29 maggio 1992 Paolo Borsellino riguardo alla sua possibile candidatura alla guida della DNA dichiara: ”Nessuno ha chiesto la mia disponibilità.”

 I colleghi della Procura di Palermo che gli sono più vicini invitano Borsellino a respingere l’offerta fattagli dal ministro perché lo ritengono cento volte più utile come procuratore aggiunto a Palermo che come Superprocuratore a Roma. Antonio Ingroia e Vittorio Teresi scrivono un documento in cui chiedono formalmente a Borsellino di rimanere. Lo firmano Roberto Scarpinato, Alfredo Morvillo, Gioacchino Scaduto, Leonardo Guarnotta, Gioacchino Natoli. Paolo Borsellino approva inizilamente l’iniziativa, corregge persino alcune frasi che possono sembrare polemiche. “Finalmente l´appello fu partorito e si decise che sarebbe stato dato alla stampa il lunedí, e poi sarebbe seguita la sua adesione” ricorda Antonio Ingroia. Il Ministro Claudio Martelli rilascia una dichiarazione a proposito della candidatura di Borsellino alla guida della DNA: “Non intendo fare nomi. Non mi faccio intrappolare.”  Anche il ministro Enzo Scotti precisa di non aver presentato candidature: “Ma come responsabile dell´ordine e della sicurezza, posso auspicare che la Dna sia messa quanto prima in condizione di operare e nel modo migliore. Ho sollecitato Borsellino a candidarsi, mi sono augurato e mi auguro che lo faccia”.  A palazzo dei Marescialli, sede del CSM, i magistrati assistono con fastidio al balletto delle ingerenze istituzionali sulla Superprocura, tra riaperture dei termini, candidature e smentite. “La gravita´ della situazione impone determinate scelte, ma certe regole vanno rispettate”, avverte Ernesto Stajano, presidente della commissione incarichi direttivi. La candidatura anomala di Borsellino é stroncata. “Se non é certo discutibile il valore dell´uomo, non immagino in quale ordinamento giuridico possa inquadrarsi l´eventuale riapertura del concorso – gli fa eco Giuseppe Gennaro, sostituto procuratore a Catania – inoltre rimangono immutate le perplessitá sull´utilitá di una struttura come la cosiddetta Superprocura.” Si schiera con il governo, invece, il procuratore di Nicosia Giovanni Tinebra, che a breve sostituirá il procuratore Celesti a Caltanissetta: é l´occasione – dice – per non disperdere ed utilizzare al meglio l´esperienza maturata da Borsellino accanto a Giovanni Falcone in piú di un decennio di lotta alla mafia. Il paese chiede una risposta forte e credo che il CSM saprá darla nell’ambito delle sue responsabilitá istituzionali.”