RAPPORTO DIA: la “mappa mafiosa” delle alleanze strategiche

 

 

Nella lotta contro la criminalità organizzata siciliana, il Rapporto Dia (Dipartimento Investigativo Antimafia) del “secondo semestre 2022” sulla criminalità organizzata rivela una crescente presenza e minaccia dell’organizzazione in Europa e nel mondo.
Le attività illecite, con focus sul traffico di droga, hanno radici profonde in Sicilia, esportando violenza e la corruzione. La Dia emerge come struttura chiave per la collaborazione a livello internazionale per contrastare l’espansione di questa organizzazione criminale transnazionale

Il crimine organizzato di matrice etnica è una presenza consolidata nel panorama criminale italiano. Le forze di polizia notano la notevole capacità di azione di questi sodalizi stranieri, nonostante gli sforzi preventivi e repressivi.
Le interazioni tra le consorterie italiane e straniere sono sempre più evidenti, influenzate dalla posizione geografica dell’Italia come crocevia di scambi internazionali che rappresenta un
fattore altamente attrattivo per le organizzazioni criminali transnazionali.

Il Consiglio dell’Unione Europea ha stabilito priorità per contrastare la criminalità organizzata, focalizzandosi su reti ad alto rischio, tratta di esseri umani, traffico di migranti e stupefacenti.
Le attività investigative mostrano una crescente indipendenza delle aggregazioni straniere, soprattutto nel nord, in cui interagiscono anche pariteticamente con le mafie locali.
Al contrario, nel centro e nel sud, si osserva un cambio di dinamica con i gruppi stranieri che guadagnano autonomia rispetto alle mafie autoctone.

La criminalità organizzata straniera in Italia è prevalentemente composta da sodalizi extracomunitari, con l’eccezione della componente romena. Le attività investigative indicano una convergenza tra mafie italiane e straniere, evidenziando alleanze strategiche.
Gruppi criminali stranieri radicati in Italia, spesso giunti clandestinamente, collaborano con la criminalità locale per trarne profitti illeciti.
Le mafie italiane hanno consolidati legami con
organizzazioni albanesi e magrebine, mentre i nigeriani sono attivi nel traffico di eroina.
Il traffico di droga è l’interesse principale delle organizzazioni straniere, soprattutto di matrice
albanese e nordafricana.
Questi sodalizi sono spesso avamposti di organizzazioni radicate nei paesi d’origine, controllando filiere illecite e stringendo accordi con mafie autoctone.
Cresce anche la
presenza di baby gang straniere, mentre la contraffazione, le frodi informatiche e i reati cyber-finanziari sono le nuove frontiere e settori di interesse delle organizzazioni criminali.
La gestione del contesto migratorio è una sfida, e l’Europa si sta attivando con piani d’azione. Le organizzazioni criminali straniere, spesso egemoni su filiere illecite, rappresentano una minaccia transnazionale. 
Acquisiscono sempre maggiore importanza, per dimensioni e pericolosità, latratta di esseri umani e il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, condotte anche queste da annoverare tra i business più redditizi per le organizzazioni criminali straniere.
La cooperazione internazionale, come il progetto ONNET, diviene cruciale per una risposta efficace e coordinata per contrastare questa criminalità globale.

Cooperazione internazionale nella lotta alla criminalità organizzata: il ruolo chiave della DIA

In un contesto sempre più globalizzato, la lotta contro la criminalità organizzata siciliana ha assunto dimensioni internazionali, evidenziando la necessità di una stretta collaborazione tra le forze dell’ordine di diversi paesi.
In questo scenario, la Direzione Investigativa Antimafia (DIA) emerge comeelemento centrale nelle attività operative connesse alle organizzazioni mafiose nazionali.
La DIA, attraverso la cooperazione di polizia, svolge un ruolo fondamentale sia a livello bilaterale che multilaterale. La cooperazione bilaterale si concretizza attraverso il rapporto di collaborazione con gli Ufficiali di Collegamento esteri, presenti presso le rappresentanze diplomatiche a Roma.
Questa collaborazione mira a monitorare i collegamenti tra le organizzazioni criminali italiane e quelle presenti all’estero, analizzando le linee evolutive del fenomeno mafioso su scala internazionale.
Un elemento chiave di questa cooperazione sono le Task Forces congiunte tra le Autorità italiane e gli organi investigativi esteri.
Qui, la DIA assume un ruolo cruciale nell’approfondimento analitico dei fenomeni criminali, facilitando lo scambio di informazioni di polizia per lo sviluppo di valutazioni condivise nel contrasto alla criminalità organizzata.
Questi gruppi di lavoro periodici consentono un costante confronto sulle nuove minacce criminali, considerando la natura globalizzata e la capacità transnazionale di riciclaggio di capitali illeciti. Oltre ai rapporti con i Liaison Officers dell’Unione Europea, particolare importanza è data alle relazioni dirette con gli Ufficiali di Collegamento degli Stati Uniti d’America, del Canada, della Svizzera e dell’Australia.

