Procuratore generale SICLARI: “Ho consigliato Giammanco di utilizzare Borsellino anche per Palermo, gli ho detto: guarda Borsellino è persona che ha una esperienza tale che è veramente un delitto non utilizzarlo per Palermo”
… ha percepito magari dallo stesso Borsellino delle difficoltà per quanto riguarda una applicazione ragionevole dei criteri di assegnazione dei processi ?
Intendo dire al di là di quelle che possono essere le distinzioni territoriali, tu copri Agrigento, Marsala, Trapani quest’altro copre… può capitare che un determinato pentito dichiari una volta diceva: Voglio parlare con Falcone, che recenti pentiti abbiano detto: voglio parlare con Borsellino.
Lei sa se in relazione a cose di questo tipo sono nate all’interno della procura delle difficoltà, perchè magari quel pentito non cadeva esattamente come devo dire in una collocazione territoriale attribuita in linea di principio a Borsellino con conseguenze di tipo vario. DOMANDA Per esempio ci sono dei pentiti che quando decidono di voler parlare solo con un magistrato, con quello parlano e con nessun altro.
RISPOSTA: allora la distruzione era che di Palermo si occupava Aliquò, e della provincia si occupava invece Borsellino, è capitato in relazione, bê lo posso dire perchè lo hanno pubblicato tutti i giornali il nome quindi non sve1o un segreto io, è capitato in relazione a Mutolo che è un grosso personaggio dal quale noi aspettiamo delle importanti rivelazioni ha gia cominciato a farle, è accaduto in relazio- ne a Mutolo, Borsellino mi venne a dire che Mutolo voleva parlare con lui che lui aveva saputo che Mutolo voleva parlare con lui, e Borsellino si preoccupava del fatto che Giammanco potesse non mandar lui, e venne a parlare con me e mi disse, mi fece questa confidenza, io gli chiesti: beh, ecco, se manda un altro che cosa succede se manda un altro, tu che cosa farai, cosa pensi di fare, dice: ma se manda un altro Mutolo non parla quindi credo che probelmi non ne sorgano perchè poi dirà che vuole parlare con me e a quel punto dovrà decidere e allora io gli posi la seconda domanda: e se ti affianca un altro sostituto, mi rispose: se mi affianca qualcuno che non à di mio gradimento, io non ci vado, invece poi c’è andato perchè gli ha affiancato Aliquo ed evidentemente ha ritenuto che Aliquò fosse l ‘ altro procuratore aggiunto fosse persona di suo gradimento perchè ci à andato regolarmente, quanto alle assegnazioni al di fuori…….
DOMANDA: in questo momento quando Borsellino va’ la prima volta lei conosce . . , è stato informato di quale atteggiamento ha avuto questo pentito. ne ha sentito parlare ne ha parlato con Borsellino?
RISPOSTA: no, no, no, so da altra fonte quale atteggiamento …..che il pentito sta parlando, ma non da Borsellino , poi ho con Borsellino non ho avuto occasione di riparlare in particolare di Mutolo, quanto alle assegnazioni ecc. io stesso ho detto ho consigliato a Giammanco di utilizzare Borsellino anche per Palermo, gli ho detto: guarda Borsellino è persona che ha una esperienza tale che è veramente un delitto non utilizzarlo per Palermo, la risposta è stata: ma come non lo utilizzo per Palermo, lo utilizzo per Palermo eccome, gli ho dato, ho mandato lui a sentire Mutolo, l’ho mandato insieme ad Aliquò a sentire Mutolo, lo voglio utilizzare proprio per Palermo.
Borsellino poi a me ha detto : ma sai il rapporto nel discutere se si trovava bene proprio in relazione a questo diario – mi ha detto: ma sai il mio approccio con Giammanco è stato diverso io sono andato su con molta modestia, non ho problemi con Giammanco perchè io mi sono posto in una posizione di modestia non con la personalità di Giovanni Falcone, non mi sono creato dei problemi.
