FABIO TRIZZINO: “Ora spazio alla verità storica”

 

 

Avvocato FABIO TRIZZINO legale di FIAMMETTA, MANFREDI e LUCIA BORSELLINO. Marito di Lucia


7.11.2024 STRAGE DI VIA D’AMELIO: “processo depistaggio bis”, chiesto il rinvio a giudizio per 4 poliziotti. TRIZZINO, legale dei figli di Borsellino: “Depistaggio infinito, noi umiliati”



FEBBRAIO 2024 – Desecretati 36 importanti documenti dalla Commissione Parlamentare Antimafia

Ci sono voluti 32 anni per leggere cose, a mio giudizio, importantissime e di cui non vi è traccia nei processi sulla strage di Via D’Amelio.
Ho fatto bene a lasciare, tempo fa, il rassicurante riparo del campo base. Non so se riuscirò a raggiungere l’Everest. Ma guai a rinunciare al faticoso cammino verso la verità. FABIO TRIZZINO

 

 

 


2024

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INTERVENTI – Archivio Radio Radicale


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

FABIO TRIZZINO alla presentazione del volume LA STRAGE l’agenda rossa di Paolo Borsellino e il depistaggio

 

VIDEO dell’incontro

Venerdi 2 febbraio 2023 negli spazi della Fondazione Sicilia Villa Zito di via Libertà a Palermo é stato presentato l’ultimo libro dal titolo “La Strage L’Agenda Rossa di PaoloBorsellino e i depistaggi di Via D’Amelio”  Il libro edito da New Compton e scritto da VINCENZO CERUSO, riscrive la strage del 1992 attraverso documenti inediti, nuovi testimoni mai ascoltati in un’aula di Tribunale e una rilettura delle fonti processuali. Alla presentazione organizzata dall’Inner Wheel Palermo Normanna, presidente Angela Fundaro’, interverranno il presidente della Fondazione Sicilia RAFFELE BONSIGNORE, gli avvocati BASILIO MILIO e FABIO TRIZZINO Modera gli interventi MARINA TURCO, giornalista.


 
 
 
PALERMO 12 gennaio 2024 Libreria Feltrinelli
Per la prima volta in oltre trent’anni, grazie a una fonte istituzionale mai ascoltata in precedenza, è possibile indicare il luogo dove sarebbe stata portata l’agenda rossa di Paolo Borsellino. Non solo: abbiamo delle indicazioni su cosa vi fosse scritto. Ma i dubbi e le ombre affrontati in questo libro non si fermano qui. Vincenzo Ceruso ha presentato La strage (Newton Compton) insieme con l’avvocato Fabio Trizzino, l’avvocato Basilio Milio, il giornalista e scrittore Davide Camarrone.  Moderatore  il giornalista Luigi Perollo
 

 

 

 

FABIO TRIZZINO «Se fosse confermato lo scenario risulterebbe del tutto cambiato

Che cosa pensa della battaglia dell’avvocato Trizzino? Fu lo stesso Paolo Borsellino, nel nostro incontro segreto, a chiedere di riprendere, dove si era fermata, l’indagine su Mafia-appalti. Ma da quando è stata archiviata non ne abbiamo più parlato, e mai lavorato. Speriamo che Trizzino, che sta facendo un’opera meritoria, possa riportare alla luce la vicenda. Io penso che più che dal punto di vista giudiziario si possa fare una ricostruzione a livello politico di quegli anni e di quegli avvenimenti.


 

 

 

23 novembre 2022 RAI TRE Salvo Sottile intervista Fabio Trizzino


 

 

23.11.2023 Percorsi di legalità con FABIO TRIZZINO al Palacultura di Messina

 


 

Raccontare la mafia: la diffusione della cultura dell’antimafia inizia dalle nuove generazioni. A Chieti con FABIO TRIZZINO


