Lombardia: «Le grandi opere tutte infiltrate dalla mafia»

 

La denuncia arriva dalla Commissione antimafia del Parlamento Europeo: «Non esiste un solo grande cantiere pubblico lombardo che non abbia problemi di criminalità e che non sia stato oggetto di un provvedimento di interdizione da parte della mafia”.

 Tra le opere “infiltrate” i primi cantieri legati ad Expo, Brebemi, Tav e Pedemontana. Un vero e proprio bollettino di guerra quello emerso dalle audizioni della Commissione europea con i vertici della Procura e delle forze dell’ordine. Secondo i dati forniti sono oltre 140 i provvedimenti interdittivi e di esclusione di imprese dai principali cantieri pubblici lombardi.

 In alcuni settori come la movimentazione di terra «c’è di fatto un monopolio di certe aziende che operano nella zona grigia dell’economia». Imprese quasi sempre legate alla ‘ndrangheta calabrese, mafia ormai egemone in Lombardia. La Provincia 30.10.2012


  «In Lombardia tutte le grandi opere  sono state infiltrate dalla mafia» In un anno interdette oltre 140 imprese. «Cantieri Expo, Brebemi, Tav, Pedemontana e nuova linea M5»

Relazione del Parlamento europeo sulla ‘ndrangheta «In Lombardia tutte le grandi opere  sono state infiltrate dalla mafia»

In un anno interdette oltre 140 imprese. «Cantieri Expo, Brebemi, Tav, Pedemontana e nuova linea M5»

MILANO – «Non esiste un solo grande cantiere pubblico lombardo che non abbia problemi di criminalità e che non sia stato oggetto di un provvedimento di interdizione da parte dell’Antimafia». Fotografano una situazione che per anni in molti hanno finto di non vedere le conclusioni della commissione Antimafia del Parlamento europeo dopo una giornata di audizioni a Milano. Tra le opere «infiltrate» i primi cantieri legati a Expo, Brebemi, Tav, Pedemontana, la nuova metropolitana 5, i lavori all’Ospedale San Paolo e la Ss42 a Bergamo. Un vero e proprio bollettino di guerra quello emerso dalle audizioni della Commissione guidata dall’italiana Sonia Alfano con i vertici della Procura e delle forze dell’ordine.

Secondo i dati forniti dall’Antimafia sono oltre 140 i provvedimenti interdittivi e di esclusione di imprese dai principali cantieri pubblici lombardi. Come hanno sottolineato il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, il capo della Direzione investigativa antimafia Alfonso Di Vito, il comandante della Guardia di Finanza Francesco Greco ed il questore Luigi Savina, in alcuni settori come la movimentazione di terra, «c’è di fatto un monopolio di certe aziende che operano nella zona grigia dell’economia». Imprese quasi sempre legate alla ‘ndrangheta calabrese, mafia ormai egemone in Lombardia. Ascoltati dalla commissione europea anche il presidente del comitato comunale Antimafia Nando Dalla Chiesa, il delegato del sindaco per il tavolo di coordinamento per l’Expo Giovanni Maria Flick e l’attore e consigliere regionale di Sel Giulio Cavalli.

«Lo scenario è molto inquietante – ha commentato Rita Borsellino, eurodeputata pd e membro della commissione Antimafia a Bruxelles -. La presenza della ‘ndrangheta a Milano non è una novità. La novità di oggi è l’emergere di infiltrazioni di queste dimensioni nel mondo economico e politico». Sul tavolo anche la questione dell’infiltrazione nel tessuto amministrativo lombardo: «Positiva in questo senso l’esperienza della commissione comunale Antimafia di Palazzo Marino guidata da David Gentili­- ha proseguito la sorella del magistrato ucciso in via D’Amelio -. In questo senso intendiamo esportarla anche a livello europeo mettendo a disposizione di tutti i Paesi quest’esperienza».

A Giulio Cavalli, che da anni vive sotto scorta dopo aver ricevuto minacce mafiose, è toccato affrontare il problema dell’infiltrazione nella politica lombarda e le conseguenze dell’inchiesta sul caso Zambetti. Oggi la Commissione sarà a Palermo, domani a Roma dove incontrerà il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, il capo dei Ros Mario Parente e i rappresentanti di Banca d’Italia. «Finalmente qualcosa si muove – conclude Rita Borsellino -. La lotta alle mafie non è solo un problema italiano ma europeo».

Cesare Giuzzi Corriere della Sera