Alfonso Sabella: “Non avevo la vocazione, poi ho conosciuto Falcone e Borsellino e…”
“Non avevo la vocazione. Volevo diventare il più giovane avvocato della Cassazione, entrare in magistratura avrebbe accelerato i tempi. Poi però ho conosciuto Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sono stato chiamato dallo Stato“, ha raccontato Alfonso Sabella in un’intervista rilasciata a Vanity Fair. Quella del magistrato è stata una carriera importante e straordinaria durante la quale ha incontrato uomini diversi.
«Quando ho scritto il mio libro, avevo un intento ben preciso in mente: provare a cancellare l’immagine patinata della mafia vista al cinema. Il Padrino, pure essendo un capolavoro, non racconta la mafia che ho visto io. Non ho incontrato uomini d’onore, ma bestie senza alcun rispetto per le vite umane, capaci di uccidere donne e bambini», ha dichiarato Sabella dopo aver scritto il libro “Il cacciatore di mafiosi” che ha ispirato la fiction rai “Il cacciatore”.
Alfonso Sabella, dove vive, età, famiglia dell’ex magistrato del pool antimafia di Palermo ai tempi di Gian Carlo Caselli Nasce a Bivona, in provincia di Agrigento, il 21 novembre 1962, sotto il segno zodiacale dello Scorpione. Dopo la maturità al Liceo Ginnasio Statale Luigi Pirandello vince una borsa di studio per il Collegio Augustinianum e si laurea poi in Giurisprudenza all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Inizia la carriera da avvocato, poi nel 1989 vince il concorso in magistratura. L’incontro con Giovanni Falcone darà l’impronta alla sua carriera, spesa nella lotta alla mafia. Fino al 1993 lavora alla procura di Termini Imerese per poi diventare Pubblico Ministero alla procura di Palermo. Nel 1999 è magistrato di collegamento tra il ministero di Giustizia e la commissione parlamentare antimafia.
Alfonso Sabella (Bivona, 21 novembre 1962). Già sostituto procuratore del pool antimafia di Palermo di Gian Carlo Caselli ed è stato Assessore alla legalità di Roma Capitale con delega sul litorale di conseguì la maturità classica presso il Liceo Ginnasio Statale Luigi Pirandello. Studiò giurisprudenza a Milano nell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dopo aver vinto una borsa di studio per il Collegio Augustinianum.
Iniziò la carriera come avvocato, poi entrò in magistratura nel 1989, anno in cui incontrò il procuratore aggiunto di Palermo Giovanni Falcone e decise di impegnarsi sul fronte antimafia.
Dal 1990 lavorò come sostituto procuratore alla procura di Termini Imerese fino al novembre 1993.
Quindi fu uno dei Pubblici ministeri della procura di Palermo, nel pool antimafia guidato da Gian Carlo Caselli.
Durante gli anni trascorsi alla procura antimafia di Palermo le forze dell’ordine arrestarono decine di mafiosi tra cui i latitanti Leoluca Bagarella, Giovanni ed Enzo Brusca, Pietro Aglieri, Nino Mangano, Vito Vitale, Mico Farinella, Cosimo Lo Nigro, Carlo Greco e Pasquale Cuntrera.
Nel settembre 1999 lasciò Palermo e venne distaccato al ministero di Giustizia come magistrato di collegamento con la Commissione parlamentare antimafia. Quello stesso anno fu chiamato da Caselli al DAP (Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria – Polizia Penitenziaria) del Ministero della giustizia, come capo del servizio ispettivo. Durante il G8 di Genova del luglio 2001 fu responsabile delle carceri provvisorie di Bolzaneto e San Giuliano, nelle quali ci furono gravi violazioni dei diritti umani che portarono alla tortura dei detenuti.
Nel dicembre 2001 a causa di contrasti con il nuovo direttore del DAP Giovanni Tinebra, Sabella fu rimosso dal suo incarico dal ministro della giustizia Roberto Castelli. Dal 2005 ha prestato servizio alla procura di Firenze ed è stato giudice al tribunale di Rom
Dal 2003 al 2006 è consulente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’affare Mitrokhin.
Nel 2008 Sabella pubblicò il suo libro, Cacciatore di mafiosi, in cui descrisse i retroscena delle indagini, dei pedinamenti e degli arresti di alcuni latitanti che condusse in prima persona.
Nel 2018 dal libro viene tratta la fiction Il cacciatore trasmessa da Rai 2 ed interpretata da Francesco Montanari..
Nel gennaio 2014 viene nominato vice capo Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del ministero della giustizia.
L’11 dicembre 2014 con lo scoppio del caso Mafia Capitale, il Sindaco di Roma Ignazio Marino nominò Sabella assessore alla Legalità e Trasparenza del Comune di Roma.
Il 18 marzo 2015 il sindaco Marino assegnò a Sabella anche la delega al litorale di Ostia, in seguito alle dimissioni del presidente del X Municipio Andrea Tassone, che aveva dichiarato di dimettersi a causa della “forte presenza della mafia sul litorale romano”, ma che in seguito fu condannato con sentenza definitiva a 5 anni per i fatti relativi all’inchiesta Mondo di Mezzo di Mafia Capitale.
Il 30 ottobre 2015 Sabella si dimette da assessore, insieme ad altri, provocando la caduta della giunta Marino. A riguardo di questa vicenda dichiarerà di aver vissuto come una sconfitta la caduta della giunta Marino, e di essersi dimesso solo perché non sussisteva più una maggioranza a sostegno della giunta..
In marzo 2016 riprende l’attività di magistrato presso il Tribunale di Napoli con le funzioni di giudice.
In giugno 2020, in seguito alle inchieste giudiziarie sulle modalità di assegnazione degli incarichi in magistratura, Sabella ha dichiarato di aver presentato la propria candidatura alla Direzione nazionale antimafia dopo la sua esperienza nel pool antimafia della procura di Palermo, ma la sua candidatura a suo dire “non è stata nemmeno valutata” a causa della sua non appartenenza a nessuna corrente della magistratura. WIKIPEDIA
Dopo Mafia Capitale l’allora sindaco di Roma Ignazio Marino lo nomina assessore alla Legalità e Trasparenza del comune di Roma. Si dimette alla fine dello stesso anno, insieme ad altri assessore, determinando la caduta della giunta Marino. Dal 2016 torna a fare il magistrato presso il tribunale di Napoli.
Sabella è noto per aver arrestato importanti latitanti della mafia siciliana dopo la strage di Capaci: come Giovanni Brusca, colui che ha premuto il tasto dell’esplosivo nella strage di Giovanni Falcone, Leoluca Bagarella, Carlo Greco, braccio destro di Bernardo Provenzano, Vito Vitale. E’ stato sposato con Cristiana e ha una figlia, Carlotta, che ha deciso di seguire le orme del padre, studiando Giurisprudenza. In una intervista del 2018 Sabella ha ammesso che il suo matrimonio è finito anche a causa del suo lavoro: per sicurezza ha dovuto far vivere moglie e figlia a Milano e la distanza è stata fatale. “Con lei ho ottimi rapporti – ha detto – e ce li avrò per tutta la vita perché ci vogliamo comunque bene, ma dopo tanti anni di lontananza, quando ci siamo ritrovati ci siamo scoperti due persone diverse, cresciute in modo diverso. Ora ho una compagna che è anche lei un magistrato a Napoli”.