Design antimafie – I tavoli nella tempesta. I giovani e studenti dell’Istituto d’Arte Fausto Melotti hanno progettato alcuni modelli di tavoli da conferenze

 

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 Occorre tanta ostinazione per fare l’insegnante in Italia. Ci vuole sacrificio, grande autostima per non mandare a quel paese la catena di ministri dell’Istruzione che per esistere per un giorno devono fare una riforma intitolata a se stessi. Serve amore per la cultura anche per essere pessimi insegnanti ma ottimi docenti. Poi accade il miracolo, più volte ripetuto in questo Paese, ovvero scegliere di essere docenti che prendono a calci il portone di ingresso dell’istituto per fare entrare il mondo. 

Nel vento del mondo ci sono molte storie, scriveva William Butler Yeats, tra queste quella di Don Pino Puglisi, prete palermitano ammazzato con un colpo di pistola alla nuca. 

Da questa storia, di un prete di Brancaccio oggi diventato Beato, si sono intersecate altre vicende, come in un percorso ad ostacoli. Per riposare e meditare sulle cose di guerra tra Stato e mafia, sui piccoli passi, sulle resistenze, sulle ipocrisie, sulle fragilità e sull’inventiva politica che ha contraddistinto il medagliere nero e oro delle diverse battaglie, i giovani e studenti “del Melotti” hanno scelto il porto del design. Un riparo non proprio tranquillo, soprattutto in Brianza, con questa crisi tremenda del settore produttivo del legno e arredo. Ma “siam brianzoli d’alto mare”, quindi la forza del territorio e della tradizione è venuta fuori. Hanno disegnato, a loro spese realizzato, i modelli pronti per andare in produzione del tavolo per conferenze “donpino”, primo esempio di arredamento antimafia. 

Nella tempesta del qualunquismo e della disoccupazione questi modellini sono stati e rappresentano le zattere cui aggrapparsi, la navicella che ha preso il vento del mondo, nonostante le resistenze di chi non vuole aprire la propria visione e adattarla a questi tempi bui. Una visione che vince attraverso il coraggio, la creatività, la capacità e il merito di non stare nell’angolo più buio dove aspettare il vincitore da omaggiare. Questi giovani sono bravi perché sanno che faticheranno a diventare operai, architetti, designer, piloti di deltaplani o astronauti, però hanno messo al servizio del territorio la loro lucida follia creativa, proseguendo lo spirito di impresa che ha reso unico questo pezzo di Lombardia. Se la vita è altrove, la crisi non finisce, non ci sono più le mezze stagioni, i giovani di oggi non sono come noi alla loro età, non fa niente, loro oggi hanno vinto e la mafia ha perso.

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