La Mafia siciliana radicata in Europa: traffico di droga e attività illecite in costante aumento

Il traffico di droga e le attività illecite della mafia siciliana si intensificano in varie nazioni europee, rivelano recenti indagini e operazioni delle forze dell’ordine. Concentriamoci sul ruolo chiave della mafia nella Spagna, in Francia, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi e gli altri paesi dell’Ue .

Spagna: una porta d’ingresso per cocaina e hashish

In Spagna, la posizione strategica lungo le coste del Maghreb ha reso il paese una delle principali porte d’ingresso europee per cocaina e hashish. Le organizzazioni mafiose e autoctone collaborano con fornitori colombiani e marocchini, sfruttando pescherecci, navi da carico, gommoni ultra-veloci e camion per il trasporto delle sostanze stupefacenti. La Spagna è diventata nel tempo anche un nodo cruciale per il riciclaggio dei proventi del traffico di droga sui mercati europei.

Francia: la Mafia italiana “di casa” nella Costa Azzurra

In Francia, la presenza della mafia italiana si concentra nelle regioni delle Alpi, Provenza e Costa Azzurra. Clan russi, balcanici e italiani operano in episodi marginali legati al traffico di armi, prostituzione e rapine.
La ‘ndrangheta e Cosa nostra, in particolare, si è radicata nella Costa Azzurra, coinvolgendosi attivamente nel traffico di sostanze stupefacenti, con Ventimiglia come snodo cruciale per il narcotraffico.

Regno Unito: il riciclaggio mafioso facilitato dal sistema economico-giuridico britannico

Nel Regno Unito, la mafia siciliana e italiana trova un ambiente favorevole grazie alla facilità di riciclare denaro offerta dal sistema economico-giuridico anglosassone.
La Brexit e la recessione economica hanno aperto opportunità per investimenti illeciti, con le mafie italiane che mirano a massimizzare i profitti in un contesto finanziario indisturbato.

Belgio: la morsa della ‘Ndrangheta e Cosa Nostra come snodo per attività illecite transnazionali

Il Belgio, con il suo strategico porto di Anversa, è diventato uno snodo cruciale per attività illecite transnazionali, soprattutto nel narcotraffico.
La ‘Ndrangheta e Cosa Nostra, due delle principali mafie italiane, si sono radicate nel territorio belga, sfruttando province come Mons-Charleroi, Hainaut e Liegi. Recenti sforzi investigativi hanno portato a condanne significative contro esponenti di queste organizzazioni, evidenziando l’ampiezza della minaccia.

Paesi Bassi: “Gateway privilegiato” per la droga sudamericana

Grazie all’economia orientata al commercio internazionale e alle strutture logistiche avanzate, i Paesi Bassi, con i loro porti di Rotterdam e l’aeroporto di Schiphol, sono diventati un importante ingresso europeo per la cocaina proveniente dal Sud America.
La ‘Ndrangheta calabrese in particolare ma anche altre mafie e la Cosa nostra siciliana sono attive nel traffico di droga e nel riciclaggio, approfittando della posizione centrale e della rete di trasporti olandesi. Il recente coinvolgimento di latitanti di alto profilo sottolinea la complessità della situazione.
Belgio e Paesi Bassi
sono i due paesi che in particolare stanno intensificando la cooperazione internazionale con la DIA e gli sforzi di contrasto per frenare la marea del narcotraffico e delle infiltrazioni mafiose. La lotta è complessa, ma le autorità sono determinate a preservare la sicurezza e l’integrità dei loro territori.

Gli altri paesi Ue

Il problema della criminalità organizzata italiana, con particolare riferimento alla mafia siciliana, continua a estendere le sue radici oltre i confini nazionali, con recenti segnalazioni di attività illecite in diversi paesi europei.
La Svizzera, da tempo considerata un rifugio per il denaro illecito, è stata identificata come un luogo cruciale per le attività della mafia siciliana. Le indagini evidenziano la presenza anche di ‘ndrangheta e camorra, coinvolte in operazioni di traffico di droga, riciclaggio di denaro e attività finanziarie illegali. 

Analogamente, in Germania, le mafie siciliane si concentrano nelle regioni più prosperose, sfruttando settori come il traffico di stupefacenti, l’edilizia e la vendita di merci contraffatte.

