LA DEPOSIZIONE DELL’AGENTE FARINELLA Parzialmente divergente rispetto alle predette deposizioni […], si rivela la deposizione del Carabiniere che faceva da capo scorta ad Ayala, quel pomeriggio, vale a dire l’Appuntato Rosario Farinella. Il Carabiniere, infatti, ricordava che, subito dopo la deflagrazione, quando si muovevano, con l’automobile blindata, dal residence ‘Marbella’, per andare ad accertarsi dell’accaduto, parcheggiando poi all’incrocio fra la via dell’Autonomia Siciliana e la via D’Amelio, Ayala faceva presente che in quella strada abitava la madre di Paolo Borsellino (circostanza che contrasta con quanto affermato dallo stesso Ayala, in merito al fatto che, prima della strage, non era al corrente della circostanza appena menzionata). Dopo il riconoscimento dei resti di Paolo Borsellino e delle altre vittime, il militare si recava presso la Croma blindata, unitamente ad Ayala, che non perdeva mai di vista. Vi era qualche fiammata dal lato posteriore destro ed un vigile del fuoco la spegneva. Poi, Farinella e il vigile del fuoco aprivano la portiera posteriore destra della Croma, forzandola, poiché Ayala si accorgeva che dentro vi era la borsa di Paolo Borsellino. Lo stesso Farinella, inoltre, prelevava direttamente la borsa dal sedile posteriore e, dopo un certo lasso di tempo in cui la teneva in mano, su indicazione di Ayala, la consegnava ad una persona – in abiti civili – conosciuta dal Parlamentare (anche questo ricordo del teste contrasta decisamente con quanto affermato da Ayala ed anche da Cavallaro, in merito alla consegna della borsa ad un ufficiale in uniforme, neppure conosciuto). Il soggetto che riceveva la borsa non era Giovanni Arcangioli (la cui fotografia veniva mostrata al teste) ed era una persona (si ripete) conosciuta da Ayala. Quest’ultimo spiegava al consegnatario che si trattava della borsa del Magistrato (“Questa è la borsa che abbiamo preso della macchina del dottore Borsellino”) e veniva rassicurato dall’interlocutore, prima che questi s’allontanasse verso via dell’Autonomia Siciliana (“lo stesso ci rassicurò, dicendo che si sarebbe occupato della cosa, per cui gli consegnai la borsa”). A CURA DELL’ASSOCIAZIONE COSA VOSTRA16 luglio 2021 – Borsellino Quater
Rosario Farinella ha testimoniato di essere arrivato in auto in via D’Amelio, assieme al collega Angelo De Simone(entrambi in servizio di scorta) e al dottor Giuseppe Ayala, pochi minuti dopo l’esplosione. Dopo aver riconosciuto il cadavere del giudice Borsellino, Giuseppe Ayala notò la borsa in pelle all’interno della macchina. Farinella ha dichiarato:
“Abbiamo raggiunto l’abitazione e sono salito nell’appartamento della personalità (Giuseppe Ayala, ndr), il quale aveva anche udito l’esplosione, per cui siamo immediatamente scesi per recarci in direzione della stessa via D’Amelio. Ricordo che il fumo era perfettamente visibile da dove ci trovavamo. A bordo dell’auto di servizio abbiamo raggiunto la via Autonomia Siciliana e da lì, a piedi, abbiamo cercato di entrare nella via D’Amelio”. “Mi trovavo a circa 50 − 100 metri in linea d’aria, eravamo all’hotel Marbella (…). Stavamo aspettando la personalità che doveva scendere. Subito dopo lo scoppio l’abbiamo avvisato e abbiamo capito che veniva il fumo di là, lui diceva che là ci abitava la mamma del giudice Borsellino. (…) Insieme a me c’era una carabiniere De Simone. (…) Ci siamo portati su quella parte, siamo arrivati quasi i primi di tutti, contemporaneamente ai vigili del fuoco e nemmeno potevamo entrare per le fiamme che c’erano. (…) Siamo arrivati, ho dato ordine al mio carabiniere di lasciare la macchina, di chiuderla e di stare con me e la personalità. (…) Appena arrivati andiamo dove c’era il cratere e, camminando, vediamo i corpi dei colleghi della scorta. Siamo entrati dentro il cortiletto, abbiamo visto il dottore che era lì per terra e l’abbiamo riconosciuto per via dei baffi. (…) Al momento abbiamo pensato solo alle vittime, poi appena siamo usciti le due macchine erano posizionate al centro della strada. Guardando le macchine, il dottor Ayala ha visto che c’era la borsa dentro il sedile posteriore”
Farinella ed un vigile del fuoco forzarono la portiera della macchinae, dopo non pochi tentativi, riuscirono ad aprirla. A quel punto Farinella prese in mano la borsa, totalmente integra ed asciutta, fece per consegnarla ad Ayala che rifiutò di prenderla non essendo più magistrato in servizio. Dopo pochi minuti Ayala stesso chiamò un uomo in abiti civili, che indicò come un funzionario di Polizia o un ufficiale, e gli fece consegnare la borsa da Farinella, spiegandogli dove la avessero trovata e a chi appartenesse. Farinella ha dichiarato:
“Ricordo perfettamente che quando ci siamo avvicinati all’auto del magistrato che aveva tutte le portiere chiuse, ma non a chiave, il Dr. Ayala ha notato che all’interno della stessa, appoggiata sul sedile posteriore, c’era la borsa di cuoio del dr. Borsellino per cui, con l’aiuto dello stesso vigile del fuoco abbiamo aperto la portiera posteriore. Preciso che questa operazione non è stata semplice, in quanto l’esplosione aveva fatto incastrare le portiere. Io personalmente ho prelevato la borsa dall’auto e avevo voluto consegnarla al dr. Ayala. Questi però mi disse che non poteva prendere la borsa in quanto non più magistrato, per cui io gli chiesi che cosa dovevo farne. Lui mi rispose di tenerla qualche attimo in modo da individuare qualcuno delle Forze dell’Ordine a cui affidarla. Unitamente a lui ed al mio collega ci siamo allontanati dall’auto dirigendoci verso il cratere provocato dall’esplosione, mentre io reggevo sempre la borsa. Dopo pochissimi minuti, non più di 5 − 7, lo stesso Ayala chiamò un uomo in abiti civili che si trovava poco distante (…)”.
