CRIPTOFONINI, BITCOIN E DARK WEB, i nuovi boss mafiosi trafficano così

Immateriale, ma decisamente reale. La nuova minaccia informativa passa per “attacchi informatici, le frodi online, estorsioni ransomware e altre attività illecite online”.
La denuncia è del neo procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, che sull’Avvenire dell’8 novembre anticipa alcuni contenuti del suo ultimo libro: “Le mafie s
ono attente anche alle dinamiche del dark web, la parte nascosta e non indicizzata del web dove durante la pandemia sono prosperate le attività illegali e da alcuni anni utilizzano anche le criptovalute”.
Diverse indagini mostrano come le ‘ndrine calabresi, per esempio, abbiano “assunto hacker tedeschi, scesi in Calabria per agire insieme ai boss” e altri della Romania, impegnati nel “phishing” (la pesca fraudolenta di dati personali e bancari) per conto delle cosche.
Il digitale ha riacceso la corsa tra le singole mafie, in cui “la ’ndrangheta sembra essere un passo avanti rispetto alle altre nella gestione di criptovalute e attività illegali online.
La camorra è più coinvolta nei social media, un mondo che viene continuamente esplorato anche da mafiosi, ‘ndranghetisti ed esponenti dei clan del Gargano”.

 

 

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