FIAMMETTA BORSELLINO – Rassegna Stampa Dicembre 2021

20.12.2021 – FIAMMETTA BORSELLINO : Il comportamento dell’attuale Csm “sulla stagione delle stragi del ’92” è stato “omissivo”. E’ la denuncia di Fiammetta Borsellino che a Palermo, nel corso del convegno ‘Ricostruire l’Antimafia’, alla presenza del Presidente dell’Antimafia all’Ars Claudio Fava e della ex Presidente dell’Antimafia nazionale Rosi Bindi, ha detto: “Devo ringraziare la commissione regionale Antimafia perché ha dato uno sguardo molto attento a quello che è stata la terribile stagione delle stragi del ’92 e, in particolare, su quella di via d’Amelio. Sarebbe stato auspicabile che a questo lavoro, tuttavia, fosse seguita un’attività di indagine investigativa e di approfondimento da parte del Consiglio superiore della magistratura, ma il comportamento omissivo di questo organo in tal senso è un dato di fatto e non una mia opinione”. Il lavoro della Commissione, per Fiammetta Borsellino, “si è concluso con due relazioni: una sul più grande depistaggio nonché sul più grave errore giudiziario del nostro Paese, e una seconda sul terribile clima all’interno della Procura di Palermo retta da Pietro Giammanco, peraltro mai sentito dalla magistratura e su tutti i soggetti esterni a Cosa nostra parimenti interessati alle stragi”. ADNKRONOS


20.12.2021 – Fiammetta Borsellino: «L’attuale Csm omissivo sulle stragi del 1992»  Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato ucciso da Cosa Nostra, accusa l’attuale Consiglio Superiore della Magistratura. «Si faccia una vera indagine» Il comportamento dell’attuale Csm «sulla stagione delle stragi del ’92» è stato «omissivo». È la denuncia di Fiammetta Borsellino che a Palermo, nel corso del convegno “Ricostruire l’Antimafia”, alla presenza del Presidente dell’Antimafia all’Ars Claudio Fava e della ex Presidente dell’Antimafia nazionale Rosy Bindi, ha detto: «Devo ringraziare la commissione regionale Antimafia perché ha dato uno sguardo molto attento a quello che è stata la terribile stagione delle stragi del ’92 e, in particolare, su quella di via d’Amelio. Sarebbe stato auspicabile che a questo lavoro, tuttavia, fosse seguita un’attività di indagine investigativa e di approfondimento da parte del Consiglio superiore della magistratura, ma il comportamento omissivo di questo organo in tal senso è un dato di fatto e non una mia opinione». Il lavoro della Commissione, per Fiammetta Borsellino, «si è concluso con due relazioni: una sul più grande depistaggio nonché sul più grave errore giudiziario del nostro Paese, e una seconda sul terribile clima all’interno della Procura di Palermo retta da Pietro Giammanco, peraltro mai sentito dalla magistratura e su tutti i soggetti esterni a Cosa nostra parimenti interessati alle stragi». IL DUBBIO


20.12.2021 – Antimafia, Fava: “La parola oggi non basta, servono i fatti”  Quello che c’è da ripensare a trent’anni dalle stragi. La prima uscita pubblica di Claudio Fava dopo aver strigliato gli alleati è in grande stile: una conferenza a Palazzo Steri sui temi della mafia e dell’antimafia. Tra i relatori Fava schiera l’ex presidente della commissione nazionale antimafia Rosi Bindi, Fiammetta Borsellino, Monsignor Pennisi arcivescovo di Monreale, ex procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro e Pietrangelo Buttafuoco (in diretta streaming). Assente giustificato: Walter Veltroni (a causa di un problema di salute). In platea il procuratore Franco Lo Voi e buona parte della deputazione regionale del M5S.  Trent’anni dopo le stragi, mafia e antimafia vanno ripensate: questo il filo conduttore dell’incontro. Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè porta i saluti e palude all’operato di Fava. “Un ripensamento dell’antimafia almeno rispetto alla commissione lo abbiamo fatto. L’attuale Commissione è la migliore di sempre (si è creato un buon rapporto tra me e Fava che pure siamo lontanissimi da tanti punti di vista) ha lavorato tanto senza fare sconti a nessuno”, dice Miccichè che non lesina critiche a una certa antimafia che aveva obiettivi di tipo personalistico che viveva dello scontro continuo. Un’altra epoca. Archiviata. L’arcivescovo Pennisi mette in guardia dalla mafia che cambia volto ma non perde mordente. “La struttura militare della mafia indebolita non deve fare pensare che sia meno forte, ma ha cambiato pelle è più difficile da individuare ma non è meno pericolosa per lo Stato, per la società e per la Chiesa”, spiega Monsignore Pennisi citando a più riprese l’inascoltata lezione di Sturzo. La Chiesa deve educare i giovani: questa la stella polare del lavoro da portare avanti sulla scorta delle parole di Gesualdo Bufalino: “Per sconfiggere la mafia serve un esercito di maestri elementari”. Buttafuoco, in collegamento, non risparmia stoccate al vecchio corso della “mafia dell’antimafia”. E mette i puntini sulle i. “Il termine antimafia ha avuto un uso malevolo nell’ultimo periodo, l’uso strumentale dell’antimafia è cosa diversa dalla lotta alla mafia”, spiega ripercorrendo le vicende che hanno macchiato la nobiltà propria di chi ha combattuto in prima linea. 