Secondo Farinella, l’uomo indicato da Ayala prese la borsa, parlò un po’ con l’ex PM e poi si diresse verso l’uscita di Via D’Amelio: “Lui ha individuato una persona e mi disse ‘appuntato, dia la borsa a …’ mi avrebbe detto il nome ma non ricordo ed io ho consegnato la borsa alla persona che mi ha detto il dottor Ayala, che io non conoscevo. Mi ha detto che era un ufficiale o un ispettore, mi ha detto che era un funzionario appartenente o alla Polizia o ai Carabinieri. (…) Era in abiti civili. Penso che il dottor Ayala lo conosceva, perché mi ha detto ‘è una persona che conosco io’. Ayala gli disse ‘questa è la borsa che abbiamo preso dalla macchina del dott. Borsellino’. L’ufficiale non disse niente, a parte un ‘ci penso io, non vi preoccupate’, si sono parlati lui e Ayala. (…) Non abbiamo aperto assolutamente la borsa. Mentre avevo io la borsa non si è avvicinato nessuno, non ricordo che si avvicinò Cavallaro ma Ayala parlò con tante persone in quei momenti. (…) Una volta che l’ufficiale ha preso la borsa, ha parlato con il dottor Ayala, la prende e la porta via verso l’uscita, verso via Autonomia Siciliana. Poi ce ne siamo andati da lì e poi siamo andati a Mondello. Siamo andati via e non siamo più tornati”.
Riguardo le condizioni della borsa Farinella è sicuro, la borsa era integra: “Posso affermare con quasi certezza che la borsa che ho prelevato dall’auto era perfettamente integra e non presentava bruciature come quelle che sono evidenti nelle foto che mi mostrate. Peraltro, nel momento in cui abbiamo aperto l’auto la stessa non era stata interessata dalle fiamme nell’abitacolo. (…) le fiamme interessavano solo l’esterno dell’auto, compreso i pneumatici, ma non l’interno. Peraltro, se all’interno vi fossero state fiamme e fumo, non avremmo potuto notare nemmeno la borsa al suo interno.
Farinella si dice convinto che l’uomo a cui consegnò la borsa su richiesta di Ayala, non portasse distintivi delle forze dell’ordine in vista:“Non sono in grado di riconoscere la persona che mi mostrate; posso aggiungere però che non ricordo assolutamente che la persona alla quale ho consegnato la borsa avesse una placca metallica di riconoscimento; di questo particolare ritengo che mi ricorderei”.
Le testimonianze di Farinella del 2006 e del 2013 sono quasi sovrapponibili, tranne che per un piccolo particolare: nella seconda deposizione lo sportello che Farinella ricorda di aver aperto sembra essere stato quello destro
Il secondo prelievo della borsaLa borsa, dopo un breve lasso di tempo, ricompare lo stesso pomeriggio del 19 luglio 1992 nell’auto del giudice. Dopo anni di indagini e testimonianze, per l’autorità giudiziaria non è ancora stato possibile identificare la persona che riposizionò la borsa all’interno dell’abitacolo.
L’agente Francesco Paolo Maggi,perlustrando la zona e le macchine, disse di essersi accorto di una borsa di pelle che, all’interno di una delle macchine blindate, stava per essere interessata da un inizio di fiamma. Dopo averla fatta spegnere da un vigile del fuoco, prese la borsa, parzialmente bruciacchiata e bagnata dagli idranti del pompiere, e si diresse verso il suo superiore, il funzionario Paolo Fassari a cui chiese disposizioni. Fassari gli ordinò di portare la borsa nell’ufficio dell’allora dirigente della Squadra Mobile, Arnaldo La Barbera.
