Procure presso la Direzione Nazionale Antimafia.
In considerazione della mia pregressa esperienza il Dott. Grasso proponeva (…) la mia applicazione presso la Procura di Caltanissetta.
Come ben sapete, il procedimento di applicazione prevede per il suo perfezionamento anche l’acquisizione dei pareri, meramente consultivi, dei Procuratori della Repubblica di Milano e di Caltanissetta. Mi risulta che da Milano il parere sia pervenuto; nulla so, invece, del parere da formularsi da parte del Dott. Lari.
Il decreto di citazione a comparire trasmesso alla Collega della quale, nelle stesse ore, il Procuratore Nazionale Antimafia proponeva l’applicazione presso la Vostra Procura, non può che apparire come implicita espressione di contrarietà alla decisione del Dott. Grasso.
Peraltro non comprendo quali contenuti informativi e conoscitivi io possa offrire in qualità di persona informata dei fatti che non possa – meglio, debba – già condividere in virtù del collegamento investigativo sussistente tra le rispettive Procure ex art. 371 c.p.p.
Non mi sogno certo di contestare la vostra libera determinazione riguardo l’utilità e opportunità della mia applicazione: sia ben chiaro.
Rilevo soltanto che l’atto istruttorio da Voi richiesto rischia di interferire nella sostanza – non tanto per le sue conseguenze in termini giuridici quanto di mera opportunità – con il procedimento di applicazione.
Coerente, come sempre, con i principi di lealtà, responsabilità e correttezza cui credo di dovermi ispirare nel ruolo istituzionale che mi è proprio, mi limito ad esprimere apertamente le mie impressioni, senza alcuna intenzione di sollevare questioni formali”.