“… la collettività deve essere informata e deve cominciare a pretendere comportanti diversi e soprattutto la verità”. “Che non sarà più processuale ma la verità storica che non ha più i vincoli e condizionamenti delle regole del processo, che vanno sempre rispettate. La verità storica si pone al di fuori di ogni altro condizionamento”.
“Comunque, noi guarderemo con favore alle altre iniziative di tipo processuale che si vorranno mettere in campo ma dobbiamo essere chiari l’esercizio della potestà punitiva deve avvenire in tempo congruo, ogni altri iniziativa rischia di divenire una occasione per non consentire alla famiglia di elaborare questo lutto. Noi questo diritto lo abbiamo”.
Avvocato Fabio Trizzino legale di Fiammetta, Lucia e Manfredi Borsellino
Secondo il dottor Antonio Balsamo (ex Presidente della Corte d’assise di Caltanissetta che emise la sentenza del processo ‘Borsellino quater’ oggi è il Presidente del Tribunale di Palermo, e prima ancora è stato il consigliere giuridico della Rappresentanza italiana all’Onu di Vienna)
“La sensazione è che si è fatto molto per un accertamento completo della verità su questo episodio gravissimo della nostra storia che è la strage di Via D’Amelio, ma resta ancora molto da fare” “Credo che un modo fortemente significativo di rendere onore alla memoria di questi grandi italiani, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sia di farsi carico di un impegno di ricerca della verità senza compromessi da parte di tutte le istituzioni e dello Stato.
E’ un compito che devono adempiere, non solo le istituzioni giudiziarie ma anche tutte le altre istituzioni. Abbiamo esempi importanti in passato, ricordo il lavoro straordinario fatto da Cesare Terranova nell’ambito della Commissione antimafia. Se il diritto alla verità spetta non solo alle vittime e ai loro familiari, ma anche alla collettività, anche l’impegno di realizzare questo diritto deve fare capo a tutte le istituzioni, che oggi possono fare qualcosa di importante.
Le indagini svolte, ad esempio, da commissioni parlamentari per loro natura non sono soggette a una serie di limiti che valgono invece per i processi penali. Questa è una prospettiva che si può percorrere con attenzione anche nei prossimi anni”.
Le anomalia da indagare
- La copertura di una fonte rimasta occulta da cui derivano quelle parti sicuramente vere che sono comuni alle dichiarazioni di finti collaboratori”…
- Il collegamento tra il depistaggio e la sparizione dell’agenda rossa…
- L’ eventuale finalità di occultamento della responsabilità di altri soggetti per la strage di via D’Amelio, nel quadro di una convergenza di interessi fra Cosa nostra e altri centri di potere –
- Le “tastate di polso’ “ di Cosa nostra prima di dare il via alla stagione delle stragi. Sondaggi fatti con personaggi importanti appartenenti al mondo economico e politico. Il collaboratore Antonino Giuffrè ha istituito un collegamento tra questa convergenza di interessi e il clima di isolamento in cui vivevano Borsellino e Falcone”.
- L’isolamento che tutti ricordiamo, un attacco concentrico su Giovanni Falcone e un isolamento tangibile nei confronti di Paolo Borsellino”.
- Le confidenze fatte da Borsellino alla moglie Agnese il giorno prima di essere ucciso. Le disse che non sarebbe stata la mafia a ucciderlo, ma che sarebbero stati i suoi colleghi e altri soggetti a permettere che ciò potesse accadere”.
- Il giudice Borsellino non è stato sentito nel periodo che va dalla strage di Capaci a quella di via D’Amelio, neppure dopo che fece quel discorso commovente in biblioteca comunale e disse ‘Io oltre che magistrato sono testimone’…
- Nessuna iniziativa volta a creare una adeguata protezione nei pressi della casa della madre di Borsellino, nonostante questa carenza di una zona rimozione fosse stata più volte segnalata da parte del personale addetto alla tutela di Borsellino.
- Il coinvolgimento nelle indagini sin dall’inizio dei servizi segreti, che il giorno dopo la strage vengono coinvolti in questa attività in modo irrituale.
- La presenza di alcune persone che arrivano in giacca e cravatta sul luogo della strage, persone di Roma, appartenenti ai servizi segreti, nella immediatezza della esplosione.