15.11.2023 Quindi riepilogando:

Quindi riepilogando: Per quasi 15 anni, il dottor Borsellino è morto, assieme ai suoi Angeli Custodi, perché ostacolo’ la trattativa.
Venuta meno questa ipotesi, si è passati alla pista nera. 
Siamo alla vigilia di uno sciopero che colpirà i pendolari che ogni santa mattina  si devono recare, con grande sacrificio, a lavoro. 
Ma a quando uno sciopero dei pendolari dei moventi sulla strage di Via D’Amelio?
A questi ultimi consiglio come regalo di Natale, un rasoio di buona marca: Occam. Come a dire: ci si ostina a non considerare l’ipotesi più semplice. Perché? Questo è il punto. C’entra per caso il riferimento al NIDO DI VIPERE di cui ebbe a parlare lo stesso Paolo Borsellino, riferendosi alla Procura di Palermo di allora? Chi ha interesse a non fare luce su quello che accadde in quello Ufficio tra le due stragi? 
P.s. Falcone e Borsellino non erano incapaci e stupidi. La loro storia è lì a testimoniarlo. Hanno costruito e lasciato un vero patrimonio di professionalità e di conoscenza. Se altri, avventurandosi in ricostruzioni fantasiose, mostrano di non essere buoni eredi,  non è certo imputabile a loro.
Sempre pronto a rivedere le mie opinioni, ma di fronte a ricostruzioni aderenti al metodo Falcone-Borsellino. Il resto sono teoremi o congetture, di cui, dopo 31 anni da quelle stragi, nessuno di noi sente il bisogno.

FABIO TRIZZINO legale di Fiammetta, Lucia e Manfredi Borsellino


FABIO TRIZZINO:

La Questione Subranni vedo che agita il sonno di molti. Ed allora chiariamola un’altra volta

 

La mia ricostruzione è logica e documentale.
Punto 1)
Il primo verbale della Signora Agnese è dell’agosto 2009.
Da esso si ricavano i seguenti dati: il 15 luglio del1992 intorno alle 19, il dottor Borsellino confida alla moglie una circostanza relativa al Generale Subranni. La frase letteralmente è la seguente: Ho visto la mafia in diretta PERCHE ‘ mi hanno detto che Subranni è punciutu.
Punto 2)
Il secondo Verbale e’ del gennaio del 2010. Queste le parole della Signora Agnese: mio marito mi disse che Subranni era punciutu e nel dirmelo ebbe conati di vomito.
Tra due verbali vi è un dato perfettamente sovrapponibile: e cioè che Subranni fosse punciutu. Applicando i principi dell’insiemistica, il primo verbale ingloba il secondo laddove aggiunge particolari importanti connessi alla data e al luogo della confidenza: il tardo pomeriggio del mercoledi 15 luglio del 1992 nel balcone dell’abitazione di Via Cilea.
E soprattutto perché offre una più comprensibile possibilita’ d’interpretazione attraverso l’analisi della costruzione sintattica della frase riferita dal dott. Borsellino, giacché e’riportata nella sua completezza.
Ebbene, è logico ritenere che plausibilmente la mafiosita’ sembra più un predicato della fonte piuttosto che del soggetto indicato, per l’appunto, come mafioso: ad essa fonte il giudice Borsellino si riferisce nel momento in cui la vede agire mafiosamente IN DIRETTA per accusare Subranni.
Come ho ribadito in Commissione, le date in tutte queste vicende sono fondamentali.
Nel caso di specie, per tre ragioni.
PRIMA RAGIONE: soltanto nel novembre del 2013, con il deposito della motivazione della sentenza Borsellino quater abbreviato, si ha una collocazione temporale dello sfogo di Borsellino sull’amico che lo ha tradito: data individuata nel 29 GIUGNO 1992. Guarda caso la data dello scontro con il Procuratore Giammanco.
Al momento del deposito della motivazione della sentenza Borsellino quater abbreviato, la Signora Agnese era già deceduta da 6 mesi, essendosene andata il 05 maggio 2013.
SECONDA RAGIONE: la difesa dei Ros da parte del dott. BORSELLINO sui mancati attesi sviluppi processuali del famoso Rapporto del Ros del febbraio del 1991. Tale perorazione avvenne in seno alla riunione in Procura del 14 luglio 1992, come emerge dai verbali del Csm del luglio 1992. Vale a dire il giorno prima della confidenza alla moglie Agnese.
Altro dato assolutamente sconosciuto alla signora Agnese e a tutti noi.
TERZA RAGIONE: dalla agenda grigia del dott. BORSELLINO risulta che l’ 11 e 12 luglio 1992 era a Roma ed incontro’ Subranni nel suo ufficio e per un attimo il col. Mori, sempre nell’ufficio di Subranni.
Poi il viaggio in elicottero sulla costiera amalfitana insieme a Subranni per raggiungere Salerno per il battesimo del primo figlio di Diego Cavaliero,celebrato il 12 luglio 1992.
Interessante notare che in entrambi i verbali si fa riferimento solo alla frase relativa all’amico che ha tradito, quando magari sarebbe stato necessario aggiungere che quella frase fu subito seguita dall’altra “qui è un nido di vipere”.
Questo i fatti e le circostanze ricostruibili oggettivamente. Ognuno tragga le conclusioni che ritiene.
A noi riesce difficile pensare che:
a) il Dottor Borsellino si sia incontrato con il traditore Subranni dopo il 29 giugno 1992.
b) il traditore Subranni si sia adoperato per confezionare l’informativa del 19 giugno 1992 con cui la Procura di Palermo veniva informata dell’arrivo del tritolo per Borsellino. Su come quell’informazione sia stata gestita da parte del Procuratore Giammanco ho detto ampiamente nella mia audizione!!!
c) e ancora prima, il traditore Subranni abbia dato ordini ai sottoposti capitani Sinico e Baudo di informare subito il dott. BORSELLINO, il 16 giugno del 1992, della notizia appresa in ambiente carcerario dell’arrivo del tritolo. Circostanza quest’ultima accertata dalla sentenza definitiva Borsellino ter!!
Tutto qua poi ciascuno può credere a ciò che vuole.

