APPALTI PUBBLICI in EUROPA

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MAFIA e APPALTI

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1. Conclusioni e raccomandazioni

  • 1.1 Un sistema trasparente, digitale e competitivo di appalti pubblici circolari (CPP), compresi gli appalti pubblici verdi (GPP) come definiti dalla legislazione dell’UE, fa parte delle politiche volte a promuovere lo sviluppo del mercato unico, a fornire beni e servizi di alta qualità ai cittadini e ai consumatori e a sviluppare una cultura europea degli acquisti innovativa, intelligente, sostenibile e socialmente responsabile.
  • 1.2 La gestione degli appalti pubblici è centrale e decisiva per il rafforzamento degli investimenti nel settore ambientale, così come nel piano di investimenti per un’Europa sostenibile.
  • 1.3 Gli appalti pubblici che incorporano criteri minimi obbligatori per gli acquisti verdi (criteri GPP dell’UE) rientrano nell’ambito delle politiche di economia circolare, come definito nel Piano d’azione per l’economia circolare (CEAP).
  • 1.4 La legislazione e la regolamentazione dovrebbero stimolare gli acquisti circolari attraverso vari strumenti, come le direttive sugli appalti pubblici e la legislazione settoriale.
  • 1.5 L’attuazione degli acquisti circolari promuove lo sviluppo dell’economia circolare. Attualmente, le nuove regole sono ancora in gran parte basate su adattamenti volontari. Il CESE chiede di aumentare il numero di accordi obbligatori. È anche importante che il quadro normativo sia semplice, chiaro e uniforme.
  • 1.6 Il CESE è convinto che, introducendo criteri minimi obbligatori per il GPP, sia possibile alzare il livello degli acquisti sostenibili e circolari in tutta Europa.
  • 1.7 Questi requisiti minimi non devono essere una barriera per i pionieri o un ostacolo all’innovazione, o una scusa per le amministrazioni aggiudicatrici di astenersi dal fare più del minimo obbligatorio. Il punto chiave è che questi requisiti minimi obbligatori dovrebbero essere controllati a intervalli regolari e aggiornati per tenere conto dei progressi tecnologici, e che non dovrebbero agire come un freno per coloro che desiderano andare oltre.
  • 1.8 Il CESE è convinto che gli appalti circolari offriranno alle amministrazioni la possibilità di andare oltre il criterio del prezzo più basso al momento degli acquisti e di esaminare le offerte in termini di qualità e circolarità.
  • 1.9 Il CESE accoglie con favore gli strumenti standardizzati e liberamente disponibili che la Commissione europea ha già sviluppato per il confronto dei costi del ciclo di vita, i quali, insieme all’utilizzo di criteri che vanno oltre il prezzo, come la qualità, la sostenibilità e l’impatto sociale, offrono agli acquirenti pubblici ispirazione e incoraggiamento per utilizzare gli appalti pubblici come mezzo per ottenere benefici sociali ed etici.
  • 1.10 È essenziale che le PMI e le imprese sociali partecipino maggiormente agli appalti pubblici e un modo per raggiungere questo obiettivo potrebbe essere quello di fornire assistenza alle piccole e medie imprese nella presentazione delle offerte e garantire che i capitolati d’appalto siano attentamente bilanciati tra criteri qualitativi e quantitativi.
  • 1.11 Il CESE è convinto che, se si farà in modo che tutti i bandi di gara includano clausole sociali obbligatorie, sarà possibile garantire che le procedure in questo settore includano come elemento permanente la valutazione della loro dimensione sociale, che costituisce il terzo pilastro dello sviluppo sostenibile, accanto agli aspetti economici e ambientali.
  • 1.12 Il CESE ritiene inoltre che le etichette ecologiche siano un meccanismo utile da utilizzare quando è possibile includere componenti di circolarità, ma ritiene che le attuali direttive complichino inutilmente il compito dell’acquirente insistendo sulla conoscenza dettagliata del contenuto delle etichette.
  • 1.13 La formazione degli acquirenti pubblici sugli aspetti legali e tecnici dell’attuazione degli acquisti circolari, il concetto di costo del ciclo di vita (LCC) e, per gli utenti finali, l’uso sostenibile dei prodotti, è fondamentale.
  • 1.14 Il CESE ritiene essenziale diffondere il concetto di appalto circolare, sia attraverso una più ampia comunicazione sugli esempi e le buone pratiche, sia attraverso campagne promozionali o, eventualmente, attraverso iniziative rivolte al grande pubblico.
  • 1.14 Il CESE ritiene indispensabile diffondere il concetto di appalto circolare, sia attraverso una più ampia comunicazione sugli esempi e le buone pratiche, sia attraverso campagne promozionali o, eventualmente, attraverso iniziative rivolte al grande pubblico o alla formazione. C’è bisogno di un partenariato e di linee guida attraverso le quali l’UE dovrebbe sostenere lo sviluppo di una piattaforma con una rete di appalti pubblici.
  • 1.15 Le istituzioni dell’UE dovrebbero anche dare l’esempio lanciando gli appalti circolari e promuovendoli attraverso studi di casi che evidenziano le opportunità e i benefici per tutti gli acquirenti pubblici.