Nel frattempo, la Repubblica Ceca e l’Austria emergono come punti nodali per le attività illecite, fungendo da crocevia strategico per le operazioni mafiose.
La situazione in Albania non è da meno, con la ‘ndrangheta che gioca un ruolo preponderante nel traffico internazionale di droga, minando la sicurezza e la stabilità nella regione ma che vede la presenza anche di famiglie mafiose siciliane sul territorio in misura minore ma da non sottovalutare.
Particolare ciò che è emerso, come fenomeno nel territorio albanese, nel corso del semestre in esame il proliferare costante dei call center gestiti per realizzare truffe on line. Varie operazioni di polizia giudiziaria, hanno consentito di individuare una consorteria dedita ad una serie di truffe per la compravendita di criptovalute, mediante canali telematici e per mezzo di un articolato sistema di società che svolgevano attività di call center in Albania. Inoltre, la Procura di Pordenone e la Procura Speciale contro la Corruzione ed il Crimine Organizzato di Tirana, nell’ambito dell’Operazione “Dream Earnings”,hanno sottoscritto un Accordo Istitutivo di una Squadra Investigativa Comune che il 25 ottobre 2022 ha consentito di individuare un’associazione a delinquere, dedita alla truffa finanziaria transnazionale mediante trading – on line, che disponeva di un call center situato a Tirana, utilizzato da più operatori del sodalizio criminale per contattare una pluralità di persone residenti nel nostro territorio nazionale.
In un contesto di crescente internazionalizzazione delle organizzazioni criminali italiane, le attività della mafia siciliana e di Cosa Nostra si intrecciano in modo significativo storicamente con Romania e Bulgaria ma è l’isola di  Malta, la realtà che sempre più emerge come nodo cruciale per traffici illeciti, riciclaggio di denaro e attività criminali diversificate.

L’isola di Malta, con il suo regime fiscale favorevole, è diventata terreno fertile per le attività della mafia siciliana e della camorra. Clan ‘ndranghetisti sono coinvolti in scommesse online, sfruttando le agevolazioni normative e fiscali maltesi. Cosa Nostra, in particolare il clan Santapaola-Ercolano, ha mostrato interessi significativi nel settore del gaming, sfruttando la vicinanza geografica con la Sicilia, come emerso dagli atti d’indagine dell’operazione denominata “Doppio Gioco” nel 2021.

Cosa Nostra e le sue radici consolidate negli Stati Uniti, Canada e America Latina 

Stati Uniti d’America: La presenza mafiosa in America è radicata nella storia, con Cosa Nostra che, sin dalla grande migrazione, ha influenzato gli affari criminali. La famiglia GAMBINO, le famiglie di New York (BONANNO, COLOMBO, GENOVESE e LUCCHESE), e altre hanno trovato terreno fertile per attività come il narcotraffico.
Recentemente, un capomafia di Castellammare del Golfo è stato sottoposto a sequestro di beni, evidenziando il mantenimento dei legami tra la mafia siciliana e quella italo-americana.
Anche la ‘ndrangheta e i sodalizi campani e pugliesi sono coinvolti, con recenti operazioni che dimostrano la loro presenza operativa negli Stati Uniti.

Canada: Montreal, Toronto e Thunder Bay sono i teatri consolidati delle operazioni della mafia italiana, con Cosa Nostra a Montreal e ‘ndrangheta a Toronto e Thunder Bay. Le attività illecite spaziano dal traffico di stupefacenti all’usura, dall’estorsione al gioco d’azzardo.
L’operazione “Canadian ‘ndrangheta Connection2” ha rivelato strutture gerarchiche che collegano direttamente le organizzazioni mafiose canadesi con quelle in Italia.

America Latina: La “Triple Frontera” tra Argentina, Brasile e Paraguay si è trasformata in un epicentro cruciale per la mafia siciliana e italiana per  molteplici attività illegali, grazie a una combinazione di contrabbando, traffico di droga, armi, prostituzione e riciclaggio di denaro.
La ‘ndrangheta, con la sua struttura organizzativa, in particolare ha sfruttato la composizione etnica diversificata dell’area per infiltrarsi in attività illegali.
La zona è diventata un punto di partenza strategico per spedizioni di stupefacenti verso l’Europa, con una capacità di invio di oltre 50.000 kg di cocaina documentata dal 2020 a oggi.

Messico, Colombia e Brasile: snodi “storici” del narcotraffico e di collegamenti transnazionali per la mafia siciliana e italianaMessico: Le organizzazioni criminali transnazionali in Messico si dedicano al riciclaggio di profitti illeciti legati al traffico di droga, esseri umani, armi e alle attività di contrabbando, frodi ed estorsioni.
La ‘ndrangheta italiana (e in minor parte Cosa nostra siciliana) è coinvolta nel narcotraffico, con il porto di Gioia Tauro che diventa uno snodo chiave per i carichi di cocaina diretti in Europa.
Il Messico, rispondendo alla sfida del riciclaggio di denaro, ha introdotto regole severe come la “customer due diligence” e ha istituito una Unità di Informazione Finanziaria, diventando membro di GAFI e GAFILAT.

