Filca Reggio Calabria: insieme al PSF per la Legalitá

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Antonino Botta Segretario Generale Filca Reggio Calabria

 

Dalla RELAZIONE al CONGRESSO FILCA REGGIO CALABRIA

(…) Le violazioni delle norme contrattuali, gli attacchi della criminalità organizzata, svegliano la voglia di continuare a crescere culturalmente per dire No ad ogni forma di illegalità.
In questa direzione, in questo percorso di formazione che per alcuni aspetti Noi come Associazione Sindacale, rappresentanti della FILCA CISL, vediamo la continuazione di ciò che si propone e che dovrebbe promuovere la scuola.
In questi ultimi anni, la questione della legalità e la cultura per affermarla è diventata parte importante dell’agenda formativa del nostro Sindacato, tantè che nel portare avanti un lavoro indispensabile di lotta alla mafia si è pensato bene di promuovere il “Progetto San Francesco”, nato come contributo alla promozione della cultura della legalità nei luoghi di lavoro, negli uffici, nelle fabbriche e nella società.
Il Sindacato, la FILCA CISL, vuole , fra le altre cose che questo progetto sia un omaggio all’opera di progresso civile portata avanti in occasione del sessantesimo anniversario della fondazione della CONFEDERAZIONE ITALIANA SINDACATI DEI LAVORATORI.
Sul punto, ritengo doveroso ricordare che il “Progetto San Francesco”, è dedicato in prima linea alla memoria di Nino Caponnetto, per l’insegnamento civile, il lavoro giudiziario e l’intuizione sociale, ovvero per aver visto nella mafia “il” problema e non “un” problema nazionale.

Questo progetto, nasce soprattutto dopo un’attenta constatazione che ha portato a delle conclusioni drastiche e cioè che il problema della criminalità , ormai da anni cominciava ad apparire anche sulle scene della vita quotidiana del Nord Italia, sebbene operava a volte nel silenzio.
Il “Progetto San Francesco” è un percorso importante, un appuntamento per scoprire noi stessi, per costruire insieme una realtà che manca, quella governata dal rispetto verso la persona umana, che nasce da un profondo senso di giustizia.
Dalla Lombardia alla Sicilia sono state coinvolte tante province d’Italia, con una serie di appuntamenti e conferenze sociali territoriali coi Prefetti, i Questori, i Comandanti dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, in seno alle quali oltre a soffermarsi sulle problematiche storiche e trovare soluzioni, puntualmente si è chiesto espressamente di sancire una legge di riforma sugli appalti pubblici, considerando sei punti fondamentali menzionati di seguito:
1°) Tracciabilità totale dei pagamenti, con un conto corrente unico per l’intera opera;
2°) Dichiarazione d’anticipo dei subappalti e dei fornitori;
3°) Certificazione antimafia obbligatoria per tutte le imprese e i lavoratori coinvolti nell’opera pubblica o di interesse pubblico;
4°) Recupero nei subappalti dei lavoratori licenziati da un’impresa coinvolta in un’indagine antimafia;

5°) Inserimento del criterio determinante di “offerta vantaggiosa” nel capitolato di gara d’appalto;
6°) Dichiarazione d’anticipo degli interventi di responsabilità sociale per le imprese in gara.
In questo cammino, vogliamo ricordare che :
– vivere la legalità è vivere la libertà;
– vivere la legalità è vivere il valore della regola;
– vivere la legalità è credere nelle istituzioni e crescere nella partecipazione democratica;
– vivere la legalità significa non barattare diritti con favori.