2. Commenti generali

  • 2.1 Le amministrazioni pubbliche spendono ogni anno circa il 14 % del prodotto interno lordo di tutta l’Unione europea, il che le rende il maggior consumatore in Europa, e spendono questo denaro attraverso gli appalti pubblici.
  • 2.2 Un sistema trasparente, digitale e competitivo di appalti circolari (CPM), compresi gli appalti pubblici verdi (GPP) come definiti dalla legislazione dell’UE, fa parte delle politiche volte a promuovere lo sviluppo del mercato unico, a fornire beni e servizi di alta qualità ai cittadini e ai consumatori e a sviluppare una cultura europea degli appalti innovativa, intelligente, sostenibile e socialmente responsabile.
  • 2.3 Lo sviluppo dell’economia circolare è una delle principali aree di interesse del CESE. La gestione degli appalti pubblici è centrale e decisiva per il rafforzamento degli investimenti nel settore ambientale, così come nel Piano di investimenti per un’Europa sostenibile e nel parere del CESE sul tema Un nuovo piano d’azione per l’economia circolare.
  • 2.4 L’obiettivo del presente parere è quello di proporre l’inserimento nella legislazione europea di una serie di strumenti diversi per promuovere la diffusione degli appalti circolari, vale a dire la convergenza dell’obiettivo principale dell’appalto con la protezione dell’ambiente e i diritti sociali, nonché la ricerca e la scelta di soluzioni che abbiano un minore impatto sull’ambiente durante il loro ciclo di vita.
  • 2.5 Attraverso l’uso di vari strumenti, come i criteri minimi di GPP, gli incentivi ad adottare un approccio settoriale, il rafforzamento del quadro di progettazione ecologica e il perfezionamento dei relativi regolamenti, o il monitoraggio obbligatorio, la legislazione e la regolamentazione dovrebbero stimolare gli acquisti circolari, con i seguenti obiettivi
  • 2.5.1 promuovere la qualità e l’innovazione, compresi gli aspetti ambientali e sociali
  • 2.5.2 contenere le spese che le comunità oggi sostengono per i servizi che forniscono
  • 2.5.3 rendere gli appalti pubblici più intelligenti ed efficienti
  • 2.5.4 utilizzare gli appalti pubblici per affrontare sfide globali come il cambiamento climatico, la scarsità di risorse o la disuguaglianza, sostenendo le politiche sociali,
  • 2.5.5 accelerare la transizione verso catene di approvvigionamento e modelli di business più sostenibili e competitivi,
  • 2.5.6 analisi comparativa dell’uso del quadro degli appalti pubblici nella situazione di emergenza legata alla crisi COVID19 ,
  • 2.5.7 aiutare le PMI e le imprese dell’economia sociale ad aumentare la loro quota di mercato, promuovendo la loro presenza sui mercati locali e, al tempo stesso, incoraggiandole ad essere ancora più presenti nel tessuto industriale europeo, in quanto il processo virtuoso così innescato può fungere da volano per gli investimenti in innovazione ambientale e per una maggiore domanda di lavoro specializzato e qualificato
  • 2.5.8 difendere ed estendere i diritti dei consumatori e promuovere meglio l’applicazione dei principi di giustizia ed equità, come definiti dall’insieme europeo dei diritti sociali.
  • 2.6 L’attuazione degli appalti pubblici circolari promuove lo sviluppo dell’economia circolare. Al momento, le nuove regole sono ancora in gran parte basate su aggiustamenti volontari. Il prossimo passo dovrebbe essere quello di aumentare il numero di accordi obbligatori. Inoltre, è importante che il quadro normativo sia semplice, chiaro e uniforme.