Colombia: Con la sua produzione significativa di cocaina, è di interesse per le mafie italiane (in particolare la ‘ndrangheta). I profitti derivanti dal narcotraffico alimentano un intricato sistema di riciclaggio attraverso transazioni immobiliari e operazioni finanziarie, coinvolgendo anche criptovalute.
Le rotte di traffico di droga dalla Colombia all’Europa, attraverso Sud America, Spagna e Olanda, rimangono vitali per le organizzazioni criminali, comprese quelle mafiose siciliane.

Brasile: Il Primeiro Comando da Capital (PCC), organizzazione criminale predominante in Brasile, strutturato per il riciclaggio e i crimini finanziari e in collegamento con altre organizzazioni mafiose occidentali ed europee. Le mafie italiane hanno creato solidi punti di contatto in Brasile, soprattutto attraverso emigrati siciliani e in particolare con Cosa nostra siciliana e ‘ndrangheta.
Operazioni recenti come “Magma2” evidenziano il coinvolgimento della ‘ndrangheta nel traffico internazionale di droga, con collegamenti in Svizzera.

Due focus specifici: Emirati Arabi Uniti e Cina

Emirati Arabi Uniti: Hub Globale per Riciclaggio e Latitanza

Gli Emirati Arabi Uniti, pur essendo un paese sviluppato con elevato tenore di vita, sono attrattivi per i traffici illeciti, in particolare nel narcotraffico di hashish e amfetamine.
La mancanza di normative adeguate li rende un polo “globale” per il riciclaggio di capitali, attraendo anche elementi pericolosi della criminalità organizzata.
Abu Dhabi e Dubai sono particolarmente vulnerabili, essendo luoghi preferiti per la latitanza di criminali di spicco. Operazioni come quelle del 3 luglio e 15 novembre 2022 con l’arresto di latitanti mafiosi diretti o rifugiati a Dubaimostrano l’interesse delle autorità italiane a contrastare la presenza criminale negli Emirati.

Cina: Cooperazione e Connessioni Criminali

Le attività criminali in Cina sono strettamente legate alla presenza di cittadini cinesi in Italia, fungendo da ponte per le organizzazioni criminali italiane.
La criminalità cinese in Italia e in Sicilia si caratterizza per strutture gerarchiche chiuse e attività concentrate principalmente all’interno della comunità. Operando in modo silente, si dedica a estorsioni, rapine, sfruttamento della prostituzione, reati finanziari, e monopolizza lo spaccio di metanfetamine.
La struttura impenetrabile e la mobilità dei criminali rendono difficile la repressione. Coinvolte in attività commerciali, le imprese cinesi generano flussi finanziari che facilitano il riciclaggio di denaro attraverso circuiti legali e il trasferimento in Cina, soprattutto tramite il money transfer.
Contestualmente, le autorità siciliane e in tutta Italia intensificano gli sforzi per contrastare la criminalità cinese, anche nelle violazioni della sicurezza sul lavoro, dimostrando un impegno multiforme contro questo fenomeno.
La camorra ha stabilito basi logistiche nello Zhejiang, coinvolgendo cittadini cinesi in varie fasi del mercato criminale, dalla produzione alla distribuzione.
La ‘ndrangheta, in modo marginale, è coinvolta nella contraffazione, facilitando l’importazione di prodotti falsificati in Italia.

Accordi di cooperazione tra Italia e Cina, come il Protocollo del 2017, cercano di affrontare le sfide connesse alle attività criminali.
Investigazioni come l’operazione “Passo falso” dimostrano il coinvolgimento cinese nelle rotte dei reati legati al falso, mentre la presenza della criminalità organizzata italiana in Cina, rivelata da operazioni come quella dell’AG di Brescia nel settembre 2022, si estende anche a reati finanziari come l’evasione fiscale.
In sintesi, il rapporto Dia descrive la situazione a livello globale in un intricato panorama di criminalità transnazionale, in cui la Cosa nostra siciliana si espande in particolare in Europa e  mantiene alleanze storiche e consolidate nel resto del mondo, con un crescente coinvolgimento in diversi paesi Ue in svariate attività illecite, in particolare sul traffico di droga.

 

La cooperazione internazionale, guidata dalla Dia, si rivela cruciale. Dalla mafia cinese in Italia agli Emirati Arabi Uniti come hub di riciclaggio, la lotta coinvolge Stati Uniti, Canada, America Latina, Cina e altri, delineando una sfida globale per la sicurezza.