Io gli ho chiesto: di che ti interessi? Mi interesso di Trapani, Agrigento, ho domandato: ma non ti interessi di Palermo? Mi ha detto : no di Palermo non mi interesso, ed è stato per aver sentito Borsellino dire questo che io ho detto a Giammanco utilizzalo anche per Palermo, mi pare peccato e lui mi ha risposto: ma come non lo utilizzo, lo utilizzo anche per Palermo.
Domanda: ma non ci è stata una vicenda un po’ più articolata su questo Mutolo, voglio dire a me pare che lui è andato diverse volte e in più occasioni diciamo ci sono state delle difficoltà e dei problemi anche con dei sostituti, nel senso che, le non sa…… ho capito, va bene poi dopo quando.
RISPOSTA: non li conosco io questi problemi non li conosco perchè Borsellino non me li ha rappresentati e non ho avuto occasione di parlarne con nessuno, non li conosco.
DOMANDA: volevo chiederle un chiarimento rispetto a quanto le risulta su alcune notizie che sono apparse sulla stampa in questi giorni che diciamo circolano a Palermo . La prima relativa ad una lettera che sarebbe stata recapitata alla Procura della Repubblica di Palermo alcuni giorni prima della morte di Borsellino, in cui c’era oltre che disegnata una bara indicato il nome del dott. Paolo Borsellino e altri
nomi di magistrati della Procura di Palermo come persone che dovevano morire e sempre secondo ci si dice questa l e t t e r a non sarebbe stata inoltrata al Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza se non dopo la effettuazione della strage, questa è il primo chiarimento
poi le chiedo il secondo così complessivamente….
Il secondo è se le risulta che vi sia una presa di posizione unanime del . . . . accademico dell’Università di Palermo che chiede le dimissioni di una serie di soggetti posti ai vertici degli uffici della prefettura ma anche della procura della Repubblica e quindi chiede in sostanza le dimissioni, chiederebbe in sostanza le dimissioni anche del procuratore Giammanco. E’ sui giornali, ma volevo una conferma .
RISPOSTA: E’ sulla stampa, à vero. Effettivamente è vero, quanto alla prima è vera anche quella. Dunque nella riunione
mi pare giovedi della settimana passata, c’è stata una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza . . . in quella riunione è venuto Spallitto è venuto l’aggiunto Spallitto che ad un certo momento ha prodotto un foglio di carta uso protocollo sul quale c’erano appiccicate delle fotofografie c’era la fotografia di Costa, di Livatino di Borsellino della Principato e De Francisci e c’era una bara . Io mi sono irritato anche quando ho visto presentare questo , quando Spallitto ha incominciato a parlare ho detto: ma insomma io sono il Procuratore Generale com’è che viene fuori questa cosa e io non ne sono informato in Comitato si presenta una cosa del genere, Spallitto si è schermito ed ha detto: 1o insomma l’ho trovato in questo momento e le parlo in questo momento perchè l’ho visto e l’ho avuto in questo momento , era datata 18 giugno quindi insomma notevolmente prima della morte di Borsellino, io quello che potevo fare l’ho fatto immediatamente perchè in quella stessa sede il prefetto mi ha domandato cosa intendessi dire e ho chiesto la protezione dei colleghi che c’erano li’ raffigurati erano raffigurati naturalmente non potevo fare più di quello che ho fatto.
DOMANDA: Senta, …..dopo la morte di Borsellino .
RISPOSTA: Si’, la riunione della settimana passata, della settimana scorsa…
DOMANDA: questo foglio è stato portato al Comitato dopo la morte di Borsellino..
RISPOSTA: Esatto..Ci sta questa presa di posizione unanime del Senato accademico che chiede tra le altre anche l e dimissioni del procuratore Alabisio.
DOMANDA: io volevo tornare sul contenuto delle sue prime dichiarazioni lei a un certo punto ha detto che secondo lei gli otto sostituto che hanno firmato il documento parentesi mi risulta che anche altri non partecipanti all’istruttoria a n t i m a f i a hanno n e l l a p r o c u r a di Palermo, hanno come dire e sottoscritto un documento di …..
RISPOSTA: questo io non lo conosco, questo documento, ma ho letto sulla stampa quello che avete letto voi, ma evidentemente è cosa freschissima.