Maggi ha dichiarato: “Abbiamo iniziato a perlustrare la zona e le macchine. In tale contesto ho notato che all’interno della macchina blindata sulla quale viaggiava il magistrato c’era una borsa di cuoio che stava per essere aggredita dalle fiamme, tanto che risultava parzialmente danneggiata in un lato. Pertanto, ho attirato l’attenzione di uno dei vigili a me più vicino, chiedendogli di provvedere a spegnere la macchina e la borsa; cosa che fece ed io così ho potuto prelevarla. Preciso che la portiera posteriore sinistra dell’auto blindata era aperta mentre la borsa si trovava sul pianale posteriore, dietro il sedile passeggeri; dopo che il vigile ha spento le fiamme sono stato io ad allungarmi dal lato sinistro dell’auto per prelevare la borsa dal lato destro. Presa la borsa mi sono diretto verso l’uscita della strada per portarla al dottore Fassari il quali mi disse di portarla immediatamente alla Squadra Mobile e di depositarla nell’Ufficio dell’allora Dirigente, dottor Arnaldo La Barbera. Io ripresi l’auto di servizio e ottemperai immediatamente a quanto disposto. Giunto in ufficio, ricordo che nel corridoio antistante l’ufficio del dirigente c’erano diversi colleghi, tre o quattro, e tra costoro c’era un certo Di Franco, autista del dirigente, al quale spiegai la provenienza della borsa e la depositai sopra il divanetto che era ubicato sulla sinistra entrando nell’ufficio del dottor la Barbera, dopodiché ritornai in via D’Amelio. (…) Non ho mai aperto la borsa ed escludo che il dottore Fassari lo abbia fatto lì in mia presenza; lo stesso, apprendendo da me la provenienza della borsa, si è limitato a darmi la disposizione già riferita. Ricordo di avere inizialmente fatto più volte avanti e indietro dalla via D’Amelio perché il fuoco e soprattutto il fumo impedivano di stare troppo vicino ai luoghi della strage. Ritengo che nel periodo in questione siano trascorsi circa 10 minuti”.
In occasione della deposizione di Francesco Maggi al processo ‘Borsellino QUATER’, il Pubblico Ministero ha chiesto spiegazioni sul ritardo nella stesura della relazione di servizio da parte di Maggi e sulla consegna della borsa in Questura e Maggi ha così risposto: “‘Sta relazione non so perché non la feci al momento, l’ho fatta successivamente e la consegnai al dott. La Barbera personalmente. Si, magari lui si incavolò su questa cosa, disse ‘come mai ancora non l’hai fatta sta relazione?’, ‘dottore, tra una cosa e un’altra non l’ho fatta’, mi giustificai così. Mi venne richiesta la relazione dal dott. La Barbera perché dovevo essere sentito.. a quel tempo dal dottor Cardella (PM che si occupò delle indagini e del primo processo sulla strage di Via D’Amelio, NdA). (…) La borsa era piena sicuramente ed era abbastanza pesante, conteneva materiale all’interno. (…) La borsa l’ho consegnata al collega Di Franco, era l’autista del dottor La Barbera. Entrammo insieme nella stanza del funzionario, del capo della mobile, sulla destra c’era un divano con delle poltrone e l’ha messa sul divano”.
L’allora Primo Dirigente Paolo Fassari, sentito dai PM di Caltanissetta, non ha ricordato di aver ordinato a Maggi di portare la borsa nella stanza del dottor La Barbera, né i colleghi di servizio nei pressi della stanza in questione hanno confermato a verbale di aver visto Maggi o preso da lui in custodia una borsa. In particolare, l’autista del dirigente Arnaldo La Barbera, il poliziotto Sergio Di Franco, ha negato fermamente di aver preso in carico la borsa e di aver incontrato Maggi che lo aveva chiamato in causa. Ad oggi, non sono stati trovati riscontri da parte dei colleghi di Francesco Maggi che abbiano potuto confermare la sua versione dei fatti; gli unici ricordi, per loro stessa ammissione molto flebili, sono quelli di due funzionari della Questura di Palermo, i vicequestori aggiunti Gabriella Tomasello e Andrea Grassi, che hanno ricordato vagamente di aver visto una borsa in pelle, rispettivamente, nella stanza del dottor La Barbera e in quella del dirigente della Sezione Omicidi. Il dottor Grassi ha ricordato di aver intravisto, dalla borsa che era aperta, ‘alcuni effetti personali, quali un pantaloncino o una maglietta tipo tennis’. Un pantaloncino fu effettivamente ritrovato all’interno della borsa.
Chi ha preso per primo la borsa? C’è chi, come il dottor Paolo Scotto di Luzio, il GUP che dichiarò il non luogo a procedere per il reato di furto aggravato dell’agenda rossa a carico di Giovanni Arcangioli, ha messo in discussione che Ayala e Farinella fossero stati i primi a prendere la borsa, ipotizzando che potesse essere stato lo stesso Maggi ad averla notata e prelevata per primo. Maggi dichiarò di essere arrivato sul posto quasi contemporaneamente ai primi vigili del fuoco. Ma è ragionevole ritenere che sia stato Farinella ad arrivare sul posto prima di Maggi. A tale conclusione si giunge confrontando gli spostamenti compiuti da Farinella e da Maggi prima di arrivare in via D’Amelio dopo lo scoppio dell’autobomba, fermo restando che tutti e due, una volta arrivati, furono impegnati in altre attività prima di occuparsi della macchina e della borsa del giudice.
- Farinella sentì l’esplosione e partì in macchina, assieme ad Ayala, dal Marbella Residence che è collocato ad una distanza percorsa in auto di circa 650 metri da via D’Amelio.
- Maggi ricevette la notizia dell’esplosione tramite radio, passò a prendere Fassari presso l’abitazione di quest’ultimo, sita in Corso Pisani, ed assieme a lui di diresse in via D’Amelio. Corso Pisani dista circa 6 chilometri da via D’Amelio.
Risulta poco probabile che l’ispettore Maggi e il funzionario Fassari possano essere arrivati sul posto prima del deputato Ayala e dell’appuntato Farinella e ancor meno verosimile la possibilità che siano arrivati quasi contemporaneamente al primo gruppo di vigili del fuoco i quali, come risulta dalla relazione di servizio, giunsero sul luogo alle ore 17.03, dopo soli cinque minuti dall’esplosione.