28.10.2023 Premio Borsellino a L’Aquila: c’è anche l’avvocato Fabio Trizzino

 

 

2023 – COMMISSIONE ANTIMAFIA: audizione di Lucia Borsellino e Fabio Trizzino – VIDEO e NEWS

 

 

9.9.2023 A Trasacco con LUCIA BORSELLINO e FABIO TRIZZINO – News e video

 

 

19.7.2023 Ergastolo confermato a Matteo Messina Denaro 

“Questa sentenza è arrivata proprio il 19 luglio, che è una coincidenza, ma è anche un modo per riconciliarsi con le istituzioni che noi non abbiamo mai in nessun modo avversato o attaccato”. Lo ha detto l’avvocato #FabioTrizzino, legale dei figli di Paolo Borsellino, al termine dell’udienza in Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta che si è conclusa con la condanna all’ergastolo del boss Matteo Messina Denaro. “Questa sentenza, semmai – continua Trizzino – è la dimostrazione che la nostra fiducia verso le istituzioni nonostante i depistaggi, gli errori, è rimasta intatta. Perché noi sentiamo forte la testimonianza in vita di Borsellino.
Specialmente nei momenti in cui si è in difficoltà bisogna rispettare le istituzioni perché è semplice farlo quando tutto procede bene.
Direi che nel merito della conferma rispetto alla sentenza della pronuncia di primo grado, Messina Denaro è stato assicurato alla giustizia mentre prima si aveva la sensazione di processare un fantasma.
Invece è un soggetto in carne ed ossa che nel corpo delle motivazioni di primo grado confermate dal dispositivo veniva definito per quello che è, e cioè uno dei fedelissimi di Salvatore Riina, nell’aver condiviso strategie, finalità e possiamo dire con soddisfazione che con questa conferma in appello, non ancora definitiva, significa che la stagione particolare dei corleonesi con la loro efferatezza, con il loro disegno stragista può dirsi conclusa. Noi – ha continuato il legale – dobbiamo dare anche un messaggio di speranza alle nuove generazioni e cioè che lo Stato può arrivare anche tardi ma l’importante è che arrivi”.

