IL DOPO STRAGE VIA D’AMELIO – Il Rapporto della Squadra Mobile di Palermo

 

il RAPPORTO

 

ELEMENTI ESSENZIALI DEL FATTO:
Alle ore 16.58 circa del 19 c.m., personale della Volante “21·’, nel transitare per questa Piazza Giacchery, udiva una forte deflagrazione provenire dalla parte ovest della città, fatto che subito induceva a pensare che era accaduto…

Notiziata la Sala Operativa il predetto personale si dirigeva immediatamente verso la zona, e giunto in via Autonomia Siciliana, angolo via D’Amelio, si trovava dinanzi ad uno scenario agghiacciante.
Decine di auto distrutte dalle fiamme, altre che continuavano a bruciare, proiettili che a causa del calore esplodevano da soli, gente che urlando chiedeva aiuto, nonchè alcuni corpi orrendamente dilaniati dall’esplosione.
Nell’occorso un individuo, notata la vettura della Polizia, vi correva incontro, imprecando aiuto ed asserendo di essere uno degli uomini della scorta del Dr. Borsellino e che quest’ultimo, unitamente agli altri cinque componenti la scorta erano deceduti a seguito di una violentissima esplosione.

Il personale giunto per primo sul posto, unitamente agli altri che mano mano arrivavano, si prodigava per dare i primi soccorsi ai numerosi feriti presenti negli stabili di via D’Amelio, gravemente danneggiati dall’esplosione.

Nella circostanza, nonostante la gravità del fatto, veniva notato e quindi bloccato un individuo, successivamente identificato per Di Bono Giovanni, in atti generalizzato, intento a scattare delle foto. Allo stesso veniva ritirato il rullino fotografico che opportunamente sviluppato si allega in busta sigillata, benchè a parere di questo Ufficio non utile alle indagini.

Interveniva sul posto oltre al Sostituto Procuratore di turno presso il Tribunale di Palermo ed a numerosi altri Magistrati, personale del locale Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica e dell’Arma CC, per i rilievi tecnici, che saranno trasmessi non appena qui perverranno.
Immediatamente veniva effettuato a cura di personale dipendente e del locale Centro Criminalpol, accurato sopralluogo in uno stabile di colore grigio, all’apparenza disabitato poichè in via di completamento, dal quale si ottiene una completa visuale del luogo della strage. Si accertava così che l’edificio denominato “Complesso Iride”, è stato costruito dalla ditta “Iride” il cui amministratore è tale Graziano Francesco. Si procedeva ad ispezionare la costruzione, accertando così che soltanto dai piani alti risulta una completa visuale su via D’Amelio; non veniva tuttavia rilevato nulla che potesse far pensare alla presenza di qualcuno nei locali.
Venivano informalmente contattati alcuni abitanti dei palazzi circostanti la zona i quali nulla di utile erano in grado di riferire. 
Si identificavano gli inquilini dello stabile ubicato al civico 46 di via n’Amelio ed attiguo a quello in costruzione dei Graziano, i quali riferivano di non aver notato nulla di sospetto nei giorni antecedenti la strage. Soltanto i fratelli Giambra Stefano e Massimo riferivano che domenica 12 c.m. in un orario compreso tra le 10.00 e le Il.30 avevano notato transitare nella stradina secondaria che permette l’accesso allo stabile dei Graziano, una Ferrari di colore rosso con due individui a bordo che dopo esser entrata nel costruendo immobile, vi aveva sostato per circa 30 minuti.

GIAMBRA Michele successivamente verbalizzato in questi Uffici, riferiva che il 19 c.m., giorno dell’attentato, mentre era intento a visionare alcuni documentari alla televisione, intorno alle 16.58 aveva sentito un tremendo boato. Non rendendosi conto di cosa fosse accaduto, si era affacciato immediatamente dal balcone del salone, notando una impressionante colonna di fumo e delle fiamme in vari punti di via D’Amelio. Decideva così di riprendere quelle tremende scene, benchè si trovasse ad una certa distanza dal luogo. Era successivamente sceso in strada, riuscendo però a filmare ben poco causa il presidio del posto da parte delle forze dell’ordine. Era successivamente risalito ed aveva continuato a filmare, mentre il fratello Stefano aveva scattato delle foto.  Aveva anche diretto la telecamera verso il palazzo grigio in costruzione, intuendo che dal quel posto avrebbero potuto agire gli attentatori, senza però filmare nulla di strano. Le riprese erano state cedute, per la somma di lire 200.000, alla sede Fininvest di Palermo
GIAMBRA Massimo a sua valta ‘verbalizzato, confermava per grandi linee quanto già riferito dal fratello.Venivano acquisiti per quanto di utile, il rullino fotografico e la cassetta VHS concernente le riprese in narrativa. 
Sul posto della strage, veniva rinvenuto e sequestrato per gli opportuni accertamenti, un parallelepipedo di colore nero, verosimilmente accoppiatore o preamplificatore d’antenna.