DOMANDA: avrebbero diciamo agito perché scossi dalla perchê morte di Borsellino sia perchè colpiti da questa chiamianola così diciamo pressione esterna sulla immagine della procura attraverso la delegittimazione diciamo del suo dirigente. Le sembra attraverso la stampa ed è un fatto diciamo di pubbli- co dominio risulterebbe diciamo che i passaggi attraverso i quali si è determinata questa pressione esterna sarebbero i seguenti: nel momento immediato della strage una manifesta- zione diciamo di impopolarità nei confronti di Gianmanco il quale avrebbe diciamo nell’immediatezza subito queste manifestazioni e dopodichè l’indomani c i sarebbe s t a t a una r i u – nione in procura alla quale credo Lei in qualche modo ha partecipato diciamo nella prima f a s e . . . . i o vorrei sapere questo: cosa è successo subito dopo questa n o t t e , questa prima notte così tempestosa e che cosa ha determinato quella riunione di sostituti che poi ha portato alla . . . . .
RISPOSTA: allora nell’uscire dalla prefettura dopo che avevamo parlato con i tre ministri che c’erano: Mancini, Andò e Martelli ero uscito dalla prefettura e Giammanco uscì per primo con la macchina per primo e c’era la folla che aveva , stava manifestando dinanzi alla prefettura andò a infilarsi con la macchina proprio in mezzo alla folla e fu oltraggiat o , forse ci fu anche un tentativo di percuoterlo, inter- vennero la scorta, e ne uscì fuori, poi andammo a casa di Borsellino perchè eravamo diretti a casa di Borsellino, 1 Ministri erano diretti anche loro a casa di Borsellino, volevano salutare la famiglia di Borsellino. Giammanco era visibilmente scosso da quello che era successo.
Senta, c’era Galasso tra la folla perchè l’hanno anche fotografato quindi insomma che sapesse chi era mi pare e poi lo conosce benissimo a Palermo la fotografia di Giammanco è notissima quindi non credo che ci fossero dubbi su questo e Giammanco chiese disse che avrebbe dato le dimissioni se non aveva la solidarietà del Ministro degli Interni l’indomani ripetette questa frase quando scendemmo giù da casa disse al Ministro lo ripetette quando scendemmo giù e l’indomani mattina io sono salito in Procura per vedere cosa stava succedendo, che clima c ‘era in Procura e Gianmanco era decisissimo a dare le dimissioni , sosteneva che avrebbe dato le dimissioni se non aveva un gesto di solidarietà dei colleghi perchè era scosso anche lui da quello che era avvenuto il giorno prima e voleva che i colleghi gli dessero la solidarietà, in mancanza di un gesto del genere io me ne vado. E allora io sono an dato alla riunione che i colleghi stavano organizzando, sono andato per dire loro i pericoli che si rappresentavano, come la procura sarebbe caduta in crisi, sarebbe caduta in una crisi difficile di essere particolarmente prudenti, di pensare a quello che facevano , ho detto loro io non vengo qua per difendere nessuno, nè per crocifiggere nessuno, vengo soltanto per cercare di rappresentarvi quello che succede, quello che può succedere e poi ho aggiunto io me ne vado perchè alla discussione non voglio assistere perchè non voglio influire sulle vostre decisioni e per dire la verità i colleghi in quella sede non presero immediatamente alcuna decisione non fecero certo un gesto di solidarietà e il Giammanco sembrava deciso a persistere nelle sue dimissioni, l’indomani era invece deciso a resistere So che gli avevano telefonato, che avevano telefonato per dirgli di restare, di non allontanarsi di non abbandonare non lo so, in quel momento di non abbandonare perchè non era il caso di abbandonare la procura in un momento così difficile, io più di questo non so.
DOMANDA: quest’assemblea fu tenuta diciamo a seguito di questa richiesta di Giammanco di avere la solidarietà dei sostituti, solidarietà che поп.