 


QUELLA  MATTINA DEL 19 luglio 1992 – Intervista Radio Rai a Fabio Trizzino


 

12.7.2013 ARTICOLO INTEGRALE


10.7.2023 La Repubblica



A FABIO TRIZZINO il PREMIO alla LEGALITÀ 

 

 


3 giugno 2023
Dedico questo premio alla legalità a quei colleghi ed amici che ho sentito accanto a me in questi anni e la cui tenacia è stata per me esempio e fonte di vera ispirazione. È anche, se non soprattutto, il vostro premio.
Un ringraziamento alla città di Cefalù e agli organizzatori della manifestazione, in particolare al Presidente Barracato. FABIO TRIZZINO

29.5.2023 Borsellino, una strage di Stato. All’Istituto Catullo la videoconferenza con l’avvocato Trizzino e Lucia Borsellino

26 MAGGIO 2023  VIDEO

 

All’Unicmpania di Santa Maria Capua Vetere con DE MAGISTRIS e FABIO TRIZZINO (una meravigliosa “scoperta”) legale della Famiglia Borsellino, abbiamo festeggiato la Giornata Nazionale della Legalità. Assieme al Dipartimento di @giurisprudenza_unicampania, sotto la guida della Prof. Mena Minafra, Docente di Diritto Penitenziario.
Con gli Studenti dello Stage di Diritto Penitenziario e Giurisdizione di sorveglianza. E persino i Detenuti in permesso dell’Istituto Penitenziario per minorenni di Airola e della Casa Circondariale “Francesco Uccella”.
 

 
 

29.4.2023 Fabio Trizzino

Dedicato a Marco Travaglio. Quando ne avrà voglia gli spiegherò quanto, viceversa, sia stata grave la decisione di non depositare i confronti del 13 gennaio 1995, in cui Scarantino era stato smascherato.
Su Conso, vorrei ricordargli che una sentenza della Corte Costituzionale del luglio/ settembre 1993, gli impose di rivedere la generalizzata applicazione del 41 bis intervenuta il 20 luglio 1992.
Comprendo che nella sua visione totalitaria gli organismi supremi di Controllo, come ad esempio, la Corte Costituzionale, non siano contemplati. Ma siamo in Italia. Se vuole può sempre trasfersi in altri lidi, il cui ordinamento risponde ed esprime perfettamente tale visione
 

 

8.5.2023 TRATTATIVA, MAFIA-APPALTI e VIA D’AMELIO
Fabio Trizzino a “Buongiorno Sicilia” 


24.4.2023 Depistaggio Strage Via d’Amelio “c’è stata omertà da parte di uomini delle istituzioni”

Alla Via dei Librai, il saggio di Vincenzo Ceruso sulla stragi mafiose del 1992

I depistaggi sulla Strage di Via D’Amelio sono il frutto di  una convergenza d’interessi tra Cosa Nostra e gruppi di potere esterni: è scritto nero su biano nelle motivazioni della sentenza del processo per il depistaggio a carico di tre poliziotti.
C’è una storia tutta da riscrivere rispetto a quella stagione, che da maggio a luglio del 1992 cambiò il volto del paese, con il sacrifico di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo e delle donne e degli uomini delle loro scorte.
C’è una verità ancora tutta da trovare: un passo avanti in questa direzione lo fa Vincenzo Ceruso, scrittore e ricercatore,  che con il suo ultimo saggio “Le due Stragi che hanno cambiato la storia dell’Italia”, edito per i tipi di Newton Compton, prova a ricostruire quel contesto storico criminale, basando il suo lavoro su una attenta ed approfondita ricognizione dei dati giudiziari.
La presentazione è stata moderata da Giusto Catania, già europarlamentare di Rifondazione ed ex assessore alla Mobilità del Comune di Palermo. Al saggio di Ceruso è stato dedicato un dibattito a Palermo, nell’ambito della rassegna “La Via dei Librai”.
Tra i relatori  presenti anche Fabio Trizzino, il legale della famiglia del giudice Paolo Borsellino. Per Trizzino, quel processo di Caltanissetta sui depistaggi, è stato difficile e complesso perchè si è celebrato “in un clima di grande omertà perfettamente sovrapponibile a quello delle consorterie mafiose. E’ questo il dato sociologico che intendo rassegnare”.
L’omertà a cui fa riferimento Trizzino è, purtroppo, quella di “uomini delle istituzioni”. Presente al dibattito anche il Magistrato Antonio Balsamo ha individuato la cornice geopolitica in cui è maturata la stagione stragista: “questo è un libro che non tace niente”, ha commentato Balsamo parlando del volume scritto da Ceruso.

