VERBALE di sommarie informazioni della signora AGNESE PIRAINO BORSELLINO davanti al Procuratore della Repubblica SERGIO LARI e dell’Aggiunto DOMENICO GOZZI “… anche successivamente, non mi riferì nulla, salvo quanto detto dal Ministro ANDÒ, che – per quello che mi venne riferito da mio marito – disse che era giunta notizia da fonte confidenziale che dovevano fare una strage per ucciderlo, e che ciò sarebbe avvenuto a mezzo di esplosivo. Mi disse che era stata inviata una nota alla Procura di Palermo al riguardo, e che ANDO’, di fronte alla sorpresa di mio marito, gli chiese: “Come mai non sa niente? “. In pratica, la nota che riguardava la sicurezza di mio marito era arrivata sul tavolo del Procuratore GIAMMANCO, ma Paolo non lo sapeva. Paolo mi disse, poi, che l’indomani incontrò GIAMMANCO nel suo ufficio, e gli chiese conto di questo fatto. GIAMMANCO si giustificò dicendo che aveva mandato la lettera alla magistratura competente, e cioè alla Procura di Caltanissetta. Mi ricordo che Paolo perse le staffe, tanto da farsi male ad una delle mani, che – mi disse – battè violentemente sul tavolo del Procuratore. A d.r. Mio marito, dopo l’incontro alla sala V.I.P, non mi disse nulla che riguardava CIANCIMINO. Ricordo, invece, che mio marito mi disse testualmente che “c’era un colloquio tra la mafia e parti infedeli dello stato”. Ciò mi disse intorno alla metà di giugno del 1992. In quello stesso periodo mi disse che aveva visto la “mafia in diretta”, parlandomi anche in quel caso di contiguità tra la mafia e pezzi di apparati dello Stato italiano…
…Confermo che mi disse che il gen. SUBRANNI era “punciuto”.