RISPOSTA: Si quest’assemblea fu tenuta a seguito si, insomma, c’erano, nella stanza c’era cinque, sei sostituti, sette sostituti, ai quali Giammanco io me ne vado, do’. le dimissioni, non in questa situazione io, attaccato all’esterno e attaccato all’interno, se sono attaccato all’interno io voglio la solidarietà voglio sapere che i miei sostituti sono con me se no io me ne vado e i colleghi tennero quindi questa riunione nel corso della quale la solidarietà non la dettero, discussero, io non so quanto e di che cosa abbiano discusso perchè mi sono allontanato dopo avere in qualche maniera rappresentato loro le difficoltà che si potevano creare soprattutto l’immagine che davamo all’esterno alla mafia una immagine di discordia che mi preoccupava molto perchè per la verità . quando questo….
DOMANDA: comunque fino a quel momento l’immagine di discordia non c’era stata, voglio dire ancora i sostituti non avevano parlato cominciarono a farlo . . .
RISPOSTA: No, non c’era stata nessuna immagine di discordia.
DOMANDA: Diciamo dopo che Giammanco chiese questa solidarietà si innesco quel… che poi determino quella
RISPOSTA: Non c’era stato nessun segno di ostilità sino a
quel momento, non c’era un segno di solidarietà ma non c’era un segno di ostilità.
DOMANDA: In parte ha già risposto dopo che avevo chiesto di parlare, ma vorrei solo una precisazione sui rapporti proprio tra Borsellino e Giammanco e dopo volevo solo come precisazione capire come si collega l’affermazione che l e i ha già fatto Borsellino andava diciamo d’accordo con Giammanco perchè mi ero presentato in maniera diversa, la sintetizzo, con l’altra parte del discorso per come l’ho capita io ma vorrei averla capita male quando Borsellino veniva diciamo a riferire le sue preoccupazioni, le definisco così, io dico ma chi delegherà per sentire il Mutolo oppure come si farà questo, come si farà quello che mi sembravano per come veni- vano r i f e r i t i degli atteggiamenti di ecco l i definisco di preoccupazione diciamo nei confronti dell’operato di Gian manco , allora volevo capire queste due cose e poi dopo un altro particolare.
RISPOSTA: Io questo lo lascio giudicare a voi , io vi riferisco quello che Borsellino mi ha detto, Borsellino mi ha detto un pario di volte, una volta in tempi molto recenti, mi ha detto io non ho problemi, si parlava proprio dei diari con Borsellino, questa à l’occasione in cui ho parlato dei diari con Borsellino, Borsellino mi ha detto io non problemi
, non ho problemi di…con Giammanco perchè io mi sono posto in una posizione diversa, lui veniva era giudice istruttore era abituato all’indipendenza, era abituato , aveva una grossa personalità si è presentato in ufficio con tutto questo bagaglio dietro di sè mentre io sono andato con molta modestia, non ho nessun tipo di problemi con il …certo mi rendo conto che il fatto di dire poi dall’altra parte o mettermi accanto qualcuno che non è di mio gradimento in questo caso io non ci vado non è proprio un segno di una totale concordia me ne rendo conto però insomma questi f a t t i che vi ho riferito sono veri e io devo dire così come quello che ho sentito a Borsellino . E’ vero che mi ha fatto questa osservazione questa confidenza perchè poi in fondo ho saputo che l’aveva fatta anche ad altri poi mi è stato detto ma a me l’ha detto a un certo punto mi ha detto proprio testualmente queste parole mentre se ne stava andando “Beh occorre che qualcuno le sappia queste cose per favore stammi ad ascoltare” e mi ha raccontato di Mutolo, che c’era Mutolo, c’era questo tizio che era stato l’autista di Rina che quindi era persona che ci avrebbe potuto dare le ultime informazioni sulla mafia disegnarci la mafia attuale e che questo tizio voleva parlare con lui e che l’operazione sarebbe stata fatta attraverso Vigna l’operazione di aggancio Borsellino – Mutolo e che lui dice non so chi ci manda ma Mutolo non parla se non ci vado io quindi e allora nel punto in cui ..ha detto:e se ti metti accanto qualcuno, Gianmanco ti manda con qualcuno, se mi mette accanto qualcuno che è di mio gradimento ci vado, se no non ci vado e allora Mutolo si rifiuterà di parlare, questo è stato il discorso.