 

 

 

19.1.2023 Trizzino, avvocato della famiglia Borsellino: “Niente dietrologie, Messina Denaro arrestato grazie all’impegno e ai sacrifici dei carabinieri

 

2022

 

Un viaggio attraverso venticinque anni d’inchieste, processi, clamorosi colpi di scena e mistificazioni giudiziarie dopo la stagione delle stragi. Un viaggio che si legge come un romanzo ma che ha l’accuratezza e la precisione di un reportage giornalistico per scandagliare le piste alternative alla (assai) presunta trattativa che sono state troppo presto abbandonate dagli investigatori. Perché fu ucciso Paolo Borsellino? Che cosa c’entra l’esplosiva indagine su mafia e appalti su cui stavano lavorando in gran segreto prima Giovanni Falcone e poi il giudice ammazzato in via D’Amelio, e che fu poi insabbiata? Questa è la storia degli eroi che volevano arrestare i sanguinari boss corleonesi Riina e Provenzano durante le pagine più buie della nostra Repubblica.

 

 

STRAGI del ’92: Vincenzo Zurlo presenta il suo libro “Oltre la Trattativa”

 

In uno mondo pieno di misteri, intrighi e colpi di scena come quello di cosa nostra, i contorni delle vicende e degli uomini che ne fanno parte sono sempre sfumati e poco chiari.
Dalle stragi del ’92 ad oggi, magistrati, uomini di legge e dello Stato, politici, giornalisti, scrittori e registi hanno scoperchiato dei vasi di Pandora, ma molte situazioni rimangono nell’ombra ed è così che proliferano tesi e prospettive diverse, che permettono di dare una visione d’insieme più completa o di aggiungere un tassello in più alla verità dei fatti. Ed è proprio questo che ha voluto fare Vincenzo Zurlo con il suo libro dal titolo “Oltre la Trattativa”, presentato negli Antichi Lavatoi di Brancaccio a Palermo e moderato da Cristina Riggio, alla presenza Fabio Trizzino, avvocato della famiglia Borsellino, e Alessandro Bafumo, vice presidente di “Culturiamo Insieme”.

La controinchiesta

L’autore ha portato avanti una inchiesta che si distacca dal contesto della Trattativa Stato-Mafia e attribuisce l’accelerazione del piano stragista all’indagine su mafia e appalti che Falcone prima e Borsellino poi stavano portando avanti.
«Questa inchiesta, ben prima della tangentopoli milanese, portava alla luce la tangentopoli siciliana, in cui oltre al classico comitato d’affari con tutta una serie di aziende anche nazionali, c’è un partner in più, ovvero la mafia – precisa Zurlo – Durante un convegno al Castel Utveggio di Palermo, Giovanni Falcone ha dichiarato che la mafia era quotata in borsa facendo proprio riferimento alle aziende che erano state rilevate direttamente da Totò Riina.
Il 20 luglio 1992, due giorni dopo la morte di Paolo Borsellino e degli agenti di scorta, l’allora procuratore di Palermo, Pietro Giammanco, ha chiesto al Gip l’archiviazione del procedimento penale 2789/90, cioè il dossier mafia-appalti, approntato proprio dai Ros dei Carabinieri sotto la direzione di Giovanni Falcone.
L’archiviazione arriverà il 14 agosto 1992. Mi pare chiaro che ci sia un collegamento, per altro ciò è stato cristallizzato in alcune sentenze, come quella di Caltanissetta nella quale si dichiara che Borsellino è morto per le indagini su mafia e appalti, stesso movente della strage di Capaci.
Che Falcone e Borsellino fossero già messi a morte da cosa nostra è ovvio, che Riina avesse perso il controllo dopo le condanne del maxiprocesso è un altro dato certo, però, al netto di queste cose, c’è stata un’accelerazione sulla fase stragista a causa del dossier sugli appalti».