VULLO Antonino, in oggetto generalizzato, unico componente della scorta sopravissuto alla strage, riferiva che il pomeriggio del 19 c.m., intorno alle ore 16.00, erano partiti dalla residenza di Carini del Dr. Borsellino, per recarsi presso l’abitazione della madre di questo, ove erano giunti poco prima le ore 17.00. Unitamente agli altri componenti della scorta era sceso dall’auto e mentre i colleghi accompagnavano il Magistrato allo stabile, lui senza notare
nulla di strano, era risalito in macchina per invertire il senso di marcia. A quel punto, pur non udendo alcuna detonazione, avvertiva un forte sobbalzo e notava che la sua auto e quella adiacente avevano preso fuoco. Sceso immediatamente dal mezzo, si era reso conto di quanto accaduto, notando cosi i corpi ormai privi di vita dei colleghi. Aveva scortato il Giudice alcune domeniche addietro, ma escludeva che si fosse recato, almeno durante il suo turno di servizio, a fare visita alla madre.


Si trasmettono relazioni di servizio redatte da personale dipendente, dalle quali si evince che non è stato possibile, nell’immediatezza, procedere a perquisizioni nei confronti di: Graziano Vincenzo, Marasà Salvatore, Graziano Giovanni e Graziano Francesco. (All.18-2l)
Si allegano ancora relazioni di servizio e verbale di rinvenimento degli effetti personali delle vittime, significando che alcuni oggetti sono già stati restituiti ai familiari a cura di personale dipendente. (AIl.22-26)

Nella giornata di ieri, a seguito di ulteriore sopralluogo, venivano rinvenuti dei resti umani, successivamente consegnati al Dr. Milone dell’Istituto di Medicina Legale. 

Come disposto dal Sost. Proc. Dr. Polino, la moglie del Magistrato ucciso è stata informata che nulla nell’abitazione doveva essere toccato, poichè a disposizione dell’A.G. procedente. 

 

Giorno 20 c.m., alle ore 09.15, si presentava presso gli Uffici del Comm.to P.S. Brancaccio OROFINO Giuseppe, in atti generalizzato, il quale denunciava di essere titolare unitamente ai cognati Agliuzza Paolo e Gaspare, di una carrozzeria, sita al civico 94 di questa via Messina Marine, all’interno della quale all’atto di chiudere il precedente sabato 19 luglio, aveva lasciato numerose autovetture tra le quali una Fiat 126 targata PA 87B659.
Nel riaprire l’esercizio, intorno allo 08.00 di lunedì 21, constatava che il lucchetto posto all’ingresso era stato forzato e che ignoti avevano asportato le targhe, il contrassegno assicurativo ed il bollo della Fiat 126 di colore bianco sopramenzionata.
Aggiungeva che l’autovettura apparteneva a SFERRAZZA Anna Maria, in atti indicata, ma che il mezzo gli era stato consegnato da personale della Fiat, per la quale da circa tre anni eseguiva lavori di carrozzeria. Pare utile sottolineare che l’OROFINO al momento di fare ingresso nel Comm.to, incontrava sul posto, GIULIANO Salvatore classe 45′, indiziato di mafia, pluripregiudicato e sorvegliato speciale della P.S., con il quale si salutava in  maniera molto amichevole abbracciandosi. A specifica domanda OROFINO riferiva che con GIULIANO era “compare d’anello”.

Si riteneva opportuno inviare personale del locale Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica presso l’officina dell’Orofino per un sopralluogo nel corso del quale è stato sequestrato del materiale come da verbale a parte. 

Si sottolinea ancora che sul luogo del fatto è stato rinvenuto parte di un blocco motore di una Fiat 126 come risulta dall’accertamento esperito presso la Fiat di Torino, dal quale si evince appunto che il motore n.9406531 appartiene alla Fiat 126 targata PA 790936 intestata a D’Aguanno Maria in atti generalizzata.

Per quanto sopra si sommette alla S.V. l’opportunità di voler emettere decreto d’intercettazione telefonica con procedura d’urgenza, per la durata di gg 40, delle sotto  elencate utenze: 091/6213400 intestata ad Agliuzza F. sco Paolo Snc, via M. Marine 94; 091/590853 intestata a Orofino Giuseppe, via E. Basile 222 e 091/6473878 intestata a Furnari Simone via Bartolomeo Sirillo 5 ed in uso a Valenti Pietrina.