DOMANDA: Ecco, la seconda cosa invece torno all’argomento e cioè su chiamiamolo scritto anonimo anche se era fatto per immagine, quello della bara con . . . . .
RISPOSTA: Si erano come si chiama le cose che fanno i ragazzi ….collage.
DOMANDA: Collage, e s a t t o . Volevo sapere questo: mentre Borsellino era arcinoto come diciamo obiettivo di possibili attentati della mafia, per cui si potrebbe dire che poi ne arrivalse uno in piò od uno in meno non spostava diciamo la situazione, gli altri colleghi che erano rassicurati erano già a l . . . . d i particolari protezioni perchè noti come particolari obiettivi o no?
RISPOSTA: Io credo che nella data che portava il documento 18 giugno no, non dovesse essere negli obiettivi, la Principato e De Francisci e dopo che la Principato era andata in Germania con Borsellino e si era occupata dei fatti di Agrigento che ripeto è al centro di tutta quanta la vicenda, vicende che si muovono in questo momento a Palermo, nel 10- Io epicentro, ad Agrigento con ogni probabilità e direi che la Principato è un obiettivo.
DOMANDA: Era andata in Germania prima del 18 giugno.
RISPOSTA: No, è andata in Germania dopo il 18 giugno per questo ho detto …per quello che io so posso cadere in errore perchè io poi non faccio il procuratore della Repubblica, faccio il procuratore generale , posso cadere in errore, ma Borsellino è andato i primi di luglio in Germania. Alla data quindi io ho detto alla data del 18 giugno era insignificante quel documento, quel documento per i colleghi che venivano rappresentati al di fuori di Borsellino che è sempre stato un obiettivo, Borsellino era un obiettivo, Borsellino aveva la stessa protezione che aveva Giovanni Falcone, aveva due macchine, una macchina avanti, una macchina dietro , una macchina di staffetta, che faceva la staffetta, e questo non è servito a salvarlo però aveva il massimo della protezione che . nota ..insomma perchè adesso ci ritroviamo di fronte ad atti di guerra che insomma non è facile dire che tipo di protezione bisogna dare ad un magistrato, aveva quella protezione che era nelle previsioni generali che era stata fatta anche Giovanni Falcone.
DOMANDA: Ecco, anch’io volevo una conferma per essere sicuro di questo che mi pare un punto significativo.
Nei suoi colloqui con i l dott. Borsellino da quello che lei ha detto emergeva appunto una preoccupazione, per usare le sue parole, di Borsellino rispetto alla Direzione dell’Ufficio della procura su un profilo specifico che era quello dei criteri di assegnazione . . . . (parole incomprensibili)
RISPOSTA: con specifico riferimento a Mutolo, perchè io di questo ho parlato con lui.
DOMANDA: Ecco, lei non ricorda che i l dott. Borsellino abbia manifestato appunto nei colloqui con lei anche preoccupazioni su altri versanti, nella gestione, nella organizzazione dell’ufficio della procura.
RISPOSTA: No che non ricordo, lo posso escludere, assolutamente, no che non ricordi, questo lo posso escludere tranquillamente perchè non ha mai manifestato alcun dubbio, alcuna, non ha mai detto a me assolutamente niente, assolutamente
DOMANDA: La seconda richiesta di chiarimenti, io mi scuso sono arrivato un po’ dopo che lei aveva iniziato io non so se l’ha già detto nel momento in cui io non ero presente. Prima della pubblicazione dei diari di Falcone l’esistenza di ragioni diciamo di malessere nei rapporti tra sostituti e dirigente al di là della esternazione al di là della conoscenza appunto all’esterno di queste ragioni di malessere , di difficoltà, a le erano giunti, lei non mai.
