BORSELLINO: 9 luglio 1992, il cambio dell’aeroporto d’atterraggio e il mancato incontro con la figlia Fiammetta. Non si vedranno più.

 

dall’agenda grigia di Paolo Borsellino



PAOLO BORSELLINO
rientra dalla Germania insieme al maresciallo Canale ed al sostituto Teresa Principato.
Dovrebbe incontrare la figlia FIAMMETTA  all’aeroporto di Fiumicino. Infatti Fiammetta è in partenza per Bangkok insieme ad alcuni cari amici di famiglia: il ginecologo Alfio Lo Presti, la moglie Donatella Falzone, i figli Giorgia e Salvatore, compagni inseparabili di Fiammetta.
Purtroppo l’aereo del magistrato atterra a Ciampino per una variazione di programma.
Borsellino e la figlia non si vedranno più.

 

9 luglio 1992 Nel pomeriggio BORSELLINO va alla sede dell’Alto Commissariato per la lotta alla mafia per interrogare LEONARDO MESSINA, il pentito di San Cataldo (Caltanissetta), che sa tutto della mafia nissena, che aprirá uno squarcio di luce sulle trame segrete della massoneria in combutta con la mafia e l´alta finanza di riciclatori. Messina parla di guerre sanguinarie tra i clan, descrive omicidi e sparatorie, agguati e massacri, poi chiede: Dottore, una cortesia, me lo fa un autografo?”. Borsellino resta di stucco: “Un autografo?”. “Si – risponde il pentito – é per i miei figli, me l´hanno chiesto loro, la conoscono, la vedono in tv.” Borsellino, al successivo incontro, si presenta con una cartolina: “In ricordo delle lunghe giornate trascorse con vostro padre. Paolo Borsellino.” In quei giorni Borsellino e Messina si incontreranno almeno un’altra volta. “Il decreto antimafia va bene cosí com´é, se modifiche ci saranno esse dovrebbero riguardare solo le norme processuali”: cosí Martelli risponde ai giornalisti, lasciando la commissione giustizia del senato, dove si sta esaminando il decreto anticriminalitá, varato l´8 giugno scorso, che dovrebbe andare in aula mercoledí 15 luglio. Anche se appare ormai improbabile che il decreto possa essere trasformato in legge in tempo utile. Scadra’ l’8 agosto e il governo sara’ costretto a ripresentarlo.

10 luglio 1992 L´interrogatorio di LEONARDO MESSINA é appena concluso, Borsellino e Canale decidono di andare a cena, da soli. Scelgono una trattoria all´aperto, si siedono. Borsellino ordina “olive e sarde salate per antipasto”. E parla, parla tutta la sera. Parla dei suoi figli. Gli é dispiaciuto non incontrare FIAMMETTA all´aeroporto, spera che si diverta in vacanza. É felice che LUCIA abbia deciso di laurearsi in Farmacia. “Ho sempre avuto nelle narici l´odore dei medicinali di un tempo, mio padre li teneva nei contenitori di ceramica poggiati sugli scaffali del retrobottega della farmacia. Chissá come sarebbe stata la mia vita, se avessi fatto quel mestiere.” É orgoglioso di MANFREDI, dei suoi studi di Giurisprudenza. “Quando lo guardo mi rivedo ragazzo.” E infine la piccola di casa, Fiammetta, che ama leggere libri su libri, proprio come il padre. Poi ricorda tutti i dispiaceri e le amarezze che il suo mestiere gli ha portato. Canale ricorda che Borsellino, quella sera, “era felice.” Scherzando gli confida persino che, se potesse rinascere, vorrebbe fare il portiere di un palazzo. In divisa. “Potrei vendere l´uovo fresco agli inquilini, ritirare al posta, pagare le bollette della luce e del telefono.” E perché? Per potersi permettere tanti, tantissimi rapporti umani, senza dover sempre considerare il rischio di trovarsi coinvolti in amicizie imbarazzanti. Non sa, allora, Borsellino, che anche il suo fidato maresciallo Canale, anni dopo, sará coinvolto in un processo per collusioni con Cosa Nostra dal quale uscirá assolto con il dubbio.