La storia del BUNKERINO

 

È possibile conoscere la storia e le storie del Bunkerino iniziando una visita virtuale attraverso questi video racconti a cura della Fondazione Legalità 

 

GIOVANNI PAPARCURI 


GIOVANNI PAPARCURI 

 

IL BUNKERINO

 

LA NASCITA DEL MUSEO

 

GIOVANNI FALCONE

 

FRANCESCA MORVILLO

 

IL POOL ANTIMAFIA

 

PAOLO BORSELLINO

 


ANM – Il Bunkerino

La Giunta distrettuale dell’Associazione Nazionale Magistrati di Palermo ha realizzato nel Palazzo di Giustizia di Palermo il “Museo Falcone-Borsellino” dedicato alla memoria di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino.
L’opera si propone l’obiettivo di realizzare un luogo di memoria permanente indirizzato non solo agli addetti ai lavori, ma all’intera collettività ed in particolare alle giovani generazioni.
Determinante per la sua realizzazione è stato il contributo di Giovanni Paparcuri, straordinario collaboratore dei due Magistrati ed “inventore” della informatizzazione, all’epoca rivoluzionaria, del maxiprocesso, scampato miracolosamente all’attentato del 29 luglio 1983 in Via Pipitone Federico a Palermo, nel quale persero la vita il Consigliere Istruttore Rocco Chinnici, il Maresciallo Trapassi e l’appuntato Bartolotta dei Carabinieri, nonché il portiere dello stabile Stefano Li Sacchi.
Proprio dopo la “strage Chinnici” maturò la consapevolezza dell’estrema esposizione a pericolo di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino i quali già da alcuni anni si occupavano di delicatissimi processi a carico di appartenenti a Cosa Nostra, espletando le loro funzioni in uffici ubicati al piano terra del Palazzo di Giustizia facilmente accessibili a chiunque.
Per tale ragione venne deciso il loro trasferimento in un’area più riservata del Palazzo e vennero individuati, a tal fine, i locali del c.d. bunkerino (in cui oggi si trova il Museo), ove continuarono per alcuni anni il loro lavoro, potendo fruire di una maggiore riservatezza e di qualche misura di protezione, come la porta blindata e le telecamere che consentivano di vedere dalla stanza di Giovanni chi intendeva accedere ai locali.
Abbiamo cercato di ricostituire quelle tre stanze così come erano in quel periodo, ricollocandovi i mobili e gli arredi del tempo, recuperati non senza difficoltà, corredandoli di diversi oggetti personali che Giovanni e Paolo utilizzavano nelle loro interminabili giornate trascorse al lavoro, nelle quali la complessità e la delicatezza delle indagini, condotte con eccezionale professionalità, si coniugava a momenti di autentica goliardia, scanditi dalla sottile ironia di Giovanni e dagli scherzi sagaci di Paolo.
Entrando in quelle stanze si avverte una forte emozione, é netta la sensazione che siano ancora tra noi e che in quegli uffici debbano tornare da un momento all’altro, per continuare a scrivere altre pagine straordinarie della storia giudiziaria di questo Paese.
Siamo certi che questo gesto di testimonianza servirà non solo  a rendere onore alla memoria di due grandi Uomini e Magistrati, ma anche a contribuire a rafforzare nelle giovani generazioni la consapevolezza della necessità di un’azione determinata nel contrasto a Cosa Nostra e di un fermo impegno contro ogni forma di illegalità.
L’insegnamento di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino deve costituire in questo percorso incessante di riscatto civile il punto di riferimento cui dare quotidiana continuità.
La loro preziosissima eredità non deve essere dispersa se vogliamo davvero che le loro idee restino e continuino a camminare sulle gambe di altri uomini.

Matteo Frasca