RISPOSTA: No, assolutamente no, io ho anche dato la spiega del perchè, io da quello che ho letto sulla stampa si riferiscono l’altro giorno sulla stampa locale si diceva che i sostituti condannano a parcellizzazione delle indagini madre di mafia e la distribuzione dei processi che Falcone aveva lasciato in distribuzione fra tutti i colleghi senza tenere l ‘ u n i t à che avrebbero dovuto tenere, senza tenerli uniti questi processi. Sono f a t t i che che sono antecedenti al mio arrivo a Palermo, quindi se esistevano questo tipo di lamentele io non avrei potuto avvertirlo perchè erano lementele che si riferivano ad un periodo anteriore di quattro cinque mesi al momento in cui sono arrivato e comunque erano certamente superate dal tempo perchè con Borsellino si è ottenuto esattamente l’opposto, si à ottenuto proprio la centralizzazione che loro volevano, quindi era difficile che io potessi percepire queste critiche che si riferivano ad un periodo passato in un periodo nel quale non c ‘era ragione alcuna di riproporle.
DOMANDA: Quando lei ha detto: quando io presi possesso dell’ufficio a Palermo Borsellino mi chiese un colloquio urgente e in quella sede mi confidò delle carenze relative ad attività anninistrative e anche a carenze di direzione degli uffici di procura di Trapani e di Agrigento.
RISPOSTA: no, Trapani non so se ho precisato, perchè nella realtà erano Sciacca ed Agrigento, se devo dire la verità.
DOMANDA: Ora in quella circostanza, visto che il collega si è aperto con lei su quella che era la situazione e …….le disse qualche cosa sulla procura di Palermo e in particolare sul suo dirigente? Visto che successivamente…..
RISPOSTA: No, perchè Borsellino era ancora procuratore di Marsala all’epoca.
DOMANDA: Nel 1991 ?
RISPOSTA: Nel momento di cui stiamo parlando, quando io sono andato a prendere possesso della procura generale Borsellino era ancora procuratore della Repubblica di Marsala.
No, non mi disse niente, ma devo dire non stavamo parlando, Borsellino aveva avuto, era stato avvicinato da colleghi, da colleghi di altri uffici i quali gli avevano fatto le loro lamentele sul modo in cui indagavano i rispettivi capi sul modo in cui non indagavano solo che manifestavano poca fiducia nei capi ed erano ricorsi a lui che già si stava ponendo come punto di raccordo dei colleghi, del distretto addirittura, perchè c’erano colleghi di Sciacca e colleghi di Agrigento che si rivolgevano a Borsellino per avere consigli sul modo in cui si dovevano comportarsi non avendo molta fiducia nei propri capi. Non siamo entrati in argomento di Palermo, non ci siano entrati proprio, lui stava a Marsala e non . . . .
28.7.1992 Dall’audizione in CSM del dottor Bruno Siclari Procuratore generale di Palermo
Bruno Siclari (Reggio di Calabria, 4 dicembre 1925– Sesto San Giovanni, 31 dicembre 1999 . Magistrato, procuratore nazionale antimafia dal 1992 al 1997. Ex-allievo del corso 1941-44 della prestigiosa Scuola militare Nunziatella di Napoli si laureò in Giurisprudenza, vincendo poi il concorso in magistratura a soli 25 anni. Svolse il suo primo incarico di pretore in provincia di Taranto, a Ginosa (comune che nel 1990 gli conferirà la cittadinanza onoraria), tenendo l’ufficio per sette anni. |
Magistrato in servizio presso il tribunale di Milano, dove ricoprì la carica di procuratore aggiunto, indagò su casi assurti alla ribalta nazionale, dalla banda di Francis Turatello e sul clan mafioso facente capo a Tanino Fidanzati. Si occupò successivamente del caso dello scandalo del Banco Ambrosiano, con la morte misteriosa del banchiere Roberto Calvi, nonché delle indagini sulla Loggia massonica P2.Nel 1983 fu nominato procuratore della repubblica di Venezia, tenendo l’ufficio fino al 1991.
Successivamente, ricoprì l’incarico di Procuratore generale presso la Corte d’appello di Palermo. In questa veste seguì in prima persona le indagini sulle stragi di Capaci e Via D’Amelio.
Con l’istituzione della Direzione nazionale antimafia, voluta, in particolare, da Giovanni Falcone, Siclari ne divenne il primo capo, rivestendo la carica di procuratore nazionale antimafia, dal 30 ottobre 1992 al 1997.La morte lo raggiunse, dopo due anni dalla pensione, la sera del 31 dicembre 1999, poche ore prima del capodanno 2000, per un aneurisma dell’aorta addominale.