Processo BORSELLINO TER

 

 


LE SENTENZE

 

Il primo grado si è concluso il 9 dicembre 1999. Il collegio presieduto da Carmelo Zuccaro ha inflitto 17 ergastoli e 175 anni di reclusione, dieci le assoluzioni. Carcere a vita per Giuseppe Madonia, Nitto Santapaola, Giuseppe Farinella, Raffaele Ganci, Antonino Giuffrè, Filippo Graviano, Michelangelo La Barbera, Giuseppe e Salvatore Montalto, Pippo Calò, Bernardo Brusca, Matteo Motisi, Bernardo Provenzano, Salvatore Biondo (classe 1955), Cristoforo Cannella, Domenico e Stefano Ganci. Ventisei anni per il pentito Salvatore Cancemi, 23 per Giovanbattista Ferrante, 16 a Giovanni Brusca.In appello, per Cancemi e Ferrante è arrivato uno sconto di pena: la corte presieduta da Giacomo Bodero Maccabeo gli ha riconosciuto l’attenuante prevista per i collaboratori di giustizia. Ma dei 22 ergastoli chiesti dalla procura generale, ne sono stati decretati solo 11 (e due sono nuovi: per Salvatore Biondo, classe 1956 e Francesco Madonia). Cadono quelli inflitti in primo grado per Stefano Ganci (condannato a 30 anni), per Giuseppe Farinella, Giuseppe Madonia, Nitto Santapaola, Nino Giuffrè, Salvatore Montalto e Matteo Motisi, condannati a 20 anni. L’intervento della Cassazione, di annullamento con rinvio di alcune posizioni, ha determinato un nuovo processo d’appello, a Catania.

Primo grado Il processo si apre il 28 gennaio 1998 davanti alla Corte d’Assise di Caltanissetta. Il presidente è Carmelo Zuccaro e rappresentano l’accusa i pm Annamaria Palma e Antonino Di Matteo. Gli imputati sono:

  • Giuseppe Madonia, Benedetto Santapaola, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Giuseppe Calò, Filippo Graviano, Antonino Giuffrè, Giuseppe Farinella, Michelangelo la Barbera, Raffaele Ganci, Salvatore Montalto, Giuseppe Montalto, Salvatore Biondo (classe ’56), Matteo Motisi, Domenico Ganci, Stefano Ganci, Cristoforo Cannella, Giuseppe Lucchese, Antonio Geraci, Salvatore Buscemi, Mariano Agate, Francesco Madonia, Benedetto Spera, Salvatore Biondo (classe ’55).
  • I collaboratori di giustizia Salvatore Cancemi, Giovanni Brusca, Giovan Battista Ferrante

Sentenza La sentenza viene emessa il 9 dicembre 1999 dalla Corte d’Assise di Caltanissetta. Vengono erogati diciassette ergastoli, centosettantacinque anni di carcere e dieci assoluzioni. Vengono condannati a ventisei anni il collaboratore di giustizia Salvatore Cancemi, a ventitré anni Giovan Battista Ferrante, a sedici anni Giovanni Brusca. Vengono condannati a diciotto anni Francesco Madonia, a sedici anni Mariano Agate, Salvatore Buscemi, Benedetto Spera, Giuseppe Lucchese, Antonio Geraci, a dodici anni Salvatore Biondo (classe ’56).

Appello Sentenza La sentenza viene emessa l’8 febbraio 2002 dalla Corte d’Assise di Caltanissetta presieduta da Giacomo Bodero Maccabeo. Vengono annullati sei ergastoli: a Benedetto Santapaola, Giuseppe Madonia, Giuseppe Farinella, Salvatore Montalto, Matteo Motisi, Antonino Giuffrè.Vengono confermati gli ergastoli a: Bernardo Provenzano, Giuseppe Calò, Michelangelo La Barbera, Raffaele Ganci, Domenico Ganci, Francesco Madonia, Cristoforo Cannella, Filippo Graviano, Giuseppe Montalto, Salvatore Biondo (classe ’56) e Salvatore Biondo (classe ’55).Vengono condannati a trent’anni Stefano Ganci, a vent’anni Benedetto Santapaola, Giuseppe Farinella, Antonino Giuffrè, Giuseppe Madonia, Salvatore Montalto e Matteo Motisi. Le altre pene sono confermate. Di fatto vengono ridotte nettamente le pene richieste dai sostituti procuratori generali Giovanna Romeo e Dolcino Favi, ovvero ben ventidue ergastoli.