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20.12.2021 – Il monito di Fiammetta Borsellino: “L’antimafia non può essere trampolino di lancio per facili carriere”  La figlia del magistrato Paolo, ucciso nella strage di via D’Amelio, è intervenuta al convegno “Ripensare la mafia – Ricostruire l’antimafia”  “L’antimafia non può non essere disinteressata, non può mirare al potere e non può diventare essa stessa potere”. Lo ha detto Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato Paolo ucciso nella strage di via D’Amelio, nel corso del convegno “Ripensare la mafia – Ricostruire l’antimafia”, in corso allo Steri. “Quando l’antimafia diventa potere il suo campo di azione viene fortemente vincolato e circoscritto – ha aggiunto Fiammetta Borsellino – e questo non deve assolutamente accadere”. Secondo la figlia di Paolo Borsellino, che nel suo intervento ha citato i casi della ex presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo Silvana Saguto e dell’ex presidente di Confindustria Sicilia Calogero Montante, “l’antimafia non può essere il trampolino di lancio per facili carriere, non può essere orientata ad abusi o a rendite di posizione”.  PALERMO TODAY


20.12.2021 – Borsellino: la denuncia della figlia Fiammetta, ‘da Csm comportamento omissivo’   Il comportamento dell’attuale Csm “sulla stagione delle stragi del ’92” è stato “omissivo”. E’ la denuncia di Fiammetta Borsellino che a Palermo, nel corso del convegno ‘Ricostruire l’Antimafia’, alla presenza del Presidente dell’Antimafia all’Ars Claudio Fava e della ex Presidente dell’Antimafia nazionale Rosi Bindi, ha detto: “Devo ringraziare la commissione regionale Antimafia perché ha dato uno sguardo molto attento a quello che è stata la terribile stagione delle stragi del ’92 e, in particolare, su quella di via d’Amelio. Sarebbe stato auspicabile che a questo lavoro, tuttavia, fosse seguita un’attività di indagine investigativa e di approfondimento da parte del Consiglio superiore della magistratura, ma il comportamento omissivo di questo organo in tal senso è un dato di fatto e non una mia opinione”. Il lavoro della Commissione, per Fiammetta Borsellino, “si è concluso con due relazioni: una sul più grande depistaggio nonché sul più grave errore giudiziario del nostro Paese, e una seconda sul terribile clima all’interno della Procura di Palermo retta da Pietro Giammanco, peraltro mai sentito dalla magistratura e su tutti i soggetti esterni a Cosa nostra parimenti interessati alle stragi“. IL MESSAGGERO


20.12.2021 – Il comportamento dell’attuale Csm “sulla stagione delle stragi del ’92” è stato “omissivo”. E’ la denuncia di Fiammetta Borsellino che a Palermo, nel corso del convegno ‘Ricostruire l’Antimafia’, alla presenza del Presidente dell’Antimafia all’Ars Claudio Fava e della ex Presidente dell’Antimafia nazionale Rosi Bindi, ha detto: “Devo ringraziare la commissione regionale Antimafia perché ha dato uno sguardo molto attento a quello che è stata la terribile stagione delle stragi del ’92 e, in particolare, su quella di via d’Amelio. Sarebbe stato auspicabile che a questo lavoro, tuttavia, fosse seguita un’attività di indagine investigativa e di approfondimento da parte del Consiglio superiore della magistratura, ma il comportamento omissivo di questo organo in tal senso è un dato di fatto e non una mia opinione”. Il lavoro della Commissione, per Fiammetta Borsellino, “si è concluso con due relazioni: una sul più grande depistaggio nonché sul più grave errore giudiziario del nostro Paese, e una seconda sul terribile clima all’interno della Procura di Palermo retta da Pietro Giammanco, peraltro mai sentito dalla magistratura e su tutti i soggetti esterni a Cosa nostra parimenti interessati alle stragi”. IL TEMPO


17.12.2021 – “Ripensare la mafia e ricostruire l’antimafia” 20 dicembre 2021 ore 18.00. “Ripensare la mafia e ricostruire l’antimafia” 20 dicembre 2021 ore 18.00. Presso il Rettorato dell’Università di Palermo nella la Sala delle Capriate, il 20 dicembre 2021, avrà luogo un dibattito e confronto fra le  istituzioni e i rappresentanti del movimento antimafia che ha quale titolo “Ripensare la mafia e ricostruire l’antimafia”, organizzato dalla Commissione Regionale contro la mafia e la corruzione. L’incontro sarà introdotto dai saluti del Presidente ARS Gianfranco Micciché e del Rettore Massimi Midiri e sarà moderato dalla giornalista Elvira Terranova. Parteciperanno l’ex Presidentessa della Commissione Antimafia nazionale Rosi Bindi, Fiammetta Borsellino, Pietrangelo Buttafuoco, mons. Michele Pennissi, Armando Spataro e Walter Veltroni. Le conclusioni saranno del Presidente della Commissione Antimafia Regionale Claudio Fava. Per il rispetto delle attuali norme di contenimento covid-19, sarà necessario prenotare la partecipazione scrivendo alla Commissione all’indirizzo. IL MODERATORE


