La Camera penale chiede l’intervento del Csm, del ministro della Giustizia e del pg presso la Corte di Cassazione affinché sia valutata “la necessità che i pm Anna Maria Palma e Nino Di Matteo continuino a sostenere l’accusa nel processo e a svolgere indagini sulla ritrattazione” di Scarantino.
Il giorno dopo il procuratore capo di Caltanissetta Giovanni Tenebra accoglie la richiesta della Palma e di De Matteo di essere sollevati dalle indagini sui retroscena della ritrattazione di Scarantino e affida il fascicolo processuale ai sostituti Salvatore Leopardi e Roberto Condorelli. I due pm continuano, invece, a sostenere l’accusa nel processo bis per la strage di via D’Amelio.
Il giorno successivo (23 ottobre), Scarantino torna ad accusare i pm di averlo manovrato. Parla di dichiarazioni non verbalizzate, audiocassette di interrogatori “messe da parte” perché “non gradite”, persino la confidenza, fattagli, a suo dire, da magistrati di Caltanissetta, che le sue rivelazioni avevano “provocato la caduta del governo Berlusconi”.