La testimonianza dell’appuntato Parzialmente divergente rispetto alle predette deposizioni del giornalista Felice Cavallaro e del dottor Giuseppe Ayala, anche sulla durata della permanenza di quest’ultimo in via D’Amelio, oltre che su diversi altri particolari, tutt’altro che secondari, si rivela la deposizione del Carabiniere che faceva da capo scorta ad Ayala, quel pomeriggio, vale a dire l’Appuntato Rosario Farinella.
Il Carabiniere, infatti, ricordava che, subito dopo la deflagrazione, quando si muovevano, con l’automobile blindata, dal residence ‘Marbella’, per andare ad accertarsi dell’accaduto, parcheggiando poi all’incrocio fra la via dell’Autonomia Siciliana e la via D’Amelio, Ayala faceva presente che in quella strada abitava la madre di Paolo Borsellino (circostanza che contrasta con quanto affermato dallo stesso Ayala, in merito al fatto che, prima della strage, non era al corrente della circostanza appena menzionata). Dopo il riconoscimento dei resti di Paolo Borsellino e delle altre vittime, il militare si recava presso la Croma blindata, unitamente ad Ayala, che non perdeva mai di vista. Vi era qualche fiammata dal lato posteriore destro ed un vigile del fuoco la spegneva. Poi, Farinella e il vigile del fuoco aprivano la portiera posteriore destra della Croma, forzandola, poiché Ayala si accorgeva che dentro vi era la borsa di Paolo Borsellino.
Lo stesso Farinella, inoltre, prelevava direttamente la borsa dal sedile posteriore e, dopo un certo lasso di tempo in cui la teneva in mano, su indicazione di Ayala, la consegnava ad una persona -in abiti civili- conosciuta dal Parlamentare (anche questo ricordo del teste contrasta decisamente con quanto affermato da Ayala ed anche da Cavallaro, in merito alla consegna della borsa ad un ufficiale in uniforme, neppure conosciuto). Il soggetto che riceveva la borsa non era Giovanni Arcangioli (la cui fotografia veniva mostrata al teste) ed era una persona (si ripete) conosciuta da Ayala. Quest’ultimo spiegava al consegnatario che si trattava della borsa del Magistrato (“Questa è la borsa che abbiamo preso della macchina del dottore Borsellino”) e veniva rassicurato dall’interlocutore, prima che questi s’allontanasse verso via dell’Autonomia Siciliana (“lo stesso ci rassicurò, dicendo che si sarebbe occupato della cosa, per cui gli consegnai la borsa”).
uno stralcio della deposizione:
- P.M. Dott. GOZZO – Sì, buonasera, appuntato, buongiorno. Le volevo fare in primo luogo la domanda specifica, diciamo, orientiamoci nel tempo e nello spazio: lei dove prestava servizio il 19 luglio del 1992?
- TESTE FARINELLA R. – Ero in servizio al Nucleo Radiomobile di Palermo, però in servizio provvisorio presso le scorte di Palermo. (…) Scortavo il dottor Ayala.
- P.M. Dott. GOZZO – Seguiva, quindi, il dottor Ayala. Si ricorda se in particolare proprio il giorno 19 luglio del 1992 lei era in servizio di scorta al dottor Ayala?
- TESTE FARINELLA R. – Sì, come caposcorta.
- P.M. Dott. GOZZO – Come caposcorta. Nella fattispecie, nel momento in cui… lei dove si trovava nel momento della strage, diciamo al momento dello scoppio?
- TESTE FARINELLA R. – Circa cinquanta metri, cento metri in linea d’aria, eravamo all’hotel Marbella, se ricordo male. (…) Perché la personalità abitava lì.
- P.M. Dott. GOZZO – La personalità abitava là. Quindi stavate aspettando la personalità, doveva scendere?
- TESTE FARINELLA R. – Sì.
- P.M. Dott. GOZZO – Cosa avete fatto subito dopo lo scoppio?
- TESTE FARINELLA R. – Subito l’abbiamo avvisato e abbiamo capito che veniva il fumo di là. Lui diceva che là ci abitava la… la mamma e siamo andati subito lì.
- P.M. Dott. GOZZO – La mamma di chi?
- TESTE FARINELLA R. – Del Giudice Borsellino.
- P.M. Dott. GOZZO – Dunque il dottor Ayala sapeva di questo fatto.
- TESTE FARINELLA R. – Sì.
- P.M. Dott. GOZZO – Una cosa le volevo chiedere: se ci può descrivere, se può descrivere alla Corte, che potrebbe anche non saperlo, quanto dista l’hotel Marbella da via D’Amelio.
- TESTE FARINELLA R. – In linea d’aria nemmeno cento metri, perché deve passare la ferrovia, il palazzo e quello.
- P.M. Dott. GOZZO – Quindi nel momento in cui il dottore Ayala ha ricostruito che poteva essere il dottore Borsellino la vittima dell’attentato, perché diceva…
- TESTE FARINELLA R. – No, no, no.
- P.M. Dott. GOZZO – Cioè che, insomma, proveniva comunque dai pressi…
- TESTE FARINELLA R. – Proveniva di là.
- P.M. Dott. GOZZO – Cosa avete fatto?
- TESTE FARINELLA R. – Mica avevamo la sfera magica.
- P.M. Dott. GOZZO – Cosa avete fatto?
- TESTE FARINELLA R. – Niente, ci siamo portati su quella parte e poi siamo entrati; non potevamo entrare, perché siamo entrati i primi di tutti quasi là, perché eravamo vicino. Siamo arrivati contemporaneamente ai Vigili del Fuoco, quindi nemmeno potevamo entrare con le fiamme che c’erano.
