10.2.2024 – La BORSA e l’AGENDA ROSSA di BORSELLINO. La deposizione di GIOACCHINO GENCHI al “processo depistaggio”

 

 

 

 

AUDIO – La deposizione del consulente GIOACCHINO GENCHI al “processo depistaggio”


 

Genchi ha parlato anche dell’agenda rossa di Borsellino, che a suo avviso non poteva essere nella borsa del magistrato e che dunque non sarebbe andata a fuoco ma sarebbe stata sottratta: “Io ritengo che – ha precisato Genchi – con l’agenda rossa Arnaldo La Barbera non c’entri nulla. Lui questa cosa la attribuiva ai

“L’unica interlocuzione sull’agenda rossa è stata con il pm di Caltanissetta di allora Fausto Cardella – ha detto Genchi – che mi prese una borsa dall’armadio e mi fece vedere all’interno una batteria affumicata e un costume in nylon con i lacci. E mi chiese un’opinione. Io dissi che a mio avviso quella batteria …non era nella borsa ed era stata solo lambita. 

Se l’agenda fosse stata dentro la borsa il costume avrebbe dovuto incendiarsi prima della carta. Quindi, secondo me, l’agenda non era dentro la borsa se si è bruciata.
Il costume era sicuramente dentro la borsa ma l’agenda no”.
Genchi ha poi riferito di un episodio: “La Barbera era fortemente rattristato, anzi era più che altro incazzato, per il fatto che venisse adombrata la possibilità che lui avesse sottratto l’agenda rossa del giudice Paolo Borsellino.
E a lui avevano riferito che la signora Agnese (la moglie di Borsellino, ndr) avesse delle riserve sul suo conto per il fatto che lo ritenesse o, meglio, fosse stata convinta – e lui riteneva che lei fosse pilotata dai carabinieri – a convincersi che l’agenda rossa l’aveva sottratta lui.
E ricordo un particolare significativo: una sera andammo a cena a Palermo e c’erano il pm Fausto Cardella, La Barbera e Ilda Boccassini, andammo da Peppino, in pizzeria.
Eravamo seduti al tavolo quando entrò la signora Agnese, la figlia Lucia e altre persone. Siamo andati a salutarla, si sono baciate con la Boccassini, la signora Agnese però si rifiutò di salutare La Barbera. Di questa cosa se ne fece un cruccio, era mortificato”. Da Adnkronos

 


«Per me l’agenda rossa di Borsellino non era nella borsa»

 

«Per quanto riguarda l’agenda rossa l’unica interlocuzione è stata con il dottore Fausto Cardella che mi prese una borsa dall’armadio e mi fece vedere all’interno una batteria affumicata e un costume in nylon con i lacci.
E mi chiese un’opinione e io dissi che, secondo me, quella batteria non era nella borsa ed era stata solo lambita. Se l’agenda fosse stata dentro la borsa il costume avrebbe dovuto incendiarsi prima della carta.
Quindi, secondo me, l’agenda non era dentro la borsa se si è bruciata. Il costume era sicuramente dentro la borsa ma l’agenda no», ha ha detto l’avvocato Gioacchino Genchi, rispondendo alle domande dell’avvocato Fabio Trizzino, sull’agenda rossa di Paolo Borsellino. Quest’ultima, che secondo i familiari del giudice era dentro la borsa al momento della strage, non è mai stata ritrovata. Da GIORNALE DI SICILIA

 


Depistaggio Borsellino, Genchi: “La Barbera indottrinato da Roma, ma ritengo non c’entri con la scomparsa dell’agenda rossa”

“La Barbera era stato indottrinato, ha eseguito sempre le direttive che arrivano da Roma. Oggi è troppo facile processare i morti. All’epoca bisognava attribuire a soggetti lo status di mafioso, la strategia di La Barbera era quella, vestire il pupo, chiudere, fregandosene di tutto e tutti”. A riferirlo è l’ex poliziotto Gioacchino Genchi, oggi avvocato penalista, un tempo in ottimi rapporti proprio con Arnaldo La Barbera. Dichiarazioni rese in aula a Caltanissetta nel processo di appello sul depistaggio delle prime indagini sulla trage di via d’Amelio. Imputati sono i poliziotti Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo. Gli ex componenti del gruppo d’indagine Falcone-Borsellino, all’epoca guidati proprio da La Barbera, sono accusati di calunnia aggravata per aver favorito Cosa nostra, perché avrebbero istruito Vincenzo Scarantino a rendere dichiarazioni che sarebbero servite a sviare le indagini sulla strage in cui fu ucciso Paolo Borsellino. In primo grado, caduta l’aggravante mafiosa, Bo e Mattei sono stati prescritti, mentre Ribaudo è stato assolto perché il fatto non costituisce reato.

L’agenda rossa “Ritengo che La Barbera non c’entri nulla con l’agenda rossa. Lui quella cosa l’attribuiva ai carabinieri – dice Genchi -. Era fortemente rattristato, anzi era più che altro incazzato, per il fatto che venisse adombrata la possibilità che lui avesse estratto l’agenda rossa di Borsellino. Gli avevano riferito che la vedova aveva delle riserve sul suo conto per il fatto che lo ritenesse o, meglio, fosse stata convinta -e lui riteneva che lei fosse pilotata dai carabinieri– a convincersi che l’agenda rossa l’aveva sottratta lui”. Poi ha ricordato un particolare che ha definito significativo: “Una sera andammo a cena a Palermo e c’erano il pm Fausto Cardella, Arnaldo La Barbera e Ilda Boccassini, andammo da Peppino, in pizzeria. Eravamo seduti al tavolo quando entrò la signora Agnese, la figlia Lucia e altre persone. Siamo andati a salutarla, si sono baciate con la Boccassini, la signora Agnese però si rifiutò di salutare La Barbera. Di questa cosa se ne fece un cruccio, era mortificato”. Ha anche aggiunto che La Barbera “non ha mai usato parole eleganti nei confronti della signora Lucia Borsellino” Da  10 Febbraio 2024 FQ

 

 

LA BORSA DEI MISTERI E LA SPARIZIONE DELL’AGENDA ROSSA

 

 

VIA D’AMELIO – DEPISTAGGIO DELLE INDAGINI – processo d’appello in corso

 

 

Gioacchino Genchi