Il progetto chiamato “Quarto Savona Quindici” è un Giardino della Memoria situato sull’Isola delle Femmine, in provincia di Palermo. Progettato dagli architetti Valentina Careri, Fabrizio Cassibba e Michele Giletto, dello Studio A2pa, nasce dalla volontà di ridare vita e importanza a un’area che è stata teatro di un avvenimento drammatico nella storia del nostro Paese. L’intento è di trasformare un luogo in cui si sono spente brutalmente delle vite in un nuovo simbolo di rinascita, riqualificandolo e donandogli una funzione specifica: quella del perenne ricordo e della celebrazione degli eroi che quel giorno furono uccisi.
Furto di olive al Giardino di Capaci. Tina: “Niente olio alle diocesi e amarezza”
L’olio per i sacramenti prodotto dal Giardino della Memoria di Capaci non si farà.
“Con grande amarezza in qualità di Presidente dell’Associazione Quarto Savona Quindici desidero denunciare quanto accaduto nel Giardino della Memoria di Capaci, ovvero il furto delle olive.
Quest’anno non sarà prodotto l’olio che viene da anni destinato alle Arcidiocesi per i sacramenti. Olio che é simbolo di rinascita e di speranza.
Mi dispiace davvero per l’accaduto, un gesto vile.
Ho già dato mandato per la denuncia. Devo dire che mi dispiace per quanto accaduto. Questo progetto che portiamo avanti con amore e dedizione anche con le scuole del territorio, fra tutti l’ I.S. Majorana di Palermo che ci segue da anni, é anche il frutto dell’impegno di tante persone per bene.
Ritengo che chi ha compiuto questo atto non ha solo violato un giardino, ma ha oltraggiato il ricordo di chi ha dato la vita per il bene comune.
Ma il valore della memoria non si tocca e continueremo, come sempre fatto, ad andare avanti”.
Antonio Vassallo
Furto di olive nel Giardino della Memoria? Vassallo: “Nessuna viltà, è colpa della siccità”
Il Giardino della Memoria di Capaci, luogo simbolo del ricordo delle vittime della strage del 1992, è al centro di una controversia che mescola denuncia, emozioni e chiarimenti. L’episodio ha preso avvio con la segnalazione di Concetta (Tina) Martinez, presidente dell’associazione Quarto Savona Quindici e vedova dell’agente Antonio Montinaro, morto nella strage insieme al giudice Giovanni Falcone e ad altri membri della scorta. Martinez ha dichiarato pubblicamente che quest’anno non sarà possibile produrre l’olio simbolico ricavato dagli ulivi del Giardino, destinato tradizionalmente alle diocesi per i sacramenti.
“Un gesto vile”, ha definito l’accaduto, sottolineando come il furto rappresenti non solo un danno materiale ma un’offesa alla memoria di chi ha sacrificato la vita per il bene comune. Tuttavia, la denuncia della presidente si è scontrata con un’altra versione dei fatti, fornita da Antonio Vassallo, fotografo molto attivo nel territorio di Capaci e frequentatore abituale di quei luoghi dove porta spesso i ragazzi delle scuole. Vassallo smentisce l’ipotesi del furto, spiegando che, a causa della siccità, quest’anno gli ulivi del Giardino non hanno prodotto alcun frutto.
La situazione sarebbe stata da lui verificata già a inizio ottobre quando notò questa circostanza insieme ad un docente dell’Istituto di Agraria che collabora con l’associazione Quarto Savona 15.
“La mancanza di olive non è colpa di un furto, ma delle condizioni climatiche”, ha dichiarato Vassallo, aggiungendo una critica alla gestione del Giardino. “Un giardino, come la memoria, va coltivato ogni giorno. Purtroppo non sempre accade, e questo incide sui risultati”.
Le dichiarazioni di Vassallo accende il dibattito, soprattutto in relazione al termine “vile” usato dalla vedova Montinaro, che secondo il fotografo rischia di offendere gli abitanti del luogo, ingiustamente accusati di omertà.
“Un giardino e le sue piante sono come la memoria – commenta il fotografo -. Deve essere coltivato ogni giorno, cosa che purtroppo non accade.
Se non coltivi ogni giorno ‘biologicamente’ non ottieni i buoni frutti. Sono certo – conclude Vassallo – che le 226 diocesi di tutta Italia, provvederanno in tempo a trovare il prezioso oro verde, quest’anno con la certezza totale della sua provenienza”. Michele Sardo 21