3. Criteri minimi obbligatori dell’UE per il GPP

  • 3.1 Introducendo criteri minimi obbligatori per il GPP, si può alzare l’asticella degli acquisti sostenibili e circolari in tutta Europa. Questi criteri possono facilitare la stesura dei capitolati d’oneri: prevedono obblighi per le amministrazioni pubbliche, agevolazioni per le imprese con certificazioni ambientali, bonus per gli offerenti meritevoli, nuovi criteri di valutazione delle offerte e un’aggregazione della domanda pubblica, per favorire una valutazione qualitativa di queste offerte. È importante evitare che questi criteri minimi rappresentino un ostacolo per gli attori pionieri o impediscano l’innovazione, o che le amministrazioni aggiudicatrici li usino come pretesto per non fare più del minimo richiesto. Il punto chiave è che questi requisiti minimi dovrebbero essere regolarmente rivisti e aggiornati per tenere conto degli sviluppi tecnologici, e non dovrebbero agire come un freno per i giocatori che desiderano andare oltre. I modelli flessibili dovrebbero essere usati anche per stimolare l’innovazione.
  • 3.2 La sfida degli acquisti socialmente responsabili (SRP) è di assicurare che gli acquisti del governo portino a risultati socialmente benefici. Ha il potenziale per influenzare il mercato più ampio sia dal lato della domanda che da quello dell’offerta. Acquistando saggiamente, gli acquirenti pubblici possono promuovere opportunità di impiego, lavoro dignitoso e inclusione nella società e nel mercato del lavoro, miglioramento della situazione delle persone disabili e svantaggiate, accessibilità o commercio etico.
  • 3.3 Gli acquisti responsabili ed etici possono anche valorizzare gli appaltatori più reattivi, incoraggiandoli a impegnarsi in una gestione più responsabile e sostenibile del processo produttivo e dell’impiego dei lavoratori. Gli acquisti socialmente responsabili diventano così uno strumento strategico per portare avanti efficacemente le politiche sociali e del lavoro. È importante attuare politiche attive di facilitazione e di finanziamento per le imprese, soprattutto le PMI, che desiderano promuovere questi modelli di business.
  • 3.4 La Commissione europea può facilitare l’adozione di criteri socialmente responsabili negli appalti pubblici e promuoverli in tutta l’Unione europea. Gli esempi potrebbero includere una serie di workshop per far conoscere la nuova guida “Buying Social”, che sarà pubblicata nel 2021, o l’uso di criteri e clausole sociali da parte degli acquirenti pubblici, per sostenere le organizzazioni dell’economia sociale e massimizzare la gamma di possibilità di responsabilità sociale nella produzione di beni e nella fornitura di servizi. Allo stesso modo, la campagna #WeBuySocialEU, che ha raccolto e diffuso 71 buone pratiche, accompagnate da una serie di video, potrebbe essere aggiornata per fornire agli acquirenti pubblici una fonte di ispirazione e incoraggiamento per utilizzare gli appalti pubblici per avere un impatto sociale ed etico positivo.
