La Staffetta della Legalità a Lecco, Fiammetta Borsellino: “Dobbiamo essere liberi”

 

Fiammetta Borsellino e Don Walter Magnoni

 

All’istituto Maria Ausiliatrice una nuova piantina d’ulivo proveniente da via D’Amelio a Palermo

“Nel tempo libero mio padre parlava ai ragazzi perché solo cultura può farvi dire no alla mafia, la cultura vi fa pensare con la vostra testa”

LECCO – Un ponte che unisce Palermo all’Istituto Maria Ausiliatrice di Lecco nel segno della legalità. Nella mattinata di oggi, 30 settembre, gli studenti lecchesi dell’Ima hanno accolto con grande calore la Staffetta della Legalità. Nel trentesimo anniversario delle stragi di Capaci e Via D’Amelio, infatti, la Federazione Agroalimentare e Ambientale della Cisl ha deciso di organizzare una speciale iniziativa per unire simbolicamente le città di Palermo e Lecco.

 
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Fiammetta Borsellino

In via D’Amelio, a Palermo, luogo dell’attentato dove perse la vita il Giudice Paolo Borsellino insieme a cinque agenti della scorta, un anno dopo la strage venne piantato un ulivo proveniente da Betlemme. Ancora oggi quell’albero è un simbolo forte della giustizia e della lotta alle mafie, tant’è che la Fai ha deciso di piantumarne un ramo. La nuova piantina, ottenuta con una tecnica che si chiama “margotta” e realizzata dagli operai agricoli e forestali dell’orto botanico di Palermo, è partita il 26 settembre per una vera e propria Staffetta della Legalità.

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A trasportare l’ulivo attraverso l’Italia sono stati i mezzi della campagna “Tutele in movimento”, che il sindacato ha messo in campo per assistere i braccianti contro il caporalato in tutti i territori, specialmente nelle periferie e nelle aree interne. Il nuovo ulivo ha fatto tappa in Calabria, poi in Basilicata e in Lazio per giungere in Vaticano il 28
settembre ed essere benedetto da Papa Francesco; il 29 settembre è arrivato a Milano e oggi è stato piantato nel giardino dell’istituto Maria Ausiliatrice di Lecco al termine di una mattinata di riflessione che ha visto ospiti Fiammetta Borsellino, figlia del giudice ucciso dalla mafia, e la nipote Chiara Corrao.

 

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Centinaia di studenti, stamattina, hanno potuto ascoltare le loro esortazione a farsi promotori attivi di una cultura della legalità: “Questo ulivo è un simbolo di resistenza che deve rappresentare il viaggio di ognuno di noi, con tutte le sue difficoltà e le fatiche – ha detto Fiammetta Borsellino ai ragazzi -. E non dobbiamo cedere alle scorciatoie perché poi richiedono sempre un prezzo da pagare e invece noi dobbiamo essere liberi da questa schiavitù. Ognuno di noi deve contribuire al bene comune: senza il nostro aiuto chi combatte in prima linea muore perché viene lasciato solo. Mio padre ha concepito il suo lavoro come una missione in cui ha messo tantissima umanità, la stessa che vi invito a mettere nel vostro impegno di studenti: è la cultura che può farvi dire no alla mafia perché la cultura vi fa pensare con la vostra testa”.

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Chiara Corrao

Chiara Corrao, nipote di Rita Borsellino, sorella di Paolo, fa parte della generazione di chi è venuto dopo: “Noi non c’eravamo – ha detto ai ragazzi – ma se guardo questo ulivo penso alle difficoltà che dovrà affrontare e spero che da parte vostra possa ricevere tanto affetto. Noi non c’eravamo ma ci siamo ritrovati con questa ferita aperta e dobbiamo cercare di capirla e metabolizzarla. Paolo Borsellino l’ho immaginato dai racconti di chi l’ha conosciuto, l’ho immaginato tante volte e in alcuni momenti della mia vita sentivo di averlo accanto a me…”.

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La direttrice Suor Francesca Robustelli

All’incontro hanno partecipato i vertici locali e nazionali della Fai-Cisl a partire dal Segretario Generale Onofrio Rota che, affidando l’ulivo ai ragazzi di Maria Ausiliatrice, ha ricordato come il sindacato sia parte integrante della vita quotidiana di tutti. La direttrice Suor Francesca Robustelli ha sottolineato come la scuola ha accolto con orgoglio l’iniziativa: “Un evento che è andato al di là di ogni aspettativa – ha detto -. Questa ‘margotta’ rappresenta un ponte tra Palermo e Lecco nel segno della legalità, per il bene comune, a difesa della vita e perché ognuno di noi possa essere costruttore di pace e dialogo. Noi ci siamo!”

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Il sindaco Mauro Gattinoni

Don Walter Magnoni, responsabile delle Comunità Pastorale “Beata Vergine di
Lourdes” di Lecco, ha invitato i ragazzi a riflettere sul significato di simbolo: “Se guardiamo l’etimologia, simbolo vuol dire tenere insieme – ha detto -. Sono contento che sia stata scelta Lecco per piantare questa margotta perché anche le periferie sono importanti e perché Lecco è un simbolo per la sua storia di illegalità”. E proprio alla storia di Lecco ha fatto riferimento anche il sindaco Mauro Gattinoni: “Avevo la vostra età quando andavamo a mangiare alla pizzeria Giglio o quando fuori da quel locale fighissimo che era Wall Street si potevano ammirare auto pazzesche. E invece erano le basi lecchesi della ‘Ndrangheta che aveva messo il vestito più bello per fare colpo. Infiltrazioni mafiose che, purtroppo, ci sono ancora oggi e portano i nostri cognomi; infiltrazioni mafiose che hanno il loro ultimo anello nello spaccio di stupefacenti. Ognuno di voi può contribuire a una cultura della legalità e questa mattinata di scuola è tra le più importanti dell’anno”.

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Il Prefetto Sergio Pomponio

Il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio, infine, ha ricordato l’organizzazione eccezionale che ha portato a questa giornata: “Parlare di legalità può sembrare scontato ma non è mai abbastanza. Iniziative come questa non vogliono sviluppare la cultura dell’antimafia, ma bensì la cultura della legalità per il rispetto di tutte le regole”.

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Parole che hanno fatto riflettere i giovani studenti, perché il fare memoria possa cambiare in meglio il futuro. E l’ulivo dell’istituto Maria Ausiliatriceaccompagnerà nella crescita centinaia di ragazzi che, attraverso un simbolo, potranno sviluppare gli anticorpi necessari contro le lusinghe delle mafie e sviluppare una cultura di legalità.