- P.M. Dott. GOZZO – Può quantificare all’incirca quanto tempo era passato dall’esplosione che lei ha sentito da lontano?
- TESTE FARINELLA R. – Non lo saprei dire. (…) Poco tempo.
- P.M. Dott. GOZZO – …cronologicamente quando siete arrivati, siete arrivati contemporaneamente ai Vigili del Fuoco.
- TESTE FARINELLA R. – Sì, sì.
- P.M. Dott. GOZZO – Chi c’era lì di altre Forze di Polizia lo ricorda?
- TESTE FARINELLA R. – No.
- P.M. Dott. GOZZO – Quando siete arrivati voi.
- TESTE FARINELLA R. – No, perché noi siamo arrivati, io mi… stavo dietro; c’era tanta gente, quindi ho dato ordine al mio carabiniere di lasciare la macchina, chiudere la macchina e stare con me, insieme con la personalità, cosa che è fuori dalla regola, visto la gravità della situazione.
- P.M. Dott. GOZZO – Certo. Senta, che cosa avete fatto una volta arrivati in via D’Amelio? Quindi arrivate insieme ai Vigili del Fuoco. Cosa fate con il dottor Ayala?
- TESTE FARINELLA R. – Andiamo dove è successo il cratere, camminando vedevamo dei corpi dei colleghi della scorta.
- P.M. Dott. GOZZO – Sì. E in particolare vi siete diretti ad un posto specifico?
- TESTE FARINELLA R. – Sì, siamo entrati dentro, abbiamo visto…
- P.M. Dott. GOZZO – Dentro il cortiletto, stiamo parlando…
- TESTE FARINELLA R. – Sì, sì.
- P.M. Dott. GOZZO – …dei numeri 19 e 21 di via D’Amelio.
- TESTE FARINELLA R. – Ma… sì, sì. Poi abbiamo visto il dottore che era lì per terra, l’abbiamo conosciuto tramite i baffi.
- P.M. Dott. GOZZO – Parliamo del dottore Borsellino, evidentemente.
- TESTE FARINELLA R. – Sì, perché era senza gambe e senza arti.
- P.M. Dott. GOZZO – Il dottor Ayala l’ha riconosciuto da questo.
- TESTE FARINELLA R. – Sì, sì.
- P.M. Dott. GOZZO – Dopo avere visto queste scene terribili, dove siete andati? Se lo ricorda.
- TESTE FARINELLA R. – Ma abbiamo visto un po’ sia la collega, la poliziotta, era sul marciapiede, vicino la macchina, e altri colleghi.
- P.M. Dott. GOZZO – Quindi, diciamo, avete fatto un giro dei luoghi per riuscire a verificare qual era lo stato.
- TESTE FARINELLA R. – Sì.
- P.M. Dott. GOZZO – E ricorda se vi siete avvicinati all’autovettura (…) che doveva essere del magistrato?
- TESTE FARINELLA R. – No, dopo. (…) Al momento pensavamo soltanto alle persone (…) Alle vittime.
- P.M. Dott. GOZZO – Quindi, diciamo, c’è stato un periodo in cui avete
- pensato a verificare dov’erano i corpi, essenzialmente.
- TESTE FARINELLA R. – Sì, vedere tutti i colleghi che, cioè, conoscevamo e uscivamo insieme.
- P.M. Dott. GOZZO – Dopo avere fatto questa cosa tremenda, diciamo, siete andati poi sulla macchina, vicino alla macchina?
- TESTE FARINELLA R. – Poi, appena siamo usciti, le due macchine erano posizionate al centro della strada e guardando le macchine il dottor Ayala ha notato che c’era la borsa dentro il sedile posteriore.
- P.M. Dott. GOZZO – Ci può descrivere la macchina com’era? Prima di tutto se vi erano delle fiamme, se non vi erano delle fiamme, se era chiusa, se era aperta.
- TESTE FARINELLA R. – Ma no, la macchina era chiusa, chiusa ma non forse a chiave, era chiusa e c’era un po’ di… di fiamma nel lato destro, la ruota, non mi ricordo bene. Abbiamo chiamato i Vigili del Fuoco e abbiamo fatto spegnere.
- P.M. Dott. GOZZO – Dico, il vigile del fuoco in particolare cosa ha fatto?
- TESTE FARINELLA R. – Abbiamo… ha spento la… quell’incendio che c’era all’esterno e poi abbiamo… ha forzato la macchina per aprire lo sportello posteriore.
- P.M. Dott. GOZZO – Quindi per aprire la porta, l’ha fatto da solo o lei lo ha aiutato?
- TESTE FARINELLA R. – Non ricordo se l’ho aiutato io o l’abbiamo fatto insieme o l’ha fatto solo lui, non… è impossibile ricordare queste cose.
- P.M. Dott. GOZZO – E allora, per aiuto del suo ricordo, il 2 marzo del 2006 lei ha detto, a pagina 1: “Con l’aiuto dello stesso vigile del fuoco abbiamo aperto la portiera posteriore”.
- TESTE FARINELLA R. – Sì, dico… può essere, sì.
- P.M. Dott. GOZZO – Si ricorda dove il dottor Ayala aveva visto la borsa? Va beh, l’ha vista anche lei, immagino, facendo…
- TESTE FARINELLA R. – Sì, passando da là, vicino le macchine.
- P.M. Dott. GOZZO – Dov’era la borsa del dottore Borsellino?
