PAOLO BORSELLINO, le ore che precedettero la sua morte

 

Dalla SENTENZA BORSELLINO BIS


CONSIDERAZIONI SULL’ESECUZIONE DELLA STRAGE IN RELAZIONE ALLE ABITUDINI DEL DOTT. BORSELLINO E DEGLI ULTERIORI ELEMENTI DI INDAGINE ESAMINATI

…sono stati acquisiti, soprattutto tramite le dirette testimonianze dei familiari, elementi diretti a ricostruire le comunicazioni soprattutto telefoniche, stante la facilità con cui notoriamente possono essere abusivamente intercettate, intercorse tra il dott. Borsellino e la cerchia di persone a lui vicine per accertare se lo stesso possa avere involontariamente fornito una indicazione tragicamente utile per la preparazione dell’attentato ai suoi danni.  Al riguardo va rilevato che alla luce degli elementi ricavati dal tabulato del telefono cellulare in uso al dott.Borsellino e, soprattutto, delle precise deposizioni testimoniali dei familiari:

  • Borsellino Rita (v. verbale del 7-12-1994 proc.n.9/94 RGCA),
  • Fiore Renato (v.verbale del 7-12-1994 proc.n.9/94 RGCA),
  • Fiore Claudio (v. verbale del 20-7-1994 proc.n.9/94 RGCA),
  • Borsellino Adele (v.verbale del 5-4-1995 proc.n.9/94 RGCA) e
  • Borsellino Salvatore (v.verbale del 5-4-1995 proc.n.9/94 RGCA), nonché di
  • Lauria Rita e Di Pasquale Pietro (v.verbali del 18-1-1995 proc.n.9/94 RGCA)

è emerso che presso l’utenza telefonica installata presso l’abitazione della famiglia Fiore-Borsellino in via D’Amelio si sono verificate, in entrata ed in uscita, le seguenti telefonate che astrattamente potevano risultare utili per la concreta attuazione della strage ove le stesse fossero state abusivamente captate dagli attentatori:

1) il 17 Luglio 1992 alle ore 15,37 il dott. Borsellino, comunicando con il suo cellulare con la madre apprende da questa della necessità di una visita cardiologica per le sue precarie condizioni di salute e rassicura la madre sul fatto che avrebbe preso contatto con il dott. Di Pasquale, che per l’appunto ha confermato di avere ricevuto una telefonata in tal senso del dott.Borsellino nella mattinata del sabato (v. dichiarazioni rese dal dott. Di Pasquale nel procedimento n.9/94 R.G.C.A.). Si tratta con tutta evidenza di una comunicazione importantissima che avrebbe potuto fornire indicazioni a dir poco preziose per chi avesse avuto l’intenzione di eseguire l’attentato, poiché confermava la presenza della madre del dott. Borsellino presso l’obiettivo prescelto, poiché rendeva assolutamente probabile se non addirittura certa una visita da parte del dott. Borsellino per fare sottoporre la madre alle necessarie cure e, per di più, ricollegava l’intervento del dott. Borsellino alla presenza ed alla reperibilità di una terza persona e cioè il cardiologo ed amico dott. Pietro Di Pasquale, che offriva ai possibili attentatori una ulteriore possibilità di intervento, come meglio si dirà oltre, per incidere sui tempi della visita del dott. Borsellino nella casa di via D’Amelio;