La trattativa secondo la famiglia Borsellino

«La trattativa fu un’azione info-investigativa dei Ros che, a nostro giudizio, aveva come finalità quella di costringere Ciancimino a collaborare, perché lui aveva delle necessità sue contingenti, infatti, aveva dei processi che stavano andando avanti – ha dichiarato Fabio Trizzino, avvocato della famiglia Borsellino e marito di Lucia-. Che poi questa sia stata definita “trattativa” a noi non interessa, ma ci sono degli elementi processualmente consolidati che avrebbero dovuto spingere gli inquirenti alla valorizzazione di quanto emerso con riferimento alla gestione del dossier mafia-appalti, da cui Borsellino venne escluso appositamente e per cui ci fu un’archiviazione anomala.
Quindi, noi riteniamo giusto che il Paese sappia che la nostra insistenza è fondata anche su aspetti documentali e oggettivi.
Abbiamo trovato singolare continuare a parlare solo di Trattativa quasi come vi fosse la necessità di trascurare altri argomenti. La tesi portata avanti da Zurlo é stata tralasciata a favore di una polarizzazione eccessiva sul tema della Trattativa. Ciò perché la gestione di quel dossier rimanda ad una analisi più approfondita di quello che Paolo Borsellino stesso definì un “nido di vipere”».

Il quadro generale: misteri e intrighi

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino portavano avanti la lotta alla criminalità organizzata su tutti i fronti e le motivazioni per cui cosa nostra li voleva morti erano senza dubbio molteplici, ma come si è detto più volte anche altri gruppi hanno voluto isolarli, perché erano pericolosi anche per tante altre persone, che a vario titolo hanno concorso alle stragi, in modo diretto o indiretto.
«Nel libro segnalo, inoltre, il comportamento anomalo della Procura in determinate situazioni.
Infatti, non solo l’indagine sugli appalti viene archiviata con il sangue di Borsellino ancora fresco e prima dei funerali, una circostanza già molto strana di suo, ma la stessa informativa Giammanco la manda in giro per i palazzi romani in modo assolutamente anomalo e lui non verrà mai indagato, non è stato aperto nemmeno un procedimento disciplinare del Csm per questa rivelazione di segreto istruttorio.
Su quella Procura ci sono delle ombre lunghissime, così come ci sono delle ombre lunghissime su Giammanco – dichiara infine Zurlo – Nell’agenda rossa c’era proprio l’indagine parallela che Borsellino stava conducendo dalla strage di Capaci in poi. Lì annotava tutte le anomalie sull’indagine “mafia e appalti”, questi sono dati che ci ha fornito Liliana Ferraro, magistrato e braccio destro di Falcone agli affari penali. Questo aspetto lei l’ha sempre sottolineato in tutti i processi».  Sonia Sabatino QDS 30.11.2022 


Cosa accadde davvero nei 57 giorni che separano la strage di Capaci da quella di via D’Amelio? Un libro prova a fare luce tra omissioni, errori, silenzi, connivenze e depistaggi

Foto Luigi Buonincontro per concessione Tablò©
 

E proprio il libro di Ceruso è stato al centro di un doppio appuntamento, nella nostra città: presso l’Università Federico II, nell’Aula Rascio del Dipartimento di Giurisprudenza,  dove è stato l’occasione per discutere delle prospettive del sistema penale italiano alla luce degli insegnamenti dei due grandi magistrati, e presso la Comunità di Sant’Egidio, nella Chiesa di San Pietro Martire. Con l’autore anche il legale della famiglia Borsellino, Fabio Trizzino, e il giornalista d’inchiesta Antonio Mattone.  NAPOLI TODAY


5.10.2022 –  DI CAPACI E VIA D’AMELIO / INCONTRO DELLA MEMORIA ALLA FEDERICO II DI NAPOLI 

 


 
 
 

