Lettera aperta al tribunale tedesco su Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Falcone e Borsellino
Disegno di Isabella Musacchio, 11 anni, figlia dell’autore della lettera aperta. Appeso all’Albero Falcone di Palermo

 

 

Illustri componenti il tribunale di Francoforte, nella vostra sentenza scrivete che i nomi di Falcone e Borsellino non meritano tutela perché poco conosciuti in Germania.

Sono certo che la maggioranza dei tedeschi non la pensi come voi. Mi sento di dirvi che nessuno (neanche voi) potrà negare ai nostri due magistrati antimafia il merito di essere tra i più autentici nemici delle mafie al mondo. Per questo, consentire di ritrarre insieme i nostri simboli dell’antimafia accanto all’immagine di don Vito Corleone del film “Il Padrino” è davvero un insulto alla loro storia.

Vi siete resi conto dell’effetto culturalmente devastante della sentenza? Vi ricordo che le idee e le intuizioni di Giovanni Falcone, il suo metodo investigativo, la sua visione della lotta alla mafia sono state recentemente riconosciute e approvate all’unanimità, a Vienna, da 190 Nazioni (tra cui la Germania) che hanno partecipato alla Conferenza sulla Convenzione Onu contro la criminalità transnazionale.

Voglio farvi sapere che i nostri due magistrati, falcone e borsellino, fungono da esempio per tantissimi giovani in ogni parte del mondo. Sappiate che quando ho appreso la notizia della loro morte e di tutte le persone che erano con loro, ho provato un dolore profondo, simile a quello che si prova quando si perde un affetto molto caro.

Vorrei che poteste percepire il rispetto, la stima e l’ammirazione che nutro nei loro confronti come modelli da seguire non solo come magistrati, ma anche come uomini.

Sappiate che li ho talmente venerati da diventare io stesso divulgatore dell’antimafia nelle scuole italiane.

Sappiate che nel mondo sono conosciuti per la lealtà, l’onestà e il loro altissimo senso del dovere, costi quel che costi, come diceva sempre Falcone.

Sappiate che in vita hanno avuto la capacità di sopportare tutto il male subito e vi assicuro che è stato tanto. Sono stati oggetto d’inganni e menzogne e sappiate che sono ancora tanti quelli che dovranno chiedere il loro perdono.

Erano umili e generosi e per tanti sono un modello educativo da mostrare quotidianamente ai propri figli. Il loro genio e la loro determinazione nella lotta alla mafia non si sono spenti neanche quando sono stati isolati, accusati e vilipesi. Chissà quanta competenza avrebbero ancora potuto portare nella lotta alle mafie se non li avessero barbaramente trucidati.

Per tutto quello che hanno sofferto, in nome di tutte le “persone oneste”, scusatevi per il danno che, spero inconsapevolmente, avete arrecato ai simboli della lotta alle mafie nel mondo.


di Vincenzo Musacchio, giurista e docente di diritto penale. Associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). Ricercatore dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra.


 

Pizzeria “Falcone e Borsellino”, la sentenza del tribunale tedesco: Falcone poco noto e tema poco sentito

Sta destando grande scalpore la vicenda di una pizzeria di Francoforte che ha scelto come nome “Falcone e Borsellino“, con riferimento ai due giudici antimafia uccisi proprio dalla criminalità organizzata nel 1992.

All’interno del ristorante, i richiami alla mafia sono utilizzati in modo folkloristico e le immagini dei due giudici sono associate a finti buchi di proiettile nelle pareti e immagini di don Vito Corleone, protagonista del film “Il Padrino”, interpretato da Marlon Brando.

La Professoressa Maria Falcone, la sorella del giudice ucciso nella strage di Capaci, ha fatto ricorso presso un tribunale tedesco, ritenendo offesa la memoria dei due giudici e chiedendo che al proprietario della pizzeria, Constantin Ulbrich, fosse imposto di cambiare il nome della pizzeria.

Il ricorso tuttavia è stato respinto, perché il nome del giudice Falcone sarebbe troppo poco noto in Germania e perché sarebbero ormai passati troppi anni, quasi trenta, e di conseguenza il tema della mafia, all’epoca “sotto gli occhi di tutti”, sarebbe ormai molto distante dalla percezione della collettività.

La vicenda e la sentenza hanno creato sconcerto e indignazione in Italia.

Il ministro italiano della giustizia Alfonso Bonafede ha criticato sia la discutibile scelta pubblicitaria della pizzeria, che ha inserito l’immagine di Falcone e Borsellino in un “avvilente e ignorante mix di spaghetti, scene de ‘Il Padrino’ e fori di proiettili finti nelle pareti“, sia la decisione del tribunale e le sue motivazioni, in relazione alle quali ha espresso una “profonda amarezza”.

Ha inoltre dichiarato di aver già dato incarico ai competenti uffici del Ministero di verificare le condizioni per promuovere azioni giudiziarie sia in Germania che in Italia, al fine di tutelare “il prestigio dei giudici Falcone e Borsellino e, dunque, delle istituzioni italiane”.

Maria Falcone, che si è detta profondamente addolorata e “pronta a fare appello”, ha ricordato come a Francoforte ci sia una “fortissima presenza di italiani che ben conoscono il significato della lotta alla mafia e il sacrificio di chi per la giustizia ha perso la vita”.

Anche l’Ambasciata d’Italia a Berlino ha espresso il suo rammarico nel vedere che il nome dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che hanno sacrificato la loro vita nella lotta alla mafia, “venga utilizzato per un’attività commerciale in cui viene banalizzata la criminalità organizzata“.

L’Ambasciata ha ricordato inoltre che la lotta alla criminalità organizzata è un impegno comune di Italia e Germania: “Entrambi i Paesi sono stati inoltre tra i 190 firmatari della risoluzione che riconosce il contributo dato da Falcone, approvata all’unanimità il 16 ottobre scorso a Vienna, alla riunione plenaria della Convenzione sulla lotta alla criminalità organizzata transnazionale”.

Noi del Mitte ci siamo già occupati in passato della tendenza a utilizzare li binomio Italia-mafia in modo offensivo e nel 2016 abbiamo supportato l’iniziativa dell’associazione berlinese “Mafia Nein Danke“, volta a segnalare insegne di negozi, menù, pubblicità o altri veicoli promozionali che utilizzassero stereotipi mafiosi di questo tipo.

 
 

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