Comunali a Palermo, Fiammetta Borsellino: “Le cosche non sparano più ma fanno alleanze con politica ed economia”

 

«Le organizzazioni criminali continuano a trovare alleanze nei settori strategici dell’economia e della politica: per questo non bisogna mai abbassare la guardia». Ne è convinta Fiammetta Borsellino, terzogenita di Paolo, il magistrato ucciso trent’anni fa nella strage di via D’Amelio: ieri, insieme con un nome storico della sinistra, l’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, ha portato la sua testimonianza in chiusura della campagna elettorale della lista “Sinistra civica ecologista” che a Palermo sostiene il candidato sindaco del centrosinistra Franco Miceli. Una giornata segnata dall’arresto del candidato forzista al Consiglio comunale Pietro Polizzi per scambio elettorale politico-mafioso.

Che sapore ha questa notizia a pochi giorni dal voto a Palermo?
«Solo perché la mafia non spara più non significa che non esista: le organizzazioni criminali sono bravissime a adeguarsi ai nuovi contesti socio-economici e vivono di alleanze fuori dall’organizzazione. La mafia non è forte in quanto tale, ma perché trova alleanze all’esterno. L’arresto del candidato di Forza Italia dimostra tutto questo. Non bisogna mai smettere di parlare di mafia e di questione morale».

Il sistema politico non ha ancora anticorpi per difendersi?
«No. Ecco perché tutti noi dobbiamo avere un compito di vigilanza, indipendentemente dagli schieramenti politici. Si tratta di forze che lavorano sottobanco e possono riemergere. Siamo molto distanti dall’averle eliminate. Tutti siamo responsabili, in un momento in cui la città, in vista delle elezioni, può crescere e svilupparsi o fare al contrario un enorme passo indietro».

Vede un passo indietro nel sostegno di Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri al candidato sindaco del centrodestra Roberto Lagalla?
«Non è moralmente e politicamente accettabile che persone condannate per mafia influenzino l’andamento elettorale o appoggino candidati con le loro liste. Bisogna dire chiaramente da che parte si sta».

Palermo, dunque, è a un bivio?
«A un bivio importante. Tutti siamo coinvolti, anche se non assumiamo direttamente degli incarichi. Oggi un’amministrazione può governare bene solo se ha la collaborazione di tutta la cittadinanza».

Il suo impegno antimafia a chi si rivolge?
«Ai ragazzi: sono tornata a occupare i banchi di scuola. Questa è la mia pratica dell’antimafia quotidiana. Ogni giorno parlo con i ragazzi e li convinco che scegliere il male è sbagliato e non porta vantaggi, se non apparenti. Lo faccio attraverso esempi positivi da seguire: sicuramente mio padre ma anche tanti altri. Trasmettere valori positivi è il miglior modo per togliere consenso alle mafie. Mio padre, del resto, ha fatto della lotta alla mafia una questione di vita».

Palermo è irredimibile?
«Come è stata capitale della mafia, è stata anche capace di dare vita al più grande movimento antimafia mai esistito al mondo. Dobbiamo prenderne atto. Credo nelle persone, credo nei giovani. C’è tanta gente che vuole che le cose cambino e sono le persone che lavorano più in silenzio. Come i docenti delle scuole, per esempio. Nutro un’enorme speranza che Palermo possa riscattarsi».

LA REPUBBLICA 10.6.2022

 

 

Sipario sulla campagna elettorale senza big di centrodestra, Provenzano con Miceli

Nell’ultimo giorno di campagna elettorale a pesare è l’imbarazzo, ultimo strascico delle polemiche su Cosa nostra che l’hanno caratterizzata sin dall’inizio. Mentre Franco Miceli e Fabrizio Ferrandelli continuano a giocare all’attacco, cercando la piazza per trovare i consensi dell’ultima ora, il candidato del centrodestra Roberto Lagalla si blinda in un cinema, il Politeama Multisala, cercando di riempire i 700 posti dell’impianto prima del silenzio imposto a 48 ore dall’apertura delle urne.

La vigilia, del resto, è stata segnata proprio dalle polemiche e dall’assenza di partecipazione. L’unico vero bagno di folla, finora, è stato quello di Giuseppe Conte che lunedì e martedì è andato in giro per i quartieri della città: non era affollatissimo il comizio di Giorgia Meloni la settimana scorsa, erano limitate le presenze all’iniziativa organizzata lunedì da ” Prima l’Italia” con il leader della Lega Matteo Salvini, ma a dire il vero non c’era ressa neanche al comizio del segretario del Partito democratico Enrico Letta mercoledì sera in piazza Verdi, in questo caso con l’attenuante di un evento contemporaneo della stessa coalizione, la festa di Sinistra civica ecologista con Nichi Vendola e Fiammetta Borsellino.

L’imbarazzo riguarda soprattutto i sostenitori di Lagalla, fiaccato dalle accuse legate al sostegno di Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri e ora anche dall’onda lunga dell’inchiesta che ha portato all’arresto di un candidato di Forza Italia, Pietro Polizzi, e al ritiro dell’aspirante consigliera che correva in cordata con lui, Adelaide Mazzarino: agli eventi con l’ex rettore si è registrata qualche defezione proprio per le polemiche delle ultime settimane. Ieri, così, Lagalla ha cercato di cambiare discorso: fra le altre mosse, una polemica sulle condizioni del Papireto che però si è ritorta contro l’ex assessore della giunta regionale di Nello Musumeci.

“Lì – gli hanno risposto a stretto giro il presidente uscente della Prima circoscrizione Massimo Castiglia e l’aspirante consigliera comunale di Progetto Palermo Mariangela Di Gangi – ogni colpa per i danni subiti dai cittadini e per ogni ritardo nella riapertura della strada ricade sulla Regione, e soprattutto sull’attuale governo e sulla presidenza della Regione da cui dipende l’Autorità di bacino. Non lo diciamo noi, ma lo dice la magistratura che già nel 2015 ha condannato la Regione a risarcire i danni subiti dai cittadini proprio per la manutenzione del Papireto”.

La cartina di tornasole si verificherà oggi, quando i big in città saranno diversi. Tutti e tre i candidati principali hanno messo in calendario la chiusura della campagna nel pomeriggio: alle 18 per Ferrandelli, che schiera i leader di + Europa e AzioneBenedetto Della Vedova e Carlo Calenda in giro per la Vucciria, alla stessa ora per Lagalla, il cui entourage ha annunciato la presenza del colonnello meloniano Ignazio La Russa e del forzista Maurizio Gasparri, e alle 19 per Miceli, che invece terrà l’ultimo comizio in piazza Sant’Anna con un big in rappresentanza di ciascuna lista, a partire dal vicesegretario nazionale del Partito democratico Giuseppe Provenzano e dal sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri. Per l’ultimo bagno di folla. L’ultimo tentativo di completare una rimonta nella quale il candidato sindaco del centrosinistra adesso crede sempre più. LA REPUBBLICA