15.12.2021 FIAMMETTA Borsellino e Trieste – Servizio TGR Friuli VG


16.11.2021 – Fiammetta Borsellino in Comune: «Educare i giovani alla legalità». La figlia del magistrato ucciso dalla mafia interverrà oggi alla Caprin  – Luigi Putignano 16 Dicembre 2021 l’incontro «Avevo 19 anni quando è morto mio padre ma è come se avessi trascorso una vita intera con lui per quanto mi ha insegnato». Lo ha ricordato ieri pomeriggio, ospite del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza che l’ha ricevuta nel Salotto azzurro, Fiammetta Borsellino, figlia minore del magistrato Paolo Borsellino, tragicamente scomparso nell’attentato di via d’Amelio del 19 luglio 1992, ucciso dalla mafia, assieme a cinque uomini della sua scorta, tra cui il muggesano Eddie Walter Cosina.  La Borsellino è a Trieste grazie all’interessamento della professoressa della scuola media inferiore “Caprin” di Valmaura, Amelia Esposito, che ha fortemente voluto la sua presenza, sobbarcandosi anche il costo del biglietto aereo, affinché portasse la sua testimonianza ai ragazzi della scuola. E infatti stamattina saranno all’istituto scolastico di Valmaura per una lezione sull’educazione alla legalità.  Le due donne sono state accompagnate e presentate al primo cittadino di Trieste dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Marcelo Medau. «Se c’è un posto sicuro per i ragazzi quello è la scuola, la mafia non è un fenomeno isolato e parlarne significa far conoscere un fenomeno insito in vari ambiti della nostra società», ha rimarcato la Borsellino ieri pomeriggio mentre discorreva con Dipiazza e con il presidente del Consiglio comunale Francesco Di Paola Panteca.   «È giusto – ha proseguito – educare i ragazzi all’acquisizione di valori e principi che sono importantissimi per la vita e per il futuro di un Paese civile». Laureata in Giurisprudenza, prima di dedicarsi interamente alla sua attività di sensibilizzazione e condivisione della propria esperienza personale, è stata dirigente all’interno della pubblica amministrazione nel Comune di Palermo, occupandosi dell’attivazione di servizi per tutte le fasce deboli. — IL PICCOLO


15.12.2021 – “La paura é umana combattetela con coraggio”Sulle sedie messaggi di legalità e impegno civile, alle pareti ritratti dei magistrati simbolo della lotta alla mafia. Così i ragazzi hanno arricchito l’aula magna per dare il benvenuto a Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo Borsellino vittima di Cosa nostra nell’attentato di via d’Amelio di 30 anni fa.   Alla scuola secondaria di primo grado Caprin di Trieste una lezione di legalità perché “le mafie – ha detto Fiammetta ai giovani – si nutrono e vanno avanti per il consenso giovanile”. Aveva solo 19 anni quando il padre venne assassinato, e per lei così minuta all’aspetto ma determinata di fatto, la testimonianza é diventata missione di vita. A invitarla a Trieste la docente di lettere Amelia Esposito che ha voluto l’evento in presenza per i suoi ragazzi 25 in aula altrettanti collegati on line giovanissimi di appena 14, 15 anni   E nell’occasione della visita, una talea prelevata dal famoso ficus di Giovanni Falcone, la pianta che cresce a Palermo nei pressi dell’abitazione del giudice assassinato, é stata consegnata a Muggia alla famiglia dell’agente triestino Eddie Walter Cosína, uno dei 5 uomini della scorta di Paolo Borsellino assassinato a Palermo. RAI TGR FRIULI


14 dicembre 2021 – FIAMMETTA BORSELLINO, figlia del magistrato Paolo, ricevuta Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza. Il Sindaco Roberto Dipiazza ha ricevuto oggi in Municipio Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato Paolo Borsellino, tragicamente scomparso nell’attentato di via d’Amelio del 19 luglio 1992, ucciso dalla Mafia, assieme a cinque uomini della sua scorta, tra cui il triestino Eddie Walter Cosina. La signora Fiammetta, che era accompagnata dal Consigliere comunale Marcelo Medau, si trova a Trieste in questi giorni per una lezione sulla mafia che terrà domani mattina, 15 dicembre, alla scuola Caprin.  Nel corso dell’incontro, il Sindaco Dipiazza, che era affiancato dal presidente del Consiglio comunale Francesco Di Paola Panteca, ricordando Paolo Borsellino e la strage di via D’Amelio, ha lodato l’impegno costante della signora Fiammetta nel portare la sua testimonianza nelle scuole, tra i giovani, per il contrasto alla mafia: “E’ giusto educare i ragazzi all’acquisizione di valori e principi che sono importantissimi per la vita e per il futuro di un paese civile – ha sottolineato -. “Se c’è un posto sicuro per i ragazzi quello è la scuola – ha ribadito Fiammetta Borsellino -, la mafia non è un fenomeno isolato e parlarne significa far conoscere un fenomeno insito in vari ambiti della nostra società. Avevo 19 anni quando è morto mio padre – ha aggiunto – ma è come se avessi trascorso una vita intera con lui per quanto mi ha insegnato”. Laureata in giurisprudenza, Fiammetta è la figlia più piccola di Borsellino. Prima di dedicarsi interamente alla sua attività di sensibilizzazione e condivisione della propria esperienza personale, è stata dirigente all’interno della pubblica amministrazione nel Comune di Palermo, occupandosi dell’attivazione di servizi per tutte le fasce deboli. Marcelo Medau ha dichiarato: “Per me  è stato un privilegio nonché un onore conoscere la signora Fiammetta Borsellino, un ringraziamento al sindaco che ha voluto incontrarla nel salotto azzurro. Mi sono fatto promotore istituzionale della sua visita qui a Trieste, ne vado fiero ed orgoglioso, il tutto grazie all’ ottima professoressa Amelia della scuola Caprin, è riuscita ad organizzare un incontro tra i suoi alunni e la signora Fiammetta, un momento unico, che rimarrà ben impressa nella mente della scolaresca per tutta la vita.Mi sento di ringraziare questa professoressa che, in un momento così particolare è riuscita a portare nella sua scuola una persona così speciale come la signora Borsellino,  grazie” TRIESTE CAFE


