GASPARE MUTOLO IN VIA D’AMELIO CON LA SCORTA …

Il pentito Mutolo in via D’Amelio: “Nessun imbarazzo, sono stato invitato dal fratello di Borsellino”.

Così il boss pentito sulla sua presenza alla commemorazione dove è avvenuto anche l’incontro-scontro con Graziella Accetta, la madre di Claudio Domino, ucciso a 11 anni dalla mafia. 

“Perché dovrei provare imbarazzo? Molti volevano fare un selfie con me. E’ vero che ho ucciso e sequestrato persone, ma non ho mai ammazzato giudici e poliziotti

“E perché dovrei provare imbarazzo per essere andato in via D’Amelio a commemorare il giudice Paolo Borsellino? Assolutamente no.
Io sono stato invitato da Salvatore Borsellino e ho accolto molto volentieri il suo invito.

Ero guardato a vista da due “angeli custodi” della Questura che non mi abbandonavano un attimo. Ero felice”. A dirlo in un’intervista all’Adnkronos è il pentito di mafia Gaspare Mutolo, che il 19 luglio si è presentato a sorpresa in via D’Amelio durante la commemorazione per la strage in cui furono uccisi, 31 anni fa, il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta.

La manifestazione, organizzata come ogni anno dalle Agende rosse, presiedute da Salvatore Borsellino, fratello del giudice, si è tenuta alla presenza di familiari di vittime della mafia, magistrati e di numerosi componenti della società civile. “

Quello che io faccio è un esempio. Perché è vero che sono un assassino e che ho sequestrato e ucciso ma  non ho mai ammazzato né giudici né poliziotti.
Quindi, non mi sento sulla coscienza uomini delle istituzioni”.

“Sapesse quante persone si volevano fare un selfie con me… Non può immaginare. Io sono rimasto sorpreso”.
Non ho nulla di cui vergognarmi. Sì ero un assassino, ma allora dobbiamo cancellare dalla Bibbia anche San Paolo…”.

Poi, mentre ero lì ho salutato Salvatore Borsellino che è sceso dal palco per stringermi la mano.

Le guardie attorno erano tutte cortesi. Ci siamo seduti a parlare con Borsellino. Dopo un quarto d’ora sono arrivati dei giornalisti e si sono portati via Salvatore per fare delle interviste.
Io sono rimasto seduto tranquillamente. A un certo punto, una signora mi indica con il dito e mi dice gridando: ‘Mi devi dire dove ci siamo incontrati’. Io la guardo stupito. Era la signora Graziella Accetta. Anche il marito diceva: ‘Ci devi dire quando ci siamo visti'”.

Sotto l’albero di via D’Amelio c’erano altre personalità, donne e uomini delle istruzioni. 

Ho visto il giudice Roberto Scarpinato e ci siamo dati la mano. Io l’ho visto e l’ho chiamato ‘Dottore Scarpinato’ e lui – si è avvicinato e mi ha dato la mano sorridendomi.

Qualcuno ci ha scattato la fotografia. Tutto qui. Poi ho letto tutte quelle cose. La signora Accetta vuole fare passare l’omicidio del figlio come delitto di mafia, ma non è così”.

Io ho pure due ‘angeli custodi’ che mi sorvegliano. Su indicazione della Questura. Per la mia sicurezza.

La sera prima eravamo stati al Teatro Golden per un incontro sull’antimafia con magistrati e altri”.  da PALERMO TODAY 23 luglio 2023


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