26 anni fa

 

 

 

Il 19 luglio 2018 è ricorso il 26° anniversario della strage di Via D’Amelio.  Dopo ben quattro processi in Corte d’Assise, tre appelli e tre sentenze della Cassazione, anche a causa dei molteplici depistaggi più volte vigorosamente denunciati dalla figlia del magistrato, dr.ssa Fiammetta Borsellino (ampiamente documentati qui di seguito), non è stata restituita completa verità e giustizia alle vittime ed ai loro familiari.  Del processoBorsellino Quater, conclusosi il 20 aprile dello scorso anno, le motivazioni sono state depositate il 30 giugno 2018.

RASSEGNA STAMPA 

VIDEO 18-19 Luglio 2018

NEWS 18-19 Luglio 2018

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Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: due vite intrecciate dallo stesso destino 

 

 

 

Gli Angeli custodi di Falcone e Borsellino

Il 23 maggio 1992 la mafia, oltre a Giovanni Falcone, uccide la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.

 

Sono passati 26 anni dalla strage di via d’Amelio a Palermo nella quale persero la vita Paolo Borsellino e cinque dei sei membri della sua scorta: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli. Lo sapeva Paolo Borsellino, lo aveva già previsto, ma sapeva anche di non poterlo evitare, non era solo la mafia a volerlo morto. A riportarci i pensieri del giudice è la moglie: “Mi ucciderà la mafia ma saranno altri a farmi uccidere. La mafia mi ucciderà quando altri lo consentiranno”. Agnese Borsellino non si è mai tirata indietro quando le hanno chiesto di parlare degli uomini della scorta di suo marito: “Erano persone che facevano parte della nostra famiglia. Condividevamo le loro ansie e i loro progetti. Era un rapporto, oltre che di umanità e di amicizia, di rispetto per il loro servizio. Mio marito mi disse ‘quando decideranno di uccidermi i primi a morire saranno loro’, per evitare che ciò accadesse, spesso usciva da solo a comprare il giornale e le sigarette quasi a mandare un messaggio ai suoi carnefici perché lo uccidessero quando lui era solo e non in compagnia dei suoi angeli custodi”.

 A cura  di Claudio Ramaccini Resp. Ufficio Stampa e Comunicazione Centro Studi Sociali contro le mafie – Progetto San Francesco