14.12.2021 – Mafia: figlia Borsellino, posto sicuro per ragazzi è scuola. “Se c’è un posto sicuro per i ragazzi quello è la scuola, la mafia non è un fenomeno isolato e parlarne significa far conoscere un fenomeno insito in vari ambiti della nostra società”. Lo ha detto la figlia del giudice Paolo Borsellino, Fiammetta, durante un incontro, oggi a Trieste, con il sindaco Roberto Dipiazza.Borsellino è arrivata nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia per una lezione sull’educazione alla legalità in programma domani alla scuola Giuseppe Caprin. “Avevo 19 anni quando è morto mio padre – ha aggiunto – ma è come se avessi trascorso una vita intera con lui per quanto mi ha insegnato”. Dipiazza, ricordando Paolo Borsellino e la strage di via D’Amelio, in cui morirono anche cinque uomini della scorta, tra cui il triestino Eddie Walter Cosina, ha lodato l’impegno costante della figlia nel portare la sua testimonianza nelle scuole, tra i giovani, per il contrasto alla mafia. “E’ giusto – ha sottolineato – educare i ragazzi all’acquisizione di valori e principi che sono importantissimi per la vita e per il futuro di un paese civile”. (ANSA).   SKY TG 24 


3 DICEMBRE 2021 – E’ stato piantato l’olivo che unirà simbolicamente Verona e Palermo nella lotta contro la criminalità organizzata.  Questa mattina, presso le scuole medie Verdi, Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato ucciso dalla mafia nel 1992, circondata dagli studenti, ha assistito alla piantumazione dell’ “olivo di via D’Amelio” a Verona. L’Istituto comprensivo 19 di via Cilea, in Borgo Santa Croce, ha definito l’evento una “perla” di legalità. Un percorso di cittadinanza tra passato, presente e futuro, portato avanti mano nella mano con l’Amministrazione comunale, che ha donato l’albero da frutto, simbolo di pace e giustizia. A mettere l’ultimo strato di terra, il sindaco Federico Sboarina. Presenti anche gli assessori all’Istruzione Maria Daniela Maellare, ai Giardini Marco Padovani e i consiglieri comunali Roberto Simeoni, delegato all’Anticorruzione, e Thomas La Perna. Oltre alla dirigente scolastica Daniela Miceli e a Roberta Spallone, responsabile dei Percorsi di legalità dell’Ufficio Scolastico provinciale. “Ci sono avvenimenti che rimangono per sempre impressi nella nostra memoria – ha detto Sboarina -. Quando ebbi la notizia della morte di Borsellino ero al mare, in vacanza, guardavo il Tour de France. Era una giornata spensierata che, all’improvviso, divenne buia. A quel tempo la mafia sembrava una cosa lontana da Verona, anche se era solo frutto di un preconcetto legarla ad alcuni territori. Oggi siamo consapevoli, invece, che è anche tra di noi. Spesso invisibile o perpetrata da persone che all’apparenza sembrano per bene. Viviamo in un territorio ricco, che attrae affari, e quindi anche la criminalità organizzata. Ma ognuno di noi ha la possibilità di scegliere da che parte stare. Se fare il bene o il male, per noi e la nostra comunità. Voi giovani sarete i protagonisti di domani, qui in mezzo potrebbe esserci il futuro sindaco di Verona. È a voi, allora, che chiediamo di mettere a frutto la testimonianza di oggi, di essere ambasciatori di legalità. Vorrei che questa mattinata si imprimesse nella vostra memoria. Così come l’incontro con questa donna, che da anni porta avanti con grande responsabilità un’eredità enorme”.  Fiammetta Borsellino ha commentato: “Qualche giorno dopo l’attentato che uccise mio padre, mia nonna decise di farsi portare da Gerusalemme un olivo. E di farlo piantare dove l’esplosione dell’autobomba aveva formato un vero e proprio cratere. Tutti erano contrari, i tecnici del Comune dicevano che non sarebbe mai sopravvissuto, che non c’era il terreno adatto. Ma lei lo volle fermamente. Oggi, dopo quasi 30 anni, quella pianta è rigogliosa e fruttifera, ogni anno a luglio vengono distribuite le olive ‘cunzate’ prodotte dall’albero. È l’esempio a fare la differenza. Quello di ciascuno di noi e delle Istituzioni, che possono farvi crescere in maniera sana e forte”. L’ARENA