2) il 17 luglio nel pomeriggio successivamente alla telefonata prima indicata,
Borsellino Adele parla con la madre che le riferisce di non stare bene e di avere già parlato con il figlio Paolo che le aveva detto che l’avrebbe accompagnata sabato pomeriggio dal medico. Si tratta di una telefonata che ha fatto discutere molto nel precedente giudizio e su cui si è appuntata l’attenzione dei difensori per sostenere che il venerdì risultava probabile che la visita avrebbe avuto luogo nel pomeriggio di sabato, per cui non avrebbe avuto senso predisporre il caricamento dell’autobomba proprio per il sabato pomeriggio del 18 luglio. In verità la questione appare di scarso rilievo poiché appare probabile che l’indicazione del sabato pomeriggio sia solo frutto di un equivoco o di un cattivo ricordo della teste Adele Borsellino, atteso che il dott. Borsellino il giorno 17 non avrebbe potuto dare alcuna indicazione su una visita che non era stata ancora fissata dato che il medico viene contattato solo il giorno dopo e comunque la questione non appare determinante poiché, supponendo che gli attentatori ascoltassero tutte le comunicazioni in entrata ed in uscita dall’utenza Fiore-Borsellino, avrebbero ben presto avuto modo di rendersi conto che ancora non era fissata la data della visita ed avrebbero potuto adeguare i tempi di preparazione a quanto andava emergendo via via dal contesto delle telefonate e ciò senza considerare la possibilità che avrebbero avuto di intervenire sul terzo soggetto dell’incontro, il dott. Di Pasquale, per provocare un differimento della visita, contando naturalmente non sulla sua connivenza, da escludere per i rapporti di sincera e lunga amicizia che lo legavano al dott. Borsellino, bensì sulla possibilità di creare eventualmente un impedimento anche fisico all’incontro destinato alla visita della madre del dott. Borsellino.

3) il 18 Luglio 1992 ore 16,54 il dott. Borsellino parla ancora dal suo cellulare con la madre (la telefonata dura appena venti secondi), non si conosce esattamente il contenuto della conversazione ma appare probabile che con tale telefonata il magistrato abbia comunicato che stava per arrivare in via D’Amelio atteso che, come si è detto dalle deposizioni degli uomini della scorta, è emerso che il dott. Borsellino si è effettivamente recato in modo improvviso presso l’abitazione della madre, tanto da non attendere neppure l’intervento dell’equipaggio di staffetta. La telefonata in questione per la strettissima contiguità temporale con l’arrivo del dott. Borsellino in via D’Amelio non poteva comunque risultare utile per gli attentatori, i quali peraltro, ove avessero intercettato la telefonata sopra indicata avrebbero saputo che la visita improvvisa non poteva essere l’unica, poiché comunque il dott. Borsellino sarebbe dovuto tornare dalla madre per farla sottoporre dal dott. Di Pasquale ad una visita che fino a quel momento non era stata ancora fissata nell’ora e nella data esatta;

4) Il 18 luglio 1992 tra le ore 16,30 e le ore 17 il dott. Borsellino dall’abitazione di via D’Amelio (ciò pare confermare che la precedente telefonata sia stata fatta per avvertire la madre dell’imminente arrivo) chiama nuovamente l’utenza del cardiologo. Anche tale telefonata può avere avuto un relativo valore per un attentatore che fosse stato in ascolto poiché avrebbe confermato che fino a quel momento non era stato fissato né il luogo né il momento della visita cardiologica;

5) il 18 Luglio 1992 verso le ore 18,00 Fiore Renato da Marsala telefona alla propria abitazione di via D’amelio e, dopo aver parlato con la figlia Marta, parla anche con il Dott.Borsellino, evidentemente trattenutosi ancora in compagnia della madre, il quale gli comunica che la visita era rinviata all’indomani e lo prega di lasciare a casa la mamma in modo da consentirgli di farla sottoporre a visita. La telefonata è di una importanza estrema, poiché è la prima comunicazione in cui viene indicato il successivo giorno di domenica come quello destinato alla visita cardiologica della madre del dott. Borsellino. Appare evidente che da questo preciso istante un attentatore in ascolto avrebbe avuto la pressocchè totale certezza che il giorno successivo il dott. Borsellino sarebbe dovuto tornare in via D’Amelio per portare la madre dal medico o viceversa per condurre da lei il medico, per cui gli attentatori avrebbero avuto tutto il tempo necessario per organizzare con cura l’azione programmata ed avrebbero persino potuto, come si vedrà, dismettere l’attività di intercettazione telefonica eventualmente in corso affidandosi al solo controllo a vista del magistrato, avendo ottenuto la notizia essenziale di un limitato arco di tempo entro il quale il dott. Borsellino sarebbe arrivato in via D’Amelio;

6) Il 18 Luglio 1992 ore 20,30 il dott. Borsellino chiama la madre e la avvisa che la visita era stata fissata, senza tuttavia indicare l’orario;