  • 3.5 Impegnandosi a integrare criteri minimi di approvvigionamento verde nei loro acquisti pubblici, essi stimoleranno l’imprenditoria sociale e l’economia sociale, generando così ricadute positive sia per le PMI che per i consumatori nei confronti delle organizzazioni interessate. Inoltre, le autorità pubbliche devono garantire che l’introduzione di criteri ambientali non porti a un aumento sostanziale del carico amministrativo. Uno dei principali ostacoli per le PMI ad impegnarsi nel processo di approvvigionamento è la macchinosità delle formalità che devono essere completate durante il processo.
  • Le formalità macchinose da completare durante il processo di approvvigionamento sono uno dei principali ostacoli che impediscono alle PMI di essere coinvolte.
  • 3.6 Un sistema di acquisti circolari permetterà alle autorità pubbliche di andare oltre il criterio del prezzo più basso al momento dell’acquisto e di valutare le offerte in termini di qualità e circolarità, così come il costo del ciclo di vita (LCC) del prodotto o servizio in questione, e di includere parametri che vanno oltre il prezzo, come la qualità, la sostenibilità o l’impatto sociale. La Commissione europea, che ha già sviluppato strumenti standardizzati e liberamente disponibili per il calcolo dei costi del ciclo di vita, è ben posizionata per fornire tali strumenti trasparenti e affidabili che gli acquirenti possono usare con fiducia. Questi strumenti dovrebbero anche offrire la possibilità di calcolare l’impronta di carbonio dei prodotti e includerla nel calcolo. Il CESE chiede che gli acquirenti pubblici siano incoraggiati a utilizzare gli strumenti esistenti in materia di appalti pubblici per contribuire allo sviluppo di soluzioni innovative, ad esempio attraverso partenariati per l’innovazione e dialoghi competitivi.
  • 3.7 L’uso degli acquisti circolari dovrebbe mirare a dirigere i contratti verso il soddisfacimento di un dato bisogno piuttosto che verso il semplice acquisto di un prodotto specifico in un processo di routine. In particolare, uno studio più completo dei bisogni fornirà l’opportunità di adottare un approccio funzionale o basato sulle prestazioni. In questo modo, sarà possibile costruire più flessibilità nel processo, innovare e fornire le soluzioni più efficienti, abbassando così i costi e riducendo la quantità di risorse utilizzate. L’acquisto di servizi, compresa la manutenzione e il recupero, è più adatto a raggiungere approcci funzionali e basati sulle prestazioni rispetto all’acquisto di prodotti. La domanda di tali servizi creerà nuove opportunità commerciali a livello locale.
  • 3.8 Gli acquisti circolari possono riguardare la promozione dell’ecodesign dei prodotti e la progettazione per la riciclabilità, la responsabilità estesa del produttore, la prevenzione dei rifiuti, i materiali di imballaggio e la condivisione, l’economia collaborativa, il riutilizzo e il re-packaging.
  • 3.9 Mentre le direttive non includono alcuna disposizione vincolante sulle emissioni o sull’economia circolare, esse danno alle autorità pubbliche la possibilità di utilizzare gli appalti pubblici strategici per perseguire obiettivi sociali comuni attraverso il processo di approvvigionamento. Nel sistema attuale, la decisione di utilizzare gli appalti pubblici strategici è in gran parte lasciata agli Stati membri. Manca un quadro strategico che incoraggi l’azione di ricerca e sviluppo per identificare i percorsi verso la circolarità.