3 DICEMBRE 2021 – Un olivo per legare Verona a Palermo e alla lotta alla mafia La piantumazione dell’olivo insieme a Fiammetta Borsellino? Anche Verona ha il suo “olivo di via D’Amelio“. Ieri mattina, nel giardino delle scuole medie Verdi di Verona, Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato ucciso dalla mafia nel 1992, circondata dagli studenti, ha assistito alla piantumazione della pianta che unirà simbolicamente la nostra città con Palermo. E con la lotta alla criminalità organizzata. Una “perla” di legalità, come l’ha voluta definire l’Istituto comprensivo 19 di via Cilea, in Borgo Santa Croce.Un percorso di cittadinanza tra passato, presente e futuro, portato avanti mano nella mano con l’Amministrazione comunale, che ha donato l’albero da frutto, simbolo di pace e giustizia. A mettere l’ultimo strato di terra, il sindaco Federico Sboarina. Presenti anche gli assessori all’Istruzione Maria Daniela Maellare, ai Giardini Marco Padovani e i consiglieri comunali Roberto Simeoni, delegato all’Anticorruzione, e Thomas La Perna. Oltre alla dirigente scolastica Daniela Miceli e a Roberta Spallone, responsabile dei Percorsi di legalità dell’Ufficio Scolastico provinciale. «Ci sono avvenimenti che rimangono per sempre impressi nella nostra memoria – ha detto Sboarina -. Quando ebbi la notizia della morte di Borsellino ero al mare, in vacanza, guardavo il Tour de France. Era una giornata spensierata che, all’improvviso, divenne buia. A quel tempo la mafia sembrava una cosa lontana da Verona, anche se era solo frutto di un preconcetto legarla ad alcuni territori. Oggi siamo consapevoli, invece, che è anche tra di noi. Spesso invisibile o perpetrata da persone che all’apparenza sembrano per bene. Viviamo in un territorio ricco, che attrae affari, e quindi anche la criminalità organizzata. Ma ognuno di noi ha la possibilità di scegliere da che parte stare. Se fare il bene o il male, per noi e la nostra comunità. Voi giovani sarete i protagonisti di domani, qui in mezzo potrebbe esserci il futuro sindaco di Verona. È a voi, allora, che chiediamo di mettere a frutto la testimonianza di oggi, di essere ambasciatori di legalità. Vorrei che questa mattinata si imprimesse nella vostra memoria. Così come l’incontro con questa donna, che da anni porta avanti con grande responsabilità un’eredità enorme». «Qualche giorno dopo l’attentato che uccise mio padre, mia nonna decise di farsi portare da Gerusalemme un olivo – ha aggiunto Borsellino -. E di farlo piantare dove l’esplosione dell’autobomba aveva formato un vero e proprio cratere. Tutti erano contrari, i tecnici del Comune dicevano che non sarebbe mai sopravvissuto, che non c’era il terreno adatto. Ma lei lo volle fermamente. Oggi, dopo quasi 30 anni, quella pianta è rigogliosa e fruttifera, ogni anno a luglio vengono distribuite le olive “cunzate” prodotte dall’albero. È l’esempio a fare la differenza. Quello di ciascuno di noi e delle Istituzioni, che possono farvi crescere in maniera sana e forte». «La cura degli spazi non deve essere prioritaria solamente quando questi invecchiano, ma deve essere una attività quotidiana, affinchè acquisiscano valore – ha aggiunto la dirigente Miceli -. Ecco perché assieme agli studenti vogliamo piantare questo olivo nel nostro giardino, una perla di legalità».«Una bellissima occasione per i nostri ragazzi che, grazie all’impegno della scuola, possono toccare con mano il tema della legalità attraverso la testimonianza di Fiammetta Borsellino – ha sottolineato Maellare -. E acquisire consapevolezza nel diventare cittadini attivi e responsabili». «Un gesto simbolico ma importante per la nostra città – ha concluso Padovani -. Questa Amministrazione è impegnata alla lotta alla criminalità organizzata, così come alla riforestazione urbana. Oggi uniamo questi due obiettivi con un’ulteriore piantumazione, arrivando a quota 18mila nuove piante in quattro anni». DAILY VERONA


3 DICEMBRE  2021 – Un simbolo contro la criminalità organizzata Anche Verona ha il suo “olivo di via D’Amelio”. In questi giorni, nel giardino delle scuole medie Verdi, Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato ucciso dalla mafia nel 1992, circondata dagli studenti, ha assistito alla piantumazione della pianta che unirà simbolicamente la città con Palermo. E con la lotta alla criminalità organizzata. Una perla di legalità, come l’ha voluta definire l’Istituto comprensivo 19 di via Cilea, in Borgo Santa Croce. Un percorso di cittadinanza tra passato, presente e futuro, portato avanti mano nella mano con l’Amministrazione comunale, che ha donato l’albero da frutto, simbolo di pace e giustizia. “Qualche giorno dopo l’attentato che uccise mio padre, mia nonna decise di farsi portare da Gerusalemme un olivo – ha aggiunto Borsellino -. E di farlo piantare dove l’esplosione dell’autobomba aveva formato un vero e proprio cratere. Tutti erano contrari, i tecnici del Comune dicevano che non sarebbe mai sopravvissuto, che non c’era il terreno adatto. Ma lei lo volle fermamente. Oggi, dopo quasi 30 anni, quella pianta è rigogliosa e fruttifera, ogni anno a luglio vengono distribuite le olive ‘cunzate’ prodotte dall’albero. È l’esempio a fare la differenza. Quello di ciascuno di noi e delle Istituzioni, che possono farvi crescere in maniera sana e forte”. “La cura degli spazi non deve essere prioritaria solamente quando questi invecchiano, ma deve essere una attività quotidiana, affinchè acquisiscano valore – ha aggiunto la dirigente Miceli -. Ecco perché assieme agli studenti vogliamo piantare questo olivo nel nostro giardino, una perla di legalità”. RADIO PICO


