14.10.2011 Via D’Amelio, si ricomincia da zero. Chiesta la revisione dei processi

 

Il pg di Caltanissetta Scarpinato ha trasmesso la richiesta. Decisive le nuove dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza. Undici gli imputati, di cui sette condannati all’ergastolo

Rita Borsellino li ha definiti “coriandoli di verità”. Adesso anche questi coriandoli sono stati bruciati. Il procuratore generale di Caltanissetta, Roberto Scarpinatoha richiesto la revisione dei processi “Borsellino” e “Borsellino bis”, in cui sono stati condannati undici imputati per la strage di via D’Amelio. La richiesta si fonda sulle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, che ha fornito una versione diversa dei retroscena dell’attentato smentendo il collaboratore di giustizia Vincenzo Scarantino, sulle cui rivelazioni si sono basati i precedenti giudizi.

Insomma, ci sarebbero ben 11 innocenti condannati, 11 innocenti in carcere per scontare pene pesantissime sulla scorta delle accuse di Scarantino. Quello che ormai può essere definito un falso pentito. La richiesta è stata trasmessa alla Corte d’Assise di Catania. Degli undici imputati, sette hanno avuto l’ergastolo. L’istanza di revisione riguarda Salvatore Profeta, Cosimo Vernengo, Giuseppe Urso, Giuseppe La Mattina, Natale Gambino, Gaetano Scotto, Gaetano Murana (condannati all’ergastolo) e Vincenzo Scarantino, Salvatore Candura, Salvatore Tomaselli e Giuseppe Orofino (condannati a pene fino a 9 anni di reclusione). Per i condannati che sono detenuti il procuratore generale ha chiesto la sospensione dell’esecuzione della pena. I soli in libertà sono Orofino, Tomaselli e Candura, che hanno già espiato la pena e per i quali è stata quindi richiesta solo la revisione.  A chiudere le nuove indagini sono stati i magistrati del pool antimafia di Caltanissetta. Il gruppo di inquirenti, coordinato dal procuratore Sergio Lari, a fine settembre aveva depositato presso gli uffici della Procura generale una memoria di oltre mille pagine che riscrive, per intero, la ricostruzione della strage di via D’Amelio. La svolta sarebbe giunta dalle confessioni, messe a verbale, di Gaspare Spatuzza e da Fabio Tranchina. Stando ai magistrati che per diversi anni hanno cercato di fare chiarezza su quei tragici fatti, sarebbero stati tre alti funzionari dello Stato italiano a depistare le indagini.  PALERMO TODAY