Cassazione Sentenza  La sentenza viene emessa il 18 gennaio 2003 dalla VI sezione penale della Corte di Cassazione, dopo più di dodici ore di camera di consiglio. Vengono confermati gli ergastoli a Giuseppe Calò, Raffaele Ganci, Michelangelo La Barbera, Cristoforo Cannella, Filippo Graviano, Domenico Ganci, Salvatore Biondo (classe ’55) e Salvatore Biondo (classe ’56). Vengono confermate le assoluzioni per Salvatore Montalto, Benedetto Spera e Mariano Agate. Vengono annullate le condanne per strage di Stefano Ganci e Francesco Madonia, accusati della sola associazione mafiosa. Vengono annullate con rinvio le assoluzioni di Benedetto Santapaola, Antonino Giuffrè, Giuseppe Farinella e Salvarore Buscemi, e le condanne per ampia di Giuseppe Madonia e Giuseppe Lucchese.   Fonte: Wiki Mafia


Borsellino ter, undici ergastoli  Ergastolo per Bernardo Provenzano, Pippo Calò e altri nove mafiosi considerati responsabili dell’ omicidio del giudice Paolo Borsellino. Pene fra i 16 e i 30 anni ad altre quindici persone coinvolte nel delitto. Così la corte d’ assise d’ appello di Caltanissetta ha confermato l’ impianto accusatorio sostenuto dai pubblici ministeri del cosiddetto «Borsellino ter», uno dei sette processi aperti per fare luce sulla strage di Via d’ Amelio, nel quale persero la vita, oltre al magistrato, anche gli agenti della scorta Emanuela Loi, Eddie Walter Cusina, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli e Agostino Catalano. Rispetto al giudizio di primo grado le condanne al carcere a vita sono però diminuite, passando da 16 a 11. La sentenza è stata salutata con grande soddisfazione da Giuseppe Lumia, deputato siciliano dei Ds storicamente impegnato nella lotta alla mafia: «È una ulteriore importante tappa nel fare verità e giustizia intorno ad una strage così feroce e devastante per il nostro sistema giudiziario e democratico», ha detto. Aggiungendo però: «Il traguardo finale è ancora lontano. Sono trascorsi ormai dieci anni e dobbiamo ancora capire cosa avvenne davvero in quel periodo». LA REPUBBLICA 8.2.2002


Nel 1998 iniziò il terzo troncone del processo (denominato “Borsellino ter”), scaturito dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Giovan Battista Ferrante, Giovanni Brusca, Salvatore Cancemi, Calogero Ganci, Antonino Galliano e Francesco Paolo Anzelmo: gli imputati erano Giuseppe “Piddu” Madonia, Benedetto Santapaola, Giuseppe Calò, Giuseppe Farinella, Raffaele Ganci, Antonino Giuffrè, Filippo Graviano, Michelangelo La Barbera, Giuseppe e Salvatore Montalto, Matteo Motisi, Bernardo Provenzano, Francesco Madonia, Mariano Agate, Salvatore Buscemi, Antonino Geraci, Giuseppe Lucchese, Benedetto Spera e gli stessi collaboratori Brusca e Cancemi (accusati di essere i componenti delle “Commissioni” provinciale e regionale di Cosa Nostra e quindi di avere avallato la realizzazione della strage) ma anche Salvatore Biondo (classe 1955), l’omonimo Salvatore Biondo (classe 1956), Domenico e Stefano Ganci, Cristofaro Cannella e lo stesso collaboratore Ferrante (accusati di avere provato il funzionamento del telecomando e dei congegni elettrici che servirono per l’esplosione e di avere segnalato telefonicamente gli spostamenti del giudice Borsellino e della scorta poco prima della strage).[43]