2 DICEMBRE 2021 – Nel giardino di una scuola media di Verona piantato un “Ulivo di Via D’Amelio” Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato ucciso dalla mafia nel 1992, circondata dagli studenti della scuola secondaria Verdi ha assistito alla piantumazione dell’albero che unirà simbolicamente Verona a Palermo nella lotta alla criminalità organizzataAnche Verona ha il suo “Ulivo di Via D’Amelio”. Questa mattina, 2 dicembre, nel giardino delle scuole medie Verdi, Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato ucciso dalla mafia nel 1992, circondata dagli studenti, ha assistito alla piantumazione dell’albero che unirà simbolicamente Verona a Palermo nella lotta alla criminalità organizzata. A mettere l’ultimo strato di terra è stato il sindaco Federico Sbornia, accompagnato dagli assessori all’istruzione Maria Daniela Maellare, ai giardini Marco Padovani e dai consiglieri comunali Roberto Simeoni e Thomas La Perna. Presenti, inoltre, la dirigente scolastica Daniela Miceli e Roberta Spallone, responsabile dei “Percorsi di Legalità” dell’Ufficio scolastico provinciale.«Ci sono avvenimenti che rimangono per sempre impressi nella nostra memoria – ha detto Sboarina – Quando ebbi la notizia della morte di Borsellino ero al mare, in vacanza, guardavo il Tour de France. Era una giornata spensierata che, all’improvviso, divenne buia. A quel tempo la mafia sembrava una cosa lontana da Verona, anche se era solo frutto di un preconcetto legarla ad alcuni territori. Oggi siamo consapevoli, invece, che è anche tra di noi. Spesso invisibile o perpetrata da persone che all’apparenza sembrano per bene. Viviamo in un territorio ricco, che attrae affari, e quindi anche la criminalità organizzata. Ma ognuno di noi ha la possibilità di scegliere da che parte stare. Se fare il bene o il male, per noi e la nostra comunità. Voi giovani sarete i protagonisti di domani, qui in mezzo potrebbe esserci il futuro sindaco di Verona. È a voi, allora, che chiediamo di mettere a frutto la testimonianza di oggi, di essere ambasciatori di legalità. Vorrei che questa mattinata si imprimesse nella vostra memoria. Così come l’incontro con questa donna, che da anni porta avanti con grande responsabilità un’eredità enorme».
«Qualche giorno dopo l’attentato che uccise mio padre, mia nonna decise di farsi portare da Gerusalemme un ulivo – ha spiegato Borsellino – Lo ha fatto piantare dove l’esplosione dell’autobomba aveva formato un vero e proprio cratere. Tutti erano contrari, i tecnici del Comune dicevano che non sarebbe mai sopravvissuto, che non c’era il terreno adatto. Ma lei lo volle fermamente. Oggi, dopo quasi 30 anni, quella pianta è rigogliosa e fruttifera, ogni anno a luglio vengono distribuite le olive prodotte dall’albero. È l’esempio a fare la differenza. Quello di ciascuno di noi e delle istituzioni, che possono farvi crescere in maniera sana e forte».
«La cura degli spazi non deve essere prioritaria solamente quando questi invecchiano, ma deve essere una attività quotidiana, affinchè acquisiscano valore – ha aggiunto la dirigente Miceli – Ecco perché assieme agli studenti vogliamo piantare questo ulivo nel nostro giardino, una perla di legalità».
«Una bellissima occasione per i nostri ragazzi che, grazie all’impegno della scuola, possono toccare con mano il tema della legalità attraverso la testimonianza di Fiammetta Borsellino – ha sottolineato Maellare – E acquisire consapevolezza nel diventare cittadini attivi e responsabili».
«Un gesto simbolico ma importante per la nostra città – ha concluso Padovani – Siamo impegnati nella lotta alla criminalità organizzata, così come alla riforestazione urbana. Oggi uniamo questi due obiettivi con un’ulteriore piantumazione, arrivando a quota 18mila nuove piante in quattro anni». VERONA SERA


2 DICEMBRE 2021 -E’ stato piantato l’olivo che unirà simbolicamente Verona e Palermo nella lotta contro la criminalità organizzata. Questa mattina, presso le scuole medie Verdi, Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato ucciso dalla mafia nel 1992, circondata dagli studenti, ha assistito alla piantumazione dell’ “olivo di via D’Amelio” a Verona. L’Istituto comprensivo 19 di via Cilea, in Borgo Santa Croce, ha definito l’evento una “perla” di legalità. Un percorso di cittadinanza tra passato, presente e futuro, portato avanti mano nella mano con l’Amministrazione comunale, che ha donato l’albero da frutto, simbolo di pace e giustizia. A mettere l’ultimo strato di terra, il sindaco Federico Sboarina. Presenti anche gli assessori all’Istruzione Maria Daniela Maellare, ai Giardini Marco Padovani e i consiglieri comunali Roberto Simeoni, delegato all’Anticorruzione, e Thomas La Perna. Oltre alla dirigente scolastica Daniela Miceli e a Roberta Spallone, responsabile dei Percorsi di legalità dell’Ufficio Scolastico provinciale. “Ci sono avvenimenti che rimangono per sempre impressi nella nostra memoria – ha detto Sboarina -. Quando ebbi la notizia della morte di Borsellino ero al mare, in vacanza, guardavo il Tour de France. Era una giornata spensierata che, all’improvviso, divenne buia. A quel tempo la mafia sembrava una cosa lontana da Verona, anche se era solo frutto di un preconcetto legarla ad alcuni territori. Oggi siamo consapevoli, invece, che è anche tra di noi. Spesso invisibile o perpetrata da persone che all’apparenza sembrano per bene. Viviamo in un territorio ricco, che attrae affari, e quindi anche la criminalità organizzata. Ma ognuno di noi ha la possibilità di scegliere da che parte stare. Se fare il bene o il male, per noi e la nostra comunità. Voi giovani sarete i protagonisti di domani, qui in mezzo potrebbe esserci il futuro sindaco di Verona. È a voi, allora, che chiediamo di mettere a frutto la testimonianza di oggi, di essere ambasciatori di legalità. Vorrei che questa mattinata si imprimesse nella vostra memoria. Così come l’incontro con questa donna, che da anni porta avanti con grande responsabilità un’eredità enorme”. Fiammetta Borsellino ha commentato: “Qualche giorno dopo l’attentato che uccise mio padre, mia nonna decise di farsi portare da Gerusalemme un olivo. E di farlo piantare dove l’esplosione dell’autobomba aveva formato un vero e proprio cratere. Tutti erano contrari, i tecnici del Comune dicevano che non sarebbe mai sopravvissuto, che non c’era il terreno adatto. Ma lei lo volle fermamente. Oggi, dopo quasi 30 anni, quella pianta è rigogliosa e fruttifera, ogni anno a luglio vengono distribuite le olive ‘cunzate’ prodotte dall’albero. È l’esempio a fare la differenza. Quello di ciascuno di noi e delle Istituzioni, che possono farvi crescere in maniera sana e forte”. L’ADIGE