Immaginate di avere due archiviazioni anomale del giugno 1992, dopo Capaci, e nel luglio/ 1992 con i funerali del Giudice Borsellino ancora da fare! 
Immaginate poi un collaboratore come SIINO che riferisce le parole di Pino Lipari sul fatto che con l’approdo di Borsellino dal gennaio 1992 è finita la pace per quel santo cristiano di Giammanco!
Immaginate che entrambe le archiviazioni salvano Buscemi Antonino!
Immaginate ancora che quest’ultimo era in affari per conto di Riina con Raul Gardini! Immaginate che Lipera racconta a Catania nel Giugno 1992 di come era stato gestito quel dossier a Palermo!
Immaginate ciò che emerge dai verbali del Csm del 1992!
Immaginate la telefonata di Giammanco del 19 luglio 1992 e tanto altro ancora caro Attilio Bolzoni, come ad esempio che tutto è consacrato in sentenze definitive come il Borsellino ter e quater!
FABIO TRIZZINO
Legale di parte civile di Fiammetta, Lucia e Manfredi Borsellino 
30 settembre 2022

Strage via D’Amelio, la famiglia Borsellino contro i pm: «Senza di loro depistaggio non poteva esserci»

 

 

Trizzino toga

Commento dell’avvocato Fabio Trizzino all’intervento di Bolzoni

Per finire, ecco un commento dell’avvocato Fabio Trizzino all’intervento di Bolzoni. «Attilio Bolzoni anziché scrivere le solite corbellerie e citarmi, se vuole può anche consultarmi così da smontare molte delle sue tesi minimaliste su mafia appalti. Ma del resto da uno che difese, giornalisticamente parlando, Scarantino non può pretendersi altro che il perseverare nelle proprie tesi di difensore ad oltranza della teoria della Minaccia a corpo politico et cetera. Nessun mea culpa ho sentito da lui in questi anni. Così come NON L’HO MAI VISTO A CALTANISSETTA NEL AL QUATER NE’ TANTOMENO AL PROCESSO DEPISTAGGIO. Le vere trattative le fanno loro con certi pm per pubblicare cose a questi ultimi gradite!!! Anche lui, come tanti ben pensanti, sarà condannato dalla Storia, il cui giudizio implacabilmente cadrà sul suo sterile pensiero da sedicente intellettuale delle cose di mafia!». Abbiamo superato i limiti per una ragionevole e ragionata lettura.

 


18.8.2022 Vespaio Giustizia

 

Continua a  far discutere il tema giustizia, o per meglio dire quello della magistratura che pare poco abbia a che fare con la parola “giustizia”.
Dopo il caso Palamara, la scandalosa vicenda della nomina del procuratore di Roma che ha visto silurato – inspiegabilmente e immotivatamente l’allora procuratore generale di Firenze Marcello Viola – tutti avevamo creduto, e sperato, in un cambio di rotta che portasse …


12.8.2022 FABIO TRIZZINO legale di Fiammetta, Lucia e Manfredi Borsellino

“Vorrei ricordare un dato assolutamente rilevante: le archiviazioni anomale da parte della Procura di Giammanco, nel Giugno 1992, furono Due.
La prima una settimana dopo la morte di Falcone, la seconda subito dopo la morte di Borsellino.
In entrambe campeggiava la figura di BUSCEMI ANTONINO, uomo di Salvatore Riina nella Calcestruzzi s.p.a. di Ravenna di Raul Gardini.
La prima archiviazione fu anomala anche in considerazione del fatto che furono disposte la smagnetizzazione dei dischetti e la distruzione dei brogliacci.
Perché? Ovviamente ho tutti gli atti a sostegno di tali affermazioni. Episteme e non doxa per l’appunto!”


8.8.2022 Ricerca verità giudiziaria su via d’Amelio è paragonabile alla scalata del monte Everest

 

12.8.2022 FABIO TRIZZINO legale di Fiammetta, Lucia e Manfredi Borsellino

“Vorrei ricordare un dato assolutamente rilevante: le archiviazioni anomale da parte della Procura di Giammanco, nel Giugno 1992, furono Due.

La prima una settimana dopo la morte di Falcone, la seconda subito dopo la morte di Borsellino.