4. Commenti specifici

  • 4.1 Piccole e medie imprese
  • 4.1.1 L’obiettivo è quello di aumentare la partecipazione delle PMI e delle imprese sociali negli appalti pubblici, attraverso appalti circolari innovativi e una maggiore professionalizzazione di tutte le parti interessate.
  • 4.1.2 I fornitori potenziali, specialmente le PMI e le imprese sociali, devono essere assistiti nella presentazione di offerte per gli appalti circolari. Molte piccole e medie imprese non sono ancora a conoscenza delle opportunità e di come identificarle, compreso come usare il portale TED (Tenders Electronic Daily), come identificare le gare d’appalto in altri paesi e come fornire le prove ambientali e sociali di cui gli acquirenti hanno bisogno per confrontare le offerte. Affinché gli appalti pubblici siano efficaci ed efficienti, sono necessarie offerte di buona qualità.
  • 4.1.3 In questo contesto, i criteri sociali e ambientali possono avere un impatto sui beni e servizi che le PMI possono offrire. Per rispettarli, dovranno fare grandi investimenti senza alcuna garanzia. Di conseguenza, le amministrazioni devono assicurarsi di non aggiudicare i contratti basandosi principalmente, se non esclusivamente, sul prezzo più basso, perché questo potrebbe essere dannoso per loro.
  • 4.1.4 Per un’entità del sistema produttivo, diventare più efficiente nell’uso delle risorse e puntare alla sostenibilità è un fattore di innovazione e vantaggio competitivo, e questo è ancora più rilevante nel caso delle PMI.
  • 4.1.5 Questo approccio innovativo agli acquisti circolari non è solo rilevante a livello nazionale o regionale, ma senza dubbio anche a livello locale, dove avrà il massimo effetto nel caso delle PMI e della rete di imprese cooperative. Nel campo dell’edilizia circolare e sostenibile, per esempio, l’iniziativa della Commissione europea “Grandi acquirenti per il clima e l’ambiente” mira ad aumentare l’uso di appalti pubblici innovativi, concentrandosi su cantieri a zero emissioni, veicoli pesanti elettrici e sulla circolarità dei materiali da costruzione.
  • 4.1.6 Si darà maggiore impulso all’innovazione delle imprese, si dovranno monitorare sistematicamente le prestazioni economiche e ambientali e la digitalizzazione delle procedure aiuterà le piccole imprese a partecipare agli appalti.
  • 4.2 Clausole ed etichette
  • 4.2.1 L’obbligo di applicare i criteri minimi UE in materia di GPP alle offerte di qualsiasi valore, cioè per il 100 % del valore a base d’asta piuttosto che per una percentuale dell’asta, promuoverà la transizione e garantirà che gli acquisti siano “verdi” e “sostenibili”.
  • 4.2.2 Quando sarà obbligatorio includere clausole sociali nelle offerte per l’aggiudicazione di contratti di concessione e di lavori e servizi non intellettuali, in particolare nel caso di contratti ad alta intensità di manodopera come i servizi di pulizia e di ristorazione, ciò significherà che le procedure di appalto includeranno come elemento permanente la valutazione del loro aspetto sociale, che, insieme agli aspetti economici e ambientali, costituisce il terzo pilastro dello sviluppo sostenibile.
  • 4.2.3 Ove possibile, i documenti di gara dell’ente appaltante dovrebbero richiedere un’etichetta ecologica o una certificazione ambientale. Le etichette ecologiche possono essere uno strumento prezioso per l’acquirente pubblico. Attualmente, l’acquirente pubblico può esigere che i beni e i servizi richiesti siano conformi alle specifiche tecniche di un marchio ecologico. Tuttavia, se l’acquirente pubblico ha la possibilità di richiedere un particolare marchio ecologico, deve assicurarsi che esso soddisfi una serie di condizioni, stabilite nelle direttive sugli appalti pubblici. Questo è un processo complicato e in molti casi l’acquirente non ha le risorse o il tempo per effettuare questi controlli.
  • 4.2.4 Le etichette ecologiche sono un meccanismo vantaggioso da utilizzare se si possono prendere in considerazione gli aspetti della circolarità, ma le direttive attuali complicano inutilmente il compito dell’acquirente pubblico che desidera utilizzarle, insistendo sul fatto che egli abbia una conoscenza precisa del loro contenuto. Un marchio ecologico ha lo scopo di semplificare il loro lavoro eliminando la necessità di capire tutti i dettagli tecnici di un prodotto o servizio e i suoi impatti. Per evitare affermazioni fuorvianti e il greenwashing, è importante che le etichette ecologiche siano affidabili e siano state accuratamente controllate. Man mano che gli acquirenti si muovono verso approcci funzionali e basati sulle prestazioni, ci sarà una crescente domanda di servizi di economia circolare. I marchi ecologici possono anche essere assegnati ai servizi, come quello che l’UE ha appena creato per i servizi di pulizia.
  • 4.3 Formazione