2.12.2021 – Fiammetta Borsellino pianta l’olivo della legalità alle scuole medie Verdi di Verona. Anche Verona ha il suo ‘olivo di via D’Amelio: questa mattina, giovedì, nel giardino delle scuole medie Verdi, Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato ucciso dalla mafia nel 1992, circondata dagli studenti, ha assistito alla piantumazione della pianta che unirà simbolicamente la nostra città con Palermo. E con la lotta alla criminalità organizzata. Una ‘perla’ di legalità, come l’ha voluta definire l’Istituto comprensivo 19 di via Cilea, in Borgo Santa Croce. Presenti, oltre al sindaco Federico Sboarina, anche gli assessori all’Istruzione Maria Daniela Maellare, ai Giardini Marco Padovani e i consiglieri comunali Roberto Simeoni, delegato all’Anticorruzione, e Thomas La Perna. Oltre alla dirigente scolastica Daniela Miceli e a Roberta Spallone, responsabile dei Percorsi di legalità dell’Ufficio scolastico provinciale.  “Qualche giorno dopo l’attentato che uccise mio padre, mia nonna decise di farsi portare da Gerusalemme un olivo – ha aggiunto Borsellino -. E di farlo piantare dove l’esplosione dell’autobomba aveva formato un vero e proprio cratere. Tutti erano contrari, i tecnici del Comune dicevano che non sarebbe mai sopravvissuto, che non c’era il terreno adatto. Ma lei lo volle fermamente. Oggi, dopo quasi 30 anni, quella pianta è rigogliosa e fruttifera, ogni anno a luglio vengono distribuite le olive ‘cunzate’ prodotte dall’albero. È l’esempio a fare la differenza. Quello di ciascuno di noi e delle Istituzioni, che possono farvi crescere in maniera sana e forte”. “Ci sono avvenimenti che rimangono per sempre impressi nella nostra memoria – ha detto Sboarina -. Quando ebbi la notizia della morte di Borsellino ero al mare, in vacanza, guardavo il Tour de France. Era una giornata spensierata che, all’improvviso, divenne buia. A quel tempo la mafia sembrava una cosa lontana da Verona, anche se era solo frutto di un preconcetto legarla ad alcuni territori. Oggi siamo consapevoli, invece, che è anche tra di noi. Spesso invisibile o perpetrata da persone che all’apparenza sembrano per bene”.  “La cura degli spazi non deve essere prioritaria solamente quando questi invecchiano, ma deve essere una attività quotidiana, affinchè acquisiscano valore – ha aggiunto la dirigente Miceli -. Ecco perché assieme agli studenti vogliamo piantare questo olivo nel nostro giardino, una perla di legalità”. VERONA OGGI


1.12.2021 – “Legalità” è riappropriarsi della propria vita. Incontro con Fiammetta Borsellino. Un’importante iniziativa di Educazione Civica per studenti sul tema della legalitàDomani, giovedì 2 dicembre, dalle 9 alle 12.30, si terrà in diretta streaming dall’aula magna della scuola media Giuseppe Verdi in Borgo Santa Croce l’iniziativa “Perla di legalità: un percorso di cittadinanza tra passato, presente e futuro”, a cui interverrà Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato del pool antimafia Paolo Borsellino, morto nella strage di via D’Amelio a Palermo nel luglio 1992. L’incontro, patrocinato dell’Assessorato all’Istruzione, è rivolto agli studenti delle scuole VerdiGiovanni XXIII° e M.L. King e agli alunni di classe quinta delle scuole Guarino e Rodari.
L’iniziativa è in linea con il ‘GOAL 16’ dell’Agenda 2030, che ha come obiettivo promuovere società pacifiche e inclusive orientate allo sviluppo sostenibile, garantire a tutti l’accesso alla giustizia e costruire istituzioni efficaci, responsabili ed inclusive a tutti i livelli. Inizialmente previsto in presenza al Palazzo della Gran Guardia, l’incontro si svolgerà in modalità streaming a causa del recente aumento dei contagi, evitando così di creare assembramenti.
Fiammetta Borsellino sarà comunque presente alla scuola Verdi dove, prima di collegarsi con gli studenti delle varie scuole, presenzierà alla piantumazione di una pianta d’ulivo, a testimonianza dell’impegno a favore della giustizia e della pace. La giornata si concluderà con un saluto all’auditorium dell’oratorio della Chiesa di Santa Croce. Dialogare con Fiammetta Borsellino sarà per i giovani studenti un’occasione per ascoltare la testimonianza di un’esperienza tragica passata, di una lotta alla criminalità organizzata che ha instaurato in tutti un senso di cittadinanza e ricerca di verità e giustizia. Come sottolinea il titolo dell’incontro, agli studenti verrà mostrata la legalità come una perla, che in un’ostrica si forma da un granello di sabbia rivestito da madreperla mentre, in questo caso, dall’amore che avvolge una ferita. Ferita che, purtroppo, il 6 novembre ha subito l’IC 19 vittima di una visita di malintenzionati che hanno danneggiato bandiere mettendo a soqquadro il giardino. Condiviso l’episodio con i docenti, i genitori e tutto il territorio si è deciso, in collaborazione con il liceo Copernico-Pasoli sede della rete Scuola e Territorio: Educare Insieme (STEI), di organizzare per oggi, mercoledì 1 dicembre alle 18 un seminario i presenza e in diretta streaming con Fiammetta Borsellino. Alla presentazione dell’evento in Sala Arazzi sono intervenute l’assessore all’Istruzione Maria Daniela Maellare e la dirigente scolastica dell’IC VR 19 Santa Croce Daniela Miceli. “E’ una bellissima iniziativa importante per i nostri bambini e ragazzi, perché hanno bisogno di esempi positivi – ha detto l’assessore Maellare -. Quello che racconterà Fiammetta Borsellino è un percorso virtuoso che, iniziato da un grandissimo dolore come metaforicamente la sabbia che si insinua nella perla, è proseguito con un cammino di rinascita e di riappropriazione della vita. Verona News