- TESTE FARINELLA R. – Nel sedile posteriore.
- P.M. Dott. GOZZO – Nel sedile posteriore. Dove ci si siede, diciamo così, o sotto, diciamo, dove si poggiano i piedi?
- TESTE FARINELLA R. – No, no, dove… nel seggiolino.
- P.M. Dott. GOZZO – Nel seggiolino.
- TESTE FARINELLA R. – Altrimenti, se era sotto, come facevamo a vederlo?
- P.M. Dott. GOZZO – Senta, l’operazione di aprire la porta è stata difficile, facile? Da che cosa dipendeva?
- TESTE FARINELLA R. – Sì, era un po’ incastrata dall’onda d’urto, naturalmente.
- P.M. Dott. GOZZO – Dal calore anche?
- TESTE FARINELLA R. – Non sono un esperto per questo.
- P.M. Dott. GOZZO – Senta, l’ha prelevata lei la borsa poi dall’autovettura?
- TESTE FARINELLA R. – Sì.
- P.M. Dott. GOZZO – Ma l’ha fatto autonomamente o su disposizione del dottor Ayala?
- TESTE FARINELLA R. – Io l’ho presa la borsa, se ricordo… se non ricordo male, l’ho presa io, perché aprendo la porta ho preso la borsa e volevo darla a lui; lui non l’ha voluta prendere perché non era più magistrato, quindi mi ha detto di tenerla io, e l’ho tenuta io.
- P.M. Dott. GOZZO – Tenerla in attesa di qualcosa o tenerla definitivamente?
- TESTE FARINELLA R. – No, tenerla in… che lui individuasse qualche persona da dare la borsa e dire la borsa di chi era.
- P.M. Dott. GOZZO – Sì. E a chi dovevate… cioè aveva già individuato a chi dovevate consegnarla? No nel senso della persona, dico, dovevate consegnarla alle Forze dell’Ordine?
- TESTE FARINELLA R. – Mah, di questo non me ne ha parlato e non abbiamo parlato, mi ha detto, dice, di tenerla, che… di consegnarla a qualche persona, o qualche ufficiale o qualche ispettore di Polizia e di darla, a qualche persona.
- P.M. Dott. GOZZO – Quindi a qualcuno delle Forze dell’Ordine.
- TESTE FARINELLA R. – Certo. Che noi non avevamo il potere, cioè la cosa per tenerla, non è che la possiamo tenere una borsa.
- P.M. Dott. GOZZO – Una volta che il dottor Ayala ha individuato questa persona… l’ha individuata questa persona? Domanda preliminare che non ho fatto. Dico, ha individuato questa persona appartenente alle Forze dell’Ordine a cui darla?
- TESTE FARINELLA R. – Sì, lui ha individuato una persona, che mi… mi disse, dice: “Appuntato, dia la borsa”, mi avrebbe detto il nome, ma non ricordo, e io ho consegnato la borsa alla persona che mi ha detto il dottor Ayala. Io non conoscevo.
- P.M. Dott. GOZZO – Senta, il dottor Ayala le disse che si trattava di una persona delle Forze dell’Ordine o le disse semplicemente di darla a questa persona?
- TESTE FARINELLA R. – Mi ha detto allora che era o un ufficiale o un ispettore, non ricordo. Mi ha detto che era un funzionario, appartenente o alla Polizia o ai Carabinieri, non ricordo.
- P.M. Dott. GOZZO – Si trattava di una persona, che lei rico… prima di tutto se ricorda come era fatta, diciamo, questa persona e poi com’era vestita anche.
- TESTE FARINELLA R. – Come era vestita non… non ricordo.
- P.M. Dott. GOZZO – No, non intendo dire se aveva un vestito rosso o verde.
- TESTE FARINELLA R. – Ah.
- P.M. Dott. GOZZO – No, non le sto chiedendo questo. (…) Le sto chiedendo, visto che le è stato
- presentato come un ufficiale, se era vestito, diciamo così, d’ordinanza o se invece era in abiti civili.
- TESTE FARINELLA R. – Adesso ho capito. No, in abiti civili. (…) Se era in divisa, era facile capirlo.
- P.M. Dott. GOZZO – Certo. Che lei sappia, il dottor Ayala lo conosceva o si è qualificato lui come persona appartenente alle Forze di Polizia?
- TESTE FARINELLA R. – No, penso che lo conosceva.
- P.M. Dott. GOZZO – Pensa che lo conoscesse.
- TESTE FARINELLA R. – Perché mi ha detto: “Dagliela a lui”, che è una persona che conosceva lui, perché… Gli ho detto: “Devo darla a lui?” “Sì – dice – è una persona che conosco io”. “Ecco qua la borsa”.
- P.M. Dott. GOZZO – Nel consegnare la borsa, il dottor Ayala spiegò di che cosa si trattava all’ufficiale?
- TESTE FARINELLA R. – Certo, ha detto, dice: “Questa è la borsa che abbiamo preso della macchina del dottore Borsellino”.
- P.M. Dott. GOZZO – Quindi che era la borsa di Borsellino, essenzialmente.
- TESTE FARINELLA R. – Certo, quella era.
- P.M. Dott. GOZZO – Si ricorda se vi disse qualche cosa, a questo punto, questo ufficiale che lei non conosceva?
- TESTE FARINELLA R. – No, perché non… io ho consegnato, loro si sono parlati e basta. Non è che… io non conoscevo, quindi ho stato in fiducia del dottor Ayala e basta.