  • 4.3.1 È essenziale formare gli acquirenti sugli aspetti legali e tecnici degli acquisti circolari, sul concetto di costo del ciclo di vita e, per coloro che sono utenti finali, sull’uso sostenibile dei prodotti. Insieme ad altre organizzazioni, ICLEI ha aggiornato il Green Public Procurement Training Kit della Commissione Europea. Un programma della Commissione europea per formare il personale interessato a diventare specialisti in acquisti circolari in diversi settori sarebbe un investimento che potrebbe alla fine risultare in una minore spesa e quindi in un risparmio. Anche le soft skills, come la capacità di dialogo con il mercato, sono importanti. Impegnandosi con i fornitori, un acquirente può capire meglio ciò che è disponibile sul mercato e aiutarli a prepararsi per il medio termine.
  • 4.3 Formazione
  • 4.3.1 È essenziale formare gli acquirenti sugli aspetti legali e tecnici degli acquisti circolari, sul concetto di costo del ciclo di vita e, per coloro che sono utenti finali, sull’uso sostenibile dei prodotti. Insieme ad altre organizzazioni, ICLEI ha aggiornato il Green Public Procurement Training Kit della Commissione Europea. Un programma della Commissione europea per formare il personale interessato a diventare specialisti in acquisti circolari in diversi settori sarebbe un investimento che potrebbe alla fine risultare in una minore spesa e quindi in un risparmio. Anche le soft skills, come la capacità di dialogo con il mercato, sono importanti. Interagendo con i fornitori, un acquirente può capire meglio ciò che è disponibile sul mercato e aiutarli a prepararsi a soddisfare meglio le esigenze future. Formare il personale per diventare specialisti in acquisti circolari in diverse aree è un investimento che può alla fine risultare in una spesa inferiore e quindi in un risparmio. Inoltre, c’è la necessità di fornire ai potenziali fornitori, specialmente alle PMI e alle imprese sociali, un’assistenza nella presentazione di offerte per gli appalti circolari.
  • 4.4 Promozione
  • 4.4.1 È essenziale promuovere l’idea degli appalti circolari, sia attraverso un’ampia comunicazione sugli esempi da emulare o sulle buone pratiche, sia, eventualmente, con altre azioni di gestione, come campagne promozionali o, eventualmente, con iniziative rivolte al grande pubblico o incentrate sulla formazione, che il CESE potrebbe sostenere e organizzare. Oltre ad acquirenti qualificati, gli acquisti circolari richiedono decisori impegnati, utenti informati, gestori di contratti mobilitati e fornitori in grado di rispondere alle nuove esigenze. I progetti pilota forniscono un’opportunità tempestiva per i responsabili degli appalti pubblici di costruire capacità, aumentare la consapevolezza e avviare il cambiamento nei mercati creando opportunità economiche reali. In futuro, gli schemi di finanziamento europei dovrebbero continuare a sostenere progetti pilota innovativi negli appalti circolari che incoraggiano l’apprendimento attraverso la pratica e sono adatti per un ulteriore sviluppo e replica.
  • 4.4.2 Dal 2010, la Commissione ha individuato 189 esempi di GPP che possono essere sviluppati, con altri 12 in preparazione nel 2021. Molti di questi esempi sono anche emblematici dell’approvvigionamento circolare. La Commissione potrebbe intensificare i suoi sforzi per promuovere le buone pratiche che sono state diffuse in tutti gli Stati membri.
  • 4.4.3 La European Circular Economy Stakeholder Platform (ECCSP) è stata istituita nel marzo 2017 come iniziativa congiunta della Commissione europea e del CESE. Riunisce le parti interessate attive nel campo dell’economia circolare in Europa e facilita gli scambi di buone pratiche, conoscenze ed esperienze accumulate in questo campo.
  • 4.4.4 Nel campo degli appalti pubblici, alcuni paesi hanno introdotto dei premi che di solito includono qualche elemento di valore ambientale, innovativo o sociale. Il CESE propone di istituire un premio europeo per gli appalti pubblici.
  • 4.4.5 Le istituzioni europee potrebbero dare l’esempio lanciando gli appalti circolari e promuovendoli attraverso studi di casi per evidenziare le opportunità e i benefici per tutti gli acquirenti pubblici. 25.000 dovrebbe includere i criteri del GPP.

ALLEGATO

Elenco delle direttive pertinenti

  • Iniziativa sui prodotti sostenibili
  • Prestazioni ambientali di prodotti e aziende – obbligo di comprovare le affermazioni
  • Politica dei consumatori – rafforzare il ruolo dei consumatori nella transizione ecologica
  • Riduzione dei rifiuti di imballaggio – revisione del regolamento
  • Batterie – modernizzazione delle norme UE
  • Deforestazione e distruzione delle foreste – ridurre l’impatto dei prodotti venduti nell’UE
  • Direttiva sull’efficienza energetica (EED) – valutazione e revisione