L’accusa di Fiammetta Borsellino: “Su stragi Csm omissivo”. Un durissimo j’accuse contro l’attuale Csm che “sulla stagione delle stragi del ’92” è stato “omissivo”. A “differenza della Commissione regionale antimafia all’Ars” presieduta da Claudio Fava. Perché la strage di via D’Amelio “è ancora una ferita che sanguina”. E’ la durissima denuncia di Fiammetta Borsellino, figlia minore del giudice Paolo Borsellino ucciso nella strage di Via D’Amelio il 19 luglio del 1992. Se la prende con il vecchio organo di autogoverno ma non risparmia frecciate anche a quello attuale. “Devo ringraziare la Commissione regionale Antimafia perché ha dato uno sguardo molto attento a quello che è stata la terribile stagione delle stragi del ’92 e, in particolare, su quella di via d’Amelio. Ha concluso il suo lavoro con ben due relazioni, una in particolare sul più grande depistaggio nonché sul più grave errore giudiziario del nostro Paese – dice – e una seconda, sul terribile clima, all’interno della Procura di Palermo, retta da Pietro Giammanco, peraltro mai sentito dalla magistratura e su tutti i soggetti esterni a Cosa nostra, parimenti interessati alle stragi”.    E aggiunge: “Sarebbe stato auspicabile che a questo lavoro, tuttavia, fosse seguita un’attività di indagine investigativa e di approfondimento da parte del Consiglio superiore della magistratura. Ma il comportamento omissivo di questo organo è un dato di fatto e non certo una mia opinione”. Una denuncia che arriva nel corso del convegno ‘Ripensare la mafia, ricostruire l’Antimafia’, organizzata da Claudio Fava alla presenza di Rosy Bindi, di Armando Spataro e di monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale. Presente anche il neo Procuratore di Roma Francesco Lo Voi, alla sua ultima uscita pubblica da capo del pool di Palermo.  “Io ritengo che Antimafia voglia dire sicuramente qualsiasi forma di attività di denuncia del rapporto tra mafia e potere – aggiunge Fiammetta Borsellino -io credo fermamente che antimafia voglia dire disvelamento di tutte le connivenze in ordine a tutti i poteri costituzionali, compresa la magistratura”. “Io credo che proprio l’alta funzione che l’Antimafia è chiamata a svolgere, non può non essere disinteressata. L’Antimafia non può mirare al potere e non può diventare essa stessa potere, perché abbiamo visto che quando ciò è avvenuto l’Antimafia è stata fortemente condizionata nel suo campo di azione da un altissimo conflitto di interessi”.  “Quando l’antimafia diventa potere il suo campo di azione viene fortemente vincolato e circoscritto – ha detto ancora Fiammetta Borsellino – e questo non deve assolutamente accadere”. “L’antimafia non può sicuramente essere, come hanno dimostrato il caso Saguto e Montante che sono i casi più eclatanti, il trampolino di lancio per facili carriere. Non può essere orientata sicuramente ad abusi o a rendite di posizione”.   Poi, parlando della strage di via D’Amelio, ha detto che è ancora “una ferita aperta che sanguina”. “Credo che un’altra funzione fondamentale dell’Antimafia – aggiunge -sia la ricerca della verità. In questo l’Antimafia ha una funzione fondamentale”. Ricorda anche il clima vissuto dal padre prima della strage. “Venne da lui definita un ‘nido di vipere’ – dice – Credo che bisognava soffermarsi su questa frase, perché mio padre è sempre stata una persona molto rispettosa delle istituzioni e dei colleghi e questo era un campo di indagine che andava approfondito”. “L’esistenza di un conflitto di interessi ha costantemente spostato l’attenzione di preminenti esponenti dell’Antimafia verso determinati campi di indagine – aggiunge – al fine – di allontanare i riflettori su precisi contesti operativi in cui essi stessi hanno operato. Di questo siamo fermamente convinti, tanto è vero che tutti conoscono il processo Stato-mafia”. ENTI LOCALI ON LINE