- P.M. Dott. GOZZO – Sempre per aiuto alla sua memoria, le ricordo che il 2 marzo del 2006 lei ha detto, a pagina 2: “Lo stesso ci rassicurò, dicendo che si sarebbe occupato della cosa, per cui gli consegnai la borsa”.
- TESTE FARINELLA R. – Certamente, una volta che la… prende la borsa, è normale che…
- P.M. Dott. GOZZO – Quindi lo conferma questo, che vi disse: “Non vi preoccupate, ci penso io”.
- TESTE FARINELLA R. – E certo.
- P.M. Dott. GOZZO – E voi vi siete disinteressati di questa vicenda.
- TESTE FARINELLA R. – Certamente, eh, certo.
- P.M. Dott. GOZZO – Avete aperto la borsa mentre l’avevate nella vostra disponibilità? Sto parlando di lei e del dottor Ayala, chiaramente.
- TESTE FARINELLA R. – Assolutamente no, perché l’avevo io soltanto.
- P.M. Dott. GOZZO – Quando il dottor Ayala ha avuto la borsa, ricorda se si sono avvicinate… quando lei aveva la borsa, diciamo, si sono avvicinate delle persone, degli amici del dottor Ayala che lo hanno salutato?
- TESTE FARINELLA R. – No, no, ma…
- P.M. Dott. GOZZO – Le faccio una domanda specifica: ricorda se si è avvicinato il giornalista Cavallaro? Con cui oltretutto la personalità stava scrivendo in qualche modo un libro e quindi lei avrà avuto modo di vedere altre volte.
- TESTE FARINELLA R. – No.
- P.M. Dott. GOZZO – Non ricorda il dottore Cavallaro nel…
- TESTE FARINELLA R. – Assolutamente. Ma lì c’erano una calca di persone, quindi parlava con tante persone, non è che parlava solo con una persona in una parte da soli, allora vedevo con chi parlava. Si parlava con tante persone che… in divisa, colleghi, quindi non è che era… Deve pensare che eravamo avvolti da… da una folla di persone.
- P.M. Dott. GOZZO – Senta, lei ricorda se vi erano dei magistrati sul luogo del…? Degli altri magistrati, perché il dottore era in quiescenza, ma era ancora magistrato. C’erano degli altri magistrati in servizio che lei conosceva lì sui luoghi?
- TESTE FARINELLA R. – No, no.
- P.M. Dott. GOZZO – Il dottore Lo Forte, nella fattispecie.
- TESTE FARINELLA R. – No, no, no.
- P.M. Dott. GOZZO – Non lo ricorda. Quanto tempo siete rimasti sui luoghi? Se ricorda.
- TESTE FARINELLA R. – Un’ora, non ricordo con… circa un’oretta o di più o di meno, non… non saprei dire, perché non è che stavamo lì a guardare l’orologio in quei momenti, una cosa…
- P.M. Dott. GOZZO – Lei aveva detto nel 2006: “Almeno un paio d’ore”. (…) Ecco, le volevo fare una domanda: prima di tutto se lo conferma questo, almeno un paio d’ore, che aveva detto allora.
- TESTE FARINELLA R. – Dico (…) non saprei quantificare. Se allora ho detto così, io adesso non riesco a quantificarlo.
- P.M. Dott. GOZZO – Certo.
- TESTE FARINELLA R. – Dopo ventun anni come facciamo?
- P.M. Dott. GOZZO – Dico, ma ricorda se vi siete allontanati per recarvi da qualche altra parte?
- TESTE FARINELLA R. – Poi siamo andati… ce ne siamo andati di lì e siamo andati a Mondello.
- P.M. Dott. GOZZO – Volevo riuscire a capire. Quindi è stato successivo questo fatto, dico, non è stata una parentesi, cioè prima siete stati in via D’Amelio, siete andati là e poi siete tornati?
- TESTE FARINELLA R. – No, no, siamo andati via e non siamo più ritornati.
- P.M. Dott. GOZZO – Una volta che l’ufficiale ebbe la borsa, lei ricorda cosa fece l’ufficiale? Al di là di quello che ha detto. Che cosa fece? Dove si recò?
- TESTE FARINELLA R. – Ha preso la borsa ed è andato verso l’uscita.
- P.M. Dott. GOZZO – Aprì la borsa?
- TESTE FARINELLA R. – No.
- P.M. Dott. GOZZO – Non lei, l’ufficiale.
- TESTE FARINELLA R. – No, assolutamente.
- P.M. Dott. GOZZO – E’ un’altra domanda rispetto a quella che ho fatto prima.
- TESTE FARINELLA R. – No, no, no, assolutamente. Davanti a noi ha preso la borsa, si è parlato con il dottor Ayala, ha girato, ha salutato e se n’è andato verso l’uscita.
- P.M. Dott. GOZZO – Quindi verso via D’Amelio, verso l’uscita di via D’Amelio, diciamo.
- TESTE FARINELLA R. – Sì, sì.
- P.M. Dott. GOZZO – Verso via Autonomia Siciliana.
- TESTE FARINELLA R. – Sì, verso via Autonomia Siciliana.
- P.M. Dott. GOZZO – Io le volevo mostrare, a questo punto… Presidente, sono le stesse foto che ho mostrato, quelle allegate (…) Quelle esibite già ieri, sì. (…) allora, le volevo fare le domande specifiche: se riconosce qualcuno nelle prime due foto che… quindi nella prima pagina che le viene mostrata, la pagina 3 di questa relazione.
- TESTE FARINELLA R. – Il dottor Ayala.
