Strage Borsellino, gli ex pm al Csm: audizioni sul caso Scarantino

Annamaria Palma e Carmelo Petralia sentiti sul falso pentito. Rinvio per Nino Di Matteo che ha chiesto invece una seduta pubblica

Il caso del falso pentito Vincenzo Scarantino entra nel vivo al Csm, che punta ad accertare eventuali responsabilità di magistrati nella gestione dell’indagine. Ieri pomeriggio, sono stati convocati a Roma alcuni degli ex pubblici ministeri della procura di Caltanissetta che si occuparono del processo Borsellino. Prima è stata ascoltata Annamaria Palma, oggi avvocato generale di Palermo; poi, Carmelo Petralia, attuale procuratore aggiunto di Catania. Audizioni a porte chiuse, «per alcuni chiarimenti» dicono a Palazzo dei Marescialli, perché al momento il fascicolo è in fase istruttoria, senza alcuna precisa responsabilità individuata. Era prevista anche l’audizione di Nino Di Matteo, oggi sostituto procuratore nazionale antimafia, all’epoca era un giovane pubblico ministero, seguì la seconda fase dell’indagine Borsellino, ottenendo le condanne per i boss della Cupola (le uniche rimaste dopo la revisione del processo). Di Matteo ha chiesto di essere ascoltato in seduta pubblica, «per fare chiarezza su inesattezze, bugie e false generalizzazioni». E così avverrà, ha confermato il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini: «La richiesta del dottore Di Matteo è arrivata solo lunedì, sono necessari dei tempi tecnici per l’organizzazione della seduta pubblica». È probabile che verrà convocata già la settimana prossima. Di sicuro, non sarà questo Csm a prendere una decisione sul caso Scarantino, il mandato del consiglio scade infatti a fine mese. «Per me è importante che si faccia chiarezza, e anche al più presto», ribadisce Fiammetta Borsellino, la figlia del giudice Paolo. «Chiarezza sui depistaggi e su ciò che è accaduto nella gestione dell’inchiesta sulla strage di via D’Amelio. Per il resto, i rinvii sono questioni marginali». Salvo Palazzolo LA REPUBBLICA 13.9.2018


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