L’ufficio requirente di Caltanissetta riapre l’inchiesta sulla strage del 19 luglio 1992. Secondo gli inquirenti apparati deviati del settore informativo avrebbero avuto un ruolo nell’attentato
L’ufficio requirente di Caltanissetta riapre l’inchiesta sulla strage del 19 luglio 1992 Secondo gli inquirenti apparati deviati del settore informativo avrebbero avuto un ruolo nell’attentato Borsellino, per la strage di via D’Amelio la procura indaga sui servizi segreti Borsellino, per la strage di via D’Amelio la procura indaga sui servizi segreti
La procura della Repubblica di Caltanissetta indaga sul probabile coinvolgimento di apparati deviati dei servizi segreti nella strage di via d’Amelio in cui morì il procuratore aggiunto Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta.
La notizia è stata confermata all’agenzia di stampa ANSA da ambienti qualificati. Il procuratore aggiunto, Renato Di Natale, coordina l’inchiesta sui mandanti occulti della strage avvenuta il 19 luglio 1992. Secondo l’ipotesi degli inquirenti ci potrebbe essere la mano di qualcuno degli apparati deviati dei servizi segreti che ha forse avuto un ruolo nell’attentato.
Questa pista di indagine, che in un primo momento era stata accantonata ed archiviata, è stata ripresa nei mesi scorsi dagli investigatori in seguito a nuovi input d’indagine. I magistrati stanno valutando una serie di documenti acquisiti dalla procura di Palermo e che riguardano il telecomando che potrebbe essere stato utilizzato dagli attentatori.
A questo apparecchio è collegato un imprenditore palermitano. I processi che si sono svolti in passato hanno solo condannato gli esecutori materiali della strage, ma nulla si è mai saputo su chi ha premuto il pulsante che ha fatto saltare in aria Borsellino e gli agenti di scorta. Un altro elemento sul quale è puntata l’attenzione degli inquirenti, è “la presenza anomala” di un agente di polizia in via d’Amelio subito dopo l’esplosione.
Si tratta di un poliziotto – già è identificato dai magistrati – che prima della strage era in servizio a Palermo, ma venne trasferito a Firenze alcuni mesi prima di luglio dopo che i colleghi avevano scoperto da una intercettazione che aveva riferito “all’esterno” i nomi dei poliziotti di una squadra investigativa che indagava a San Lorenzo su un traffico di droga. (17 luglio 2007)