Nel 1999 la Corte d’Assise di Caltanissetta, presieduta dal giudice Carmelo Zuccaro, conda in primo grado all’ergastolo

 

  • Giuseppe Madonia,
  • Benedetto Santapaola,
  • Giuseppe Calò,
  • Giuseppe Farinella,
  • Raffaele Ganci,
  • Antonino Giuffrè,
  • Filippo Graviano,
  • Michelangelo La Barbera,
  • Giuseppe e Salvatore Montalto,
  • Matteo Motisi,
  • Bernardo Provenzano,
  • Salvatore Biondo (classe 1955),
  • Cristofaro Cannella, Domenico
  • Stefano Ganci

  • collaboratore di giustizia Salvatore Cancemi venne condannato a ventisei anni di carcere,
  • collaboratore Giovan Battista Ferrante a ventitré anni,
  • Francesco Madonia a diciotto anni, Salvatore Biondo (classe 1956) a dodici anni mentre

  • Mariano Agate,
  • Salvatore Buscemi,
  • Antonino Geraci,
  • Giuseppe Lucchese,
  • Benedetto Spera
  • Giovanni Brusca

a sedici anni.[43][44]


Nel febbraio 2002 la Corte d’assise d’appello di Caltanissetta, presieduta da Giacomo Bodero Maccabeo, modifica la sentenza di primo grado:

vengono  condannati all’ergastolo

  • Bernardo Provenzano,
  • Giuseppe Calò,
  • Michelangelo La Barbera,
  • Raffaele e Domenico Ganci,
  • Francesco Madonia,
  • Giuseppe Montalto,
  • Filippo Graviano,
  • Cristofaro Cannella,
  • Salvatore Biondo (classe 1955) e
  • Salvatore Biondo (classe 1956);

  • Stefano Ganci

viene condannato a vent’anni di carcere,


  • Giuseppe Madonia,
  • Benedetto Santapaola,
  • Giuseppe Farinella,
  • Antonino Giuffrè,
  • Salvatore Montalto 
  • Matteo Motisi

a sedici anni per associazione mafiosa (ma assolti dal reato di strage)


mentre viene confermata la pena per

  • Agate,
  • Buscemi,
  • Spera 
  • Lucchese;

invece i collaboratori di giustizia

  • Salvatore Cancemi,
  • Giovanni Brusca 
  • Giovan Battista Ferrante

ricevono pene tra i diciotto e i sedici anni.[45]


Nel gennaio 2003 la Corte di Cassazione annulla con rinvio alla Corte d’assise d’appello di Catania le assoluzioni dall’accusa di strage per

  • Salvatore Buscemi,
  • Giuseppe Farinella,
  • Benedetto Santapaola e
  • Antonino Giuffrè

mentre viene annullata con rinvio anche la condanna per associazione mafiosa per

  • Giuseppe Madonia e
  • Giuseppe Lucchese;

le altre condanne e assoluzioni vennero invece confermate.[46]

Il 9 luglio 2003 lo stralcio del Borsellino ter e parte del procedimento per la strage di Capaci, entrambi rinviati dalla Cassazione alla Corte d’assise d’appello di Catania, vennero riuniti in un unico processo perché avevano imputati in comune:[47] vennero ascoltati in aula i nuovi collaboratori di giustizia Antonino Giuffrè, Ciro Vara e Calogero Pulci (che resero dichiarazioni sulle riunioni delle “Commissioni” provinciale e regionale di Cosa Nostra in cui vennero decise le stragi)[48] e nell’aprile 2006 la Corte d’assise d’appello di Catania condannò all’ergastolo Salvatore Montalto, Giuseppe Farinella, Salvatore Buscemi e Benedetto Santapaola mentre, per la strage di Capaci, vennero condannati all’ergastolo anche Giuseppe Montalto, Giuseppe Madonia, Carlo Greco, Pietro Aglieri, Mariano Agate e Benedetto Spera; Antonino Giuffrè e Stefano Ganci vennero condannati rispettivamente a venti e ventisei anni di carcere; Giuseppe Lucchese venne invece assolto.[49] Nel settembre 2008 la Corte di Cassazione confermò questa sentenza.[50]