In entrambe campeggiava la figura di BUSCEMI ANTONINO, uomo di Salvatore Riina nella Calcestruzzi s.p.a. di Ravenna di Raul Gardini.
La prima archiviazione fu anomala anche in considerazione del fatto che furono disposte la smagnetizzazione dei dischetti e la distruzione dei brogliacci.
Perché?
Ovviamente ho tutti gli atti a sostegno di tali affermazioni. Episteme e non doxa per l’appunto!”
 
 

6.8.2022 Fabio Trizzino, legale dei figli di Borsellino: «sempre più vicini alla verità»

Ha affidato ai social il suo commento l’avvocato Fabio Trizzino, legale dei figli del dottor Paolo Borsellino, dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza del “Bagarella e altri”, il c.d. processo sulla trattativa.

A chi mi chiede un commento a caldo sulle motivazioni della sentenza trattativa mi limito a rassegnare le seguenti considerazioni.
La ricerca di una verità giudiziaria su via d’Amelio è paragonabile alla scalata del monte Everest.
Più si va avanti più l’area diventa rarefatta e gli ostacoli più potenti, quasi invincibili.
Eppure oggi siamo a 6mila metri di altezza e, fra mille ostacoli, abbiamo guadagnato il campo base. Bisogna riordinare le idee e riacquistare forza ed energie. La vetta è lì più vicina. La si può quasi toccare. Ma al tempo stesso lontanissima.
Raggiungerla significherebbe guardare dentro a certi santuari, intoccabili che’ a solo tentare di guardarci dentro,si corre il rischio di essere trasformato in una statua di sale.
Il clima all’interno della Procura di Palermo delineato nelle motivazioni contrasta decisamente rispetto alle parole riportate da Alessandra Camassa e Massimo Russo, testi qualificati, circa la definizione che Paolo Borsellino diede al suo ufficio di Palermo definito un NIDO DI VIPERE.
La memoria di um valente Magistrato come Paolo Borsellino ci impone dunque un ultimo sforzo.
E noi non ci sottrarremo, tanto più che il nostro cammino per la Verità, per alcuni, non avrebbe dovuto nemmeno essere iniziato.

 

26.7.2022 – LA VERITA’ SU VIA D’AMELIO DOPO TRENT’ANNI. Se non quella processuale almeno quella storica

“… la collettività deve essere informata e deve cominciare a pretendere comportanti diversi e soprattutto la verità”. “Che non sarà più processuale ma la verità storica che non ha più i vincoli e condizionamenti delle regole del processo, che vanno sempre rispettate. La verità storica si pone al di fuori di ogni altro condizionamento”. 
“Comunque, noi guarderemo con favore alle altre iniziative di tipo processuale che si vorranno mettere in campo ma dobbiamo essere chiari l’esercizio della potestà punitiva deve avvenire in tempo congruo, ogni altri iniziativa rischia di divenire una occasione per non consentire alla famiglia di elaborare questo lutto. Noi questo diritto lo abbiamo”.

Avvocato Fabio Trizzino legale di Fiammetta, Lucia e Manfredi Borsellino

 



GUARDA IL VIDEO 

19.7.2022 In occasione del trentennale della strage di via D’Amelio, Fabio Trizzino avvocato di parte civile di Lucia, Manfredi e Fiammetta Borsellino parla in esclusiva a ilSicilia.it.
Secondo Trizzino, i processi Borsellino e Borsellino-bis sono stati entrambi  “travolti” e interessati da un istituto straordinario e di rarissima applicazione ovvero la revisione. Trizzino ha anche parlato di verità negate da dati oggettivi. “Vedere due processi di quella portata travolti in questo modo – dice Trizzino è per me, una situazione imbarazzante”.
Borsellino – continua Trizzinoè stato uno dei padri fondatori della seconda Repubblica che è nata anche sul suo sangue e su quello di Giovanni Falcone”.  Oggi, trent’anni dopo la strage di via d’Amelio, sono ancora tanti i misteri irrisolti. Dall’agenda rossa a quell’amara confessione sul suo ufficio di procuratore aggiunto a Palermo, che però considerava «un nido di vipere».


 

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