âRicordo che ricevetti al ministero della Giustizia un plico che conteneva la sintesi dellâindagine del Ros di Palermo sugli appalti, inviato dal procuratore Giammanco, per sapere come doveva comportarsi.
E Falcone, con cui ci davamo del tu, mi disse: âNon aprirlo neanche, ti metti nei guaiâ.
Conteneva lâindagine su cui Falcone aveva chiesto come proseguire al procuratore capo. Era una follia che un procuratore inviasse al ministro gli atti di unâindagine per sapere come comportarsiâ.
Lâex ministro della Giustizia Claudio Martelli ripercorre i mesi convulsi del 1992 durante lâaudizione alla commissione antimafia della Regione Siciliana sulla strage di via DâAmelio.âSono ancora turbato oggi se penso a ciò che è stato omesso di fare da tutte le autoritĂ dello Stato in quel di Palermo nonostante le segnalazioni ricevute ripetutamente da me e dai miei uffici, in ordine a una particolare tutela e sorveglianza che doveva essere messa in atto a protezione del dottore Borsellinoâ. Martelli dice senza mezzi termini: âRitenevamo che Borsellino fosse certamente il nuovo bersaglio della mafia dopo lâassassinio di Falcone, che io non ho mai smesso di imputare allâottenimento delle sentenze di condanna a numerosi ergastoli per la la cupola mafiosa, ma anche allâimminenza molto probabile della sua nomina a procuratore nazionale antimafia nonostante lâopinione diversa del Csm che peraltro avevo respintoâ.
Lâex ministro della Giustizia ribadisce che la mancata sorveglianza davanti casa dellâabitazione della madre di Borsellino, in via DâAmelio âfu inammissibile e inaccettabile, prova di colpevole incuria o di qualcosa di peggioâ.
Martelli non vede però una âtrattativa fra Stato e mafiaâ dietro le bombe del 1992.
E Falcone, con cui ci davamo del tu, mi disse: âNon aprirlo neanche, ti metti nei guaiâ.
Conteneva lâindagine su cui Falcone aveva chiesto come proseguire al procuratore capo. Era una follia che un procuratore inviasse al ministro gli atti di unâindagine per sapere come comportarsiâ.
Lâex ministro della Giustizia Claudio Martelli ripercorre i mesi convulsi del 1992 durante lâaudizione alla commissione antimafia della Regione Siciliana sulla strage di via DâAmelio.âSono ancora turbato oggi se penso a ciò che è stato omesso di fare da tutte le autoritĂ dello Stato in quel di Palermo nonostante le segnalazioni ricevute ripetutamente da me e dai miei uffici, in ordine a una particolare tutela e sorveglianza che doveva essere messa in atto a protezione del dottore Borsellinoâ. Martelli dice senza mezzi termini: âRitenevamo che Borsellino fosse certamente il nuovo bersaglio della mafia dopo lâassassinio di Falcone, che io non ho mai smesso di imputare allâottenimento delle sentenze di condanna a numerosi ergastoli per la la cupola mafiosa, ma anche allâimminenza molto probabile della sua nomina a procuratore nazionale antimafia nonostante lâopinione diversa del Csm che peraltro avevo respintoâ.
Lâex ministro della Giustizia ribadisce che la mancata sorveglianza davanti casa dellâabitazione della madre di Borsellino, in via DâAmelio âfu inammissibile e inaccettabile, prova di colpevole incuria o di qualcosa di peggioâ.
Martelli non vede però una âtrattativa fra Stato e mafiaâ dietro le bombe del 1992.
âCredo che le iniziative stragiste di Cosa nostra non rientrino in un piano di destabilizzazione politica dello Stato, ma come tutti i piani della mafia riguardano interessi privatiâ.
E ancora: âConso, a chi gli domandava del perchè avesse revocato il 41 bis per centinaia di mafiosi, rispondeva âvolevamo dare un segnale di disponibilitĂ allâala moderata di Cosa nostra ai fini di evitare ulteriori stragĂŹâ. Io non capisco allora perchè poi ci sia arrovellati su processi quando la veritĂ era lĂŹ spiattellata: si è pensato di dare una segnale di disponibilitĂ , di fare delle concessioni. Ho sempre pensato a un cedimento dello Stato, ma non a una trattativaâ.
E ancora: âConso, a chi gli domandava del perchè avesse revocato il 41 bis per centinaia di mafiosi, rispondeva âvolevamo dare un segnale di disponibilitĂ allâala moderata di Cosa nostra ai fini di evitare ulteriori stragĂŹâ. Io non capisco allora perchè poi ci sia arrovellati su processi quando la veritĂ era lĂŹ spiattellata: si è pensato di dare una segnale di disponibilitĂ , di fare delle concessioni. Ho sempre pensato a un cedimento dello Stato, ma non a una trattativaâ.
12 Maggio 2021 LA REPUBBLICA
Il Rapporto âMafia&Appaltiâ e lâeliminazione del dottor Paolo Borsellino