FABIO TRIZZINO, legale famiglia Borsellino: “Il giudice ha vissuto inferno, indagare su ambienti Procura ’92’

 

27 set 2023 (Adnkronos) – “Il giudice Paolo Borsellino ha vissuto l’inferno nel suo ufficio, un palazzo di giustizia che era diventato un luogo in cui non si trovava più a suo agio, un luogo in cui il giudice Paolo Borsellino venne umiliato”. A dirlo è ancora l’avvocato Fabio Trizzino proseguendo la deposizione davanti alla Commissione antimafia. “E in tutti questi anni nella testimonianza resa dalla vedova Agnese Piraino”, la vedova di Borsellino, “in cui Borsellino dice: ‘mi uccideranno ma non sarà una vendetta della mafia. La mafia non si vendica, forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno i miei colleghi e altri’, è stato costantemente espunto il riferimento ai “miei colleghi”. Se noi incrociamo questa confidenza di Borsellino con la testimonianza del 2009 in cui si dice che Borsellino definisce il suo ufficio un nido di vipere allora dobbiamo andare a cercare dentro l’ufficio della procura di Palermo, per vedere se allora si posero in atto condotte che in qualche modo favorirono quel processo di isolamento, delegittimazione, indicazione come target e obiettivo di Paolo Borsellino, che sono quelle condizioni essenziali che hanno sempre proceduto gli omicidi eccellenti a Palermo”, ha aggiunto. “E’, quindi, gioco forza andare a vedere se già nel 1992 vi erano elementi sulla cui base ricostruire le dinamiche comportamentali che avevano potuto giustificare quella affermazione incredibile. È un dolore incommensurabile avere scoperto che già dal luglio del 1992 esistevano dei verbali e delle audizioni dei magistrati della procura di Palermo in cui vuoi per la vicinanza rispetto alla strage o vuoi perché in quella procura vi era un malessere che covava da tempo, i magistrati di allora furono sinceri e privi di qualunque freno inibitorio nel racconto delle dinamiche che, messe in atto dal procuratore Giammanco, resero di fatto impossibile la vita di un magistrato valoroso come Borsellino”.