- P.M. Dott. GOZZO – Sì. E l’altra persona, invece, quella vestita con…
- TESTE FARINELLA R. – Arcangioli.
- P.M. Dott. GOZZO – Eh.
- TESTE FARINELLA R. – No, no, non la ricono… non la ricordo, perché non… completamente.
- P.M. Dott. GOZZO – (…) E io questo le volevo chiedere, non gliel’ho chiesto immediatamente. Un’altra cosa le volevo chiedere: quella persona a cui avete consegnato la borsa, se lo ricorda, ricorda, prendendo a base la sua altezza, se fosse della sua altezza, altezza superiore, altezza inferiore?
- TESTE FARINELLA R. – Guardi, in quel momento io ho avuto solo ed esclusivamente fiducia del dottor Ayala; mi sono disinteressato della persona, chi poteva essere e chi non poteva essere, quindi non ho fatto tanta attenzione alla persona in cui io ho consegnato la borsa, perché il
- dottor Ayala ha garantito lui, dice: “Dagliela a lui, è una persona che conosco io”, basta, per me… non dovevo… cioè la mia idea, la mia mente non doveva stare… avevo tante cose in testa all’infuori di quella persona. (…) Ha garantito lui, me l’ha detto lui, per me…
- P.M. Dott. GOZZO – Per lei va bene. Senta, un’altra cosa le volevo chiedere: lei ricorda se, diciamo, quando avete aperto l’autovettura vi erano delle fiamme all’interno?
- TESTE FARINELLA R. – No.
- P.M. Dott. GOZZO – Quindi non è stato necessario utilizzare l’idrante per…
- TESTE FARINELLA R. – Era… no.
- P.M. Dott. GOZZO – Per la macchina, per l’interno della macchina intendo.
- TESTE FARINELLA R. – No, all’interno non c’era…
- P.M. Dott. GOZZO – No, glielo chiedo relativamente allo stato della borsa. Lei ricorda in che stato era la borsa? Perché lei l’ha tenuta per un po’ di tempo, ha detto.
- TESTE FARINELLA R. – Perfetto.
- P.M. Dott. GOZZO – Quindi era assolutamente intonsa, diciamo così, non era…
- TESTE FARINELLA R. – Integra, ma si vede come… si evince anche nelle foto, quindi… La borsa…
- P.M. Dott. GOZZO – E no, adesso le mostro le foto, perché, diciamo, lo stato della borsa è un po’ diverso poi, successivamente. Ecco, volevo sapere prima di tutto se riconosce il tipo di borsa. Presidente, chiederei di mostrare questo, è un album fotografico che era allegato al verbale di s.i.t. di una persona che dovremmo sentire oggi, cioè Maggi. (…) E’ la fotografia della borsa del dottore
- Borsellino. (…) Dico, io le specifico che dalle fotografie si evince che la borsa è da un lato, diciamo, abbastanza direi carbonizzata, mentre dall’altro lato è perfetta. Dico, quando lei l’ha presa era in queste condizioni o era in condizioni perfette, come ha detto lei?
- TESTE FARINELLA R. – No, la borsa era integra.
- (…)
- AVV. REPICI – Quando, quindi, fermate la macchina, il dottor Ayala vi spiega che cosa ci fosse lì nei pressi, nella zona dell’esplosione, in via D’Amelio? Se ci abitasse qualcuno.
- TESTE FARINELLA R. – Quando siamo entrati, dice: “Ma qua c’è… – dice – abita la mamma del dottor Borsellino”.
- AVV. REPICI – Ah, quindi ve lo dice lui.
- TESTE FARINELLA R. – Sì.
- TESTE FARINELLA R. – Io ricordo che passando di là, il dottor Ayala ha detto: “C’è la borsa all’interno”. Poi se hanno detto gli altri o gli altri hanno visto, non lo so, non l’ho sentito io.
- AVV. REPICI – A lei l’ha detto il dottor Ayala?
- TESTE FARINELLA R. – Sì, certo.
- AVV. REPICI – Può riferire le modalità pratiche con cui fu forzata la portiera?
- TESTE FARINELLA R. – Avvocato, come faccio a saperlo adesso? Se è stata forzata, c’era un vigile del fuoco. (…) Aveva… non so, in quel momento aveva un attrezzo e l’ho aiutato pure io ad aprire la portiera, non…
- AVV. REPICI – Non ha ricordo.
- TESTE FARINELLA R. – E’ impossibile, cioè è impossibile ricordare quegli attimi di…
- AVV. REPICI – Lo capisco.
- TESTE FARINELLA R. – Queste piccolezze che… visto la gravità
- della situazione andavo…
- AVV. REPICI – Lo capisco, appuntato, lo capisco, cerchiamo di riuscire a recuperare ogni dettaglio. Mentre lei fa questa operazione, cioè cerca di aprire la porta, poi si avvale dell’aiuto del vigile del fuoco e poi, infine, una volta aperta la portiera, estrae dalla macchina la borsa, il dottor Ayala è rimasto lì al suo fianco?
- TESTE FARINELLA R. – Certamente. Mica posso lasciare la personalità. Il mio compito era la personalità, non la borsa.
- AVV. REPICI – E’ chiaro. In quel frangente lei sentì il dottor Ayala o chiunque altro parlare di un’agenda del dottor Borsellino?
- TESTE FARINELLA R. – Assolutamente no, nessuno ha parlato di questo finché avevo la borsa io, o successivamente non abbiamo mai parlato, che non c’è stato nessun motivo