7) Il 18 Luglio 1992 ore 23,00 circa Fiore Renato e la moglie Rita, parlando dall’utenza di Trabia con il figlio Caludio, rimasto nell’abitazione di via D’Amelio con la nonna, hanno la conferma che Paolo Borsellino sarebbe andato l’indomani in via D’Amelio per fare sottoporre a visita la madre. Anche queste ultime due telefonate rappresentano una ulteriore conferma della ormai certa fissazione della visita per la domenica 19, notizia essenziale per chi avesse intenzione di realizzare l’attentato verificatosi poi in tale data;

8) Il 19 Luglio 1992 verso le ore 8,00 – 08,30 , come confermato da Fiore Claudio che riceve la telefonata, il dott. Borsellino parla con la madre, Lepanto Maria Pia, la quale immediatamente comunica al nipote Claudio che la visita medica è fissata per ilpomeriggio alla ore 17,00, cosa che, infatti, consente a quest’ultimo di raggiungere i familiari a Trabia senza portare con se la nonna;9) Il 19 Luglio 1992 verso le ore 10,00 circa la madre del dott. Borsellino telefona alla figlia Adele confermando che l’appuntamento per la visita era stato rinviato alle ore 17,00 dello stesso giorno. Tali ultime due telefonate appaiono di particolare importanza perché sono le uniche in cui viene indicato con sufficiente precisione l’orario dell’arrivo del dott. Borsellino in via D’Amelio, per cui saranno opportunamente approfondite sotto il profilo della compatibilità con le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che hanno ricostruito le fasi del pedinamento a vista eseguite la mattina della domenica in cui si è verificata la strage;

10) Il 19 luglio 1992 verso le ore 16 Lepanto Maria Pia parla con il figlio Salvatore e gli comunica che Paolo sarebbe passato a prenderla da lì a poco per portarla dal medico. Anche quest’ultima telefonata indica l’orario della visita del dott.Borsellino, ma la sua vicinanza temporale all’evento stragista non consente di ritenerla particolarmente rilevante ed utile per i fini perseguiti dagli attentatori eventualmente in ascolto, i quali a quell’ora verosimilmente erano già pronti per eseguire il loro compito di morte.
Appare evidente da una attenta analisi del contenuto e della successione temporale delle suddette conversazioni telefoniche in entrata o in uscita dall’utenza Fiore- Borsellino di Via D’Amelio che un attentatore che fosse riuscito a carpirle abusivamente avrebbe tratto delle informazioni preziose che avrebbero consentito una perfetta organizzazione dell’azione delittuosa. Peraltro è agevole osservare che analoghe informazioni, assolutamente indispensabili come si è detto per una ottimale scelta dei tempi e delle modalità di attuazione del progetto stragista, non potevano essere acquisite aliunde, essendo rimaste confinate nelle conoscenze della ristretta cerchia dei parenti del dott. Borsellino.

Nel caso di specie, comunque, dagli atti acquisiti non emerge soltanto una generica ed astratta possibilità di una intercettazione telefonica da parte degli autori della strage, ma vi è la prova concreta che tale abusiva intercettazione è stata realizzata e che è stata materialmente sfruttata nella organizzazione dell’attentato.
Invero, va rilevato che le indagini al riguardo hanno tratto origine dalle spontanee segnalazioni da parte dei familiari del dott. Borsellino che abitavano in via D’Amelio di evidenti anomalie sull’utenza telefonica fissa della loro abitazione già da oltre un mese prima della strage.
In particolare i familiari del dott. Borsellino e segnatamente la sorella Rita (v. verbale 7-12-94 processo n.9/94 RGCA), il cognato Fiore Renato (v.verbale 7-12-94 stesso processo), il nipote Fiore Claudio (v. verbale 20-12-1994 stesso processo) e la nipote Fiore Cecilia (v. verbale 20-12-94 stesso processo) hanno riferito in maniera pressocchè concorde di una serie di anomalie sulla linea telefonica di casa (quali l’abbassamento del livello della fonia, una serie di squilli interrotti a vuoto, la mancanza di linea o il segnale di linea occupata specie dopo il termine di una telefonata, ecc.), da ritenere assolutamente anomale perché non verificatesi in precedenza e rilevate solo in un ristretto arco di tempo di uno o due mesi precedenti la strage.
Il fatto che non si sia trattato in concreto di una sorta di suggestione collettiva, indotta magari dal doloroso evento che ha colpito la famiglia, risulta in modo incontestabile dal fatto che anche persone estranee, come Piombo Maria e De Luca Elda (v. esami del 19-9-1995), hanno confermato di avere notato nello stesso periodo, parlandone con gli interessati, l’unica anomalia che poteva essere rilevata da chi telefonava all’utenza in questione e cioè il sensibile abbassamento della fonia.
In relazione a tali anomalie nel corso delle indagini è stata espletata consulenza tecnica, affidata al dott. Gioacchino Genchi, che ha confermato in termini certi e scientifici la possibilità che a produrre tali anomalie sia stata una abusiva intercettazione sull’utenza fissa installata presso l’abitazione Fiore-Borsellino.
In particolare dalla relazione di consulenza e dalle dichiarazioni rese dal dott. Genchi sia nel presente dibattimento, sia nel processo n.9/94 RGCA, risulta che un accurato controllo eseguito sull’impianto ha escluso qualsiasi guasto o difetto tecnico che possa avere originato le anomalie sopra evidenziate.
Attraverso una meticolosa analisi tecnica, svolta in modo assolutamente lineare e convincente, cui si rinvia per completezza, il consulente ha rilevato con riferimento alle singole anomalie segnalate che:

– l’abbassamento di fonia può derivare da inconvenienti al circuito telefonico (come un basso isolamento, infiltrazioni idriche nel cavo sottoterra, ecc.), ma, a parte la accertata integrità della linea e della improbabilità di infiltrazioni sotterranee nei mesi estivi, rimane il fatto che l’anomalia avrebbe in tal caso dovuto interessare un intero gruppo di utenti e non solo un telefono isolato;
– le telefonate senza risposta difficilmente potevano derivare da sovraccarichi di linea essendo state riscontrate in varie ore del giorno e in fasce non di punta, sicuramente poi non potevano derivare da guasti all’apparecchiatura installata esclusi dai rilievi eseguiti e difficilmente per le modalità riscontrate potevano essere riconducibili a chiamate per errore o scherzi;
– la percezione del tono occupato o l’assenza del tono di centrale dopo la chiusura di una telefonata poteva dipendere da una mancata tempestiva chiusura del telefono chiamante, ma anche dalla mancata chiusura del telefono da parte di chi sia all’ascolto in una postazione remota abusivamente collegata in parallelo per fini di intercettazione;
– gli squilli irregolari della suoneria derivano sicuramente da scariche di lieve intensità sulla linea telefonica, ma ben possono essere generati da componenti condensatori di altre apparecchiature elettroniche installate sulla stessa linea
Proprio sulla base di tali considerazioni il consulente ha concluso affermando che, dato il tipo di utenza installata e data la perfetta efficienza dell’impianto, risulta confermata l’ipotesi di una intercettazione telefonica realizzata in modo “empirico e rudimentale”, attraverso la creazione di un circuito di “parallelamento” e “deviazione” della linea su un terminale remoto, rappresentando siffatta intercettazione l’unica causa che avrebbe potuto spiegare simultaneamente tutte le anomalie evidenziate sull’utenza Fiore-Borsellino nel periodo indicato.
Al riguardo va osservato che le deduzioni formulate in proposito dal consulente di parte ing. Vincenzo Guercio (v. verbale del 21-7-1998) appaiono assolutamente prive di pregio, in quanto il predetto consulente di parte si è limitato a prospettare improbabili cause tecniche che potrebbero giustificare singole anomalie isolatamente considerate (così è a dire ad esempio per i disturbi che potrebbe provocare l’ascensore del palazzo alimentato a 380 volts, trascurando il semplice fatto che ciò non spiega la transitorietà del fenomeno, l’assenza di analoghi disturbi sulle altre linee telefoniche dello stesso palazzo ed il fatto che i disturbi erano continui e non in relazione con il discontinuo funzionamento dell’ascensore; così è pure per l’ipotizzato uso di una segreteria telefonica collegata sulla linea di intercettazione, ipotesi questa che non è mai stata avanzata dal consulente del P.M. e che comunque non sposta i termini della questione) ed ha finito per concludere anch’egli in dibattimento che effettivamente una rudimentale intercettazione telefonica attraverso una derivazione avrebbe potuto provocare tutti i disturbi e le anomalie di funzionamento segnalati dai componenti della famiglia Fiore-Borsellino.