1️⃣6️⃣ 🟧 ARCHIVIO – AGNESE BORSELLINO: “I miei tre figli sono la reincarnazione del padre.”

 

“Chi lo conosce il nostro dolore? Chi conosce il dolore dei miei figli?Per anni, Lucia ha indossato gli abiti del padre, perché voleva sentire ancora il suo odore, il suo abbraccio.
Manfredi e Fiammetta hanno sofferto anche loro nel chiuso di una stanza. Ma nessuno ha sentito i nostri pianti, abbiamo cercato di vivere il dolore in silenzio e con dignità”.

Accanto ho i miei tre figli: Lucia, Manfredi e Fiammetta. Sono la reincarnazione del padre,
non posso che andare orgogliosa di loro, soprattutto perché servono lo stato, quello stesso stato che non pare avere avuto solo la colpa di non avere protetto il loro genitore.
Accanto ho gli amati nipotini, e poi mia nuora Valentina, i miei generi Fabio e Antonio, che sono come dei figli per me. Tutti loro continuano a rendere viva questa casa, che qualcuno avrebbe voluto far precipitare in un baratro di morte e rassegnazione. E invece no, questa famiglia continua a vivere, a lottare, a discutere, a gioire, a domandarsi il perché delle cose. Accanto ho anche tanti amici, di alcuni non conosco neanche il nome. Eppure, mi donano la vita: con le piastrine del loro sangue sopravvivo a questo male subdolo, Amore mio, eri rassegnato in quei giorni.
Eri rassegnato a dover morire.
Qualche giorno prima, avevi chiamato al palazzo di giustizia padre Cesare Rattoballi, per confessarti. Poi, sabato, hai baciato uno a uno i colleghi a te più cari. Domenica, alle cinque, non c’eri più. Voglio sapere la verità.
La chiedo con tutte le forze che mi restano. Forse, nel passato, qualcuno ha anche tentato di distogliermi da questo importante impegno. Ma non c’è riuscito.

 

Tratto da: Ti racconterò tutte le storie che potrò 

 

 

AGNESE BORSELLINO:“Ti racconterò tutte le storie che potrò. Così il nostro sarà un romanzo che non finirà mai, sino a quando io vivrò. La lieta novella manterrà sempre fresco il nostro amore. Perché l’amore ha bisogno di mantenersi fresco”.   “Ho deciso di fare questo racconto una mattina, una di quelle mattine che avrebbero reso felice Paolo. Mentre sorgeva il sole, lui si accorgeva di un nuovo germoglio nelle piante sistemate con cura sul balcone della nostra casa di via Cilea. Sorrideva, rideva anche di gusto. Quante volte l’ho guardato strano in quelle mattine. Gli chiedevo: ‘Paolo a chi sorridi’? Mi diceva: ‘Sorrido a fratello sole, perché oggi ci donerà un’altra bella giornata’ E accarezzava i nuovi germogli: ‘Sai, Agnese’, sussurrava, ‘sono un uomo fortunato, perché alla mia età riesco ancora ad emozionarmi’.Da “Ti racconterò tutte le storie che potrò”

 

AGNESE PIRAINO BORSELLINO

 

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